Dialogo operativo/Premessa: differenze tra le versioni

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Versione delle 20:09, 11 mag 2013

Scenario

La realtà del terzo millennio, per certi versi, ha delle caratteristiche che in passato non hanno precedenti paragonabili. L'umanità del terzo millennio deve affrontare delle difficoltà che in precedenza non erano presenti o perlomeno avevano caratteristiche diverse.

Per questo motivo è opportuno almeno provare a sviluppare e imparare nuovi modi e nuove abilità che consentano di affrontare e risolvere questi problemi così come è sempre stato fatto da tutte le forme di vita che ci hanno preceduto nel cammino evolutivo, pena l'estinzione.[1]

Per questo motivo è opportuno affrontare le nuove situazioni, costruire nuovi strumenti e ingegnarsi per superarle così come è sempre stato fatto da coloro delle generazioni che ci hanno preceduto, che in molti casi hanno commesso degli errori e i limiti degli esseri umani, ma in molti altri hanno ottenuto grandi vittorie e dimostrato le potenzialità degli esseri umani.

Problemi

L'ambiente in cui viviamo è afflitto da un gran numero di problemi (economici, sociali, relazionali, ecologici, giustizia, eccetera).

Non c'è che l'imbarazzo della scelta su quale problema prendere in considerazione e affrontare prima. C'è ne sono per tutti i gusti e per tutte le classi sociali e aree geografiche. Molti problemi sono eredità del passato e ben noti fin dall'alba della civiltà, ma vergognosamente irrisolti ancora oggi. Altri sono estremamente recenti e per certi versi ancora da analizzare e comprendere.

Giusto per rinfrescare la memoria, una lista con qualche esempio suddiviso per livello delle conseguenze. Questo manuale non ha lo scopo di discutere dei problemi singoli ma piuttosto proporre e mettere insieme concetti fondamentali e strumenti necessari a fare in modo che le persone (appartenenti a qualsiasi classe sociale) possano affrontare qualunque di essi.

Alcuni problemi globali

  • Carenza di risorse
  • Sovrappopolazione
  • Inquinamento
  • Insostenibilità di varie attività economiche
  • Fondamentalismo, intolleranza e conflitti derivati
  • Ignoranza e speculazione su di essa
  • Proliferazione di armi di distruzione di massa

Alcuni problemi italiani

  • Dinamica demografica
  • Insufficiente coesione sociale
  • Fuga dei cervelli
  • Costi di sistema insostenibili
  • Diffusione della criminalità organizzata

Ma tutto questo non dovrebbe escludere almeno una certa capacità di fare gioco di squadra per il bene comune, pena l'autodistruzione.

Mancanza della visione d'insieme

Alla fine della fiera, dopo 10.000 anni di civiltà, i problemi cittadino-rurale, centro-periferia, imprenditori-dipendenti, professori-studenti, genitori-figli, ricchi-poveri alla fine siano dovuti, anche e soprattutto, a una certa incapacità di cooperare come si dovrebbe.

Per il momento, il fine ultimo (consapevole o no) dell'azione di quasi tutti è il proprio limitato interesse personale legato alla pigrizia, all'egocentrismo, all'avidità e mille altre tendenze che hanno risultati positivi a brevissimo termine per chi le pratica ma conseguenze devastanti a lungo termine per la collettività.

Gli aspetti più tristi sono proprio 1) l'inconsapevolezza diffusa di questo limite e 2) l'inconsapevolezza diffusa delle sue conseguenze, a medio-lungo termine.

Nonostante questo fatto e le sue conseguenze siano più o meno evidenti sotto gli occhi di tutti, sui giornali, sui forum, alla TV e nelle chiacchere al bar (ed è una brutta aggravante).

Così come non se ne rende conto l'abitante medio della montagna, non se ne rende conto l'abitante medio della città. Così come spesso non se ne rende conto il figlio, spesso non se ne rende conto il padre. Eccetera. È un problema culturale ben radicato che non si risolve né con gli investimenti economici, né con le manifestazioni, né solo con i libri.

