Greco antico/Verbo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Incollo da http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=51805300
Riga 13:
* la '''coniugazione tematica''' dei '''verbi in -ω''', detti così dalla terminazione della prima persona singolare dell'indicativo presente attivo (γράφ-ω);
* la '''coniugazione atematica''' dei '''verbi in -μι''', detti così dalla terminazione della prima persona singolare del presente attivo ( φη-μί).
 
Il verbo greco conosce quattro sistemi temporali fondamentali. A ognuno di essi è associato un determinato aspetto verbale, o qualità dell'azione, in relazione alla sua durata o compiutezza.
tali sistemi temporali sono:
 
* il [[presente (tempo)|presente]], tema temporale che definisce un'azione non compiuta e durativa, con sfumature conative ("tentare di...") o iterative o di consuetudine;
* il [[futuro]], che indica un'azione futura rispetto al momento della sua enunciazione;
* l'[[aoristo]], che indica un'azione momentanea, colta nel momento finale del suo compiersi, senza alcuna conseguenza perdurante nel presente;
* il [[perfetto]], che indica uno stato nel presente risultante da un'azione passata (azione di aspetto resultativo).
 
A partire da questi quattro temi temporali, che costituiscono l'ossatura del paradigma del verbo greco, si formano tutti i tempi verbali del greco, che sono nel complesso sette:
 
* sul ''tema del presente'', si formano due tempi: lo stesso presente, in tutti i suoi modi e l'[[imperfetto indicativo]], indicante un'azione durativa nel passato (e corrispondente in linea di massima all'imperfetto italiano),
* sul ''tema del futuro'' si forma il [[futuro semplice]], in tutti i suoi modi;
* sul ''tema dell'aoristo'' si forma l'''aoristo'' in tutti i suoi modi (esso corrisponde a due tempi italiani, [[passato remoto]] e [[trapassato remoto]]);
* sul ''tema del perfetto'' si formano tre tempi: il [[perfetto]] stesso, indicante uno stato presente derivante da azione passata; il [[piuccheperfetto]], indicante uno stato passato derivante da un'azione ancora anteriore; il [[futuro esatto]] o [[futuro perfetto]] (solo impropriamente definito [[futuro anteriore]]), indicante lo stato futuro derivante da un'azione presente o futura. I tempi del perfetto, per la loro peculiare valenza, non hanno una e una sola corrispondenza con i tempi italiano, ma assumono diverse funzioni, tutte relative all'idea del risultato presente, passato o futuro, di un'azione precedente.
 
I tempi del verbo greco si dividono in due categorie:
 
* i ''tempi principali'', presente, futuro, perfetto, futuro esatto, che hanno valore di azione presente o futura, e assumono le desinenze primarie, caratterizzate dalla tipica '''ι''' finale;
* i ''tempi storici'', imperfetto indicativo, aoristo, piucchepperfetto indicativo, che articolano l'azione passata, e assumono due caratteristiche: 1) il prefisso verbale noto come ''aumento'' (ma solo nell'indicativo -''vedi sotto''); 2) le desinenze secondarie, ''che sono totalmente prive della tipica '''ι''' finale''.
 
La definizione che il filosofo [[Aristotele]] dà del verbo è che esso "esprime in aggiunta il tempo" ({{polytonic | προσσημαίνει τὸν χρόνον}}). Ciò è vero unicamente per il modo [[indicativo]], non per gli altri modi del verbo greco, che indicano, per ogni tema temporale, solo la [[azione (linguistica)|qualità dell'azione]] (la sua durata o compiutezza), e la sua [[Verbo#Modi e modalità|modalità]] logica (reale, potenziale etc.). Il greco ha quattro modi finiti (gli stessi dell'indoeuropeo, ancora conservati in [[Lingua vedica|vedico]]), e due forme nominali. I modi finiti del verbo greco sono:
 
* l'[[indicativo]], modo dell'azione reale, collocata nel tempo: è l'unico modo dell'imperfetto e del piucchepperfetto, e il solo in cui l'aoristo assume l'aumento;
* il [[congiuntivo]], modo dell'esortazione e della possibilità, in dipendenza da tempi principali - il congiuntivo di tutti i tempi ha sempre le desinenze primarie, ed è trattato alla stregua di un tempo principale (ha valore prospettivo, quasi fra presente e futuro);
* l'[[ottativo]], modo del desiderio e della possibilità, in dipendenza da tempi storici -l'ottativo di tutti i tempi ha sempre le desinenze secondarie ed è trattato alla stregua di un tempo storico;
* l'[[imperativo]], modo del comando.
 
Accanto a questi modi ci sono poi le forme nominali dell'[[infinito (modo)|infinito]], che ha la stessa valenza dell'infinito italiano e latino, e del [[participio]], corrispondente al participio e al gerundio italiani.
 
