Utente:Riccardo Rovinetti/Sandbox 12: differenze tra le versioni

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Fino a circa 8000 anni fa, le reazioni chimiche sono avvenute naturalmente, ed ancora oggi ne avvengono innumerevoli spontaneamente in ogni punto dell'universo. È nell'[[w:Età dei metalli|età dei metalli]] che l'uomo inizia a sfruttare le trasformazioni della materia e a studiare i loro meccanismi (per questo prima erano considerate "naturali", cioè non provocate dall'uomo). I primi di questi furono la fusione dei metalli e la sintesi di alcune leghe. Nei seguenti millenni si susseguirono scoperte in ambito chimico sempre più sofisticate, tra cui gli estratti delle piante, l'arrostimento dei minerali sulfurei, la produzione di vetro e di acciaio, la polvere da sparo, i veleni...<br />
[[File:JosephWright-Alchemist.jpg|thumb|right|250px|''L'alchimista in cerca della Pietra Filosofale'' ([[1771]]) di [[w:Joseph Wright of Derby|Joseph Wright of Derby]].]]
Fin dagli albori della civiltà l'uomo attribuì alle trasformazioni della materia fattori magici e divini, così attorno al V secolo a.C. nacque la progenitrice della chimica, l' [[w:alchimia|alchimia]], che fu praticata per secoli fino all'invenzione del [[w:Metodo scientifico|metodo scientifico]], che avvierà la sua graduale scomparsa.<br />
Essa era una scienza mista alla religione ed alla filosofia, in cui gli esperimenti erano un misto fra veri e propri studi scientifici e riti magici. Troviamo infatti un grande uso del simbolismo ed un costante riferimento alla teologia nei libri scritti dai vari alchimisti (tra cui ricordiamo [[w:Isaac Newton|Newton]], per dare un'idea di quanto recente sia la scomparsa di tale pratica).<br />