Come è possibile che una Nazione di 60 milioni di abitanti funzioni bene quando all'interno della popolazione è difficile mettere insieme un gruppo di 100 persone che sappiano lavorare o vivere assieme senza l'insorgere di problemi insuperabili? Come è possibile che 10 persone sappiano lavorare assieme quando già solo 2 persone non resistono assieme? Come è possibile che 2 persone resistano assieme se ogni singolo individuo non è in grado di avere l'autocoscienza sufficiente per gestire sé stesso?

Possiamo parlare dei problemi della montagna, della pianura e della città quanto vogliamo, scrivere libri e organizzare eventi piacevolissimi, ma alla fine il problema è a monte: siamo noi stessi esseri umani che, fino ad ora, siamo stati incapaci di cooperare sul serio. Ne sono testimoni la Storia con la S maiuscola e le storie individuali del passato e del presente.

Soluzioni

A qualsiasi livello si ponga un problema (famiglia, comunità, città, nazione, umanità), si può risolvere, forse, partendo da un buon dialogo, su misura di con chi si davanti, ragionando e stimolando al ragionamento. Con l'obiettivo, ben dichiarato, di risolvere i problemi comuni, di gettare le basi per l'esistenza e la sopravvivenza nel futuro facendo sforzi e sacrifici nel presente. Altrimenti per cos'altro varrebbe la pena di sforzarsi e sacrificarsi nel presente?

Non si può delegare completamente questa pratica ai professionisti della comunicazione perché altrimenti ne servirebbe uno ogni cinque abitanti. È necessario che ognuno impari a mettere in pratica i concetti base della comunicazione (ascoltare, rielaborare, comunicare), altrimenti è inutile parlare di problemi specifici, parlare di soluzioni, andare a scuola o fare vita sociale. Senza queste conoscenze base, sarebbe praticamente tutto tempo perso inutilmente.

Se siamo qui a scrivere e leggere di problemi da risolvere e bisogno di collaborazione è perché in questo momento noi esseri umani non siamo in grado di collaborare con chi abbiamo intorno, in parte per colpa nostra, in parte per colpa degli altri, in parte per motivi culturali ereditati da generazione in generazione.

A prima vista la soluzione potrà sembrare molto teorica e poco pratica, ma la situazione è bloccata perché nelle teste degli esseri umani non sono ancora radicate in modo sufficiente una serie di concetti teorici. Il primo problema concreto è un concreto problema di comunicazione e metodo. Sebbene la comunicazione e il metodo possano sembrare cose astratte, teniamo presente che le conseguenze della loro mancanza sono molto concrete:

  • Incapacità di comunicazione produce brutta interazione, che a sua volta porta a incapacità di risolvere i problemi condivisi, comuni, non affrontabili come singoli.
  • Mancanza di metodo e organizzazione produce perdite o spreco di tempo e risorse e quindi non si risolvono i problemi, o ci si mette troppo tempo per farlo.

Realizzabilità

Tanto per usare un linguaggio imprestato dal mondo del software, il meccanismo di upgrade degli individui da incapaci-di-cooperare a individui integrati e interagenti all'interno di un collettivo è l'unico meccanismo che può gettare le basi utili per risolvere in maniera definitiva i problemi di cui sopra e poter passare a sfide di altro livello.

È improbabile riuscire a fare questa operazione di upgrade direttamente a livello globale o nazionale. È necessario iniziare a installare il dialogo operativo nelle teste dei singoli individui, di piccoli gruppi, famiglie e piccole comunità, per passare via via a collettivi di dimensioni crescenti.

Se una porzione piccola ma sufficiente di popolazione diventerà consapevole della necessità di maggior coesione e cooperazione, si farà carico dello sforzo individuale necessario per comunicare questo fatto agli altri, mettere a punto gli strumenti necessari e divulgarli adeguatamente.

Quando una porzione più grande di popolazione diventerà capace di dialogare operativamente, si potrà risolvere con facilità qualsiasi problema. Se noi lavoriamo sodo adesso che è il nostro turno, nel giro di un paio di generazioni la situazione potrebbe essere migliore e qualcuno dopo di noi potrà finalmente riparare effettivamente gli sbagli del passato, cosa che noi non sappiamo fare in questo momento.

