Fisica e filosofia: differenze tra le versioni

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statuale.
4 – Conclusioni.
 
Cap. 19:
Cause dell' evoluzione delle strutture storiche
§ 1: Cause psicologiche dell' evoluzione strutturale
1 - L' antropologia afferma che il passaggio dalla struttura delle bande o delle orde al superiore livello di integrazione socio-culturale, avvenuto in seguito al passaggio dell' uomo dalla foresta alla savana e dal vegetarismo all' onnivorismo, comportò l'insorgere di estro e ricettività sessuali continui col conseguente insorgere del problema del contenimento demografico, in equilibrio con le risorse ambientali. Quest' ultimo problema fu risolto con la costituzione della famiglia e con la costituzione di tabù ad essa connessi. Quindi la famiglia appare essere prodotto del passaggio al livello tribale, come lo è la religione.
2 - Le metamorfosi tra universi strutturali avvengono attraverso mutazioni di capacità comunicativa, le quali ultime non dipendono tanto da mutazione conoscitiva quanto soprattutto da mutazione di atteggiamento psicologico rispetto alla comunicazione stessa, come l' acquisizione della coscienza della necessità di un diverso livello o profondità della comunicatività.
3 - La paura della noia appare come causa di ogni evoluzione, sia essa strutturale o scientifico-conoscitiva. La noia è connaturata alla realtà strutturale ed alla sua inadeguatezza rispetto alla natura umana. La noia è avvertita sopratutto dai giovani e dagli spiriti giovanili. La mentalità anziana si addice alla nausea ossia al bisogno di stabilità e tranquillità ed è quindi coerente con l' integrazione nella realtà strutturale in atto.
4 - Turgot si rendeva conto del fatto che le passioni e l' irrazionalità siano le cause dell' evoluzione delle strutture storiche ed affermava che allorché la razionalità sarà posta a guida delle azioni umane si avrà il superamento di quella che abbiamo definito realtà strutturale storica e si produrrà una società stabile (1). Il crescere dell' irrazionalità, testimoniato dal rifiorire del sentimento religioso, è indicatore, se non causa, del processo di infeudamento. La cultura propria delle fasi feudali è caratterizzata dall' assenza pressoché totale della razionalità e dall' assenza dell' uso del raziocinio da parte dei singoli, e dunque è impossibile comunicare direttamente il proprio pensiero tra individui, ma occorre ricorrere a forme demagogiche, retoriche, diplomatiche o mistificanti, al fine di non stuzzicare la suscettibilità indottrinata dell' interlocutore, incapace di distinguere i propri bisogni effettivi e gli strumenti propizi alla loro soddisfazione.
5 - Già Aristotele riconosceva che non si invidino i lontani ma i vicini: gli amici, i parenti ed i membri di comunità ristrette (2). Questo fatto sta alla base del generarsi delle ideologie anti-mercantili.
6 - Toynbee, al fine di spiegare il sorgere delle “civiltà” e la loro evoluzione, propose l' ipotesi di una situazione ambientale ricca di stimoli per le sue angustie e quindi richiedente uno sforzo straordinario. Ciò avverrebbe attraverso il meccanismo psicologico: “sfida e risposta” (3). Oltre a sfide ambientali egli propose sfide di ordine sociale, quali la decadenza conseguente al feudalesimo “medioevale”, posto il livello di esperienza storica posseduto a quel tempo (conoscenza delle “civiltà” greco-romana e mediterranee in genere, come ad esempio la “civiltà” ebraica). E' noto infatti l'impulso impresso alla rinascita, dagli ebrei, che conservavano memoria della precedente fase mercantile. Egli, procedendo nella sua analisi delle sfide e risposte, affermava che per provocare il sorgere di una “civiltà” (definibile come rifioritura autonoma dell' universo strutturale statuale, con la transizione ad una nuova fase mercantile) occorrano sfide “medie e ottime” (4), ossia accessibili od adatte al carattere ed alla cultura degli individui che affrontano la sfida. Nell'analizzare lo sviluppo delle “civiltà” egli distingueva tra “individui creativi”, “gruppi di minoranze che danno origine alle risposte” e “maggioranze non creative”. Può essere realistico considerare l' influenza del carattere e della cultura dei popoli nel precorrere o seguire un dato ciclo evolutivo universale, sebbene lo sviluppo di detto ciclo sia indipendente, in linea di massima, dai suddetti elementi.
7 - I capitalisti e gli imprenditori, per i loro interessi contingenti, spingono spesso verso la feudalizzazione, consapevolmente o meno: questo è frutto più che causa di elementi di crisi della cultura mercantile. Toynbee individuava una causa di decadenza delle “civiltà” nella disintegrazione provocata, in determinate situazioni, dalle masse lavoratrici, le quali possono provocare anche una disintegrazione della cultura propria della “civiltà” in atto, con la sopraffazione della vecchia classe dominante (5). Riferendosi, forse, agli eventi della Russia attorno al 1917, affermava che la decadenza sia caratterizzata da guerre fratricide e disordini ricorrenti che terminano in seguito al “colpo decisivo”, ossia colpo di stato o rivoluzione. Esempi di tale fenomeno se ne sono avuti diversi nel corso del XX secolo: Russia, Cina, specie all' epoca della cosiddetta “Rivoluzione Culturale”, Cambogia. Tuttavia si è trattato di forzature immani verso il ritorno alla fase feudale, sebbene si sia rischiato, in alcuni casi, come nella Cambogia dei “Kmer Rossi”, di retrocedere ad universi strutturali pre-statuali. In altre situazioni le “masse lavoratrici” possono determinare rivoluzioni foriere di progresso, come è avvenuto per le rivoluzioni verificatesi nell'Europa dell' Est e nell' “U.R.S.S.” negli anni 1989 – 1993.
8 - Il concetto di “sfida ottimale” di Toynbee, come causa di progresso strutturale, può ritenersi efficace ove si realizzi un forte incremento demografico, accelerando contemporaneamente problemi di sopravvivenza preesistenti. Lester Thurow affermava che, poiché la Gran Gretagna ebbe una ripresa dello sviluppo dopo il 1939 e nonostante lo sforzo bellico, ne dedusse una corroborazione della propria teoria del valore degli stimoli, connessi allo stress, per superare le crisi dello sviluppo. Lo stimolo derivante dalle difficoltà o stress non pare aver potuto agire sullo sviluppo postbellico degli Usa, dove non vi era stata distruzione di città, come in Europa od in Oriente, ma dall' ottimismo derivante dalla coscienza del ruolo che il paese aveva assunto per la sopravvivenza dell' Occidente (6).
9.1 - Saint – Simon ritenne prioritario il “mutamento politico” al fine di cambiare il sistema sociale. Comte, al contrario, ritenne il mutamento intellettuale antecedente il mutamento politico ed economico (7). Durkheim definiva “fatti sociali” ogni movimento all' interno della società (con le emozioni ad essi relativi) che definiva “correnti sociali” (8) e li riconosceva quali agenti a livello inconscio sulla volontà, al punto da prevaricare l' individualità preesistente e costituire una nuova individualità. Egli individuava tali “correnti sociali” in quanto esse si differenziano tra di loro e si presentano come determinazioni diverse e spesso contraddittorie, isolate dai “fatti sociali dei quali sono il riflesso” (9) ed assumenti forme specifiche. Egli individuava la distinzione tra “fatto sociale” e sue ripercussioni a livello individuale, che assumono forme particolari. Allorché il “fatto sociale” si manifesta nell' individualità del singolo, riproducendo in parte il modello collettivo ed in parte la costituzione psichica dell' individuo (personalità), può essere definito fatto socio-psichico. Jung definiva “inconscio collettivo” la cultura di fondo dei singoli e delle collettività. Tale cultura di fondo, con i suoi archetipi, costituisce la base conoscitiva e valoriale di una determinata collettività, in un dato momento storico e ne indica il suo collocarsi in un dato momento dell' evoluzione della realtà strutturale storica. Hegel parlava di “spirito del tempo” per indicare quella che noi abbiamo definito meta-teoria di un dato momento storico (10). Lo storico Georges Duby affermava che i “sistemi di valori” evolvano in modo autonomo rispetto ad altri determinanti storici. Riconosceva come i “rapporti sociali” (ossia i vari sistemi sociali) siano insiti e dipendenti da tali “sistemi di valori”. Gli elementi ideali che, appartenti all' universo strutturale statuale, determinano l' evoluzione dello stesso universo strutturale statuale, sono costituiti dal grado di fiducia nel sistema sociale in atto e dunque dal grado di integrazione in esso e dal grado di integrazione nella stessa realtà strutturale statuale. Tali elementi ideali, che travalicano la stessa natura e costituzione dei vari sistemi sociali, possono essere definiti meta-ideologie o meta-teorie. Quelle che noi definiamo meta-teorie sono in realtà definibili come i valori reali di ciascuna società o sistema sociale, mentre i “valori” di cui parlano i sociologi sono soltanto valori nominali od apparenti. Le meta-teorie si identificano con le conoscenze, stati d' animo, intuizioni più o meno consapevoli, sentimenti ed emozioni predominanti. Rifkin, considerato il teorico della “terza via”, affermava che non sia l'economia a guidare la storia ma la cultura. Egli parlava, al riguardo, di “materialismo culturale”. Riconosceva, insomma, un ruolo primario alla cultura o meta-cultura. Lester Thurow evidenziava la preminenza delle meta-teorie nella determinazione delle crisi cicliche, della ciclicità ventennale (11). L' assunto secondo cui le meta-teorie precedano o co-determinino l' andamento dell' evoluzione dell'universo strutturale statuale ha un riscontro dagli andamenti borsistici, e finanziari in genere, i quali sono particolarmente sensibili nel registrare i sentimenti profondi delle popolazioni. Tali andamenti precedono di alcuni mesi l' andamento dello sviluppo o crisi delle “economie reali”. Le crisi finanziarie e/o borsistiche sono a loro volta susseguenti a fatti economici reali, seppure invisibili o non coscienti, come le messe in mora di denaro dal lato dei consumi o della domanda, oppure dal lato della produzione od offerta. Le meta-teorie precedono e determinano gli andamenti produttivi e dei consumi, determinando fenomeni quali le messe in mora di denaro o di merci e li registrano od esplicitano rendendo gli operatori finanziari coscienti delle bolle speculative che si sono create. La meta-teoria prevalente in un popolo, può precedere e mettere in moto sia i mutamenti del vertice ideale, o tipo di governo ed ideologie dominanti, che quelli della base reale ossia i rapporti materiali. Se le meta-teorie sono effettivamente la causa dell' evoluzione delle strutture statuali, esse non sono prodotte volontariamente dai singoli e dalle collettività, ma sono lo spirito, di cui i gruppi ed i singoli sono incoscienti ed irresponsabili. La causa dell' esaurirsi del mercato, e dunque della fase mercantile, può ricercarsi non nella crescente egualizzazione tra i popoli e le nazioni (globalizzazione) ma nell'esaurirsi della capacità di innovazione o di sviluppo tecnico-scientifico-produttivo unito ad una crescente messa in mora dei mezzi di consumo. La spinta verso il superamento della libera concorrenza e la costituzione degli oligopoli deriva dalla difficoltà di creare nuovi investimenti nell'economia concorrenziale, il che spinge verso operazioni economiche anti-mercantili, creando tensioni e spinte in senso feudale. Non è dunque né la base materiale, consistente nei rapporti economici, né il vertice ideale a determinare le spinte evolutive, ma una meta-cultura, derivante da un limite conoscitivo, e da una stasi di iniziative ed inventiva delle classi dominanti, a creare le premesse dell' evoluzione statuale stessa. In assenza di forzature del vertice ideale, la transizione ad una nuova fase feudale avviene in funzione dell' esaurirsi del mercato (esaurimento dovuto unicamente al mutare della mentalità della popolazione: meta-cultura) ed al conseguente mutare dei rapporti di produzione e di consumo.
9.2 - L' interesse generale, così come teorizzato dagli “illuministi”, “contrattualisti” e “giusnaturalisti”, consiste negli interessi, più o meno inconsci, dell' insieme dell'organismo sociale, ossia delle singole società, nella propria unità, in un dato momento storico. Gli intellettuali definiscono “archetipo” le conoscenze interiorizzate in un' “inconscio collettivo”. L' interesse generale è, dunque, un elemento della meta-teoria prevalente di un popolo.
§ 2: Meta-teorie della sezione dominante della società e loro influenza sull'evoluzione
1 - Platone riteneva i “politici” responsabili del comportamento del popolo. Platone con il termine “politici” intendeva l' intero ceto dominante (1) ed affermava che il ceto dominante, col suo stesso modo di essere, determini il comportamento ed il modo di essere del popolo. Bruno Rizzi individuava nel valore di base della società, l' essenza stessa delle varie società, ossia delle fasi statuali (2). Robert Mc Namara affermava: “non esiste alcun ostacolo materiale alla soluzione razionale, misurata e progressiva dei problemi dello sviluppo. Gli ostacoli sono esclusivamente nello spirito degli uomini” (Copenaghen, settembre 1970). Questo dimostra come egli intuisse la reale essenza di uno dei motori della storia: le meta-teorie delle sezioni dominanti delle varie società. A tal fine egli affermò inoltre: “Gli interessi particolari di taluni gruppi influenti nei Paesi ricchi hanno la meglio su quelli delle maggioranze dei cittadini tanto dei Paesi privilegiati che di quelli poveri” (settembre 1972) (3). Pirenne affermava che lo “spirito capitalista” (4) sia rinato col rinascere del commercio, tra i secoli X ed XI (5).
