Pittura lombarda dell'Ottocento: differenze tra le versioni

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Assunse presto il soprannome il Piccio (il “piccolo”), che lo accompagnò in tutta la sua vita artistica e non solo.
Intraprese, dall'età di 27 anni, una serie di viaggi volti allo studio dei grandi maestri del XVII secolo che lo portarono a Parma e Roma nel 1831 e Cremona dal 1832 al 1835, fino a stabilirsi definitivamente, nel 1836, nella città di Milano. Altri viaggi lo portarono successivamente a Parigi (dove ebbe contatti con Delacroix), nel 1845, con l'amico Trécourt, quindi nuovamente a Roma e Napoli.
 
Amava viaggiare a piedi, camminare a lungo e “sentire la terra”, ma anche nuotare a lungo.
Giovanni Carnovali fu famoso anche per il suo carattere molto particolare e stravagante: si raccontano in tal senso curiosi aneddoti tra cui quello che lo vide protagonista di un viaggio al paese d’origine al fine di rivedere i suoi parenti.
Dopo aver percorso parecchie miglia a piedi, giunse a destinazione in piena notte. Vide che la casa dei suoi era illuminata, e si avvicinò riconoscendo le voci dei parenti. Diede un’occhiata dalla finestra e, dopo aver appurato che tutti stavano bene ed erano sereni, ritornò da dove era venuto.
 
Inoltre si racconta che non volle più mettere piede a Montegrino Valtravaglia, suo paese natio, a causa del fatto che in quel paese fu costruita una strada carrozzabile che, a suo avviso, rovinava il paesaggio che lui dipinse in molti quadri.
 
Proprio in questo piccolo borgo si trova ancora la sua casa natale, e, nell'attigua piazza che porta il suo nome si può trovare un busto bronzeo a lui dedicato.
 
Giovanni Carnovali morì il 5 luglio 1873 per un malore mentre stava nuotando nel Po.
L'artista [modifica]