Gallerie di piazza Scala/III: differenze tra le versioni

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Riga 278:
*Tecnica/materiale Olio su tela
*Dimensioni Altezza: 102.5 cm. Larghezza: 75 cm.
Il dipinto è identificabile con la tela presentata all’Esposizione di Belle Arti di Brera nel 1851. L’opera appartiene ad un gruppo omogeneo di scene di genere, di ispirazione neofiamminga, eseguite da Angelo Inganni nel sesto decennio del secolo, una produzione intensificatasi in seguito al trasferimento dell’artista a Brescia.
La figura del contadino che soffia sul tizzone ardente, mentre cerca di accendere una candela, emerge dall’oscurità con un virtuosistico “effetto di lume” che genera un forte contrasto chiaroscurale. Il volto dell’uomo si illumina del rossore della luce e del calore del fuoco che rivelano tutti i dettagli dell’abbigliamento, come la piuma di pavone sul cappello o il fazzoletto che spunta dalla tasca.
Del tutto privo degli intenti moraleggianti che contraddistinsero la pittura di genere dell’epoca, il dipinto propone un soggetto piacevole, di facile comprensione, finalizzato a destare meraviglia e stupore nello spettatore facendo sfoggio delle doti tecniche dell’artista. La buona accoglienza del tema da parte del pubblico concorse alla formulazione di un ricco repertorio di fumatori, contadini, bevitori raffigurati in ambienti bui e rischiarati da un’unica fonte di luce - candele, lampade o camini - che divenne caratteristico della maturità di Angelo Inganni insieme ai temi di vita contadina e ai soggetti animali, come, ad esempio, Uccelli di palude in Collezione.
L’impiego del grande formato e la datazione precoce, lasciano supporre che l’opera in esame costituisca il prototipo di una fortunata serie di dipinti destinati al grande pubblico eseguiti su tela e su cartone in piccole dimensioni, o replicati in miniatura in smalto, tra i quali il Contadino che accende una candela con un tizzone dei Civici Musei di Brescia.
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