I promessi sposi/Monaca di Monza: differenze tra le versioni

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È per questo che Gertrude, attorniata da figure false e costruite, spinta a fare scelte contro la propria volontà e distrutta dalla propria condizione di sottomessa, di frequente ricorreva allo stratagemma dello splendido ritiro (come definito dal Manzoni) del paradiso dei sogni, nel quale si rifugiava, ogni qual volta volesse evadere dalla prigionia virtuale in cui era segregata, dando sfogo alle fantasie più recondite, spesso, fino ad abusarne ossessivamente.
 
La stessa esistenza di Gertrude infatti viene da alcuni descritta come un "Dramma di volontà": non si sa ancora se Manzoni stesso la considerasse completamente colpevole degli atti oscuri di cui è complice o protagonista, ma sicuramente l'autore la biasima per aver sempre troppo temuto le conseguenze delle proprie azioni per riuscire a prendere una vera decisione sulla sua vita, nonostante le numerose occasioni che il Manzoni le pone sulla strada. Al pensiero di mettersi contro suo padre, per esempio, Gertrude rabbrividisce e continua ad acconsentire passivamente alle richieste del principe; al colloquio con il vicario (incaricato di accertarsi della sincerita' della vocazione della ragazza) considera la possibilita' di confessare l'inesistenza della sua devozione e comunque lascia che la paura continui a guidare la sua strada. E, come scrive il Manzoni: "Un altro sì, e fu monaca per sempre".<3
 
 
 
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