Riepilogando, la sequenza è concettualmente semplice:

  1. organizzare bene sé stessi
  2. aiutare gli altri ad organizzare sé stessi
  3. organizzarsi in collettività per analizzare, progettare e risolvere i problemi comuni (a livello di famiglie, borgate, ecc.).

Non si può salire ad un livello successivo senza aver reso ben solido quello precedente. Le conseguenze di questa instabilità sono sotto gli occhi di tutti, tutti i giorni.

Dialogo operativo

I concetti generali e gli strumenti necessari a compiere questi passi sono descritti nei moduli seguenti, parte del contenitore dialogo operativo vero e proprio, sono organizzati in modo organico. Qui è solo riportata una sintesi introduttiva esemplificativa per sommi capi.

Organizzare sé stessi

Organizzare sé stessi è il primo passo necessario per poter arrivare in fondo e risolvere i problemi. Dopo aver notato che un problema esiste, qualsiasi problema sia, grande o piccolo (costo eccessivo della birra, correre una maratona, scarsa coesione sociale sul proprio territorio, abbandono delle Terre Alte, necessità di falciare un prato, eccetera).

Organizzare sé stessi vuol dire fermarsi un momento, riflettere sulla relazione che c'è tra persone e un problema, farsi un esame di coscienza e alla fine capire

  1. origine del problema, responsabilità
  2. conseguenze ed effetti
  3. cosa si può fare, quali soluzioni
  4. priorità del problema, quanto vale la pena dedicarvisi tempo e denaro
  5. prevedere e stimare tempi ed effetti della propria azione prima di agire

Non so se qualcuno che legge è un comandante che ha a disposizione una divisione o un magnate con un certo numero di dipendenti a libro paga, ma la maggior parte delle persone noi ha a sua diretta disposizione come risorse solo sé stesso, cioè un po' di risorse di tempo, competenze e materiali limitate. Ma questo è già qualcosa, meglio che niente.

Esempi

Problema: io devo correre la maratona.

  1. origine: voglio togliermi questa soddisfazione;
  2. conseguenze: divertimento ed esperienza personale;
  3. soluzione: serve molto allenamento, tecnica, scarpe buone;
  4. priorità: bassa perché ho cose decisamente più importanti da fare prima, per me e per gli altri;
  5. previsioni: è necessario avere tempo, fisico e passione sufficiente per farlo, c'è la possibilità di infortunarsi.

Problema: scarsa coesione sociale sul proprio territorio.

  1. origine: fattori prevalentemente culturali, anche storici;
  2. conseguenze: situazioni di disagio e in generale debolezza collettiva;
  3. soluzione: ricucire relazioni a partire dai bisogni condivisi;
  4. priorità: medio-alta perché se si prospettano tempi duri e servirà fare gioco di squadra per non finire male;
  5. previsioni: la fase iniziale potrebbe essere dura perché le abitudini ben radicate sono dure a morire.

Organizzare gli altri

Finché uno affronta problemi semplici e di dimensioni ridotte ce la può anche fare da solo o con piccoli aiuti esterni, ma quando si tratta di fare sul serio bisogna essere numericamente da due in su. È un dato di fatto.

Il problema è che per fare gioco di squadra bisogna avere un certo insieme di capacità e strumenti individuali necessari per farlo (dialogo operativo). Questi non crescono sugli alberi e non si trovano al supermercato, uno li sviluppa interagendo con gli altri se e spòp se interagisce con gli altri in modo consapevole e cosciente, perché vuole farlo e non per caso o senza accorgersene.

Prerequisiti

Questo requisito si può maturare solo se si ha raggiunto un certo livello di autocoscienza con la fase 1 di cui sopra. È un percorso individuale e ciascuno fa il suo, ma ci sono dei concetti di base che secondo me sono comuni e condivisibili da tutti o quasi tutti.

In soldoni: quando uno è in grado di organizzare sé stesso e affrontare piccoli problemi da solo (punto 1 abbastanza approfondito), allora può iniziare a interessarsi di problemi di dimensioni via via più grandi, se e solo se acquisisce l'umiltà e la capacità di collaborare con gli altri, comunicare e cooperare con chi si trova intorno. Mettere il raggiungimento dell'obiettivo condiviso al di sopra e davanti alle proprie debolezze individuali.

