Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Italia 5: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 116:
Mancavano quasi completamente le armi di precisione e i mirini ottici relativi, e anzi non vi era cura verso il "cecchinaggio" considerato difensivista e per questo osteggiato "ideologicamente" dalle direttive "offensiviste" proprioe del regime.
 
I fucili mitragliatori Breda 30 erano un'arma prodotta in gran quantità, ma si trattava di un prodotto notevolmente insoddisfacente per il fuoco di supporto alle squadre di fanteria, con un funzionamento molto difettoso e complesso. In verità la mitragliatrice Breda mod '30 era una delle peggiori mitragliatrici leggere in circolazione, inferiore persino a parecchi modelli della prima guerra mondiale, come le Lewis inglesi e i BAR (americani, ma molti diffusi, su varianti migliorate prodotte su licenza, in Europa: Belgio, Cecoslovacchia, Lituania, Svezia, Polonia ecc., praticamente, anche se di moderna concezione, si poneva nelle prestazioni come pari delle Madsen, ovvere delle più primitive mitragliatrici leggere al mondo, utilizzata nel 1940 ancora da Norvegia, Danimarca e Brasile (ma in tutti e tre i casi in via di radiazione e con compiti di seconda lina). Molto più apprezzate le mitragliatrici Breda 37, che erano affidabili e sicure, sebbene condividessero con il mod. 30 il complesso sistema di lubrificazione e di ingresso dei proiettili. Il problema era anche quello di avere un peso di ben 40 kg, decisamente troppo per seguire facilmente le truppe, ma erano armi potenti (in calibro 8x59 mm) e relativamente precise. Ancora peggio andava con le mitragliatrici FIAT 14/35, armi che (finalmente) eliminavano il sistema di lubrificazione, ma pesanti (17 kg scarica) e comunque ricavate dalla vecchia FIAT mod 1914 della prima guerra mondiale, dotata ora di raffreddamento ad aria e munizioni potenti (8x59 mm). Singolarmente la FIAT 14/35 fu destinata, pur pesando meno ed avedo una meccanica semplice, più spesso alle opere difensive e alla difesa costiera della Breda 37, preferita dalle truppe e dai comandi perchè, in fin dei conti, si più pesante e complicata, ma anche più prestante.
 
I fucili mitragliatori Breda 30 erano un'arma prodotta in gran quantità, ma si trattava di un prodotto notevolmente insoddisfacente per il fuoco di supporto alle squadre di fanteria, con un funzionamento molto difettoso e complesso. In verità la mitragliatrice Breda mod '30 era una delle peggiori mitragliatrici leggere in circolazione, inferiore persino a parecchi modelli della prima guerra mondiale, come le Lewis inglesi e i BAR (americani, ma molti diffusi, su varianti migliorate prodotte su licenza, in Europa: Belgio, Cecoslovacchia, Lituania, Svezia, Polonia ecc., praticamente, anche se di moderna concezione, si poneva nelle prestazioni come pari delle Madsen, ovvere delle più primitive mitragliatrici leggere al mondo, utilizzata nel 1940 ancora da Norvegia, Danimarca e Brasile (ma in tutti e tre i casi in via di radiazione e con compiti di seconda lina). Molto più apprezzate le mitragliatrici Breda 37, che erano affidabili e sicure, sebbene condividessero con il mod. 30 il complesso sistema di lubrificazione e di ingresso dei proiettili. Il problema era anche quello di avere un peso di ben 40 kg, decisamente troppo per seguire facilmente le truppe, ma erano armi potenti (in calibro 8x59 mm) e relativamente precise. Ancora peggio andava con le mitragliatrici FIAT 14/35, armi che (finalmente) eliminavano il sistema di lubrificazione, ma pesanti (17 kg scarica) e comunque ricavate dalla vecchia FIAT mod 1914 della prima guerra mondiale, dotata ora di raffreddamento ad aria e munizioni potenti (8x59 mm). Singolarmente la FIAT 14/35 fu destinata, pur pesando meno ed avedo una meccanica semplice, più spesso alle opere difensive e alla difesa costiera della Breda 37, preferita dalle truppe e dai comandi perchè, in fin dei conti, si più pesante e complicata, ma anche più prestante.
 
Rimanevano in uso, anche in prima linea sopratutto in colonia, molte mitragliatrici italiane (in cal. 6.5) ed austriache (in cal 8)della prima guerra mondiale, con raffreddamento ad acqua. Inoltre il Regio esercito non concepiva ancora la squadra di fucilieri come al servizio della mitragliatrice d'assalto (cosa invece tipica dell'esercito tedesco) e faceva, concettualmente, grande affidamento sulle cariche alla baionetta e gli attacchi infiltranti a piccoli gruppi votati al corpo a corpo con le bombe a mano, dando poca importanza all'esigenza di disporre di mitragliatrici leggere affidabili e impiegandole come armi di supporto e difensive.