Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Regno Unito-11: differenze tra le versioni

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===Valiant===
[[Immagine:Valiant.vbomber.700pix.jpg|400px|left|thumb|Un Valiant al decollo, nel suo immacolato bianco antinucleare, mostra anche il particolare carrello con ruote in tandem]]
 
Il Vickers Valiant era un bombardiere britannico realizzato negli anni anni '50, famoso anche per essere stato il primo dei cosiddetti "V-Bombers" (gli altri erano l'Avro Vulcan e l'Handley Page Victor). Questo nuovo aereo, nato come Vickers-Armstrong Type 660 era una macchina di valide caratteristiche, con un carrello retraibile elettricamente all'indentro come sul B-25, 5 uomini di equipaggio e l'assenza di qualunque armamento difensivo, puntando sulla quota e velocità per sopravvivere, oltre che su di una colorazione bianca 'anti-nucleare' per riflettere l'energia delle esplosioni nucleari. Però esso aveva anche un'ala quasi diritta, non superava i 920 km/h e anche le altre prestazioni erano poco impressionanti, tranne l'ottimo carico utile di oltre 9 tonnellate sotto forma di 31 bombe da 454 kg come massimo. Entrato in linea nel 1955, fu prodotto in poco più di 100 esemplari e fu impiegato in guerra nel 1956 (operazione "Musketeer" durante la guerra arabo-israeliana di quell'anno, a cui presero parte anche gli anglo-francesi) con 4 squadriglie, che pare ebbero una perdita dovuta a un Meteor o un MiG-15. Dal '63 venne passato agli attacchi a bassa quota, mentre alcuni erano stati ricostruiti come aerocisterne, data la disponibilità dei Vulcan e Victor. Il passaggio alle missioni a bassa quota provocò danni per la fatica alle ali, che portarono alla radiazione dopo pochi anni del velivolo, nonostante che la versione B.Mk.2 era già approntata con il primo volo nel '53, specializzata per le basse quote; a quel punto però gli altri V-bombers erano già pronti.
 
[[Immagine:Vickers Valiant Farnborough 1951.jpg|400px|left|thumb|Il primo Valiant prototipo a Farnborough, 1951]]
 
[[Immagine:File:YellowSunBomb2.JPG|300px|left|thumb|La bomba 'Yellow Sun']]
 
[[Immagine:Vickers valiant camouflaged on ground arp.jpg|400px|left|thumb|Il Valiant coi colori tipici delle missioni a 'bassa quota']]
 
 
[[Immagine:Wikivaliant.jpg|400px|left|thumb|L'ultimo Valiant, attualmente ancora conservato in maniera completa e con il bianco 'anti-nucleare' dei primi tempi (2006)]]
[[Immagine:Valiant B1 Silh.jpg|400px|left|]]
 
 
Il Vickers Valiant era un bombardiere britannico realizzato negli anni anni '50, famoso anche per essere stato il primo dei cosiddetti "V-Bombers" (gli altri erano l'Avro Vulcan e l'Handley Page Victor). Questo nuovo aereo, nato come Vickers-Armstrong Type 660 era una macchina di valide caratteristiche, con un carrello retraibile elettricamente all'indentrointerno come sul B-25, 5 uomini di equipaggio e l'assenza di qualunque armamento difensivo, puntando sulla quota e velocità per sopravvivere, oltre che su di una colorazione bianca 'anti-nucleare' per riflettere l'energia delle esplosioni nucleari. Però esso aveva anche un'ala quasi diritta, non superava i 920 km/h e anche le altre prestazioni erano poco impressionanti, tranne l'ottimo carico utile di oltre 9 tonnellate sotto forma di 3121 bombe da 454 kg come massimo. EntratoAlmeno innel lineacaso neldel 1955'Vulcan', fuqueste prodottobombe inerano poco più di 100 esemplari e fu impiegatocaricate in guerra'clips' neldi 19567 (operazioneordigni "Musketeer" durante la guerra arabo-israeliana di quelll'announo, a cui presero parte anche gli anglo-francesi) con 4 squadriglie,il che parespiega ebberoquesto unanumero perditapiuttosto dovuta a un Meteor o un MiG-15strano. Dal E'63 venneverosimile passatoche aglianche attacchiil a bassa quotaValiant, mentrecosì alcunicome eranoil stati ricostruiti come aerocisterneVictor, dataavessero latali disponibilità'clips' dei(solo Vulcanche eil Victor. Ilne passaggioaveva alle5 missioniunità), a bassa quota provocò danni per la fatica alle ali,il che portaronopermetteva alladi radiazionericaricare dopogli pochiaerei annimolto delin velivolofretta, nonostantecosa che laevidentemente versioneera B.Mk.2stata erapensata giàappositamente approntataper conun illoro primoimpiego volocome nelmacchine '53convenzionali, specializzatanonostante perl'enfasi ledata bassedal quote;ruolo adi quelbombardiere punto però gli altri V-bombers erano già prontinucleare.
 
