Fisica e filosofia: differenze tra le versioni

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Augusto Guzzo riferiva come Vincenzo Gioberti “scrivesse pensando” ossia scrivesse appunti man mano che gli venivano i pensieri, pubblicati poi in modo non sistematico (4). Altri pensatori scrivono mentre pensano e pensano in modo sistematico allorché scrivono, mentre chi và pensando e scrive appunti dei propri pensieri, rischia di non essere sistematico. Vi è poi chi pensa leggendo e la lettura serve come punto di partenza della propria riflessione, come capita all' autore di queste righe. Citare le letture fatte può essere un modo di esporre la traccia su cui si è sviluppato il proprio pensiero e dunque un' esposizione del proprio filo, se non metodologia, di riflessione. Per tale ragione l' esposizione delle teorie che adombrano il nostro pensiero sono esposte secondo un certo ordine cronologico, in base allo svolgersi del pensiero citato, e contemporaneamente si va esponendo il pensiero dell' autore di queste righe, in contrapposizione od a commento del pensiero citato.
21 dicembre 2012 Giano Rocca
 
PARTE I: Approcci conoscitivi alla realtà storica ed alla natura umana.
Indici del Capitolo 1: Distinzione tra natura umana e realtà storica.
§ 1: Concezioni della natura umana e della realtà storica, espresse da alcune teorie filosofiche
1 – Premessa delle nostre indagini, nel riproporre alcune analisi convergenti di pensatori precedenti.
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8.2.1 - Huxley e riconoscimento della necessità di sostituire un processo etico al processo “cosmico” o realtà strutturale storica.
8.3 – Bisogno di socialità e sua realizzazione non soddisfacente da parte della realtà strutturale storica, da cui dipende la sua artificiosità ed il bisogno del suo superamento.
 
PARTE I
Approcci conoscitivi alla realtà storica ed alla natura umana.
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8.2.2 - Col nascere della capacità razionale ed affettiva nell' essere umano, nasce il bisogno di una socialità, non solo fisica ma anche intellettiva, che non può manifestarsi pienamente ed in modo totalmente soddisfacente a causa di una capacità organizzativa non adatta alla piena espressione del bisogno di socialità. In questo consiste l' irrazionalità delle strutture storicamente date e la necessità del loro superamento, avvertito da sempre dalla cultura più cosciente.
 
Indici del Capitolo 2: Natura cosmica, natura biologica, natura umana, socialità,
società e strutture storiche.
§ 1: Evoluzione cosmica, evoluzione biologica ed evoluzione umana
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4.- L' uomo nuovo, auspicato dal “marxismo” allorché parla della realizzazione del “comunismo”, è in contraddizione con l' insieme della stessa ideologia monista ed immanentista creata da Marx. Se, infatti, l' uomo non è che il “prodotto della storia” non si vede come questa possa essere superata ne come possa creare un uomo nuovo, autocosciente ed in grado di trascendere la realtà storica. Questo implicherebbe una contraddizione implicita alla storia stessa, che ne impedirebbe il funzionamento. Tuttavia tale concezione pare non essere solo un elemento necessario al completamento dell' ideologia. Deriva altresì dalla convinzione di Marx che l'evoluzione provenga da una forza od elemento endogeno di ciascuno stadio evolutivo. Il superamento di uno stadio sarebbe una necessità, manifestantesi allorché quel dato stadio entra in contrasto con sé stesso. Tale concezione è totalmente infondata: le contraddizioni implicite di un qualsiasi fenomeno ne impedirebbero l'esistenza ed il manifestarsi. L' elemento che genera il superamento di un dato stadio evolutivo non può che essergli esterno, come manifestazione di contraddizione tra quel dato stadio ed una natura finalistica, che ha generato quello stadio come mezzo di evoluzione e ne richiede il superamento, allorché quello stadio non sia più adatto allo scopo. L' uomo nuovo, quindi, che permetterà il superamento della realtà strutturale storica sarà l' uomo cui sarà venuta a noia l' evoluzione ripetitiva dell'universo strutturale statuale. Tale crescente disadattamento sarà generato da un livello conoscitivo, solo indirettamente generato dalla società statuale (e non elemento di questo). Questo disadattamento si manifesta in varie forme e si stà trasformando in generale disperazione, evidenziata anche dal diffondersi delle droghe. Qualora manchino le condizioni esterne alla corretta trascendenza della realtà strutturale si avrebbe disgregazione della stessa realtà strutturale statuale. L'assenza di una concreta e realizzabile prospettiva di trascendimento della realtà strutturale statuale determinerebbe l' incamminarsi dell' umanità verso l'autodistruzione.
 
