Equitazione/Gli aiuti: differenze tra le versioni

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CAPITOLO V
 
GLI AIUTI
 
Senza dubbio la trafila migliore, per il principiante, vorrebbe essere quella di saper padroneggiare tutti i dettagli dell’assetto, della posizione e del funzionamento delle redini, mentre il cavallo è fermo. Pochi allievi, tuttavia, sono disposti a impegnarsi in questo paziente lavoro. Giovani o adulti, essi non vogliono solamente andare al passo, ma anche trottare, prima di avere la minima idea di quello che si deve fare per dirigere e per controllare le loro cavalcature. Perciò la mia personale esperienza mi dice che è molto meglio, nel complesso, lasciar ampiamente fare al principiante come preferisce, nei limiti del ragionevole.
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Al trotto, il cavaliere può avere un assetto profondo, oppure può alzarsi ad ogni battuta, in quello che è chiamato “il movimento inglese”. Ma in entrambi i casi, deve sedersi sulla sella per poter usare la pressione delle gambe per effettuare i cambi di direzione o di andatura o per impartire altri comandi. Anzi, egli può far girare la sua cavalcatura solo tramite la redine, senza usare le gambe, ma, in questo caso, l’animale obbedisce solamente perché vuole collaborare. Senza la pressione delle gambe il cavaliere non può esigere la sottomissione.
 
Non appena l’allievo ha acquisito una sufficiente sicurezza di sé e un assetto solido, è utile che si eserciti nel salto ostacoli.
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