2 - Per ciascun tipo di struttura storica: clan, tribù o società statuale vi è un determinato livello meta-culturale, sebbene con culture e sottoculture diverse e diversamente distribuite nelle popolazioni. Mentre le ideologie vengono recepite quasi esclusivamente in modo esteriore, le meta-teorie, le quali costituiscono il sostrato di base del comportamento, sono interiorizzate più a fondo, sebbene generalmente non se ne abbia coscienza esplicita. Così avviene, ad esempio, per l'emergere dei comportamenti di tipo feudale o filo- feudale da parte di larghi strati di popolazione, tra cui la quasi totalità degli “intellettuali”, i quali ultimi dovrebbero essere consci del carattere feudale della loro “coscienza”, mentre in realtà sono ben lungi dall' esserlo.
3 - Norberto Bobbio, in uno dei suoi ultimi scritti, definiva “religione civile dell'umanità” la concezione “liberale” della società aperta, la quale costituisce non solo un' ideologia della fase mercantile ma la meta-cultura dei sistemi capitalisti più vitali. Mentre le ideologie vengono recepite quasi esclusivamente in modo esteriore, le meta-teorie, le quali costituiscono il sostrato di base del comportamento, sono interiorizzate più a fondo, sebbene generalmente non se ne abbia coscienza esplicita. Le ideologie prevalenti in un dato paese influiscono sulla meta-teoria prevalente, in quanto l' indirizzo storico insito nelle ideologie, più o meno palese ed il grado di fede irrazionale che quell' ideologia ispira, determina una variazione od un gradiente della meta-teoria prevalente in quella data nazione o stato.
4 - Weber evidenziava come l' accettazione o meno dei valori, ossia della cultura e della morale, propri del sistema capitalista concorrenziale, sia autonomo rispetto allo sviluppo tecnologico. Egli citava, al riguardo, il caso dello spirito capitalista della Pennsylvania “rozza” del XVIII secolo e dello spirito “feudale” della Firenze borghese del XIV secolo (6). Le meta-teorie della frazione dominante di ciascuna società, se contribuiscono a determinare l' evoluzione della realtà strutturale statuale, devono avere meccanismi psicologici che ne determinino la mutazione. Si può, quindi, ipotizzare che la meta-teoria dominante delle fasi feudali sia basata sulla ricerca di un dominio totale dell'uomo sull' uomo. Il meccanismo del suo superamento può consistere nella constatazione della impossibilità della realizzabilità di un tale livello di dominio, dato il permanere, ineliminabile, di un' area di autonomia dei singoli. Questa constatazione crea dei meccanismi di sfiducia in sé stessi che determina un progressivo abbandono della meta-teoria di tipo feudale e quindi si determina la transizione alla fase mercantile. Contemporaneamente prende piede la meta-teoria di ricerca del benessere e del sapere, propria delle fasi mercantili. A sua volta la meta-teoria mercantile entra in crisi allorché il benessere, realizzato nella fase mercantile stessa, venga a noia e deluda, in quanto non soddisfa i bisogni umani autentici. Si ha quindi il rinascere della meta-teoria di tipo feudale, con il ricominciare di un nuovo ciclo dell'universo strutturale statuale.
5 - L' industrializzazione, che ha determinato una preminenza produttiva rispetto all'agricoltura ed al commercio, ha creato un mito. Si ritiene infatti generalmente che i sistemi capitalisti discendano, meccanicamente, dall' industrializzazione. Si ritiene che la centralizzazione della fase feudale, sviluppatasi in alcune zone del mondo nel XX secolo e.v., sia conseguenza diretta dell' industrializzazione. In realtà i sistemi capitalisti derivano, almeno in parte, dal livello tecnico-scientifico raggiunto, che peraltro viene applicato, almeno inizialmente, prevalentemente all' agricoltura, come dimostra il caso del Canada, paese prevalentemente agricolo e nondimeno capitalistico. Il centralismo totale dei sistemi feudali sviluppatisi nel XX secolo in Russia e nei paesi dell' Europa dell' Est è nella logica stessa della realtà strutturale statuale ed il centralismo totale, realizzatosi con grandi forzature, è connesso ad esigenze bellico-strategiche e non all' industrializzazione in sé, ma forse al mito di questa (7).
§ 3: Ottimismo e pessimismo e loro influenza sull' evoluzione storica
1 - Il fatto, accertato, secondo cui la riproduzione di animali in cattività sia estremamente difficoltosa se non impossibile, come dimostra il caso dei panda in cattività, indica come l' ottimismo sia fondamentale, per tutte le specie per realizzare un incremento demografico (1). L' andamento demografico e l' atteggiamento verso il futuro sono evidenziati nella loro interrelazione da molti studiosi. I sociologi riconoscono come la demografia sia influenzata dalla psicologia: ottimismo e pessimismo riguardo al futuro. Negli anni '80 del XX secolo alcuni scienziati hanno condotto esperimenti che hanno provato come esista una stretta correlazione tra ottimismo e fecondità e natalità (2). L' ottimismo sulle prospettive della collettività incidono grandemente sul tasso di natalità. La paura di un' imminente guerra nucleare, percepita all' epoca della “guerra fredda” del 2° dopoguerra, determinò un calo di natalità, soprattutto in Occidente, mentre la fine della “guerra fredda”, unita alle prospettive di ripresa della fase mercantile, determinò un incremento della natalità in Occidente, ed in particolare nell' Europa dell' Ovest.
2 - Alcuni scrittori, come Fruttero e Lucentini, riconoscevano che il motore della storia sia l' ottimismo (3). E', infatti, evidente il ruolo delle meta-teorie prevalenti nelle varie società, nel determinare anticipi o ritardi nell' evoluzione dell' universo strutturale statuale.
§ 4: Conservatorismo e sua inflenza sull' evoluzione della realtà strutturale storica
1 - Spencer affermava che le classi inferiori siano meno propense ai mutamenti sociali, così come è per le società meno evolute (1).
2 - Kurt Lewin affermava che le “abitudini sociali” (2) siano determinate da standard sociali aventi valore sociale e che la resistenza dei componenti il gruppo (o la società) nei confronti dell' abbandono di tale standard, viene meno solo allorché detto standard muta per cause esterne agli individui (3). Il conservatorismo di ogni società è così motivato, mentre l' evoluzione strutturale avviene per cause estranee alla volontà e coscienza dei componenti la società interessata.
3 - L' evoluzione dell' universo strutturale statuale, specie per quanto attiene lo sviluppo progressivo delle fasi mercantili, avviene per cause di tipo: tecnico – scientifico – conoscitivo, geo-strategico (come avvenne per le repubbliche marinare o la creazione delle compagnie mercantili olandesi, inglesi e scandinave), o per esigenze del mercato. I popoli e le diverse società sono sempre pervase di spirito conservatore ed, essendovi inconoscenza delle mutazioni avvenute od in corso, tendono a conservare le loro caratteristiche formali. L' evoluzione e lo stesso progresso strutturale sono generalmente inconsapevoli, anche alla stessa coscienza di chi se ne faccia promotore od artefice.
§ 5: Spirito scientifico ed evoluzione strutturale
1 - Si può affermare che non solo il livello scientifico raggiunto ma altresì il suo ritmo di sviluppo sia estraneo all' avvento dei sistemi capitalisti. Solo lo spirito scientifico e la sua generalizzazione si configurano come parte integrante della meta-teoria propria dei sistemi capitalisti. Non è infatti l' industria moderna la causa dell'avvento dei sistemi capitalisti, poiché si può avere, ad esempio, un sistema capitalista concorrenziale con opifici ben più arretrati di quelli che si ebbero in Inghilterra allorché si consolidò il sistema capitalista concorrenziale. Lo spirito scientifico induce un tipo di rapporti materiali e sociali più razionali e dunque con piena libertà del mercato, indipendentemente dal livello raggiunto dalle conoscenze scientifiche e dal tipo prevalente di produzione che si sia realizzato. Il progresso scientifico è una conseguenza del consolidarsi dei sistemi capitalisti. Questo assunto è dimostrato dal caso dell' Inghilterra, dove la “rivoluzione scientifica” fu successiva alle rivoluzioni politiche del XVII secolo, che segnarono un' accelerazione della transizione al sistema capitalista concorrenziale.
2 - Il cosiddetto “modernismo” è la sostanza dello spirito scientifico presente nelle fasi mercantili, trasformato in ideologia. Esso è, tuttavia, basato sulla fede razionale nella possibilità di realizzare una conoscenza capace di rendere l' essere umano in grado di autodeterminarsi, essere autonomo e di superare il problema sociale, inverando le finalità umane.
§ 6: Spirito militare e sua relazione con l' evoluzione strutturale
1 - Lo stato del Regno Unito, nei secoli XVI e XVII, aveva una scarsa centralizzazione organizzativa statuale, avendo un tipo di governo consono ad un periodo di transizione dal sistema borghese al sistema capitalista concorrenziale (1). Era marcato lo spirito scientifico. Lawrence Stone affermava vi fosse un basso spirito militare. Tuttavia, anche se non fosse così, non implicherebbe un minor spirito scientifico, in quanto quest' ultimo può ben coesistere con lo spirito militare, dato l'alto senso del dovere e della disciplina che caratterizza entrambi. Il militarismo che non nasca dal burocratismo è consono anche con i sistemi capitalisti e le fasi mercantili.
2 - L' elemento che distingue maggiormente lo spirito scientifico da quello religioso consiste nel fatto che, mentre il secondo si basa sul senso del mistero e quindi sull'inconoscenza e sull' ignoranza esaltata a virtù. Il primo rifiuta il mistero, respinge l' ignoranza e si propone di accettare solo ciò che può conoscere e di conoscere tutto ciò che deve accettare, in quanto manifestazione della realtà. L' elemento che distingue maggiormente lo spirito religioso dallo spirito militare è la completa discordanza tra mezzi e fini per il primo ed una loro tendenziale concordanza per il secondo. Vi è una possibile concordanza tra spirito militare e spirito scientifico, in quanto per il secondo vi è, o dovrebbe esservi sempre, piena concordanza tra mezzi e fini, dove nello spirito militare si riconosce l' importanza della concordanza tra mezzi e fini, sebbene tale concordanza, in campo militare, non venga quasi mai raggiunta.
§ 7: Scelte politiche attuate dai governi e loro influenza sull' evoluzione strutturale
1 - L' influenza di gesta di statisti del calibro di Alessandro Magno sull' evoluzione strutturale non è del tutto trascurabile. Là ove non determini forzature ma si creino influenze spontanee tra popoli diversi, l' azione di tali uomini è da ritenere positiva.
2 - La politica economica dei governi, specie in campo internazionale, ha grande influenza sull' evoluzione della fase mercantile a livello mondiale e soprattutto nelle regioni del mondo dove la fase mercantile sia più arretrata. La “seconda rivoluzione industriale”, verificatasi tra la fine del XIX e l' inizio del XX secolo, in condizioni di apertura doganale, avrebbe potuto consentire il diffondersi del sistema capitalista a tutto il mondo. In realtà, le barriere doganali esistenti, inibirono tale diffusione favorendo l'evoluzione verso la fase feudale della Russia e successivamente della Cina. Sul finire degli anni '80 del XX secolo iniziarono a ridursi le barriere doganali internazionali. Questo favorì il rivitalizzarsi del mercato mondiale, anche in relazione alla “terza rivoluzione industriale” in atto. Questo determinò l' inizio delle transizioni ad una nuova fase mercantile, da parte dei paesi che vivevano in una fase feudale. La politica di chiusura degli scambi mercantili internazionali o gli ostacoli posti al loro sviluppo, se non è di per sé contraddittoria all' esistenza del mercato interno, tuttavia ne rende la funzionalità molto più difficile, poiché si producono sprechi e forzature di vario genere. Inoltre, comprimendosi, favorisce la transizione ad un' economia di tipo feudale.
3 - Milton Friedman affermava che le crisi del sistema monetario internazionale siano determinate essenzialmente dalla politica degli stati, volta a pilotare artificialmente i tassi di cambio. Egli faceva l' esempio della morte del “sistema aureo” nel 1914 ed affermava che sia stata causata dal voler finanziare la guerra con l'inflazione. Tale politica monetaria fu provocata, in realtà, da una mutazione della meta-teoria dominante che si stava orientando verso una transizione ad una nuova fase feudale.
4 - La produzione industriale, assai più di quella agricola, favorisce la liberalizzazione degli scambi mercantili internazionali. In agricoltura la piena liberalizzazione del' inter-scambio mercantile può creare scompensi periodici a causa delle contingenze climatico-produttive. In campo industriale la piena liberalizzazione degli scambi crea contrasti, in presenza di divari molto forti di condizioni di lavoro e di consumo, tra i vari paesi interessati all' inter-scambio.