Entrato in linea nel 1955, il Valiant fu prodotto in poco più di 100 esemplari e fu impiegato in guerra nel 1956 (operazione "Musketeer" durante la guerra arabo-israeliana di quell'anno, a cui presero parte anche gli anglo-francesi) con 4 squadriglie, che pare ebbero una perdita dovuta a un Meteor o un MiG-15. Dal '63 venne passato agli attacchi a bassa quota, mentre alcuni erano stati ricostruiti come aerocisterne, data la disponibilità dei Vulcan e Victor. Il passaggio alle missioni a bassa quota provocò danni per la fatica alle ali, che portarono alla radiazione dopo pochi anni del velivolo, nonostante che la versione B.Mk.2 era già approntata con il primo volo nel '53, specializzata per le basse quote; a quel punto però gli altri V-bombers erano già pronti.
 
Le sue origini vanno ricercate nella specifica nata dagli studi del Joint Technical Warfare Committee, iniziati nel novembre 1944 e con un report (il Tizard Report) del 3 luglio 1945 che dava indicazioni sul futuro della RAF, rimasta la forza aerea più potente d'Europa (almeno, eccetto l'URSS). Nel 1946 fu la volta della specifica OR229 e della simile OR230, che chiedevano lo sviluppo di aerei a reazione come deterrente per vettorare armi nucleari sul territorio sovietico, dato l'aumento della tensione internazionale già verso la fine del conflitto. Seguì la B.35/46 del British Air Ministry (del gennaio 1947) che chiedeva un bombardiere veloce quasi quanto il suono, a quote di 15.240 metri. La Shorts Brothers sottopose un progetto reputato troppo ambizioso, ma data la necessità di avere un progetto di riserva in caso fallisse lo sviluppo del tipo previsto, allora venne accreditata dello sviluppo di un altro tipo di aereo, nato dalla B.14/46, chiamato successivamente S.A. 4 Sperrin, e che venne completato in due soli prototipi, volati a partire dal 1951. Mentre l'H.P. e l'Avro tendevano a volare in alto, con i loro nuovi progetti avanzati, la Vickers, già autrice del vecchio Wellington (che nei suoi limiti, fu il bombardiere britannico più prodotto di sempre), ebbe un altro contratto, che fosse di back-up in caso di fallimento dei tipi più avanzati. In realtà, inizialmente la proposta Vickers sembrò poco attraente se comparata a quella dei concorrenti, ma dato che questi ultimi sarebbero stati prodotti e messi in servizio con qualche anno di ritardo, si pensò di attribuirle una commessa per quest'aereo ad 'interim'. Così, i bombardieri britannici vennero sviluppati su più fasi: il Lincoln non era altro che un Lancaster potenziato, mentre il Canberra sostituì il Mosquito, ma non aveva l'autonomia e la capacità di carico per portare un ordigno classe 4.500 kg (come erano le armi nucleari dell'epoca, insomma). Il Lincoln, difficilmente capace di allontanarsi per tempo dall'esplosione delle proprie stesse armi nucleari, venne sostituito da circa 90 B-29 'Washington' come interim. Poi venne lo Sperrin, che fu praticamente una sorta di programma di sviluppo; il Vulcan e il Victor vennero entrambi portati avanti nel timore che uno dei due fallisse; e nel frattempo, come successore del Washington, fu la volta del Valiant, voluto come aereo provvisorio per i reparti britannici. All'epoca si faceva davvero in fretta, anche a sviluppare gli aerei più sofisticati e costosi; ma dato che la guerra nucleare era del tutto diversa da quella convenzionale, e che i 'jet' erano sia più costosi che più difficili da colpire dei vecchi aerei ad elica, in pratica tutti i progetti britannici finiranno per essere poco prodotti e assai dispersivi nella loro produzione. Restano un esempio affascinante di evoluzione aeronautica, in quella che divenne nota come 'V-Class' perché questi aerei, a similitudine di molti tipi di navi britanniche, avevano tutti nomi inizianti con V.
 