Indici del Capitolo 3: Filosofia dell' essere tra realtà storica e natura umana.
§ 1: Essere, essenza e grado di manifestazione dell' essenza
1 – Esseri come entità assolute prive di concretezza, manifestazioni dell' essere
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3 - La storia comparata portò Bloch a riconoscere “l' unità fondamentale dello spirito umano o, se si preferisce, la monotonia, la sbalorditiva povertà di risorse intellettuali di cui, nel corso della storia, l' umanità ha disposto” (3), ossia l' unitarietà e ripetitività, per i diversi popoli, della storia umana. Bodin abbandonò l' idea platonica della progressiva degenerazione umana ed affermò la parità tra società “moderna” e società “classica” ed introdusse il concetto di “solidarietà dei popoli” ossia l' idea dell' unitarietà della storia umana (4).
 
Indici del Capitolo 4: Filosofia della storia
§ 1: Adombramenti della concezione della ciclicità dell' universo
strutturale statuale
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5.2 - Levi-Strauss, il quale pure concepiva le strutture come semplice concetto metodologico o strumento di indagine delle relazioni sociali, distingueva tra “ordini vissuti” e “ordini concepiti” (25), dove per i primi intendeva i singoli elementi della struttura sociale e della realtà oggettiva e per i secondi intendeva le immagini create dai miti, dalle religioni e dalle ideologie politiche. Affermava che gli “ordini concepiti” siano presupposti direttamente dagli “ordini vissuti” e costituiscono con questi ultimi una “totalità ordinata” (ossia un sistema sociale). In altri termini, indicava la distinzione tra base materiale e proiezione ideale.
 
Indici del Capitolo 5: Natura della scienza e delle ideologie.
§ 1: Definizione delle varie tipologie di scienze
1 – Definizione della scienza galileiana e della scienza “lisenkiana”, criteri di
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4.2 - Per il “marxismo” il concetto di “morte della società” consiste nello sdoppiamento di una unità statuale o la sua frantumazione. Tale concezione estremizza, in senso conservatore ed imperialistico la concezione “nazionalistica” “liberale” o “borghese”. La morte di una società può essere correttamente intesa come la perdita delle caratteristiche fondamentali di quella società, ossia i suoi connotati strutturali. Lo sdoppiamento o frantumazione di una unità statuale, pur non sempre indolore, non è negativa, se non avviene con forzature e con violenze, e può essere anzi vitale per le nuove unità statuali o “nazionali” che si formano. La morte di una data società, nel vero senso della parola, sempre che non avvenga in modo forzato e contro la volontà dei suoi aderenti, è da considerarsi un fatto positivo per il benessere degli stessi aderenti e dunque può essere da considerarsi un fatto storico positivo, come la morte biologica degli individui può essere vista, sul piano della specie, come un fatto positivo per l'evoluzione e la stessa conservazione della specie. Al contrario, il “marxismo” considera la “morte della società” come il massimo dei mali, di fronte a cui anche il “socialismo” diventa desiderabile, essendo anzi, per Engels, l' unico aspetto di desiderabilità del “socialismo”, poiché impedirebbe la “morte della società”.
 
