Sistema delle acque bolognesi/Fiume Reno: differenze tra le versioni

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Durante il papato di Benedetto XIV (il bolognese Cardinale Prospero Lambertini), il fiume Reno fu soggetto ad una modifica idraulica fondamentale: dopo essere stato un affluente del Po in epoca alto medievale, sia da solo, sia congiuntamente col Panaro, il susseguirsi delle disastrose piene cui andava periodicamente soggetto, ne causarono un disalveamento ed un impaludamento nelle campagne ferraresi. Fu, allora, disalveato nell'ultimo tratto, fu scavato un canale artificiale di circa 30 km (Cavo Benedettino) con direzione verso il mare Adriatico e, questo, fu collegato con l'antico corso abbandonato del Po di Primaro, assumendo, pertanto l'aspetto attuale, con andamento caratteristico prima da sud a nord, poi, dopo una improvvisa curva a gomito (nei pressi della località Sant'Agostino), da ovest a est, fino all'ultimo tratto che piega decisamente verso nord dopo avere aggirato e sfiorato le Valli di Comacchio. Molta parte della letteratura individua ancora il tratto terminale di circa 40 km e la foce come "Po di Primaro". Dal punto in cui riceve le acque del torrente [[Sistema delle acque bolognesi/Sillaro|Sillaro]], fino alla foce, il suo corso segna il confine naturale tra Emilia e Romagna.
 
Nel 43 a.C., su un'isoletta del Reno, presso l'allora colonia romana di Bononia, fu stipulato il patto costitutivo del [[Storia_di_Roma/Da_Cesare_a_Ottaviano#Secondo_triumvirato|Secondosecondo Triumviratotriumvirato]]. Una colonna nella località di Sacerno, in cui secondo la tradizione si sarebbe trovata questa isoletta, fu posta nel '700 per ricordare l'avvenimento.