§ 8: Forzature attuate dalla politica e dai ceti dominanti sull' evoluzione
1 - Vi sono paesi nei quali esistono, o si sono avute, forzature di ordine sovrastrutturale sull'evoluzione della società statuale. In tali paesi, allorché vi siano crisi da consumi si verificano ulteriori forzature rispetto all' evoluzione strutturale in atto normalmente, od almeno tali forzature vengono favorite (come ad esempio le conseguenze della crisi da consumo del 1929 nell' ”URSS” e l' accentuarsi conseguente delle forzature in senso feudale).
2 - Spencer affermava essere causa del ritorno alla fase feudale (da lui definita “società militare”), il venire a mancare della comunanza di interessi nella base sociale, individuando tale mancanza nel radicarsi del conflitto sociale (1). La burocrazia, intesa come ceto sociale, funge da elemento trainante nel generare forzature in senso feudale. Questo avviene maggiormente nei momenti delle crisi da consumo.
3 - Le istituzioni possono determinare forzature molto violente in senso feudale, se si tratta di instaurare tipi di governo anti-democratici. Tali forzature non annullano, comunque, totalmente il mercato, che sopravvive in forme illiberali, artificiose, e con regolazione gerarchica. Vi possono essere istituzioni di tipo feudale in presenza di sistemi propri delle fasi mercantili. Tali istituzioni costituiscono elementi di forzatura in senso feudale. I medesimi elementi culturali od istituzionali, col superamento della fase mercantile in atto, divengono la coerente proiezione ideale di una base materiale omogenea con la loro essenza.
4 - I movimenti filo-feudali, come ad esempio i sindacati di ispirazione “marxista”, pur tendendo a creare un' organizzazione del lavoro che determini una forzatura rispetto all' evoluzione storica in atto, si rendono conto che non si può forzare oltre un certo limite l' organizzazione del lavoro, essendo questa connessa alla stessa natura dell' impresa ed ai suoi rapporti di produzione. La forzatura da loro introdotta si limita ad imporre livellamenti salariali che, disincentivando il lavoro, creano una forzatura in senso feudale nella società.
5 - Lenin teorizzò la possibilità della Russia del 1917 di saltare il consolidarsi del sistema capitalista concorrenziale. Tale salto avvenne effettivamente, al prezzo di immani forzature, nel senso di un precoce ritorno ad una nuova fase feudale.
§ 9: Cause strutturali dell' evoluzione
1 - La condizione principale dell' evoluzione statuale e la sua direzione sta nelle condizioni dello sviluppo del mercato (1). Rizzi constatava il fatto che la fase statuale mercantile dell' “antichità” romana abbia raggiunto uno sviluppo limitato, non essendosi sviluppati nè l' industria nè il commercio e non essendo stata superata la schiavitù. Rizzi contestava la tesi secondo cui la società “antica” (fase mercantile del ciclo storico “antico” - “alto-medievale”) sia stata superata a causa delle invasioni barbariche, ed affermava che fu superata a causa dell'evoluzione recessiva del mercato. Le invasioni barbariche determinarono solo forzature tendenti a consolidare la nascente fase feudale (2). Jones affermava che l’attività predominante nell’ “evo antico” fosse l’ agricoltura, poiché il commercio e l’ industria erano sostanzialmente fonti di reddito marginali, seppure di una certa importanza, rappresentando circa 1/20 rispetto al peso dell’ agricoltura (3). Dalle sue affermazioni se ne potrebbe dedurre che il mercato mondiale abbia inciso scarsamente sull’evoluzione strutturale. In realtà l’ andamento del mercato mondiale resta il fattore principale dell’ evoluzione storica, sebbene il mercato stesso dipenda da molteplici fattori, quali ad esempio le distruzioni causate dalle “invasioni barbariche”. L' allargamento intensivo (ossia all' interno delle singole società) del mercato, in corrispondenza col realizzarsi della transizione al sistema capitalista concorrenziale, avviene generalmente attraverso l' intensificazione delle colture agricole, che genera un grande sviluppo economico. Contemporaneamente si ha un'intensificarsi dello sfruttamento delle risorse naturali, quale lo sfruttamento delle miniere di carbone. Nella realtà strutturale statuale lo sviluppo produttivo può coesistere, entro certi limiti, anche con i sistemi capitalisti burocratici, a date condizioni, ossia soprattutto ove sia in corso la transizione di ritorno al sistema capitalista oligopolista dal sistema capitalista burocratico o vi sia almeno la prospettiva di una tale evoluzione, altrimenti lo sviluppo finisce per arrestarsi.
2 - Da alcune osservazioni si può ipotizzare che la transizione tra una fase feudale ed una fase mecantile tenda a prodursi più precocemente e con maggiore velocità ove si sia avuta una fase feudale decentralizzata o parzialmente centralizzata piuttosto che ove si sia avuta una fase feudale centralizzata. Dove si è avuta la fase feudale centralizzata si è avuta una maggiore mole di scambi inter-statuali, un maggiore livello di istruzione ed anche un più alto tenore di vita medio. In sintesi, una maggiore vitalità sociale. Da alcuni indizi pare potersi affermare che, ove esista una fase feudale decentralizzata si creino maggiori differenziazioni economiche tra luogo e luogo rispetto alla fase feudale centralizzata. La decentralizzazione, infatti, tende ad accentuare le differenziazioni che si producono spontaneamente, anziché tendere a ridurle. Tale fatto determina fenomeni quali il diffondersi dell' accattonaggio, che diviene fenomeno di diffusione del mercato.
3 - Il processo di accentramento dei terreni, ossia di formazione dei latifondi, nella società romana, fu dovuto non alla concorrenza, bensì all' usurpazione ed all' usura, ossia a concorrenza sleale (4). La schiavitù non nacque direttamente dalle guerre di conquista, poiché preesisteva un solido commercio schiavista (5). La riduzione in schiavitù avvenne prevalentemente per debiti, pratica persistente nelle province colonizzate. Oltre alle conseguenze dell' usura, a ridurre in schiavitù provvedeva l'esosità del fisco, attraverso i saccheggi compiuti dai pubblicani. L' incremento eccessivo del fenomeno schiavista determinò il concentramento economico e dunque una forzatura dell' evoluzione strutturale in senso oligopolista (6). Certamente le forzature compiute sul mercato determinarono e determinano le crisi del mercato stesso, con conseguente più rapida evoluzione strutturale in senso feudale. Il processo di concentrazione industriale è avvenuto per forzature introdotte gradatamente da alcune imprese al meccanismo della libera concorrenza attraverso la creazione di cartelli, concorrenza sleale (7), dumping e via dicendo (8). La concentrazione industriale andò oltre i limiti “imposti” (9) dal progresso tecnico, fino a determinare il formarsi del “potere di mercato”: monopolio od oligopolio delle imprese superstiti (10). Tale potere di mercato non sarebbe possibile realizzarlo per semplice effetto del progresso tecnico, in quanto quest' ultimo è generalizzabile a tutte le industrie del settore, in modo rapido (11). Le imprese oligopolistiche e monopolistiche hanno bisogno, per continuare a sussistere, della sopravvivenza di imprese minori, le quali, conservano maggiore produttività delle prime (12). Questo dimostra ulteriormente come il progresso tecnico non sia affatto causa diretta della concentrazione industriale, essendo quest' ultima provocata da cause strutturali (13).
4 – Secondo gli storici ufficiali il regime dei normanni, nella Sicilia del XII secolo, con caratteri organizzativi centralistici, avrebbe inibito lo sviluppo del mercato interno (14).
5.1 - La pirateria araba fu tale da interrompere gli scambi mercantili tra Occidente ed Oriente, essendo considerata dagli storici ufficiali in grado di distruggere “il vecchio asse degli scambi”, nel corso dell'VIII secolo. Il che sarebbe causa del consolidarsi del sistema feudal-burocratico in Occidente (15). Lo storico Pirenne affermava che le conquiste “musulmane” abbiano determinato la scomparsa delle città e del residuo di mercato presente in Occidente, inducendo i mercanti a trasformarsi in vassalli addetti allo scambio di tipo feudale (16).
5.2 - Le guerre di conquista chiamate “Crociate” giovarono al rinascere del mercato, poiché costituirono un elemento di espansione delle “repubbliche marinare”. Tuttavia, in genere, l' immediato periodo post-bellico (specie quello successivo alle due guerre “mondiali”) non è favorevole al mercato, contrariamente a quanto potrebbe apparire od a quanto teorizzato da alcuni sulla natura del mercato (che necessiterebbe di periodiche distruzioni per potersi espandere). Solo a ricostruzione ultimata si ebbe, infatti, un ritorno allo sviluppo del mercato. Le distruzioni belliche provocarono o favorirono avanzamenti verso la fase feudale: così in Russia nel 1917, così nell'Europa dell' Est nel periodo 1945 – 1948. Si può riflettere sul fatto che la “prima guerra mondiale” sia stata tra le cause della precoce transizione della Russia ad una nuova fase feudale ed abbia ampliato la profondità della crisi del '29 con le relative conseguenze strutturali sul mondo intero (17).
6 - Gli economisti accademici evidenziano come, nell' impossibilità dell' espansione geografica del mercato, insieme col venir meno di forti espansioni demografiche, di frequenti ed importanti innovazioni tecnologiche, mancanza degli effetti ricostruttivi post-bellici e progressivo ridursi delle materie prime, determinino una diminuzione dell'espansione produttiva (18). Tutti questi fattori, anche se si cumulassero, non implicherebbero direttamente la crisi del mercato, sebbene la crisi, in presenza di tali fattori, possa essere indotta più facilmente dalle cause strutturali che agiscono sul mercato e sull'evoluzione dell' universo strutturale statuale. Contrariamente a quanto affermano i detrattori del mercato e delle società mercantili, non è la concorrenza od il mercato a determinare i monopoli ed oligopoli, ma la concorrenza sleale e dunque la logica stessa della realtà strutturale statuale (19). L' inflazione elevata costituisce un elemento di infeudazione strisciante poiché distrugge il risparmio (20), costituendo una forma di messa in mora di denaro.
§ 10: Cause demografiche dell' evoluzione
1 - L' incremento demografico, spingendo alla belligeranza fra tribù, produce il matrimonio per ratto e quindi la patrilinearità, la monogamia e forse anche, almeno come concausa, la metamorfosi che ha condotto all' universo strutturale statuale. Ossia la demografia è stata causa delle metamorfosi tra universi strutturali storici (1). Melville J. Herskovits rilevava come le “dimensioni approssimative della popolazione” siano un fattore importante per l' evoluzione strutturale (“complessità culturale”). Rilevava inoltre che “quanto più grande è la società” tanto maggiore sia la divisione del lavoro. Le dimensioni demografiche dunque, superato un dato parametro, influiscono sull' evoluzione strutturale (2). Morgan evidenziava come, allorché la società romana compì il passaggio all' universo strutturale statuale, secondo la nostra analisi, le tribù latine erano più popolose rispetto ad ogni altra tribù italica del tempo. E' da ritenere, dunque, che vi sia una causa demografica all'origine della metamorfosi che condusse a quello che abbiamo definito universo strutturale statuale. L' antropologo Mac Lennan notava come il ratto (delle donne) avvenga presso i popoli ove esiste la patrilinearità. Si può arguire che la patrilinearità sia conseguenza di tali ratti. Se ne può dedurre che l' incremento demografico, spingendo alla belligeranza fra tribù, produca il matrimonio per ratto e quindi la patrilinearità, la monogamia e forse anche, almeno come concausa, la metamorfosi che conduce all'universo strutturale statuale. Ossia la demografia sarebbe causa delle metamorfosi tra universi strutturali storici (3). La causa della metamorfosi tra sessualità naturale animale od inferiore e struttura dell' orda va ricercata nei bisogni di sopravvivenza in presenza del raggiungimento di un dato livello demografico, (allorché vi sia un adeguato sviluppo intellettivo o mentale). Nell' analisi delle cause che hanno determinato, nell' Europa d' Occidente, una precoce transizione al sistema capitalista concorrenziale e dunque ad un maggiore sviluppo rispetto ad altri Continenti della fase mercantile, alcuni storici tendono a farne risalire l' origine a fattori demografici, ossia alla alta densità di popolazione ed al contestuale basso incremento demografico, rispetto ad altri Continenti. Questo fatto avrebbe costituito un incentivo ad un maggiore sviluppo tecnico e tecnologico ed un utilizzo di scoperte nate magari fuori d' Europa e colà scarsamente od affatto utilizzate. Al contrario, paesi scarsamente popolati (quale la Russia), hanno avuto un precoce ritorno ad una nuova fase feudale (nel XX secolo e.,v.).
2 - La dimensione demografica co-determina il tipo di sistema sociale da adottare. La sovrappopolazione, qualora ecceda la capacità di sviluppo produttivo permesso dal grado di sviluppo tecnico-scientifico realizzato in quel dato momento, determina un'accelerazione della transizione alla fase feudale. Provoca inoltre l' estendersi ed intensificarsi di epidemie e stragi che finiscono per generare carenza demografica. La carenza demografica, a sua volta, favorisce l' ulteriore decadimento della “civiltà” e favorisce l' instaurarsi di sistemi feudali di tipo decentrato e quindi massimamente regressivi sotto ogni aspetto.