Indici del Capitolo 6: Scienze della realtà strutturale storica e loro rapporto con le
ideologie.
§ 1: Metafisica ideologizzata a base delle ideologie e metafisica scientifica
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11 - Fourier ricercò, senza trovarla minimamente, la legge dell'evoluzione sociale. Ritenne che attraverso la conoscenza di tale legge fosse possibile mutare la società in modo tale da non dover più frenare le passioni umane, soddisfacendole tutte senza distruggere o danneggiare la società. Auspicava cioè il superamento delle strutture statuali e la realizzazione di una società capace di soddisfare pienamente i bisogni umani. La scienza è in se amorale. Può essere o meno morale l' applicazione della scienza. Tuttavia la scienza applicata alla società ed all' umanità sarà morale se realmente scientifica o coerente con la natura umana. Per tale ragione, in presenza della realtà strutturale storica, la scienza applicata all' uomo ed alla società, non può essere pienamente scientifica, non potendo essere pienamente morale, se non ponendosi in antitesi alla stessa realtà strutturale storica. Occorre realizzare la scienza della socialità degli individui e della modalità di espressione ottimale di tale socialità. Essa necessita di una tecnologia sociale atta a consentire la realizzazione di una società consona alla socialità degli individui e tale da consentire di soddisfare pienamente i bisogni di tipo sociale, evitando i contrasti tra i bisogni individuali e sociali e tra la realtà sociale e la socialità dei singoli. La conoscenza scientifica procede per stadi o livelli. Finchè la conoscenza in campo sociale ed umano non abbia raggiunto uno stadio di sufficiente scientificità il superamento della realtà strutturale storica rimane utopistico. Allorchè però la conoscenza della realtà strutturale abbia raggiunto uno stadio che consenta di conoscerne la effettiva natura e l' essenza e dinamica della natura umana nei suoi elementi fondamentali, l' omettere di utilizzare tale conoscenza per realizzare una tecnica sociale in grado di creare un'alternativa alla realtà strutturale storica, costituirebbe un' azione disumana, in quanto renderebbe infruttuosa una conoscenza che costituisce il principale strumento di progresso umano.
 
Indici del Capitolo 7: Scienze della realtà strutturale storica e della natura umana.
§ 1: Distinzione tra scienze della natura cosmica e scienze della realtà
strutturale storica
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8 - Alcuni storici riconoscono come l' attuale storiografia sia a-scientifica. Riconoscono come possa essere resa scientifica, applicandovi il metodo scientifico, basandone le analisi su criteri e concetti falsificabili. Lo scopo stesso della ricerca storiografica sarà scientifico se corrisponderà a criteri o metodi scientifici coerenti con la finalità del progresso umano (119). Witold Kula citava Ossowski, il quale ultimo notava come “gli schemi dicotomici della struttura di classe si prestano più utilmente a servire da arma ideologica nella lotta contro la struttura esistente, mentre gli schemi gerarchici o funzionali sono più utili per la sua difesa” (120). Và notato come la lotta contro la realtà strutturale esistente (sistemi sociali o fasi statuali in atto) può essere finalizzata alla creazione di articolazioni delle strutture statuali non meno gerarchizzate e dicotomiche e dunque, come notava Kula, le ricerche sulla “struttura sociale” rappresentano un campo “dove le passioni ideologiche si ... [manifestano] più vivacemente” (121). Un' analisi scientifica della “struttura sociale”, senza dover scegliere tra lo “schema dicotomico” e quello “gerarchico”, può facilmente constatare l' innegabilità e costanza della stratificazione gerarchizzata (nelle due tipologie di fasi statuali) ed organica e la conseguente suddivisione del “corpo sociale” in due sezioni organicamente complementari: la sezione dei dominatori e quella dei dominati.
 
Indici del Capitolo 8: Conoscenza e coscienza.
§ 1 – Natura dell' autocoscienza o coscienza di se
1 – Conoscenza ed autocoscienza.
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PARTE II: Approfondimento dell' analisi della natura umana nel suo
rapporto con la realtà strutturale storica.
Indici del Capitolo 9: Evoluzione e sue finalità: bio-fisiche, psichiche e
psicologiche.
§ 1: Neo-evoluzionismo e sua interazione con l' evoluzione sociale ed
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7 - Le finalità cosmiche ed umane possono essere ipotizzate e la loro corroborazione lasciata alla prospettiva storica, la quale si incaricherà di verificare se vi sia un movimento percettibile di avvicinamento ai fini individuati. Si può presumere che la storia umana consista in una evoluzione multiforme e progressiva attraverso stadi evolutivi od universi strutturali verso un fine genericamente individuabile in una cosciente felicità comune.
 
