Fisica classica/Leggi di Laplace: differenze tra le versioni
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→Campo di un solenoide: linee del campo |
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Notiamo che al contrario della legge di Coulomb, in cui cariche eguali si respingono, qui correnti nella stessa direzione si attraggono fili sono discordi (in poche parole va in maniera opposta alla forza elettrostatica di Coulomb. Come viene mostrato alla fine di questo capitolo l'effetto è spiegato dalla relatività ristretta.
La definizione di
Più in generale la forza che si esercita tra due circuiti (1 e 2), di lunghezza <math>L_1\ </math> e <math>L_2\ </math> vale:
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Dove <math>n\ </math> è il numero di cariche per unità di volume e quindi <math>dN=nd\tau\ </math> è il loro numero nel volume infinitesimo. Sostituendo anche a <math>\mu_{\circ}\ </math> la sua espressione in funzione di <math>c\ </math> si ha che il campo di induzione magnetica generato da una singola carica (dividendo per <math>dN\ </math>) vale:
:<math>\overrightarrow{B} =\frac 1{4\pi \epsilon_oc^2}q\frac {\vec v\times \vec r}{
Ma il campo elettrico generato da una carica puntiforme in un punto a distanza <math>r\ </math> da essa vale:
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sulla seconda:
:<math>\overrightarrow{F_B}=q\vec v\times \left(\frac 1{4\pi \epsilon_oc^2}q\frac {\vec v\times \vec r}{
Quindi la forza totale vale:
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:<math>\overrightarrow{F}=\frac {q^2}{4\pi \epsilon_o }\frac { \vec r}{r^3}\left( 1-\frac {v^2}{c^2}\right)\ </math>
L'interpretazione secondo la [[w:Relatività_ristretta|relatività ristretta]] è logica
Il campo magnetico è in realtà un effetto relativistico che dipende sia dal sistema di riferimento che dalla limitazione della velocità della luce. Cioè se la velocità della luce fosse infinita non avrei il campo magnetico e se le cariche nel mio sistema di riferimento sono ferme non ho effetti magnetici.
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