3 - Tra le cause dell' evoluzione e progresso tra le strutture storiche vi è certamente la demografia. Così le metamorfosi tra universi strutturali possono essere state determinate da cause demografiche: un forte incremento demografico può aver determinato la metamorfosi che ha portato l' umanità dall' universo strutturale tribale, a quello stratificato ed infine a quello statuale. Analogamente le transizioni tra le fasi feudali e quelle mercantili possono essere avvenute per la spinta provocata da un forte incremento demografico. Così si può ipotizzare che i sistemi capitalistici si siano generati per la spinta di una demografia eccezionalmente sviluppata rispetto alle fasi mercantili di tipo schiavista. Così si può ritenere che un maggiore incremento demografico abbia permesso, alle società greca e romana di passare ai sistemi schiavisti, dopo la crisi dei rispettivi sistemi borghesi, mentre nelle precedenti fasi mercantili egiziane, babilonesi e medio-orientali con le crisi dei sistemi borghesi si ritornava ad una nuova fase feudale. Analogamente è plausibile che il fortissimo incremento demografico realizzatosi nel corso del XX secolo abbia contribuito a produrre un' inversione di tendenza dalla nuova fase feudale che si era prodotta nel corso del secolo, in alcune regioni del mondo, ad una nuova e vitale fase mercantile. L' esplosione demografica verificatasi, a livello mondiale, nel corso del XX secolo, ha svariate cause. Il prolungarsi della vita media per il progresso medico intervenuto ed il progresso nell' alimentazione, sono tra queste. Un' altra causa è l' ottimismo, conseguente al progresso economico-sociale verificatosi. Le conseguenze di tale esplosione demografica sono dirompenti, generando pericoli di impoverimento di massa, con esplosioni di violenza e di guerre. Alcuni osservatori parlano, al riguardo, di tendenza suicida della specie umana. L'esplosione demografica suddetta è il sintomo della necessità, ormai impellente, di un salto qualitativo nel progresso sociale ed umano. Così lo stesso incremento demografico può far emergere la coscienza di come le strutture statuali siano ormai inadatte al numero di abitanti che si trovano sull' orbe terracqueo e che occorra un nuovo tipo di socialità ed una nuova forma di organizzazione sociale, estranea alle strutture storiche.
4 - Il problema della sovrappopolazione mondiale, provocato dal formidabile sviluppo economico, generato a sua volta dalla fase mercantile e dal suo espandersi a livello mondiale (globale), che ha indotto uno sviluppo delle conoscenze e cure mediche, le quali hanno allungato la vita, può essere contrastato dal controllo delle nascite, spontaneamente indotto dal progredire della conoscenza. E' infatti lo stesso progresso economico, sociale e conoscitivo a produrre un progressivo automatico controllo della demografia, capace di evitare regressioni del livello di benessere, con conseguenze negative traumatiche sulla stessa evoluzione statuale. Recenti ricerche hanno dimostrato come nelle società più sviluppate tenda a scendere spontaneamente la fertilità maschile e femminile, creandosi così le condizioni, a livello biologico, di una regolazione delle nascite, che diventa quindi automatica ed involontaria (4). Mezzi tecnologici particolari, come la televisione, producono fenomeni di estasi visiva. Tali estasi inducono una fuga dalla vitalità. Lo dimostra la più alta natalità e sessualità che si verificano là dove vi è assenza della televisione, come alcune regioni dell' Africa ed alcuni Paesi cosiddetti sottosviluppati, come anche un paesino della Liguria che, trovandosi a fondo-valle, non riceve o non riceveva canali televisivi, con grandi benefici per la natalità e la sessualità.
§ 11: Discussioni sulle cause dell' evoluzione
1 - Quesnay affermava che senza libertà politiche non vi possa essere progresso produttivo, affermando che il mercato determini il progresso produttivo ed abbia la forza di vincere le storture e le forzature, provocate dalle istituzioni, piegandole alle sue necessità (1). Calmette avvertiva come i fatti sociali acquistino valore e significato solo se vanno “nel senso della grande corrente storica”, corrente storica che egli avvertiva determinata dai fattori economici (2).
2 - Morgan faceva rilevare come la metamorfosi dai “periodi etnici” che noi abbiamo classificato come pre-statuali a quello definito statuale, sia avvenuta sostanzialmente ed ovunque a caso e pertanto le differenziazioni dei popoli nell' evoluzione strutturale non sia imputabile a differenziazioni psichiche, anche tenuto conto della durata relativa di ciascun “periodo etnico”, per cui il “periodo etnico” statuale ha attualmente una durata insignificante rispetto ai “periodi etnici” pre-statuali presi uno per uno. Il rapporto di durata è di almeno uno a cento rispetto a questi ultimi (3).
3 - Marx affermava che il “feudalesimo” nascesse in campagna e si trasferisse successivamente in città. Questo può ritenersi fondato, ove si consideri la nascita precoce nell' Occidente spopolato della fase feudale “medievale” e la transizione alla fase feudale nell' età moderna nei paesi industrialmente più arretrati, seguiti da una crisi, seppur profonda ma non esiziale, della fase mercantile dei paesi industrializzati dell' Occidente, a maggiore densità abitativa. Marx affermava che la fase mercantile inizi nelle città (4), ossia dove vi è infatti maggiore sviluppo produttivo e demografico. Questo appare realistico o rispondente a realtà. Lo sviluppo socio-economico incide sull' andamento demografico, agendo come fattore di regolazione di quest' ultimo. Così la prevista “bomba demografica può essere disinnescata dallo sviluppo produttivo, che determinerà un decremento demografico nei “paesi sottosviluppati”, analogamente a quanto avvenuto nei paesi attualmente sviluppati (5).
4 - Pirenne ritenne che l’ incremento demografico fosse insieme causa ed effetto della ripresa economico – sociale successiva alla fase feudale “medievale”. Pirenne affermava, infatti, che la ripresa economica ed il risorgere del commercio dipendano dal riaprirsi di “sbocchi con l’ esterno” (6), ossia dal riaprirsi del mercato mondiale. Egli affermava che l’ incremento demografico determini l’ allontanamento dalla terra del surplus demografico, il quale si dà ad un’ esistenza errabonda, la quale crea a sua volta un’ incentivo allo sviluppo commerciale (7). E’ pertanto evidente come l'incremento demografico, conseguenza del rinascere del mercato mondiale, incentivi, a sua volta, l’ estendersi del mercato. L' alto livello di demografia non è in contrasto con lo sviluppo produttivo né ad un' evoluzione positiva delle strutture storiche, né al loro progresso in rapporto allo sviluppo della socialità umana, contrariamente a quanto paventato da Malthus. L' alto livello di abitanti di un dato paese non ostacola lo sviluppo produttivo, mentre può ostacolarlo l' alto tasso di sviluppo demografico.
5 - Le condizioni geografiche e climatiche incidono sull' evoluzione delle strutture sia statuali che pre-statuali, quanto lo sviluppo tecnico-scientifico. Bloch ascriveva la mancanza di monete auree nell' Europa Occidentale dei secoli IX e X alla bilancia dei pagamenti fortemente deficitaria dei secoli precedenti (8). Tale tesi è classica tra gli storici. Ma la sua limitatezza è dimostrata dallo stesso Bloch, il quale parla dell' uso esclusivamente ornamentale dell' oro presso gli scandinavi nei secoli IX e X. Questa tesi ha comunque una certa validità (9) poiché il costante deficit della bilancia dei pagamenti porta all' infeudamento, seppure non esaurisca l' analisi delle cause della precoce transizione alla fase feudale dell' Occidente, rispetto all' Oriente dell' epoca.
§ 12: Sviluppo produttivo e suo rapporto con l' evoluzione strutturale
1 - Platone affermava che lo stato (ossia l' universo strutturale statuale) sorga allorché emerga la necessità di sviluppare la divisione orizzontale del lavoro (1). Tale concezione è condivisa da vari pensatori. Godelier rilevava come lo sviluppo di nuove capacità produttive, nelle strutture pre-statuali, imponga lo spostamento della competizione sociale dai beni di prestigio alla ripartizione dei fattori della produzione, pur conservandosi una certa competizione per la ripartizione dei beni di prestigio. Se ne deduce pertanto che lo sviluppo produttivo possa essere anche un fattore di progresso verso forme strutturali più evolute sul piano della soddisfazione dei bisogni umani e dunque progressive (2).
2 - Morgan riconosceva che la scoperta e l' uso della coltivazione della terra, pur producendo incremento demografico, non generi direttamente mutazioni strutturali. Egli, nel ricercare le cause delle mutazioni strutturali realizzate dai popoli del Sud America rispetto al Nord America, pur appartenenti tutti alla stessa “famiglia” razziale, faceva risalire tale mutazione ad una supposta superiorità acquisita in seguito alla coltivazione del mais, iniziatasi nel Messico e diffusasi prima nel Sud che nel Nord del Continente (3). La coltivazione sistematica del terreno ha certamente determinato un incremento demografico, che a sua volta può aver provocato la mutazione strutturale intervenuta.
3 - Pirenne affermò che il mercato si estese maggiormente, nel XII secolo, sia in senso geografico che in profondità, rispetto all' “evo antico” (4). Questo fatto è dovuto alla maggiore diffusione dell' industria nell' Europa Occidentale ed allo stesso incremento demografico. Le società con produzioni prevalentemente di tipo industriale, oltre a tendere verso fasi feudali centralizzate, diversamente dalle società dove prevale l' agricoltura dove la tendenza è per una fase feudale decentrata, la transizione stessa avviene generalmente in modo più rapido, indipendentemente dalle forzature che possono essere introdotte in seguito di rivoluzioni politiche. La Auboyer affermava che la lentezza e la gradualità dell'evoluzione storica caratteristica della storia dell'India derivi dal prevalere dell' attività agricola su altre attività (5). In India fioriva, tuttavia, all' epoca della transizione alla fase feudale “medievale”, una vera e propria industria, specialmente tessile e cotoniera (6), ma anche siderurgica, sia di estrazione che di lavorazione (7) di varie materie preziose (8) su cui gravava un'imposta sui mezzi di produzione (9). La mancata transizione, generalizzata o locale, al sistema capitalista all' epoca della fase mercantile “antica”, dimostra come non basti un dato tipo di produzione a determinare un tipo di evoluzione strutturale piuttosto che un' altra. Alcuni sociologi, come C. M. Cipolla, hanno affermato che la “rivoluzione industriale”, sulla cui delimitazione temporale i sociologi sono tuttavia profondamente discordi, sebbene la collochino generalmente tra il XVII ed il XIX secolo, costituisca “una profonda frattura... nella continuità del processo storico” (10). In realtà la “rivoluzione industriale” è consistita essenzialmente nell'invenzione della macchina a vapore della metà del XVIII secolo. Essa ha creatoqulche presupposto per il consolidamento del sistema capitalista concorrenziale. La mutazione tecnico-produttiva è conseguenza di un salto qualitativo in campo scientifico-tecnologico (11). Per “rivoluzione industriale” si intende le modificazioni tecniche prodottesi all'incirca tra il 1780 ed il 1830, ossia contemporaneamente al consolidarsi del sistema capitalista concorrenziale nell'Europa continentale dell' Ovest. Le modificazioni scientifiche e tecniche realizzate nel '600 e '700 (dette anche “prima rivoluzione industriale”), contribuirono ad impedire il realizzarsi del sistema schiavista concorrenziale consolidato e co-determinarono la transizione al sistema capitalista concorrenziale, cosa che avvenne allorché si realizzò un' applicazione sistematica della scienza all' industria. Gli economisti, come Siro Lombardini, riconoscono come non sempre il progresso tecnico – produttivo “favorisca” la concentrazione industriale (12), concentrazione che palesemente avviene per cause diverse dal progresso tecnologico, sebbene quest'ultimo spesso implichi la dimensione dell' industria anziché della bottega artigiana. Tuttavia è ben lungi dall'implicare la dimensione dell' impresa monopolistica (13). Egli riconosceva come un aumento di dimensione dell' impresa non abbia necessariamente effetto sulla libera concorrenza, almeno se tale aumento di dimensione non avesse un effetto moltiplicatore (14) capace di generare gli oligopoli (15). L' errore degli economisti consiste nell' identificare il progresso tecnico, implicante crescita delle dimensioni degli impianti, con la crescita meccanica delle dimensioni delle imprese (16), sebbene sia chiaro che le imprese crescono essenzialmente per fattori diversi dal progresso tecnico, come riconosce lo stesso autore (17). E' tuttavia indubbio che certe forme di progresso tecnologico abbiano favorito (18) il formarsi di industrie oligopolistiche. Nel periodo della meccanizzazione, precedente l'automazione dovuta all' intelligenza artificiale, la nuova fase feudale, là dove si era instaurata (nel corso del XX secolo), assumeva connotati di estrema centralizzazione. Così, tra le cause dell' infeudamento precoce e maggiore di paesi come la Russia, la Cina, la Corea del Nord o Cuba, al di là delle forzature politiche, vi è il fatto che questi paesi erano arretrati produttivisticamente, si trovavano ad avere forti elementi di feudalesimo tardo o residuale e producevano esclusivamente o quasi materie prime (prodotti agricoli, estrazione di materie prime, ecc.).