Indici del Capitolo 10: Natura umana e personalità dei singoli
§ 1: Base bio-ormonale della soggettività e personalità
1 – Origine bio-ormonale e strutturale degli elementi della personalità.
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2 - La dipendenza psicologica dell' individuo dalla realtà strutturale statuale, nella sua manifestazione contingente, è molto profonda ed è maggiormente marcata per chi è direttamente corresponsabile della dinamica strutturale statuale nelle sue manifestazioni contingenti. Hilgard affermava che tra le ereditabilità genetiche reversibili, nell' uomo, vi sia la variabilità degli organi di senso e del sistema nervoso. Tali variabilità derivano dalle strutture storiche con cui interagisce l'ereditabilità stessa (3). Benchè J. J. Rousseau considerasse l' ineguaglianza psichica naturale ed ineluttabile, riteneva peraltro che l' ineguaglianza economica e sociale sia “la prima fonte del male” (4). Egli parlava di rendere proporzionale l' ineguaglianza sociale a quella naturale (5). Non si rendeva conto che questa giusta proporzionalità implicasse il superamento delle strutture storiche e richieda una socialità superiore a quella espressa in ogni società umana fino ad ora esistita. J. J. Rousseau riconosceva come non si conoscesse ancora sufficientemente la natura umana e che occorresse rifondare la scienza umana (6).Riconosceva come molte delle differenze esistenti tra gli uomini siano effetto della vita in società (ossia della realtà strutturale storica), ma considerava ineluttabile la divisione verticale del lavoro e le strutture storiche e finì per considerare sostanzialmente ineluttabili tutte le differenze interpersonali (7). Rousseau era più propenso a riconoscere che le differenze fisiche derivino dalle strutture sociali piuttosto che riconoscere che le differenze psichiche abbiano questa origine (8). Questo appare singolare e palesemente di origine strumentale. Spinoza affermava che gli uomini differiscono per gli affetti o passioni e che tale differenza sia tale per natura (9). Egli ne trasse però la conseguenza di considerare gli esseri umani ineguali per natura e dunque naturalmente soggetti al potere di chi ha non solo maggiore conoscenza ma maggiori capacità affettive e raziocinanti. In realtà gli affetti, là ove differiscano per natura (ed è un settore limitato), non determinano inevitabilmente la costituzione del potere. Egli affermava che chi tenda ad uniformare gli “affetti” degli altri al suo, attraverso “l' affetto” diviene odioso, mentre chi agisca sotto la guida della ragione può uniformare a sé gli altri, per la sola emulazione (10). E' dunque evidente come egli si rendesse conto di come molte delle differenza affettive siano di natura strutturale. Secondo una certa teoria psicologica (ontogenesi) le doti individuali dei singoli, non derivano principalmente dal patrimonio genetico dei medesimi ma dalle influenze sociali del soggetto, specie nel periodo peri-natale. I bisogni degli individui sono quindi il portato delle “tendenze” naturali descritte da Lacan e la conseguenza delle influenze strutturali in cui l'individuo vive ed interagisce. Il confronto imitativo od emulativo si verifica anche nella trasmissione cognitiva, dove la base della produzione od auto-espressione è costituita dalla conoscenza trasmessa ed appresa per diffusione più o meno meccanica od imitativa. Tale trasmissione cognitiva avviene attraverso uno scambio, in cui il bene della conoscenza è scambiato con beni materiali ed organizzativi (con il loro contenuto di autorità irrazionale e prestigio). Anche in questo ambito si generano ineguaglianze economico-sociali, in presenza della realtà strutturale storica. Le ineguaglianze di origine innaturale generano conflitti. Il bene della conoscenza è un bene della sfera organizzativa, delle relazioni interpersonali e della produzione di beni. La sua trasmissione, nella realtà strutturale storica, genera autorità e potere di tipo irrazionale. La democrazia autentica non deve presupporre eguaglianzae naturali inesisteni, ma basarsi sulle eguaglianze effettive, ponendole in risalto e valorizzandole, ma riconoscendo altresì le ineguaglianze naturali esistenti, in modo corretto, in modo da non creare ulteriori ineguaglianze o squilibri irrazionali, ma in modo da realizzare progressive egualizzazioni di fatto, dove vi siano ineguaglianze di partenza. Le istituzioni statuali presuppongono eguaglianze naturali tra gli individui, in un' innaturale apriorismo. Esse realizzano, poi, ineguaglianze di fatto altrettanto innaturali, in quanto del tutto avulse da eventuali ineguaglianze naturali. I teorici dello “stato di diritto” puro o di una pura istituzionalizzazione del diritto, presuppongono anch' essi un' eguaglianza di bisogni, che crea già di per sé sfruttamento, essendo un' apriorismo avulso dalla realtà della natura umana. Spencer evidenziava come il miglioramento individuale e sociale implichi necessariamente la competitività e dunque la premiazione dei migliori (11). Se l' ineguaglianza economica si accompagna inevitabilmente ad ineguaglianze sociali, giuridiche e politiche, come affermava Engels (12), è però certo che l'uguaglianza economica non può precedere l' egualizzazione sociale e politica, frutto a loro volta di una certa egualizzazione delle capacità intellettive espresse.
 
