Pittura lombarda dell'Ottocento: differenze tra le versioni

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È membro della Commissione d'Ornato tra il 1837 e il 1858, nel 1851 succede a Francesco Durelli alla cattedra di Prospettiva all'Accademia di Brera, incarico che manterrà fino alla sua morte.
Nel 1880 viene nominato Presidente dell’Accademia stessa, dedicandosi alla sistemazione dei dipinti della sua Pinacoteca.
 
'''Luigi Bisi ''Interno del Duomo di Milano'''''
 
[[File:Artgate Fondazione Cariplo - Bisi Luigi, Interno del Duomo di Milano.jpg||thumb|500px|Interno del Duomo di Milano]]
 
Il dipinto giunto in Collezione per acquisto da una raccolta privata, è identificabile con la tela commissionata nel 1838 dall’imperatore Ferdinando I, in visita a Milano per l’incoronazione a re del Lombardo Veneto. Entrato a far parte della Galleria del Belvedere di Vienna, fu alienato in seguito ai rovesci finanziari della monarchia asburgica, insieme ad un consistente nucleo di opere dell’Ottocento italiano, passate all’asta presso la Galleria Scopinich di Milano nel 1928.
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Fin dal 1830 Bisi realizzò alcune copie ad acquerello delle opere di Migliara, ma si emancipò velocemente dalla tradizionale impostazione scenografica del soggetto per raggiungere una maggiore aderenza al vero, forse anche sulla suggestione dei repertori illustrati dei più celebri monumenti italiani e stranieri, di ampia circolazione nell’Ottocento. La commissione imperiale fu verosimilmente dettata dal desiderio di Ferdinando I di possedere un’immagine puntuale del monumento cittadino per eccellenza che l’artista interpretò in tutta la sua grandiosità e solennità. Ne deriva un’immagine di grande suggestione e spiritualità grazie al punto di vista ribassato che enfatizza l’altezza delle volte, e all’inquadratura che crea nello spettatore l’illusione di trovarsi a breve distanza dall’altare maggiore gremito da una piccola folla di fedeli. Il soggetto fu variamente replicato da Bisi nel corso di una produzione trentennale di vedute prospettiche dei principali monumenti italiani, nella cui esecuzione la sua cifra stilistica rimase perlopiù inalterata, come dimostrano, ad esempio, L’Interno del Duomo di Milano (Milano, Galleria d’Arte Moderna) e L’Interno di Orsanmichele del 1869 (Milano, Palazzo Isimbardi), soggetto d’elezione della produzione matura dell’artista.
Dal novembre 2011 l’opera è visibile nell’allestimento delle Gallerie d’Italia a Milano.
 
'''Predica nel Duomo di Milano'''
 
[[File:Artgate Fondazione Cariplo - Bisi Luigi, Predica nel Duomo di Milano.jpg|thumb|500px|Predica nel Duomo di Milano]]
All’Esposizione di Belle Arti di Brera del 1850 apparve una tela di Luigi Bisi raffigurante La Predica nel Duomo di Milano, verosimilmente identificabile con il dipinto acquistato lo stesso anno dal Marchese Rocca Saporiti e segnalato dalle fonti antiche con il titolo generico di Pulpito.
Il dipinto sembrerebbe coincidere con l’opera in Collezione, proveniente dal mercato antiquario. Avvalorano l’ipotesi sia la corrispondenza del soggetto, sia la presenza di un timbro sul telaio che ne riconduce l’appartenenza alla collezione della nobile famiglia dalla quale proveniva Rinaldo Saporiti, allievo dell’artista e forse anche artefice dell’acquisto.
Una recente ipotesi critica, invece, ha proposto l’identificazione della tela in Collezione con L’Interno del Duomo di Milano apparso all’Esposizione di Belle Arti di Brera nell’anno 1837, per la presenza un secondo timbro che riporta il numero “37”, ma senza escludere che lo stesso dipinto sia stato esposto nuovamente nel 1850. I caratteri stilistici del dipinto, tuttavia, sembrerebbero escludere questa ipotesi.
Soltanto a partire dalla fine degli anni trenta il pulpito del Duomo apparve tra i soggetti ricorrenti del repertorio dell’artista, caratterizzato dalla produzione pressoché seriale di interni monumentali. Inoltre, il fatto che l’opera riproponga quasi un dettaglio dell’Interno del Duomo di Milano, eseguito su commissione dall’imperatore Ferdinando I, sembrerebbe respingere una datazione precedente al 1840, quando la celebre tela fu presentata all’Esposizione di Belle Arti di Brera, prima di essere inviata a Vienna.
In questa tela Luigi Bisi si confronta con i migliori risultati della coeva pittura di genere prospettico, rappresentati dalle opere di Angelo Inganni, adottando un taglio ravvicinato dell’inquadratura e accentuando la presenza scenica dei numerosi personaggi colti in vari atteggiamenti. La ricostruzione filologica dell’ambiente che ripropone le vetrate colorate, il gioco prospettico, i riverberi della luce delle volte e i dettagli architettonici del pulpito, si coniuga alla vivacità narrativa della pittura di genere.
Dal novembre 2011 l’opera è visibile nell’allestimento delle Gallerie d’Italia a Milano.
 
 
 
[[File:IMG 3978 - Canova - Napoleone Bonaparte - Milano, Cortile del Palazzo di Brera - Foto Giovanni Dall'Orto19-jan 2007.jpg|thumb|400px|Luigi Bisi Aquile napoleoniche]]
[[File:IMG 3990 - Canova - Napoleone Bonaparte - Milano, Cortile del Palazzo di Brera - Foto Giovanni Dall'Orto 19-jan 2007.jpg|thumb|400px|Luigi Bisi Aquile napoleoniche]]
 
Luigi Brignoli