Gallerie di piazza Scala/VI: differenze tra le versioni

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*[[File:Artgate Fondazione Cariplo - Elena_Giuseppe,_Veduta_della_piazza_della_Vetra_in_Milano.jpg|thumb|499px|87. Giuseppe Elena, ''Veduta della piazza della Vetra in Milano'', 1833]]
'''87. Giuseppe Elena Veduta della piazza della Vetra a Milano'''
*Data 1833
*Tecnica/materiale Olio su tela
*Dimensioni Altezza: 75 cm. Larghezza: 100 cm.
 
L’opera, presentata all’Esposizione di Belle Arti di Brera del 1833, è una rara testimonianza della produzione pittorica di Giuseppe Elena. La fama dell’artista, critico d’arte e litografo, infatti deriva principalmente dall’intensa attività incisoria dedicata, in particolare, alla rappresentazione di vedute prospettiche e alla riproduzione delle opere più celebri dei maggiori artisti dell’epoca da Pelagio Palagi a Giovanni Migliara e Francesco Hayez.
La piazza della Vetra che deriva il suo nome dalle acque del canale conosciuto come Vepra, provenienti direttamente dal fiume Olona, era anticamente destinata alle esecuzioni capitali dei condannati di bassa estrazione sociale, e soltanto dal 1814 fu trasformata in piazza delle Erbe, o del mercato. La veduta prospettica, dominata dall’abside del complesso architettonico dell’antica chiesa di San Lorenzo, si anima di numerosi episodi di vita quotidiana sul modello allora in voga della pittura urbana di Giovanni Migliara. Attorno al canale, oggi interrato, si dispongono i banchi di vendita frequentati da borghesi, militari e popolani, mentre un gruppo di fedeli in processione attraversa il ponticello in direzione delle fatiscenti case di legno che chiudono la scena all’estrema destra. La struttura compositiva, con il punto di fuga leggermente decentrato sul fondo della piazza, invita lo spettatore a percorrere il luogo, in mezzo alla piccola folla di personaggi, tra le mura e il canale, per inoltrarsi nelle contrade milanesi dalle caratteristiche vie che si intravedono in lontananza.
Il dipinto è stato riprodotto in incisione dall’autore nel 1838 nel testo di Cesare Cantù intitolato, Lombardia pittoresca o Disegni di ciò che la Lombardia chiude di più interessante per le arti, la storia, la natura, levati dal vero da Giuseppe Elena, accentuando il carattere topografico della veduta e conferendo un minore rilievo alle scene. La scelta di dare un maggiore risalto alle architetture - corrispondente all’esigenza illustrativa del volume che descrive alcuni dei luoghi più caratteristici della Lombardia - diventerà una costante della produzione artistica e del pensiero critico di Giuseppe Elena negli anni Quaranta, in aperta polemica e in contrapposizione con la pittura di Angelo Inganni, caratterizzata da vedute urbane popolate da episodi di vita contemporanea.
 
'''88. Arturo Ferrari, ''Milano, Il Naviglio di Viarenna'', 1894'''