Indici del Capitolo 11: Individualità e socialità; processo di individuazione e
progresso della socialità
§ 1: rapporto tra individualità e socialità.
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3 - Il “liberalismo” propugna l' eguaglianza delle condizioni di partenza, il “socialismo” propugna l' eguaglianza delle condizioni di arrivo. Una società equilibrata, ossia basata sulla giustizia razionale, garantirà l' assenza di sopraffazione, sia sul piano economico che sul piano sociale, indipendentemente dall'eguaglianza od ineguaglianza naturale tra gli individui. La società basata sulla giustizia razionale eviterà il cumularsi delle ineguaglianze di origine non naturale e creerà spontaneamente una maggiore eguaglianza psicologica tra gli individui, la quale condurrà alla ricerca della possibilità di rimozione delle ineguaglianze psichiche naturali. Chi si oppone alla realtà strutturale in atto compie un' opera altamente morale, poiché dimostra l'autonomia della natura umana dalla realtà strutturale in genere e dalla realtà strutturale contingente, in particolare: tale opposizione deve essere però efficace e non velleitaria e non sfociare in una mera forzatura dell'evoluzione delle strutture in atto, ma deve essere tale da porre le basi del superamento delle strutture storiche, nella direzione di un progresso della socialità e dell' umanità degli individui.
4 - Il perdono, inteso come interiore assenza di odio, in seguito ad un' aggressione subita, al di là dei significati di ordine religioso o strutturale, è un' elemento del riequilibrio pieno della situazione preesistente all' aggressione stessa, poiché inibisce una contro-aggressione ugualmente irrazionale, al di là della difesa dall' aggressore.
 
