L'origine della vita/I primi composti organici: differenze tra le versioni

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{{quote|''All'inizio sulla terra spuntarono teste senza colli, ed erravano braccia nude prive di spalle, vagavano occhi soli sprovvisti di fronti. E poi molti esseri nascere con doppie facce e petti, e buoi con facce d'uomini, o invece sorger busti umani con teste bovine, e forme miste di maschi e di femmine, provviste di membra villose".La vita nasce da tentativi del tutto casuali della natura che fa apparire sulla terra varie forme viventi, delle quali sopravvivono solo quelle più adatte alle condizioni di vita perché hanno una struttura organizzata che assicura il mantenimento e il miglioramento della specie.''}}
Questa concezione materialistica, secondo cui l'ordine si produce dal disordine, trovò in Democrito il più coerente sviluppo e la più rigorosa opposizione in Aristotele.</br>
[[w:Aristotele|Aristotele]], filosofo e scienziato greco, espresse l'ipotesi che la materia in decomposizione potesse trasformarsi, attraverso l' "''azione spontanea della Natura''", in animali viventi. </br>
Il principio dominante è la forma, cioè l'idea completa di un oggetto naturale, e il vivente non può essere perciò spiegato partendo dai suoi costituenti materiali, ma da un'anima
che Aristotele chiama [[w:entelechia|entelechia]]. In essa si identificano le cause formale, finale ed efficiente, e tutti i processi fisiologici sono mossi da essa per realizzare la forma anatomica e ad attuarne le funzionalità. Strumento dell'anima è il calore, che è prodotto nel cuore e determina sia il movimento del sangue, portandolo all'ebollizione, sia quello respiratorio dei polmoni destinato a raffreddare il sangue. Il calore inoltre, con un processo di cottura, permette la digestione del cibo e, nel maschio, la trasformazione dell'eccesso di sangue in sperma; nella donna, a causa del suo inferiore calore vitale, il sangue in eccesso permane come sangue mestruale, cioè una sorta di seme che è meno “formato” e quindi è solo causa passiva, materiale della generazione, mentre il seme maschile, più “formato”, ne è la causa formale ed efficiente. Per Aristotele i viventi più semplici si generano formandosi dalla materia inerte e si dispongono in una scala di organizzazione crescente dalla pianta all'uomo attraverso un aumento di intensità del calore e un successivo determinarsi dell'anima in vegetativa, sensitiva e razionale.