Dati utili per wargamers/Cannoni controcarri: differenze tra le versioni

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All'inizio della Seconda guerra mondiale, le armi per combattere i corazzati nemici erano modeste, adeguate del resto ad affrontare i carri armati dell'epoca, poco più che cingolette con una torretta sopra (ad esempio, le numerose 'tankette' della famiglia Vickers, da 3-6 tonnellate). Vi erano alcuni tipi di cannone controcarro, come i pezzi austriaci Bolher da 47mm, adottati nel 1935 anche in Italia. Il calibro dei cannoni in questa prima fase era di circa 37-47 mm e potevano perforare al più, con semplici proiettili AP, 40-50 mm a 500 m di distanza. Essi erano abbastanza efficaci in un mondo in cui lo spessore delle corazze ammontava a meno di 20 mm.
 
La loro capacità veniva integrata anche dalle artiglierie campali e da quelle da supporto della fanteria, talvolta con esiti migliori. Il cannone da 65mm italiano, per esempio, venne sorprendentemente considerato (malgrado la bassa velocità del proiettile) migliore del pezzo da 47mm, eppure naquenacque come artiglieria da montagna, scalzata da un pezzo austriaco di preda bellica calibro 75 mm e 'girata' all'appoggio di fuoco per la fanteria. I cannoni per la fanteria propriamente detti erano diversi, anche se simili a quelli da montagna. Persino più leggeri, erano spesso privi di possibilità di someggio, ma venivano trainati interi da pariglie di cavalli (per via della scarsissima motorizzazione degli eserciti dell'epoca). Anche le artiglierie antiaeree erano molto utili come armi controcarro, grazie all'elevata velocità iniziale. Il cannone da 88 mm tedesco ne fu un eccellente esempio fin dalla Guerra di Spagna. Esso non era più potente di altri cannoni A/A pesanti, ma semplicemente era molto mobile e facilmente utilizzabile dalle truppe di campagna.
 
Infine vi era la fanteria, che aveva varie, semplici armi: le bottiglie molotov, le bombe a mano e i fuciloni. Le bombe a mano più efficaci erano quelle a carica cava, non ancora disponibili all'inizio della guerra, ma i tedeschi avevano le stielgranade, bombe con manico. Quando serviva una carica più potente staccavano il manico a diverse bombe, le legavano attorno ad una ancora con il manico e ottenevano la 'carica potenziata'. Un altro modo era quello di usare direttamente le mine controcarro gettate sotto i cingoli del veicolo in avvicinamento, una cosa quasi suicida se il carro aveva il supporto della fanteria.