Peeragogia/Imparare ad Imparare: differenze tra le versioni

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Se io mettessi a Charlie, (autore di questa sezione) un coltello alla gola, direi “La gente ed i pari imparano facendo.
 
Come piccolo esempio, considerate un gruppo di studio a cui ho partecipato per un odioso corso di neuropsicologia. Una sera tardi, ci ritrovammo alla biblioteca per andareprepararci bene nelal test il giorno dopo. Sopravvivemmo al “battesimo” avendo a che fare con distrazioni quali: non presentarsi per niente in biblioteca; passare il tempo a spettegolare sulle coppiette del college; bere;o studiare per un altro corso; ecc. Riuscimmo a mantenere l'attenzione sul compito in questione: prepararsiprepararandoci adeguatamente al test del giorno dopo. Sopportammo la monotonia di studiare per diverse ore e poi il risultato vennevene raggiunto. Un'analogia più ampia è una squadra di basket. Immaginate che durante la stagione scorsa, quandostagione non hannoabbia vinto il campionato,. abbianoEssi imparatohanno avuto la possibilità di capire quanto distanti sono dal loro obiettivo. Dunque, dal prossimo ritiro di allenamento alleper la preparazione delle prossime eliminatorie mesi dopo, devonoessi dovranno ripetere sessioni noiose di esercizi cheal hannofine elaborato così che, se tutto va bene, potrannodi giocare abbastanza bene dae vincere il titolo una volta che iniziano le eliminatorie.
Prima c'è il ''“battesimo del fuoco”'' dove viene la consapevolezza di quanto distanti siano dai loro obiettivi. Se hanno gli strumenti sociali per sopravvivere a questo, poi devono sopportare la monotonia della ripetizione del processo varie volte finche l'obiettivo è stato raggiunto. Anche un viaggio condiviso di 10.000 miglia inizia da singoli passi”.
 
Come piccolo esempio, considerate un gruppo di studio cui ho partecipato per un odioso corso di neuropsicologia. Una sera tardi, ci ritrovammo alla biblioteca per andare bene nel test il giorno dopo. Sopravvivemmo al “battesimo” avendo a che fare con distrazioni quali: non presentarsi per niente in biblioteca; passare il tempo a spettegolare sulle coppiette del college; bere; studiare per un altro corso; ecc. Riuscimmo a mantenere l'attenzione sul compito in questione: prepararsi adeguatamente al test del giorno dopo. Sopportammo la monotonia di studiare per diverse ore e poi il risultato venne raggiunto. Un'analogia più ampia è una squadra di basket. Immaginate che la stagione scorsa, quando non hanno vinto il campionato, abbiano imparato quanto distanti sono dal loro obiettivo. Dunque, dal ritiro di allenamento alle eliminatorie mesi dopo, devono ripetere sessioni noiose di esercizi che hanno elaborato così che, se tutto va bene, potranno giocare abbastanza bene da vincere il titolo una volta che iniziano le eliminatorie.
 
Questa sezione sarà più astratta delle altre, l'idea qui si applica a tutte le forme di apprendimento: comprese Peeragogy, Pedagogia e Andragogia. Per iniziare, domandiamoci '''''“Che cosa rende l'apprendimento divertente?”''''' Nota Bene: questa indagine sarà più arte che scienza. Nell'imparare come far volteggiare lo skateboard in aria per una frazione di secondo, che cosa c'è che riesce a motivare un teenager ad investire ore del suo tempo per studiare i meccanismi del trucco, per non menzionare il dolore fisico che deriva dal fallimento?
 
Soprattutto se quello stesso studente non riesce a rimanere attento per più di due minuti alla volta durante la lezione di chimica e passa ancora meno tempo a provare a fare i compiti prima di arrendersi? Perché imparare ad usare lo skateboard per lui è più divertente eche studiare la chimica no? Questo ha in parte a che fare con la motivazione. L'uso dello skateboard è molto probabilmente motivato principalmente a livello intrinseco, conrelativi ad alcuni aspetti estrinseci derivanti dal rispetto che si riceverebbe dai pari se sifosse già in grado di padroneggiasse il trucco. Per la chimica sarebbe l'inverso, la motivazione sarebbe principalmente estrinseca, derivante dai genitori e dalle aspettative della società affinché lo studente vada bene a scuola ed entri in un college prestigioso, altrimenti il suo futuro sarà segnato. Lo studente potrebbe essere altrettanto ben motivato intrinsecamente ad avere voti alti per la sua stessa vanità, ma, anche allora, la chimica non verrebbe studiata per il gusto di studiare chimica, ma perché ha bisogno di un voto alto come parte del suo portfolio più in generale.
 