4.1 - J. Steve affermava che l' inizio della “storia scritta” o “letterale” possa farsi risalire all'inizio del IV millennio a.e.v.. Questo dimostra come egli non identificasse l' inizio di quello che abbiamo definito l' universo strutturale statuale con la storia letterale (19), come invece continuano a fare molti storici accademici. La contemporaneità, testimoniata da Hatt, di industrie “neolitiche” ed industrie del rame, dimostra ulteriormente il legame del tutto indiretto tra tipo di attività svolta, tecnologia adottata, e tipo di struttura sociale o stadio evolutivo. Appare evidente la concorrenza tra industria del rame ed industria “neolitica”, concorrenza che derivava dagli scambi mercantili, propri della fase mercantile dell'universo strutturale statuale (20). Ankel affermava che l' “età del bronzo” sia apparsa in Grecia con un anticipo di almeno un millennio rispetto all' Europa Occidentale (21), dove sarebbe apparsa nel 270 a.e.v.. Questa constatazione è in palese contraddizione con la periodizzazione operata sulla base delle tecnologie adottate dai vari popoli, usata dagli storici. In ogni caso, se la distinzione tra le varie “età” cosiddette “paleo-meso-neolitico” equivale ad una distinzione di arte manuale di lavorazione dei minerali a disposizione, l' “età del bronzo” implica un salto di qualità di tecnologia adottata. Vi può, tuttavia, essere una certa relazione tra il progresso tecnologico e l' evoluzione strutturale, seppure assai indiretta.
4.2 - Alcuni antropologi fanno derivare l' evoluzione strutturale, nel senso del consolidarsi della fase mercantile, dalla capacità di creare un surplus rispetto ai bisogni dei produttori. La fondatezza di questo assunto è dimostrata da Salisbury che, citando il caso del popolo dei “liane” della Nuova Guinea, dimostrò come il passaggio dall' ascia di pietra all' ascia d' acciaio abbia determinato una maggiore divisione verticale del lavoro, che produsse, a sua volta, una metamorfosi all'universo strutturale statuale col consolidarsi della fase feudale, con incremento di: guerre, feste, viaggi, ecc. Boutruche pose in rilievo il fenomeno del diffondersi del dissodamento dei terreni nel corso dell' XI secolo. Tale fenomeno, se pare non essere causa primaria della transizione alla fase mercantile, tuttavia ne fu concausa (22). Il suddetto dissodamento si estese innanzitutto nel Nord della Francia e nei Paesi Bassi, a partire dal 950 e.v. ed accompagnò la precoce transizione al sistema segnoriale. Successivamente si diffuse nel Nord della Spagna e nella Francia Centrale, dove si intensificò dopo il 1050 (23). Il dissodamento ed il conseguente sviluppo produttivo è connesso direttamente con l' incremento demografico. Egli attestò, tuttavia, come il dissodamento si sia esteso in Inghilterra solo nel XII secolo, mentre la transizione al sistema segnoriale si manifestò assai prima. Anche nell' Italia Settentrionale e nei Paesi Bassi la transizione alla fase mercantile precedette il diffondersi del dissodamento. Dalle affermazioni di Boutruche si deduce che nella penisola iberica e nella Francia Meridionale il dissodamento e la transizione alla fase mercantile siano avvenute contemporaneamente (24). Il dissodamento, sorto come iniziativa individuale di singoli pionieri, venne fatto proprio ed esteso dalle classi – caste dominanti del sistema segnoriale in formazione (25). Ove vi sia un maggiore sviluppo tecnico e produttivo, la fase storica mercantile appare più solida e più sviluppata. Gli economisti evidenziano come la “rivoluzione industriale” o “decollo industriale” abbia essenzialmente il carattere di espansione produttiva. Tale decollo industriale può essere effetto della transizione al sistema capitalista concorrenziale, ma non è connesso in modo esclusivo al sistema capitalista concorrenziale, potendosi avere anche in relazione alla transizione dalla fase feudale alla fase mercantile, come si è verificato sul finire del XX secolo, là dove in precedenza vi era una fase feudale consolidata. Eric Hobsbawn riconosceva come la produzione, nell'“U.R.S.S.” del XX secolo e.v., fosse essenzialmente di tipo militare-industriale, come è tipico di un sistema proprio della fase feudale centralizzata (26). Questo fatto inibiva totalmente ogni possibilità di autentico sviluppo produttivo.
5 - Pirenne affermava che in Inghilterra, all’ epoca in cui vi era una monarchia normanna con forte centralizzazione organizzativa, vi fosse stato uno sviluppo produttivo più graduale rispetto al Sud Mediterraneo, come ad esempio l’ Italia (27). Questa tesi accredita l’ ipotesi secondo cui un' organizzazione statuale maggiormente decentrata, nel sistema segnoriale, sia più favorevole allo sviluppo produttivo e mercantile rispetto ad una maggiore centralizzazione.
6.1 - Boutruche rilevava come il lavoro servile, specie sulle terre dominiche, fosse scarsamente produttivo se non addirittura oneroso (28). Godelier citava il caso dello stato degli incas, dove la produzione non si sviluppava a causa delle corvèe e dei tributi troppo onerosi, richiesti dallo stato. Vi era, quindi, almeno in origine, un elevato surplus, che tendeva a diminuire a causa degli eccessivi sprechi della casta dominante, il che provocava recessione produttiva, in forma di regresso costante (29). Da questa constatazione consegue la decadenza produttiva (che si riverbera su ogni altro piano) che si manifesta in ogni fase feudale, specie se decentrata. Le società a sistema feudal-burocratico centralizzato dell' Europa dell' Est nel XX secolo, compresa l' “Urss”, non erano da considerarsi né “società sviluppate”, come vangono definite le “società” con alto sviluppo produttivo né “società industrializzate”, ad eccezione della Germania dell' Est, dove l' industrializzazione era stata creata nella preesistente fase mercantile e nei suoi sistemi capitalisti. L'“Urss”, ad esempio, all' inizio degli anni '80, aveva una produzione globale lorda dimezzata rispetto agli Usa, dove questi ultimi avevano circa un quinto in meno di popolazione rispetto all'“Urss”. L' “Urss” investiva annualmente oltre il quindici per cento di tale reddito complessivo lordo in campo militare e quest' ultimo campo assorbiva costantemente sempre maggiore quota di reddito. D' altro canto la produzione industriale non raggiungeva il quindici per cento del totale della produzione, mentre in Usa si superava il 30 %. In tali sistemi la produzione industriale extra-bellica serviva unicamente a fornire gli “status-simbol” alla casta dominante e non rappresentava che pochi punti percentuali della produzione totale. Da servizi giornalistici si desume che l' industria, nella Cina continentale degli anni '80, coprisse non più del 5 % del prodotto interno lordo. Questo nonostante la Cina “comunista” investisse annualmente dal 30 al 40 % del reddito prodotto. Questo, mentre veniva riconosciuto, anche ufficialmente, un calo del tasso di sviluppo parallelo al crescere del tasso di investimento (30). I cronisti hanno spesso notato come l' “Urss” fosse la dimostrazione di come un alto sviluppo tecnologico (specie in campo militare) non implicasse un analogo sviluppo produttivo né tantomeno economico e sociale. La residua efficienza scientifico-produttiva dei sistemi feudal-burocratici del XX secolo era determinata esclusivamente dalle esigenze militari, volendosi questi sistemi imporre contro l'armamento dei sistemi della fase mercantile dell' Occidente. Al di la di questo stimolo si ebbe solo stasi o regresso scientifico e decadenza produttiva. L' esigenza di ottenere una superiorità militare ha indotto i paesi della nuova fase feudale ad accettare criteri scientifici estranei od opposti all'ideologia propria della fase feudale (31). Il fatto che in Italia non vi sia stato praticamente sviluppo, almeno dagli anni '90, è dovuto al suo attardarsi nella transizione tra il sistema capitalista burocratico comatoso ed il sistema capitalista burocratico consolidato, mentre gli altri paesi dell' Europa dell' Ovest erano in transizione al sistema capitalista oligopolista. L' attuale (I ed inizio del II decennio del 21° secolo) attardarsi dell' Europa continentale dell' Ovest rispetto al resto dell'Occidente, nell' evoluzione strutturale verso un riconsolidamento della fase mercantile, determina un divario negativo nello sviluppo produttivo di questa regione rispetto al resto dell' Occidente (32). Il sotosviluppo può determinarsi anche in presenza di un certo sviluppo produttivo, accompagnato da un' esplosione demografica a velocità superiore all'incremento produttivo. Tale divario può avere l'effetto di bloccare lo sviluppo produttivo e di innestare la transizione ad una nuova fase feudale.
6.2 - Può ostacolare lo sviluppo economico la politica economica che i vari governi possono essere indotti a porre in atto in conseguenza del livello demografico ed il tasso del suo incremento. Le scelte di politica economica possono essere di tipo assistenzialistico e filo-feudali e quindi ostacolanti lo sviluppo produttivo e, dunque, a lungo termine inadatti a fronteggiare il livello di alta demografia. Tuttavia tali politiche economiche possono essere indotte da particolari situazioni socio-politiche.
§ 13: Posizione geografica e sua influenza sull' evoluzione strutturale
1 - Morgan affermava che tra le cause dell' evoluzione strutturale ed in particolare del precoce realizzarsi delle strutture statuali in Medio Oriente vi sia da indicare la particolare conformazione geografica che avrebbe favorito un incremento di conoscenze tecniche, capaci a loro volta di creare una superiorità di sostentamento e quindi una crescita demografica che avrebbe favorito un progresso nei rapporti sociali ed un contatto più intenso tra molteplici tribù e gruppi etnici in diversa condizione evolutiva e dunque appartenenti ad universi strutturali diversi. A riprova della giustezza della tesi sopra esposta Morgan affermava che gli atzechi e gli incas non si siano evoluti rispetto alla fase feudale in cui vivevano (che Morgan considerava fosse una struttura pre-statuale) perché erano in una situazione di perenne isolamento rispetto ad altri popoli (1). La cosiddetta “anomalia italiana” che ne fà un' eccezione nel panorama contemporaneo dell' Europa Continentale d'Occidente, in quanto l' Italia fu (almeno negli anni '70 del XX secolo) più prossima alla transizione alla fase feudale e fu in ritardo nel consolidamento dei sistemi capitalisti, è dovuta alla sua posizione geografica, al limite dell' Europa dell' Ovest, ed inserita a cuneo nel Mediterraneo, in modo da subire le influenze meta-teoriche e sociali del mondo arabo – musulmano. Questo determina una limitazione dello sviluppo economico, connesso al limitato sviluppo mercantile di quel mondo. Questo fatto, ossia la sua posizione geografica, impedì all' Italia la sua transizione al sistema capitalista concorrenziale nei secoli XV e XVI in anticipo o sintonia con gli stati del Nord Europa, quali l' Inghilterra e l'Olanda, nonostante il più precoce consolidarsi del sistema borghese ed il più precoce sviluppo produttivo. L' evoluzione della repubblica di Venezia e di Firenze si arrestò al momento dell' iniziarsi della transizione al sistema capitalista concorrenziale. In luogo di tale transizione si ebbe un sistema borghese sclerotizzato, con la ricostituzione dei latifondi, in luogo dello sviluppo del commercio. Questo pare dovuto anche al condizionamento ideologico del vicino stato teocratico del papa.
2 - Il Pirenne attribuiva alle particolari posizioni geografiche la causa della fioritura commerciale di determianate città (2). Questo è senz’ altro un fattore di influenza dell’evoluzione strutturale. Dalle affermazioni di Pirenne si desume che la fase mercantile del ciclo storico “antico - basso-medievale” sia sopravvissuta più a lungo nelle città costiere rispetto ai territori interni, poiché il commercio marittimo era più vitale di quello terrestre (3). Questo sembra rispondere a realtà soprattutto per quanto riguarda l’ Occidente, poiché la parte continentale dell’ Occidente pare sia transitata in anticipo alla fase feudale. Questo fatto, inoltre, è circoscritto alla transizione alla fase feudale “medievale”, poiché nei tempi “moderni” il commercio marittimo assume importanza meno rilevante rispetto al commercio terrestre ed aereo. G. Giannelli evidenziava come la specifica geografia greca favorisca il frazionamento politico e lo sviluppo della navigazione e quindi, del commercio (4). Egli affermava che l'artigianato fosse molto diffuso nella Grecia “antica” e questo induceva a farne commercio. Questo può aver favorito l' avvento ed il consolidamento delle fasi mercantili “antica” ed “arcaiche”. Pirenne attestava come solo all' inizio del XII secolo e.v. i porti e le città francesi e spagnole (in specie della Catalogna) riacquistino vitalità mercantile (5). Tale divario, con l' Italia, pare doversi attribuire alla posizione geografica di lontananza rispetto all' Oriente con cui le città italiane avevano intrattenuto uno scambio inter-statuale di tipo feudale ma propedeutico allo scambio mercantile (6). Il mercato rinacque in alcune regioni privilegiate per posizione geografica e di lì si diffuse in aree sempre più vaste, determinando il generalizzarsi, nell' Europa dell' Ovest, della transizione alla fase mercantile ed al sistema segnoriale del ciclo storico “medievale- moderno – post-moderno” (7).
§ 14: Sviluppo tecnico-scientifico e suo effetto sull' evoluzione strutturale
1 - Bacone introdusse l' idea della scienza come portatrice di progresso sociale ed umano. Dalla progressività della scienza trasse, infatti, l' idea di un' analoga progressività della realtà sociale ed umana.