Difficoltà relazionali

Questo apparentemente sembra più difficile perché uno sarebbe tentato di pensare che coordinare più teste è più difficile che non dover pensare a una sola... e la realtà sembra confermare questa teoria. Ma la potenzialità è addirittura il contrario: perché più teste ragionano meglio di una, basta che siano coordinate in modo almeno dignitoso.

L'ostacolo è proprio qui: una testa sola non può gestirne facilmente altre 10 (chiedetelo a una mamma con dei bambini piccoli!) ma 10 teste che cooperano in modo quanto più chiaro e trasparente tra di loro, hanno potenzialità enormi rispetto a fare tutti i "solisti".

Il passo 2 è puramente interiore e comunicativo: capire le potenzialità del gioco di squadra e sviluppare le capacità e questi strumenti necessari a portarlo avanti, e mentre lo si capisce per sé stessi nel frattempo lo si può comunicare ai propri vicini in modo sempre più chiaro e preciso.

Applicazione e speranze

Così come c'è una lunga lista di problemi che affliggono noi esseri singoli umani, le nostre famiglie, le nostre comunità, le nostre nazioni e il nostro pianeta, allo stesso modo c'è una lunga lista di soluzioni che le nostre immaginazioni sono state in grado di elaborare, progettare e sperare.

La strada è lunga perché si tratta di superare abitudini ben radicate, ma se non si affronterà in modo deciso il problema una volta per tutte i rattoppi temporanei potrebbero non essere sufficienti a far degenerare la situazione in maniera irrecuperabile.

Alcune applicazioni globali

  • Carenza di risorse: riduzione degli sprechi, riciclaggio, ottimizzazione di produzione e uso
  • Sovrappopolazione: a breve termine sviluppo di nuove forme di organizzazione sociale, aumento del livello culturale, a lungo termine: colonizzazione dello spazio
  • Inquinamento: revisione delle abitudini, riorganizzazione collettiva dei consumi
  • Insostenibilità di varie attività economiche:
  • Fondamentalismo, intolleranza e conflitti derivati:
  • Ignoranza e speculazione su di essa: diffusione di informazioni e cultura tramite potenti mezzi di comunicazione messi a disposizione dalla tecnologia, progressivo allenamento del senso critico delle persone
  • Proliferazione di armi di distruzione di massa: progressiva riduzione delle cause di conflitto

Alcune applicazioni italiane

  • Dinamica demografica:
  • Insufficiente coesione sociale: diffusione di una maggiore umiltà e superamento dell'invidia, di tutti i tipi
  • Fuga dei cervelli: gestione più lungimirante delle risorse
  • Costi di sistema insostenibili: ribilanciamento della terziarizzazione
  • Diffusione della criminalità organizzata: riduzione del suo giro d'affari, legato soprattutto ai vizi

Il terzo passo, dopo l'avanzamento dell'individuo e la creazione di esseri collettivi superiori sostenuti dalla potenza dei singoli individui in grado di dialogare operativamente, consiste nel risolvere i problemi di tutti i livelli e affrontare sfide superiori e che abbiamo le potenzialità di concepire e provare ad affrontare: aiutare i più deboli, curare le malattie che consideriamo incurabili, esplorare e colonnizzare la galassia, raggiungere un livello di civiltà superiore e incontrare nuove sfide rispetto a quelle che ci trasciniamo dietro da migliaia di anni.

Le ambizioni sembrano apparentemente grandi perché c'è l'abitudine culturale di essere abituati a pensare come singoli individui. E come singoli individui che agiscono tutti contro tutti, ciascuno per il suo apparente bene a breve termine, non c'è speranza di far nulla, anche solo tentare di mettere su famiglia da parte di due persone.

In realtà, come insieme, avremo le carte in regola per affrontare qualsiasi problema. Il primo passo è quello di diventare una volta per tutte in grado di cooperare sul serio.

  1. George Carlin, salvare il pianeta http://www.youtube.com/watch?v=QXvK359TL2Y