Prendendo una strada diversa, cosa c'è di divertente nella chimica per coloro che amano la scienza? Vogliono il rispetto, il potere ed il prestigio che derivano dall'essere quellocolui che annunciaannunzierà una nuova scoperta? Oppure è simile ad “arte per il gusto dell'arte” ed amano occuparsi di chimica solo per il piacere di farlo? OPotrebbero invece sentono chesentire il loro lavoro siacome una missione importante per ilun bene più grande, o prosperità,prospettiva dell'umanità? Sentono che stanno, in qualche modo, contribuendo? Forse, più precisamente, è forse l'atto di imparare di per sé che può essere divertente? Oppure è la ricompensa che deriva dal mettere in pratica con successo dettala conoscenza che si sta studiando che è divertente? Come si potrebbe estendere questo, poniamo, nel contesto di imparare come avere rapporti intimi con il proprio partner? È divertente? Un modo di pensare all'apprendimento divertente che viene da [http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_del_tutto Jürgen Schmidhuber] è che è divertente imparare nuovi schemi, come lui scrisse “Come incentivo distinto, colui che impara massimizza un divertimento atteso nel trovare o creare dati che sono più comprensibili in modi ancora sconosciuti ma che si possono imparare, comead esempio, attraverso battute, canzoni, disegni od osservazioni scientifiche che obbediscono a nuove, inedite leggi”.[1] Così al ragazzo che faceva skateboard è piaciuto imbarcarsi in nuovi schemi (ossia, nuovi trucchi) che poteva imparare anche da solo (cioè, i trucchi non erano TROPPO distanti dal suo attuale livello di abilità). Certamente imparare è un'impresa altamente personale e ciò che funziona pourper moinoi puònon danneggiaredeve tenecessariamente neifunzionare tuoiper studialtri. Una volta chiarito questo, traproveremo dia noi, tenteròfare una lista ad hoc di quello che secondo me (io penso)noi rende divertente imparare. Io, e tutti noi qui del Manuale di Peeragogia, diamo il benvenuto alle vostre idee.
 
*Imparare qualcosa per menoi è possibile persignifica capire. AnchePer me, ad esempio, anche se non lo trovavo divertente quando ero bambino, adesso mitrovo diverto adivertente studiare il giapponese. La maggior parte della lingua supera le mie capacità, ma poiché ho una base sulle sue sonorità ed ho fiducia nel fatto che posso scoprire il passaggio successivo di ciò che non conosco, di solito èmi appare molto divertente. È particolarmente divertente imparare mentre bevo con dei colleghi in un bar, lo è di meno quando siedo da solo mentre cerco di imparare lo [http://it.wikipedia.org/wiki/Hiragana hiragana]. D'altro canto, se mi piacerebbe capire “Il Saggiatore” di Galileo tradotto dall'italiano al giapponese, sia per ostentare la mia abilità in Nihonogo che per osservare meglio il cielo, sedermi giù a provarci e sgobbare sul libro da solo non sembra qualcosa che io abbia voglia di fare dopo un giorno di lavoro.
 
*Imparare è PARTICOLARMENTEparticolarmente divertente se sto studiando qualcosa come modo di rimandare di fare qualche altro compito che devo portare a termine. Non sono mai stato famoso per aver studiato passivamente concetti di contabilità nel mio tempo libero, ma potete essere certi che mi divertirei ad imparare alcuni frutti secondari dell'albero della contabilità, fintanto che non sono correlati all'esame di contabilità di domani per il quale sto sgobbando.
 
*Imparare nuove, divertenti parole giapponesi vivendo in Giappone era divertente. Ha avuto valore per me nella mia realtà immediata. L'idea di imparare nuove, divertenti parole giapponesi non mi ha più motivato altrettanto da quando sono andato via. Penso che questo concetto sia particolarmente importante da tenere presente, dato che la nostra cultura pone molto valore sul crudo confronto con la realtà cui sono sottoposti gli studenti passando dal mondo della scuola al mondo reale. Non sono sicuro su come esprimere in modo appropriato questo concetto, ma credo che questo preparare costantemente gli studenti ad un futuro imprevedibile e misterioso, invece di fornire loro conoscenza utilizzabile nella loro esistenza quotidiana, non sia ottimale. Certamente ci sono cose indispensabili da imparare per il mondo reale, ma penso che si renderebbe un miglior servizio agli studenti se si realizzasse che, che tu sia o meno a scuola, sei parte del “mondo reale” e dovresti imparare cose utili in questa ottica.
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[[Categoria:Peeragogia|Imparare ad Imparare]]
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