2.1 - L' evoluzione storica non è strettamente correlata col progresso scientifico e quest'ultimo non è lineare nel tempo (1). Weber riconosceva come non vi sia rapporto diretto tra sviluppo scientifico ed evoluzione sociale (2). L' esempio del collare a spalla, collocato da Lefebvre erroneamente nel X secolo (3), fu inventato in realtà nel IX secolo, se non prima, sebbene sia stato raffigurato per la prima volta nel corso del X secolo, come riferiva Bloch (4). Lefebvre pose la modificazione del modo di attaccare ed equipaggiare i cavalli come causa del superamento della schiavitù (5). Bloch notò, al riguardo,che in tal caso questa rivoluzione tecnica dovrebbe essere di molto anticipata, in quanto la schiavitù declinò alcuni secoli prima della modificazione tecnica suddetta. In realtà tale modificazione tecnica è certamente successiva al regredire della schiavitù e dal suo trasformarsi in servitù. Pertanto i due fatti non sono legati da rapporto di causa ed effetto (6), contrariamente alle posizioni di alcuni storici accademici al riguardo. Tale assunto è dedotto anche da recenti ricerche archeologiche (7). Il rapporto tra grado di sviluppo tecnico-scientifico ed evoluzione statuale è ben esemplificato dalla transizione della Russia ad una nuova fase feudale all' inizio del ventesimo secolo, stante anche l' arretratezza tecnico-scientifica in cui viveva. La Russia, tuttavia, rimase nella fase feudale fino agli inizi degli anni '90 dello stesso secolo, sebbene il livello tecnico-scientifico possa essere giunto vicino, in alcuni settori, a quello dell' Occidente. Si può affermare che lo sviluppo scientifico incida indirettamente sull'evoluzione statuale, favorendo lo sviluppo della fase mercantile, attraverso il sorgere di sistemi sociali maggiormente aperti al mercato e contribuendo a determinare una maggiore durata della stessa fase mercantile. La scienza e la tecnica non determinano l' evoluzione statuale né avviene il contrario, ma le fasi statuali influenzano grandemente il progresso tecnico-scientifico e quest' ultimo ha una certa influenza sull' evoluzione statuale (vedasi l'influsso della “rivoluzione informatica” sulla fine della fase feudale nell' “epoca post-moderna”). Il progredire della meccanizzazione fa accrescere la divisione verticale del lavoro. Questo determina una variazione di caratteristiche della stessa fase mercantile, ma non influisce direttamente sull'evoluzione statuale, nel senso che non avvicina l' avvento di una nuova fase feudale, anzi ne contrasta l'avvento stesso e ne abbrevia l' esistenza una volta che si sia prodotta. La meccanizzazione può essere definita la materializzazione della scienza. La scienza, pur progredendo con maggiore o minor facilità a seconda delle fasi statuali, non dipende strettamente da alcuna struttura sociale e non si concretizza od identifica in alcun sistema sociale. L' operaio non è succube della meccanizzazione, ma della gerarchia sociale, solo indirettamente connessa con la meccanizzazione. La meccanizzazione non è all' inizio della produzione, ma lo è solo il lavoro umano. E' l'essere umano ad attribuire lo scopo al lavoro, non la scienza o la tecnica.
2.2.1 - L'esistenza del mercato, essendo libero scambio di merci o mezzi di consumo o di produzione, discende come conseguenza dell'estendersi della divisione orizzontale del lavoro, frutto, a sua volta, dello sviluppo tecnico-scientifico e dunque la fase mercantile della società statuale nasce come conseguenza del comparire di un certo grado di sviluppo scientifico e tecnico. Adam Smith intuì la relazione intercorrente tra l' estensione della divisione orizzontale del lavoro e l' estensione del mercato, ossia come lo sviluppo tecnico-scientifico influenzi lo sviluppo qualitativo del mercato. Se Marx identificava il progresso con l' evoluzione strutturale ed in particolare con l' infeudamento della società, Proudhon al contrario riteneva che il progresso della divisione orizzontale del lavoro fosse motore del progresso economico e sociale. In realtà il progresso della divisione orizzontale del lavoro è effetto del progresso tecnico-scientifico e causa diretta dello sviluppo produttivo, accrescendo la produttività (8). I keynesiani spiegavano la “Grande Depressione del '29” con la “Tesi del ristagno”, ossia con un periodo di stasi delle scoperte tecnico-scientifiche (9). Questo può rispondere, in parte, al vero ossia può giustificare la profondità della crisi da consumi ed i suoi effetti dirompenti, ma non la natura della crisi, in sè. Il grado di sviluppo raggiunto dalla scienza e dalla tecnica influisce grandemente sull' evoluzione della società statuale: determina il prolungarsi e lo svilupparsi della fase mercantile e l' ulteriore sviluppo tecnico-scientifico può inibire la transizione ad una nuova fase feudale. Solo un particolare ostacolo allo sviluppo ulteriore della scienza e della tecnica possono consentire la transizione generalizza ad una nuova fase feudale. La carenza di sviluppo tecnico-scientifico genera sovrappopolazione rispetto alle capacità produttive del sistema e questo a sua volta genera parassitismo e quindi spinte verso una nuova fase feudale. Il ritorno di una nuova fase feudale è conseguenza di una stasi o bassa progressione della conoscenza tecnica e scientifica ed il consolidarsi di questa fase storica determina un'ulteriore decadenza delle conoscenze tecnico-scientifiche. Solo progressi tecnico-scientifici strabilianti possono, in date circostanze, rivitalizzare il mercato e creare i presupposti di una transizione ad una nuova fase mercantile o di un suo consolidamento.
2.2.2 - Lo studioso Luporini teorizzò uno “sviluppo autonomo delle forze produttive” (10) ossia la “separazione, nel processo storico reale, delle forze produttive dai rapporti di produzione” (11). Alcuni studiosi hanno teorizzato uno sviluppo autonomo delle “forze produttive”, ritenendo realistico considerare lo sviluppo tecnico-scientifico autonomo rispetto ai rapporti di produzione. Morgan affermava che il progresso scientifico, inducendo uno sviluppo della produzione, induca “sviluppo delle istituzioni proprietarie”. Se è certo che lo sviluppo scientifico induca sviluppo produttivo, quest' ultimo incide sulle potenzialità di sviluppo del mercato ed indirettamente sull' evoluzione strutturale, tuttavia quest' ultima non è rigidamente dipendente dal grado di sviluppo produttivo né da quello scientifico, né dal loro livello, sebbene sia influenzata dalla loro dinamica (12). Bloch riconobbe l'ampiezza del problema, in rapporto alle teorie che pongono la scienza e la tecnica quali cause dello “sviluppo sociale” od evoluzione strutturale in senso mercantile (13). Secondo alcuni storici la mancanza di “protezione tecnologica mediante brevetti” (14) impedì, nel “mondo antico”, specie di Roma, il diffondersi dell' industria e del lavoro libero, ossia il prodursi della transizione ai sistemi capitalisti. Certamente il mancato sviluppo tecnologico e produttivo minò lo sviluppo pieno della fase mercantile, impedendo il prodursi dei sistemi capitalisti. Bloch affermò che le invenzioni successive alla fase feudale “medievale” fossero tutte miranti a risparmiare la forza umana: molino ad acqua od a vento, magli da officina, ferratura delle bestie da soma, attaccatura in fila e via dicendo. Tali sviluppi tecnici, egli affermò, furono conseguenza dela scarsità di schiavi (15). Affermò poi che tale “rivoluzione” tecnica ebbe a sua volta effetto potente sulla realtà sociale (16): infatti impedì il ricostituirsi di un nuovo sistema schiavista, determinando la transizione verso i sistemi capitalisti. Egli propose come prova del rapporto causale tra avvento di un nuovo sistema di aggiogatura e le condizioni di lavoro umano, evidenziando come anteriormente a tale innovazione tecnica si praticasse largamente il trasporto a dorso d' uomo (17). Bloch riferiva come nel primo periodo dell'”impero romano”, ossia dal I secolo a.e.v. al II secolo e.v., vi fossero vere e proprie manifatture ove la mano d'opera era schiavile (18). Questo dimostra come gli schiavi possano essere utilizzati anche nell'industria e pertanto non è il sorgere dell' industria a far superare la schiavitù ma il livello dello sviluppo tecnico che, evidenziando la bassa redditività della schiavitù ne determina il superamento a favore del lavoro salariato. I sociologi, come ad esempio Weber, riconoscono il ruolo preponderante svolto dallo sviluppo tecnologico, per l'avvento del sistema capitalista concorrenziale (19). La scienza e la tecnica, pur esterne rispetto alla realtà strutturale, sono condizionate, nel loro sviluppo, dal tipo di fase storica e dal sistema statuale in atto. In assenza delle varie "rivoluzioni industriali" succedutesi tra ottocento e novecento la fase storica mercantile si sarebbe sviluppata assai meno e lo stesso sistema capitalista non avrebbe dispiegato tutta le sue potenzialità. Lo sviluppo tecnico e scientifico verificatosi tra la fine dell'800 e l'inizio del '900 ha consentito di far sopravvivere il sistema capitalista e la fase storica mercantile oltre i limiti previsti da Marx. Il superamento del Ford-Taylorismo, come appariva con la “rivoluzione tecnica” dei primi anni '70 del '900, ha contribuito a ridurre la crisi della fase statuale mercantile ed evitare la transizione generalizzata alla fase feudale, accelerando al contempo la crisi delle società neo-feudali e la conseguente transizione verso una nuova fase mercantile. La meccanizzazione aveva favorito l' estendersi della gerarchia di fabbrica. Questo ha determinato una spinta in senso feudale. L' ulteriore progresso tecnico, con l' automazione, ha determinato, al contrario, un regresso della burocrazia industriale.
3.1 - Se Vierendel sostenne che nel “medioevo” “la tecnica... rimase in gran parte stazionaria” (20), Lefebvre des Noéttes sostenne, al contrario, che nel “medioevo” si sia avuto sviluppo tecnico – scientifico. Egli citò, però, sviluppi avvenuti in epoca successiva al X secolo o quantomeno sviluppi di data incerta (21). Infatti, ancora nel XIII secolo si sperimentavano molini a cavallo in Inghilterra (22), non essendo, quindi, ancora noto il molino ad acqua inventato in epoca “antica”. Analogo è il caso del molino ad acqua a rotazione verticale (23). Alcune scoperte fatte “agli inizi del Medioevo” (24), sono precedenti il consolidamento della fase feudale e pertanto confermano, anziché smentire, la teoria di una stasi tecnico-scientifica, nella fase feudale. Del resto la teoria di uno sviluppo scientifico nel “medioevo”, poiché quest'ultimo comprende un arco di tempo includente quasi un' intero ciclo storico, non contrasta con l' assunto di una stasi o regresso tecnico – scientifico nelle fasi feudali. Tuttavia, poiché tale limitato progresso si colloca nel periodo di transizione al sistema feudale (25), se ne può dedurre che nel sistema feudale consolidato, decentrato o meno, il progresso tecnico, pur limitato al campo bellico, sia assai problematico se non da escludere del tutto. Al subentrare di una fase feudale alla fase mercantile, la scienza e la tecnica ristagnano o regrediscono, salvo nei settori connessi con esigenze strategiche degli “imperi” neo-feudali in formazione od in via di consolidamento. Questo, se da un lato evita la decadenza generalizzata, dall'altro si ha comunque una decadenza in determinati settori scientifico-conoscitivi, che trascina, col tempo, l'intero campo della conoscenza alla decadenza.
3.2.1 - Il livello di sviluppo tecnico-scientifico ha consentito di abbreviare la durata della fase feudale dell' “età post-moderna” e non gli ha consentito di generalizzarsi.
3.2.2.1 - Si può affermare che lo sviluppo scientifico incida indirettamente sull'evoluzione statuale, favorendo lo sviluppo delle fasi mercantili, attraverso il sorgere di sistemi sociali maggiormente aperti al mercato e contribuendo a determinare una maggiore durata della stessa fase mercantile. La scienza e la tecnica non determinano l' evoluzione statuale né avviene il contrario, ma le fasi statuali influenzano grandemente il progresso tecnico-scientifico e quest' ultimo ha una certa influenza sull' evoluzione dell' universo strutturale statuale (vedasi l' influsso della “rivoluzione informatica” sulla fine della fase feudale nell' “epoca post- moderna”). Il progredire della meccanizzazione fà accrescere la divisione verticale del lavoro. Questo determina una variazione di caratteristiche della stessa fase mercantile, ma non influisce direttamente sull' evoluzione statuale, nel senso che non avvicina l'avvento di una nuova fase feudale, anzi ne contrasta l' avvento stesso e ne abbrevia l'esistenza una volta che si sia prodotta. La scienza, pur progredendo con maggiore o minor facilità a seconda delle fasi statuali, non dipende strettamente da alcuna struttura sociale e non si concretizza in od identifica in alcun sistema sociale.
3.2.2.2 - Si può ipotizzare, deducendolo da alcuni indizi sulla precocità di come negli anni '80 del XX secolo i sistemi feudal-burocratici iniziarono la loro transizione alla fase mercantile, come non sia il grado di centralizzazione della fase feudale a determinare una maggiore o minore precocità nella transizione tra sistema e sistema e tra fase e fase statuale, ma la tendenza alla mutazione del grado di centralizzazione ed al grado di sviluppo della capacità produttiva, ossia il grado di sviluppo tecnico-scientifico.