Indici del Capitolo 16: Economia strutturale ed economia razionale.
§ 1: Definizione dell' economia e sua natura: come studio e come realtà
1 - Definizione dell' economia come studio della base materiale dei
vari sistemi sociali dell' universo strutturale statuale.
2.1 – Fisiocratici e “marxismo” e concezione dei rapporti di produzione.
2.2 - “Economia classica” e concezione a-storica della fase mercantile.
3 – Teoria del “valore di scambio” e concetto di valore d' uso dei beni e delle
merci.
4.1 – Teoria marginalista: edonismo ed eudemonismo e “valore modale”.
4.2 – Modelli econometrici correnti, spese belliche e conteggio delle spese
belliche come investimenti produttivi anziché come investimenti
improduttivi.
4.3 – Concetto di economicità, in rapporto all' evoluzione e progresso delle
strutture storiche.
5 – Economisti, riconoscimento dell' irrazionalità comportamentale e della
ciclicità ventennale le cui crisi sono a cadenza decennale.
6 – Beni immateriali e raporti economici, in presenza della realtà strutturale
storica.
7.1.1 – Teoria del valore degli “economisti classici”, “neo-classici” e dei
“marxisti”.
7.1.2 – Malthus e teorizzazione dell' unicità del concetto di valore d' uso,
diversamente dagli altri economisti “classici”.
7.1.3 – Smith e sua consapevolezza dell' assurdità del concetto di “valore
di scambio” e del fatto che sia lo scambio a determinare il valore
dei beni.
7.2.1 – Teoria del valore di Marx e sua valenza puramente ideologica.
7.2.2 - “Teoria economica marxista”, come “economia ideologica”.
7.2.3 – Pensiero economico “marxista” ed accusa al pensiero economico
non “marxista” di essere a-storico, mentre il pensiero “marxista”
considera “economia” solo la realtà della fase mercantile e d il
suo studio.
7.2.4 – Marx e considerazione delle teorie economiche valide
esclusivamente per l' “economia capitalista”, mentre i
“classici” le consideravano universalmente valide.
7.2.5 – Marx e comprensione dell' effettiva natura del valore d' uso dei
beni e teorizzazione del “valore di scambio” ad uso puramente
ideologico.
7.2.6 – Falsificazione della teoria del valore di Marx e suoi contenuti
essenzialmente ideologici.
§ 2: Economisti e concezione dell' evoluzione storica.
1.1.1 – Concezione distorta dei “classici” circa la natura della fase
mercantile, del valore delle merci e delle capacità lavorative.
1.1.2 - “Economia classica” e concezione mistificatoria dello scambio, con
l' evolversi dell' universo strutturale statuale.
1.1.3 – Smith e concezione della naturalità dello scambio e della divisione
del lavoro, senza analizzarne le varie tipologie che si susseguono
con l' evoluzione nella realtà strutturale storica.
1.2.1 – “Fisiocratici” e teorizzazione di un' “ordine naturale” della politica,
ossia coerente con la fase statuale mercantile.
1.2.2 – Economisti e definizione come “capitalismo commerciale” del
sistema borghese e del periodo di transizione al sistema capitalista
concorrenziale.
1.2.3.1 – “Teorie mercantiliste” e loro validità parziale nel periodo
dell' accumulazione del capitale mobile.
1.2.3.2 - “Economisti”, “teoria economica marxista” e concezione
dell' evoluzione storica come fatto derivato da cause interne a
ciascun sistema.
1.2.3.3 – Coscienza di Marx dell' effettiva natura dell' evoluzione
dell' universo strutturale statuale e sua mistificazione a scopo
ideologico.
1.2.3.4 – Marx e concezione del “modo di produzione asiatico” come società
intermedia tra la fase mercantile e la fase feudale.
1.2.3.5 – Concezione della “lotta di classe” come motore della storia e
conseguente falso materialismo di Marx.
1.2.3.6 – Pensiero economico “marxista” e concezione delle fasi mercantili
come frutto di un dato livello di sviluppo tecnico-scientifico.
1.2.3.7 - “Marxisti” e “leninisti” e coscienza della effettiva natura del
“socialismo”.
1.2.4 – Sociologi e rimprovero agli economisti di considerare
l' “economia politica” estranea alle scienze sociali e conseguente
considerazione delle cause dei fenomeni come eventi naturali o
come conseguenza delle scelte di “politica economica”.
1.2.5 - “Economisti” e confusione tra tipi di produzione e rapporti di
produzione e la stessa economia.
1.2.6 – Evoluzione della teoria economica nella II^ metà del XX secolo, in
conseguenza della crisi più acuta della fase mercantile, in Occidente. p. 480
1.2.7 - “Economia classica”, analisi delle cause della crisi del mercato e della
fase mercantile, e cause effettive.
1.2.8 - “Economisti” contemporanei e definizione come “economia chiusa” per
i stemi capitalisti burocratici, con barriere doganali alle importazioni. p. 480
2 – Parametri economici nell' evoluzione delle strutture storiche ed agenti
della loro determinazione.
§ 3: Monete e loro valore
1.1.1 – Valori relativi e numerario, nelle fasi feudali e nelle fasi mercantili. p. 481
1.1.2 – Prezzo assoluto e valore relativo dei beni, nei termini di valore d' uso. p. 481
1.2 – Circolazione monetaria, legge di Say ed effetti della distruzione di
moneta.
