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Nel 280 a.C. Pirro fu chiamato in Italia dai tarantini, che stavano soccombendo all'attacco delle legioni di Roma. Arrivò con un esercito di 25.000 uomini e 20 elefanti presentandosi come campione dell'Ellade contro l'avanzata dei barbari italici.
 
L'attacco di Pirro a Roma fu, inizialmente, coronato da successo: la Battaglia di Heraclea in Lucania contro le legioni guidate da Publio Valerio Levino fu vinta grazie agli elefanti, che i romani non conoscevano ancora. Le perdite però furono elevate per entrambi i contendenti, tanto che Pirro inviò una ambasciatore a proporre la cessazione delle ostilità. La guerrà continuò per l'azione di [[Appio Claudio Cieco]]. Molto probabilmente influí anche l'improvviso e minaccioso arrivo di una flotta cartaginese nel porto romano di Ostia, che ricordava ai romani la presenza e l'influenza dell'importante città punica.
 
Nel 279 a.C. una seconda grande battaglia ad [[Ascoli Satriano|Ausculum]], sulle rive dell'Aufidus (Battaglia di Ascoli Satriano), vide la vittoria del re epirota sulle forze dei consoli Publio Sulpicio e Publio Decio Mure. Anche questa battaglia portò gravi perdite, tanto da far diventare famose le "vittorie di Pirro". Il re, ferito in battaglia, si ritirò a Taranto.
 
===Cartagine===