§ 15: Incidenti storici ed evoluzione strutturale
1 - L' evoluzione strutturale può avvenire dietro la spinta di incidenti storici come ad esempio un' improvviso ampliamento di conoscenze geografiche, l' avvenuta metamorfosi all' universo strutturale statuale da parte di popoli che vivevano in universi strutturali pre-statuali o l' avvenuta transizione alla fase mercantile da parte di paesi in fase feudale od in crisi di equilibrio demografico-ecologico. Questi fenomeni incidono sulla dinamica evolutiva di tutte le società esistenti ed interagenti.
2 - La crisi energetica che incombeva sul mondo tra gli anni '70 ed '80 del XX secolo, se si fosse radicalizzata ed assolutizzata avrebbe certamente potuto innescare una transizione generalizzata ad una nuova fase feudale. Sebbene esistesse il potenziale tecnico-scientifico (rivoluzione informatica e telematica incombenti) si sarebbe dunque potuto riproporre il copione della precedente transizione alla fase feudale (quella “medievale”). All' epoca, infatti, vi erano probabilmente le conoscenze tecniche che avrebbero potuto consentire la transizione dai sistemi schiavisti ai sistemi capitalisti (come ad esempio il mulino ad acqua). Tali tecniche non vennero utilizzate, essendo a conoscenza di pochi, e caddero in disuso per la transizione alla fase feudale già in atto. Nell' “epoca moderna” una crisi energetica radicale avrebbe potuto generalizzare, negli anni '80, la transizione alla fase feudale, non ostante tutte le potenzialità tecnico-scientifiche a disposizione.
3 - Secondo alcuni paleoclimatologi, come Baillie, si verificarono in diverse epoche, disastri climatici, provocati da eventi cosmici, come l' avvicinarsi e la caduta di grandi comete o la caduta asteroidi. Tali eventi pare si siano prodotti in particolare: nel 2354, nel 1628, nel 1159 e nel 208 a.e.v., nel 540 e tra il 1347 ed il 1352 e.v.. In quest' ultimo periodo si manifestò in Europa la peste nera, uccidendo circa un terzo della popolazione. Tale evento, secondo questa teoria, sarebbe stato provocato da un evento cosmico che ebbe ripercussioni climatiche enormi, come siccità prolungate alternate ad alluvioni disastrosi, terremoti e sbalzi violenti di temperature. Il 540 e.v. corrisponde alla conclusione generalizzata della transizione alla fase feudale col consolidarsi del sistema feudale-burocratico. Il 208 a.e.v. coincide con il periodo in cui si ebbe la transizione al sistema schiavista latifondista in Grecia ed a Roma. Il 2354 a.e.v. corrisponde all' inizio della transizione ad una fase mercantile in Egitto ed in Medio Oriente. I fenomeni del 1628 a.e.v. possono indicare una transizione rivoluzionaria tra sistemi sociali diversi della fase mercantile ed il 1159 a.e.v. coincide con il consolidarsi di una fase mercantile (1), che può essere avvenuta attraverso rivoluzioni politiche.
§ 16: Comunicazione interregionale ed influenza sull' evoluzione strutturale
1 - Le ideologie ed i movimenti culturali, specie se trionfano in una data regione del pianeta, influenzano in una certa misura il resto del mondo, ove si propagano per contagio. Questo avviene essenzialmente nelle fasi mercantili, ove le possibilità di contatti culturali internazionali sono più rilevanti, specie grazie all' aiuto delle tecniche “moderne” e contemporanee. Esempi di questo contagio sono: l' influenza della “rivoluzione culturale” (soprattutto grazie al termine adottato) sul “movimento studentesco” nel '68 in Occidente e l' analoga influenza dello “stalinismo” e della “rivoluzione continua” del '37 – '38 dell' “U.R.S.S.”, sull' Occidente ed in particolare sulla “sinistra” dei paeisi odicentali (1).
2 - La crisi morale attraversata dall' Occidente nel XX secolo, ove negli anni '30 e '70 vi erano elementi di transizione alla fase feudale, si andò ripercuotndo in tutto l'Oriente dove la fase feudale si stava consolidando. Tale influenza si avvertì nell'“U.R.S.S.” e nei paesi da questa colonizzati ed in Cina e nei paesi da questa colonizzati. Tale influenza è da attribuirsi, almeno in parte, alla grande comunicazione tra le due regioni del mondo e dal livello tecnologico raggiunto (la televisione ed i “mezzi di comunicazione di massa”, in genere) (2).
3 - Morgan documentò casi di metamorfosi da universi strutturali pre-statuali all'universo strutturale statuale sotto l' influsso dei coloni, che attuarono nei confronti di queste strutture tribali una forma di colonizzazione (3). La diversa evoluzione dell'universo strutturale statuale tra America del Centro, del Sud e del Nord è da collegarsi essenzialmente al tipo di sistema esistente nei paesi d' origine dei colonizzatori: una società in transizione al sistema capitalista concorrenziale per gli inglesi ed irlandesi che colonizzarono l' America del Nord e sistema borghese consolidato per spagnoli e portoghesi che colonizzarono l' America del Centro e del Sud. Nel Centro e Sud America vi erano popoli che vivevano nell' universo strutturale statuale, nella fase feudale. Questo fatto ha contribuito certamente a frenare la transizione al sistema capitalista concorrenziale di quelle regioni. Nell'America del Nord le tribù di indigeni si trovavano generalmente in universi strutturali pre-statuali e, poiché resistevano generalmente al tentativo di integrarli nello stesso universo strutturale statuale, furono isolati in territori ben delimitati e non influirono sull' evoluzione, in atto, dell' universo strutturale statuale. Tuttavia, in alcune regioni dell' America del Nord (ossia parte degli U.S.A.), come in alcune aree dell' America del Centro e del Sud, si imboccò la strada della transizione al sistema schiavista concorrenziale. Questo per il tipo prevalente di produzione: essenzialmente agricola, di tipo intensivo.
§ 17: Differenziazioni ed egualizzazioni regionali o locali nello sviluppo produttivo come causa dell' evoluzione strutturale
1 - Vi sono divari considerevoli tra paese e paese nello stadio di evoluzione della società statuale. Ciò dipende dal grado di sviluppo produttivo e, di conseguenza, economico-sociale. Tali divari portano alla coesistenza in contemporanea delle due fasi statuali e dei vari sistemi di ciascuna fase.
2 - Il feudalesimo realizza una uniformità economica e sociale all' interno di ciascuna casta, mentre realizza una ineguaglianza ben maggiore, rispetto alla fase mercantile, tra le caste ed una diseguaglianza economica sempre più profonda tra luogo e luogo, all'interno della stessa società. Tale diseguaglianza costituisce la “contraddizione” principale della fase feudale, in quanto diviene ll causa della rinascita del mercato, allorché questa stessa diseguaglianza raggiunga il suo apice. Il mercato rinasce precocemente nelle zone di contatto tra i paesi dove esista una fase feudale decentrata ed i paesi dove esista la fase feudale centralizzata. Infatti vi fu un rifiorire delle “curtis” in prossimità delle città marinare, le quali conservavano il contatto con i paesi a fase feudale centralizzata, come l' “Impero Bizantino” e l' “Impero Islamico”. Rinacque così in alcune zone dell' Italia. La transizione ad una nuova fase feudale non è certo dovuta al progresso tecnico o tecnico-scientifico, come teorizzato da Marx, ma all'evoluzione del mercato, ossia delle regole in cui opera, frutto del mutare della meta-cultura dei popoli. Marx affermava che ogni sistema sociale abbia in sé il germe della propria distruzioni: tale asserzione trova la sua giustificazione nel susseguirsi stesso dei sistemi sociali: è dunque un' affermazione tautologica. Una delle cause del superamento delle fasi feudali è il prodursi di un'estrema ineguaglianza tra i popoli, per la assoluta mancanza di comunicazione. Questo crea l'esigenza del risorgere del mercato.
§ 18: Diversità di velocità di evoluzione tra i diversi popoli, al susseguirsi dei cicli dell' universo strutturale statuale e delle strutture in genere
1 - Lo sviluppo eccezionale, dell' industria, così come riferito dai paletnologi, in Europa Occidentale, già nel “paleolitico come nel “neolitico”, (1) è posto in relazione con il maggiore sviluppo industriale nella “moderna” fase mercantile dell'Europa dell'Ovest. La più rapida diffusione geografica dell'attività “paleolitica” e “neolitica” è parallela alla precoce diffusione della fase feudale decentrata nel “medio evo” ed al successivo precoce sviluppo della fase mercantile (2). Questa interpretazione è tuttavia troppo dipendente dalla situazione economico-produttiva del mondo. I cosiddetti “Paesi in via di sviluppo” sono paesi in cui la vecchia fase feudale si è attardata. In tali paesi la classe imprenditoriale in formazione venne osteggiata dai residui delle caste della vecchia fase feudale e, nel corso del '900, vi fu la difficoltà di una situazione involutiva del mercato mondiale che osteggiava lo sviluppo della fase mercantile in tali regioni del mondo. Pertanto, molti di tali paesi, finirono per interrompere lo sviluppo della fase mercantile, riprendendo la transizione ad una nuova fase feudale, col costituirsi di nuove caste neo-feudali, che si crearono dalla decomposizione delle caste della vecchia fase feudale.
2 - La compresenza, in alcuni periodi storici, di sistemi diversi anche appartenenti a fasi statuali diverse, testimonia di come il mercato possa evolvere in modi anche molto diversi in diverse aree geografiche.
3 - Bologna, come l' insieme dell' Italia Centrale ed in particolare la Toscana e l'Emilia-Romagna presentavano, nella II^ metà del XX secolo e.v., un maggiore avanzamento, almeno a livello ideologico, nella transizione alla fase feudale, rispetto al resto d' Italia. Questo sembra confermare un'ipotesi di una velocità di evoluzione storica che si ripete col ripetersi dei cicli statuali. Infatti questa parte dell' Italia transitò precocemente alla fase mercantile moderna e, nel XX secolo era, analogamente, in anticipo nell' iniziare la transizione alla fase feudale (3). Pirenne riferiva come solo la parte Occidentale della Germania e la parte Occidentale della Boemia facessero parte dell' impero carolingio (4), mentre nelle parti orientali vi era un diverso tipo di governo e forse anche un diverso tipo di sistema sociale o diverso momento di evoluzione tra due sistemi sociali. Questo può far riflettere come la diversa velocità di transizione tra sistemi e fasi statuali tra le diverse regioni della terra, tenda a ripetersi al susseguirsi dei cicli dell' universo strutturale statuale. Il “Regno Unito” pare aver consolidato il proprio sistema capitalista burocratico tra il 1945 ed il 1952, con un concreto potere rappresentato da un governo “laburista” postbellico. Questo avveniva, mentre a livello dell' intero Occidente pareva che la transizione al sistema capitalista burocratico anziché avere termine tendesse a regredire, contemporaneamente al prodursi di un nuovo intenso sviluppo produttivo. La situazione del “Regno Unito” pare connessa alla natura prevalentemente commerciale dell' attività nel “Regno Unito” stesso ed, inoltre, dal fatto che il “Regno Unito” era stato scavalcato, in quel periodo, come principale potenza commerciale a livello mondiale dagli Usa, venendo quindi a mancare l' incentivo psicologico ad un nuovo sviluppo economico. E' da considerare come questa precoce transizione sia parallela alla precedente precoce transizione al sistema capitalista concorrenziale. Analogamente, vi fu una precoce transizione alla fase mercantile in alcune regioni d'Italia nei secoli XI – XV ed una precoce transizione, rispetto al resto dell'Occidente, vissuta nel XX secolo, verso una nuova fase feudale. Vi è quindi diversa velocità di evoluzione, che rimane costante nel tempo per ogni regione del mondo. Tra i paesi dell' Europa d' Occidente che più precocemente consolidarono il proprio sistema capitalista burocratico (nel corso del XX secolo) vi sono: il “Regno Unito” ed i “Paesi Bassi”. Questo, se si considera che quegli stessi paesi furono precoci nella transizione al sistema capitalista concorrenziale, dimostra come, per quanto i cicli e le fasi statuali abbiano ciascuno una durata differente, la precocità dell' avvento di un dato sistema o fase statuale determini una precocità del suo superamento, salvo l'intervento di altre concause.