2 – Inflazione e sue cause.
3 – Cambi delle valute.
§ 4: Profitti e sviluppo economico
1.1.1 – “Fisiocratici”, riconoscimento dei vantaggi e delle virtù del mercato
nonché della sua superabilità.
1.1.2 – “Fisiocratici” ed interpretazione del progresso come sviluppo del
benessere.
1.2.1 – Natura del profitto, del rapporto coi salari e dell' evoluzione storica,
secondo la teoria degli “economisti classici”.
1.2.2 – Natura del profitto, del risparmio e della formazione del capitale, fonte
dello sviluppo economico.
1.2.3 – Livello del profitto e valore dei beni.
2 – Natura del mercato e suo inserimento nei sistemi della fase
mercantile dell' universo strutturale statuale.
3 – Funzione del benessere sociale ed indice di benessere.
4 – Aumento della produzione e concetto di sviluppo produttivo.
§ 5 - Cause dello sviluppo produttivo e socio-economico
1 – Fattori dello sviluppo produttivo primario od estensivo e sviluppo
intensivo.
2 – Valore del capitale e sviluppo produttivo.
3 – Cause dello sviluppo economico.
4 – Elementi che favoriscono o contrastano lo sviluppo produttivo.
5 – Momenti dell' evoluzione delle strutture statuali e determinazione o meno
dello sviluppo.
§ 6: Risparmi ed investimenti
1 – Acquisizione, da parte degli economisti accademici, della distinzione
tra risparmi e capitale.
2 – Livello di consumi, risparmi e formazione del capitale.
§ 7: Sviluppo tecnico-scientifico ed evoluzione strutturale
1 – Rapporto tra sviluppo tecnico-scientifico e società in atto.
2 – Andamento del costo della mano d' operra e sviluppo
tecnico-scientifico.
§ 8: Origine della produttività
1 - Produttività e profittevolezza in rapporto all' evoluzione dell' universo
strutturale statuale.
2 – Elasticità della domanda ed equilibrio di mercato.
3 – Equilibrio e disequilibrio tra produzione e domanda. Legge di Say e
ciclicità ventennale con alternarsi di crisi dal lato della domanda e
dell' offerta.
4 – Mercato concorrenziale e mercato adulterato con l' evoluzione
della fase mercantile.
5 – Livello dei consumi e livello di aspirazione degli individui.
6 – Produttività inerente all' efficacia del lavoro.
7 – Produttività e sviluppo tecnologico.
8 – Produttività e rapporti di produzione e di consumo in atto.
9 – Concezione di produttività del capitale e divario tra capacità espresse
e meriti.
§ 9: Valore d' uso relativo e valore d' uso assoluto
1 – Valore d' uso relativo ed assoluto delle merci e del denaro.
2 – Valore d' uso e prezzo relativo delle merci.
3 – Valore d' uso e valore di consumo.
4 – Prezzo nominale e prezzo reale di una merce.
5 – Teorizzazione smithiana del “prezzo naturale” e del “prezzo medio” delle
merci.
6 - Divario tra valenza e valore d' uso ed oppressione sociale.
7 – Tesoreggiamento di denaro e di merci ed andamento dei prezzi.
§ 10: Mercato e teoria razionale del valore
1 – Evoluzione del mercato e squilibri ciclici e strutturali.
2 – Valutazione razionale del capitale, investimento netto e crescita
dell' impresa.
§ 11: Rapporto tra capacità lavorativa e bisogni dei singoli
1 – Marx ed auspicio della soluzione del problema dell' allocazione delle
risorse, come caratteristica idealizzata della società “comunista”, da lui
progettata.
2 – Rapporto tra: capacità intellettiva, capacità lavorativa e bisogni dei
singoli.
3 – Presunti divari tra capacità produttiva e capacità di consumo, come causa
delle crisi del mercato.
4 – Condizioni della realizzabilità di un' economia razionale.
5 – Mercato ed irrazionalità dei comportamenti umani.
6 – Assenza del mercato ed economia irrazionale.
§ 12: Capacità lavorative possedute e capacità lavorative espresse
1 – Capacità lavorativa posseduta e capacità lavorativa espressa,
in rapporto al singolo ed alla società in cui è inserito.
2 – Eguaglianza psichica potenziale tra gli individui e diversa capacità
lavorativa e volitiva, posseduta ed espressa.
3 –Valutazione delle capacità lavorative espresse.
4 – Valore delle merci prodotte e valore della capacità lavorativa
espressa: divario tra bisogni di consumo e bisogno di conservazione
o merito produttivo.
§ 13: Meriti di tipo strutturale e meriti razionali e loro relazione
con le capacità espresse
1 – Capacità espresse e bisogni come elementi del piano economico,
meriti od attribuzione del divario tra capacità espresse e valore dei
beni prodotti, come elemento del piano dei rapporti sociali.
2 – Divario tra capacità lavorative espresse e valore della produzione,
generato dall' irrazionalità delle scelte di consumo o da scelte razionali di
consumo ed investimento e determinanti il merito o capacità di
conservazione del capitale accumulato.
3 – Meriti operativi, responsabilità e bisogno di conservazione e di
progresso e loro soddisfazione.
4 – Maturazione razionale dei soggetti come capacità di sopportazione della
responsabilità.
5 – Natura dell' oppressione: economica, sociale e politica.
6 – Attribuzione dei meriti operativi come autorità razionale.
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[[Categoria: Cosmologia]]