Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Falklands: differenze tra le versioni

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La Spagna trattò con la Francia per la cessione di queste isole nel 1767 mentre gli inglesi, nel 1774, ne lasciarono la proprietà alla Spagna, avendo abbastanza problemi all’orizzonte (la guerra d’indipendenza americana preoccupava molto di più). Nel frattempo l’Argentina divenne indipendente e nel 1823, come eredità della Spagna si appropriò delle Isole con un altro sbarco. Dopo 10 anni arrivarono gli inglesi e stavolta occuparono definitivamente le isole, anche se gli argentini continuarono a chiederne la restituzione per almeno due buone ragioni: erano l’eredità spagnola e facevano parte della piattaforma continentale sudamericana. Agli inglesi facevano comodo per la fiorente industria baleniera, che nell’arco di un secolo avrebbe massacrato i cetacei dei mari meridionali, e perché base idonea alle navi che si muovevano da o per Capo Horn, prima del Canale di Panama l’unico modo per passare da un oceano all’altro, visto che le Americhe sono un continente che ha la particolarià di estendersi da un Polo all’altro (anche per questo Colombo non poteva mancarle, pur ignorandone l’esistenza). La questione della sovranità sulle isole contese continuò per decenni e generazioni di diplomatici non riuscirono a risolverla totalmente: le Falknads, ragionavano gli inglesi, erano state scoperte da loro e siccome erano disabitate si poteva dire con ‘inventio rei nullibus’. La popolazione, per quanto scarsa, che le abitava era essenzialmente di origine inglese. Tra il 1965 e il 1976 vi furono relazioni molto più amichevoli tra i due Paesi, tra l’altro non sempre così ‘nemici’ in quanto la Gran Bretagna vendette all’Argentina materiali come i bombardieri Canberra, bombe da 454kg, missili Blowpipe e Tigercat, oltre ad un paio di cacciatorpediniere Type 42 e altrettanti elicotteri Lynx Mk.23.
 
[[File:01 defensa.jpg|350px|right|thumb|I soldati argentini della guarnigione]]
Ma dal 1976 iniziò la cosiddetta ‘dittatura dei generali’ e le relazioni si interruppero del tutto fino al 1979. Nel febbraio 1982 si provò ad iniziare la risoluzione del contenzioso all’ONU, ma il 18 marzo 1982 un gruppo di operai argentini issarono la bandiera nazionale nella Georgia del Sud, considerata parte dei possedimenti inglesi del Territorio Antartico Britannico. Il 2 aprile una forza di invasione di 2.000 marines e fanti, portata da una flotta di navi comprendente mezzi da sbarco LVTP-7 e corvette A-69 (una delle quali fu danneggiata dal fuoco di reazione inglese, essendosi avvicinata molto a P.Stanley), sbarcò a Port Stanley. Gli inglesi avevano una piccola guarnigione e decisero di arrendersi presto, non potendo contare su nessun aiuto dalla madrepatria in tempi utili. Gli argentini avevano fatto la loro 'blitzkrieg' partendo da Rio Gallegos, e crebbero ben presto a 11.000 truppe. Stando tanto vicini alla madrepatria, essendo la Gran Bretagna fin troppo impegnata con la Guerra fredda in Europa ma anche con una pesante crisi economica e gli irredentisti dell’Irlanda del Nord, non sembrava che le forze argentine, supportabili da una cospicua aviazione, corressero rischi. Nondimeno, la loro forza aumentò considerevolmente per scoraggiare gli inglesi ad una reazione. Ma la Tatcher comprese che non si poteva lasciar perdere senza una inaccettabile perdita di prestigio per la Gran Bretagna e nei giorni successivi ordinò l’operazione Corporate, la riconquista delle Isole, che tra lo stupore generale sarebbe incominciata prima della fine di quello stesso mese.
[[Immagine:FAA Air Bases 1982.gif|350px|right|thumb|Il teatro d'operazioni, con la 'zona d'esclusione' dichiarata dalla Gran Bretagna]]