Non tutti i sistemi temporali si coniugano in tutti i modi. Uno sguardo d'insieme è fornito dal seguente specchio riassuntivo:
 
* il ''presente'' ha l' ''indicativo'', il ''congiuntivo'', l' ''ottativo'', l' ''imperativo'', il ''participio'', l' ''infinito'';
* l' ''imperfetto'' ha solo l' ''indicativo'';
* il ''futuro'' ha l' ''indicativo'', l' ''ottativo'', il ''participio'' e l' ''infinito'';
* l' ''aoristo'' ha l' ''indicativo'', il ''congiuntivo'', l' ''ottativo'', l' ''imperativo'', il ''participio'', l' ''infinito'' -assume caratteristiche di passato solo nell'indicativo;
* il ''perfetto'' ha l' ''indicativo'', il ''congiuntivo'', l' ''ottativo'', l' ''imperativo'', il ''participio'', l' ''infinito'';
* il ''piuccheperfetto'' ha solo l' ''indicativo'';
* il ''futuro esatto'' ha l' ''indicativo'', l' ''ottativo'', il ''participio'' e l' ''infinito''.
 
Come nella flessione nominale, anche nella coniugazione dei verbi greci esistono tre numeri, ''[[singolare]]'', ''[[duale (linguistica)|duale]]'' e ''[[plurale]]''. Il singolare e il plurale hanno le consuete tre persone nell'indicativo, nel congiuntivo e nell'ottativo, ma non nell'imperativo, che non ha le prime persone; il duale ha solo la seconda e la terza persona in tutti i quattro modi finiti.
 
Il verbo greco ha tre diatesi (in questo, fra le [[lingue indoeuropee]], è eguagliato solo dal [[sanscrito]]), tutte flesse, nella maggior parte dei tempi, con desinenze proprie, ben distinte per ognuna di esse (al contrario di ciò che avviene nelle moderne lingue europee occidentali). Queste forme o diatesi sono:
 
* l'[[attivo]], che esprime l'azione compiuta dal soggetto;
 
* il [[medio]], che esprime un'azione che avviene nella sfera di interesse o di pertinenza del soggetto -esso corrisponde ai vari usi del [[riflessivo]] della lingua italiana;
 
* il [[passivo]], che esprime l'azione subita dal soggetto ad opera di un attore indicato da un [[complemento d'agente]].
 
Le tre forme del greco sono ben diversificate solo in due tempi: il ''futuro'' e l'''aoristo''.
Negli altri tempi, ''presente'', ''imperfetto'', ''perfetto'', ''piucchepperfetto'' e ''futuro esatto'', il medio e il passivo coincidono, e sono distinguibili solo dal contesto sintattico della frase, in base alla presenza o meno del complemento d'agente.
 
''Attenzione'': il ''medio'' del greco può essere usato come ''riflessivo'' propriamente detto (verbo che indica un'azione che il soggetto compie su se stesso), ma per lo più quest'ultima forma verbale è chiaramente espressa con il verbo transitivo attivo che regge un [[pronome]] riflessivo, che spesso è peraltro sottinteso.
 
Altre funzioni del medio:
 
* ''Medio reciproco'': corrisponde al riflessivo reciproco italiano;
 
* ''Medio dinamico'': indica un'azione in cui il soggetto è fortemente coinvolto, connotazione che la forma attiva non renderebbe; il medio dinamico di un verbo transitivo può reggere l'accusativo, cioè un compl. oggetto;
 
* ''Medio d'interesse'': indica un'azione che il soggetto compie a proprio vantaggio: il medio di interesse di un verbo transitivo può reggere l'accusativo, cioè un compl. oggetto.
 
==== Verbi deponenti e verbi semideponenti ====
 
Come in [[lingua latina|latino]], in [[sanscrito]] e in molte altre lingue antiche, alcuni verbi greci depongono la forma attiva e hanno solo la forma media, che ha però valore attivo: essi perciò vengono definiti ''verbi deponenti medii''. Ess.:
*'''μάχομαι''', "combatto";
*'''γίγνομαι''': "divengo, nasco, sono", alla 3º persona sing. e plur. vale "accade, accadono";
*'''βούλομαι''': "decido, voglio".
 
Molti verbi greci sono deponenti in alcune forme, e regolari in altre: così il verbo '''γίγνομαι''', "divengo, nasco, accado, sono", ha un perfetto '''γέγονα''', non deponente (simili paradigmi verbali vengono definiti ''semideponenti'', poiché depongono l'attivo solo in parte).
 
Lo stesso verbo atematico '''{{polytonic | εἰμί}}''', "sono, esisto", ha un futuro deponente: '''{{polytonic | ἔσομαι}}''' "sarò".
 
{{Avanzamento|100%|9 agosto 2010}}