4 - L' “impero islamico”, dal XIII secolo in poi, ebbe una stasi, dovuta alla difficoltà della transizione al sistema borghese, rispetto alla ulteriore evoluzione della società in Occidente. Il fatto del successivo protrarsi del sistema borghese in questa parte del mondo è certamente dovuto alla meta-teoria qui prevalente, connessa all'integralismo religioso, ma soprattutto ai molteplici cicli statuali qui già vissuti, e mai estesi oltre il sistema borghese (5). Il modo di educazione dei figli è un aspetto secondario della cultura, essendo elemento indirettamente connesso alla struttura sociale in atto, mediato da altri elementi: culturali e meta-culturali. Così l' attuale lassismo educativo dell' Europa ed in particolare dell' Italia è scarsamente connesso al sistema sociale in atto, essendo derivante da una cultura atavica di semi-rifiuto della società mercantile, nelle sue forma più evolute, derivante poi dal susseguirsi in Europa di diverse fasi feudali che hanno lasciato sopravvivenze culturali delle fasi feudali preesistenti e quindi un rifiuto meta-culturale alla società mercantile nel suo sistema più aperto (6). Si può ipotizzare come il ripetersi dei cicli storici dell' universo strutturale statuale presso un dato popolo, determini resistenze rispetto all' approfondirsi o svilupparsi delle singole fasi statuali. Gli esempi di tale assunto sono riscontrabili nello scarso sviluppo della fase feudale “medievale” nell'Italia del Nord, specie nella Repubblica di Venezia, ed in Grecia, rispetto alla Spagna, la Russia ed in genere nell' Europa dell'Est. Al contrario la fase mercantile si è sviluppata maggiormente e più precocemente in Inghilterra ed Olanda rispetto alla Francia ed alla Spagna, essendo stato meno marcato lo sviluppo della precedente fase mercantile, nei primi due paesi, e meno sviluppato anche la successiva fase feudale “medievale”. Così, in genere, nei paesi dell' Europa Occidentale ove si era avuta una fase mercantile assai sviluppata, sebbene non si fossero avuti i sistemi capitalisti, lo sviluppo della fase mercantile “moderna”, pur essendo più lento e contrastato, è stato tuttavia completo. In Cina, dove si è avuta una precoce transizione rivoluzionaria alla fase feudale, nel XX secolo, la fase mercantile non si era mai sviluppata fino ad includere i sistemi schiavisti. In India, le fasi mercantili avevano raggiunto i sistemi schiavisti, la fase mercantile “moderna” si è sviluppata, sia pure in ritardo, in modo completo. In conclusione se ne può dedurre come la reiterazione dei cicli statuali presso un dato popolo determini una remora al precoce sviluppo di quella data fase statuale, mentre può favorire il loro radicarsi e dispiegarsi completo. Così, se la tesi di Fukuyama della fine della storia è ingiustificata, è tuttavia evidente come il ripetersi dei cicli statuali renda tali cicli più brevi. Sia pure sulla prospettiva storica, le più recenti oscillazioni tra una fase statuale e l' altra pare assumano le caratteristiche di un sisma tellurico, come quelli registrati dai sismografi.
5 - Il Giappone pareva presentare, nel corso del XX secolo, un grado di individuazione significativamente inferiore ai paesi dell' Occidente, pur trovandosi pressoché nello stesso sistema sociale. Tale assunto deriva dalla constatazione di come solo pochi individui sembrassero avere coscienza di piena autonomia decisionale. Questa constatazione accomuna al Giappone pressoché tutta l' Asia e l'Europa d'Oriente, con particolare riguardo per la Russia. Questo può ritenersi conseguenza del fatto che in queste regioni, pur essendosi avute, in precedenza, una o più fasi mercantili, queste si erano fermate al sistema segnoriale od, al massimo, al sistema borghese, mentre non si erano avuti ne i sistemi schiavisti ne tanto meno i sistemi capitalisti. Questo può non aver dato modo di realizzare uno sviluppo dell'individuazione allo stesso livello dell' Occidente.
§ 19: Alimentazione e sue conseguenze sull' evoluzione storica
1 - Il “Mahatma” Ghandi riferiva, nella propria autobiografia, come egli abbia sperimentato come l' alimentazione sia determinante ai fini dell' attività sessuale (ricettività sessuale od erezione). Egli infatti aveva scoperto che seguendo una dieta vegetariana e frugivora in particolare, gli stimoli sessuali tendano a cessare. Questa constatazione dimostra come la promiscuità teoricamente esistita nelle società di natura inferiore non fosse in contraddizione con un controllo demografico, a causa dell' alimentazione frugivora o vegetariana. Dimostra inoltre come la promiscuità sia necessariamente venuta scomparendo col modificarsi dell' alimentazione, ossia col passaggio all' onnivorismo. Gandhi confermava come il latte e la carne costituiscano un' alimentazione più tonica per la muscolatura e come questi alimenti siano pressochè indispensabili col lavoro. Ne consegue come la modifica dell'alimentazione determini incremento demografico, il quale a sua volta determina l'esigenza del sorgere della realtà strutturale storica (1).
2 - Morgan metteva in rapporto il progresso con l' ampliamento delle fonti di sussistenza (2). L' ampliamento delle fonti di sussistenza è sicuro indice di sviluppo produttivo, essenso in genere il secondo a generare il primo, ma in presenza di un generale incremento demografico può essere anche indice di progresso strutturale ed umano.
§ 20: Influenze climatiche sull' evoluzione strutturale
1 - Gli storici degli “annales”, nonché E. Le Roy Ladurie, riconoscono l' influenza delle variazioni climatiche sull' evoluzione storica (1). La “dendrocronologia”, ossia lo studio della sezione trasversale del tronco degli alberi plurisecolari, ha rilevato un periodo di estati calde ed umide durato dal 300 a.e.v. el 200 e.v. e poi, tra il 1000 ed il 1200 e.v. (il primo periodo coincide con un lento declino della fase mercantile in atto, il secondo con lo sviluppo di una nuova fase mercantile) , mentre si sono avuti periodi di siccità nel III secolo e.v. e nel 1300 e.v., mentre il XIV secolo fu caratterizzato da un periodo di freddo molto intenso (quest' ultimo coincidente con diffuse carestie e la peste) (2). Un oceanografo di nome Mojib Latif ha teorizzato l'esistenza di un trio di motori di inversione climatica, definiti: “North Atlantic Oscillation”, “Atlantic Multidecadal Oscillation” e “Pacific Decadal Oscillation”, i quali agirebbero nel senso di invertire gli andamenti climatici terrestri, con cadenza decennale e pluridecennale. L' effetto di tali motori di oscillazione climatica sull'evoluzione strutturale, ed in particolare sulla ciclicità ventennale sono da analizzare attentamente (3).
2 - Turgot criticava Montesqieu e la sua teoria dell' influenza delle condizioni geo-climatiche sull' evoluzione della società, poiché si accorse che le condizioni naturali agiscono su altre cause, le quali a loro volta determinano i destini umani. Benedetto Croce evidenziava l' influenza del clima e della natura cosmica sull' evoluzione storica (4). Godelier affermava che il quesito se l' ecologia influenzi l' evoluzione strutturale, l' antropologia se lo sia posta fin dall' inizio del XX secolo. Tale studio ha permesso di evidenziare il fattore ecologico di sviluppo produttivo nei termini di rapporto di quantità: quantità di uomini / quantità di risorse, ed ha posto in modo diverso il concetto di adattamento: adattamento troppo stretto uomo / natura = difficoltà di evoluzione (od evoluzione inesistente); cessazione dell' adattamento = facilitazione dell' evoluzione strutturale.
3 - Hatt affermava che il “mesolitico” sia stato caratterizzato da un regresso tecnologico (5). Gli storici od antropologi fanno derivare questo regresso a sconvolgimenti ecologico-climatici (6). Tale regresso tecnologico o meglio artistico è forse connesso ad un regresso dell' evoluzione strutturale ma può anche coesistere con un progresso strutturale od evoluzione progressiva. L' andamento dei cicli di maggiore o minore riscaldamento del pianeta, nell' attuale periodo interglaciale, avvenuti nel corso dei secoli, dimostra una correlazione con l' andamento delle fasi statuali: infatti nel periodo della decadenza della fase mercantile dell' “evo antico” e nella successiva fase feudale si ebberno secoli di grande raffreddamento della terra. Al ritorno alla fase mercantile corrisponde un innalzamento sorprendente della temperatura terrestre con punte nel secolo XIII e declino nel XIV secolo. Questo innalzamento progressivo, con l' interuzione del XIV secolo, perdurò fino a tutto il XIX secolo, mentre con l' inizio del XX secolo la temperatura della terra si abbassò, con punte di decremento a cavallo del 1929 – 1930 e con aumenti considerevoli di temperatura a partire dal 1940 – 1950, aumenti che continuano all' inizio del XXI secolo. Analogamente, vi era stata una mini-glaciazione prima dell' VIII secolo a.e.v.. Questo dimostra come la velocità di evoluzione della società statuale, e la sua direzione, siano in qualche modo correlati all' evoluzione climatica della Terra, con beneficio attestato per i periodi più caldi.
§ 21: Influenze astronomiche sull' evoluzione storica
1 - L' andamento climatico nei secoli è analizzato in rapporto all' evoluzione strutturale ed è analizzato altresì il rapporto tra l' andamento climatico e l' attività delle “macchie solari” (1). I cicli undicennali di attività della corona solare paiono coincidere con la ciclicità circa-ventennale delle crisi da produzione e da consumo. In particolare, pare che il massimo sviluppo delle crisi coincida con la massima attività della corona solare stessa. Le fasi di massima attività solare, con maggiore comparsa di macchie nere e di effluvi) paiono coincidere con le crisi decennali (esempio ne è l' aurora boreale notata nel 1989, in coincidenza con i prodromi della crisi da consumo degli anni '90). La punta massima di attività della corona solare si è avuta nell' anno 2000, in coincidenza col manifestarsi della crisi da produzione (2). L' inversione della polarità del sole avviene con cicli di 22 anni. E' dunque ipotizzabile un' influenza di tali evoluzioni sull' evoluzione ciclica delle crisi, ossia della ciclicità circa ventennale (3).
2 - Nell' ottobre 2008 gli astronomi hanno osservato il ritorno delle macchie solari, chiaro segno dell' inizio di un nuovo ciclo, dopo un periodo di assenza di attività solare, che ha preceduto la crisi anomala da produzione degli anni 2007 – 2009. L' astronomo Mario Di Martino ha riferito come dalla metà del XVII secolo si sia avuto un'indebolimento dell' attività solare, tanto che le macchie solari scomparvero e questo durò per circa settanta anni, provocando una mini-glaciazione sul nostro pianeta. La ciclicità del sole varia tra i 10 ed i 12 anni, costituendo il cosiddetto “ciclo solare”. Tale ciclicità è data dal variare delle macchie solari. Nella prima metà del 2008 non sono state visibili macchie solari. Dopo il loro graduale ricomparire si raggiunge un massimo, in cui “è possibile osservare la presenza di diversi grandi gruppi di macchie”. Le “macchie”, come i “brillamenti” od espulsioni di massa dalla corona solare, fanno parte dell' attività magnetica del sole. “All' aumento dell' attività corrispondono incrementi di frequenza di aurore nelle regioni polari del nostro pianeta.” Contemporaneamente alla crisi borsistica dell' agosto 2011 si è verificata un' attività magnetica del sole particolarmente elevata. Tali perturbazioni magnetiche, se hanno in qualche modo influenzato la crisi finanziaria predetta, possono preludere ed accompagnare la crisi da consumo che si stà manifestando negli anni 2011 - 2012. Il campo magnetico solare si sta indebolendo e questo rende meno schermato il flusso dei raggi cosmici. Questo produce un' aumento delle nubi nell' atmosfera terrestre, con conseguente calo della temperatura. Tali andamenti climatici possono influire sull'evoluzione della realtà strutturale statuale. I “cicli solari” hanno una corrispondenza con i cicli economici circa-ventennali (4).
§ 22: Fenomeni di regressione dall' universo strutturale statuale ad universi strutturali pre-statuali
1 - Nel Belucistan (una regione a cavallo tra Pakistan, Iran ed Afghanistan) vive un popolo restio all' universo strutturale statuale e, pur inserito in vari stati, rifiuta l'universo strutturale statuale e vive in un' universo strutturale stratificato. Tale fenomeno non è limitato al questa casistica ma si presenta in varie zone dell' America del Sud e dell' Africa del Sud e del Centro, dove continuano a sussistere universi strutturali: tribali, stratificati e delle orde.
2 - In alcuni casi, specie dove si è avuto un colonialismo brutale, si è prodotto un regresso dall' universo strutturale statuale ad universi strutturali pre-statuali. Vi è ad esempio un tribalismo di ritorno nel Congo, già stato autonomo denominato Bakongo ed un fenomeno analogo in certe isole caraibiche. Questo dimostra come alcuni popoli non siano preparati per l' universo strutturale statuale e come quest' ultimo non sia ritenuto preferibile agli universi strutturali pre-statuali, sebbene sia più evoluto e consenta un grado maggiore di individuazione.
3 - Morgan affermava di trovare, nel diciottesimo secolo, esempi di organizzazioni tribali in Europa, e precisamente in Irlanda ed in Scozia. Nel ventunesimo secolo non appaiono esservi esempi meno numerosi di tale fenomeno. Si tratta certo di sopravvivenze di strutture pre-statuali nelle strutture statuali, ma anche tentativi di ritorno alle strutture pre-statuali da parte di popoli che da millenni vivono in strutture statuali. Questo è da ascriversi al generale conservatorismo di chi ama le tradizioni ed al rifiuto della “civiltà” rappresentata dalle strutture statuali, considerate meno “civili” e più inumane delle strutture pre-statuali (1).
4 - L' argomentazione esposta in questo capitolo tende a dimostrare come l'evoluzione ed il progresso tra le strutture storiche sia un percorso ben definito ed universale. I fattori della predetta evoluzione, essendo molteplici ed interagenti, impediscono di predire con esattezza millimetrica i tempi dell' evoluzione complessiva della realtà strutturale storica, ne tanto meno i tempi dell' evoluzione di ciascuna singola società. Questo non significa che l' evoluzione della realtà strutturale storica non sia predittibile, seppure in forma probabilistica.
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