Il Valiant, portato avanti nella RAF sopratutto grazie all'attività del capo-progettista George Edwards, che insisté sulla maggiore rapidità e minor rischio di sviluppo, ebbe così luce verde. La prudenza dell'aviazione britannica sui progetti avanzati può sembrare difficilmente comprensibile, specie se si considera anche l'ansia contemporanea di avere un nuovo bombardiere. Ma erano così quegli anni: l'avveniristico trasporto D.H. Comet sembrava dare ai Britannici una leadership nell'aviazione commerciale, finché la sua carriera fu rovinata da inaspettate debolezze strutturali (in pratica, i finestrini rettangolari finivano per fornire alla pressione della cabina un punto debole su cui infierire sulla struttura metallica; troppo tardi verranno realizzati i Comet con finestrini ovali, nel frattempo la carriera fu compromessa e i concorrenti americani finirono per prevalere). Nel mentre, la Boeing, già autrice dei migliori bombardieri del conflitto, entrò nella scena degli aerei a reazione con il B-47 Stratojet, che volò già nel '47 ed entrò in servizio all'inizio degli anni '50. Al contempo, i Sovietici avevano messo in crisi la comoda legge 'dei 10 anni', che i Laburisti avevano dichiarato dopo la guerra e che prevedeva che 'non vi sarebbero state gravi emergenze per altri 10 anni'. Cosa comprensibile, dati danni subiti dalla Gran Bretagna (che finì il razionamento addirittura dopo l'Italia, nel '54), ma che Stalin, nonostante i danni ancora maggiori subiti dall'URSS, mise in crisi già con Berlino (1948), e che frantumò definitivamente con la Guerra di Corea. E i Sovietici avevano sviluppato anche efficaci aerei da caccia, i MiG-15, che poterono dimostrare la loro efficacia contro i B-29 già nel '50, durante la guerra di Corea. I Britannici avrebbero avuto molti guai con i loro pur numerosi Lincoln e persino con i bombardieri di 'punta', i Washington. Bisognava fare presto, e al contempo, non fare passi falsi: facile a dirsi, meno a farsi!
 
Così, con l'aprile 1948, l'Air Staff emise la specifica B.9/48, che in pratica era costruita sulla proposta Vickers (il Type 660, secondo la designazione interna della compagnia) e nel febbraio 1949 vennero ordinati due prototipi. Quasi inevitabilmente, questi sperimentarono due diversi tipi di reattori, quelli che all'epoca erano in contrasto tra di loro: il primo ebbe i R.R. RA.3 Avon, e il secondo ebbe gli A.S. Sapphire (venendo definito come 'Type 667'). Il primo dei due volò il 18 maggio 1951, riuscendo non solo a mantenere le promesse di rapidità di sviluppo, ma anche il meno avanzato Sperrin: appena 27 mesi dalla firma del contratto. Il nuovo si unì al vecchio, dato che il collaudatore era niente di meno che il Capt. Joe 'Mutt' Summers, che a suo tempo sperimentò lo Spitfire, circa 15 anni prima, e che voleva sperimentare anche questo nuovo aereo, prima di ritirarsi e di cedere il passo a Gabe Bryce, secondo pilota di quel volo. Il nome 'Valiant' giunse soltanto il mese dopo il volo. Non molti ricordano che la Vickers aveva già proposto un aereo con questo nome, il Type 131 del 1931, ma era un biplano di seonda linea. Nondimeno, questo nome giunse alla celebrità con il Type 660, 'battezzato' così da una commissione degli stessi impiegati della Vickers.
 
Il Vickers Valiant n.1 ebbe tuttavia un incidente mortale nel gennaio 1952, causato da un incendio in volo (morì il solo co-pilota, il resto dell'equipaggio si salvò). Dopo modifiche all'impianto carburante, il Type 667 volò l'11 aprile 1952. Nonostante la sigla fosse diversa da quella del primo prototipo, il secondo Vickers ebbe comunque gli Avon (nel tipo R.A.7 da 3.300 kg/s) piuttosto che i Sapphire. In effetti, gli Avon ebbero dei problemi di 'pompaggio' all'inizio della loro carriera, ma poi vennero superati rendendo questi tra i migliori motori dell'epoca. Per alimentarli sufficientemente venne anche modificata l'entrata delle prese d'aria, ora ingrandite e più arrotondate perché i motori erano diventati più potenti di quelli previsti e avevano bisogno di più aria. Questo secondo aereo, che volò così rapidamente dopo la perdita del primo aereo, poté in pratica eliminare i ritardi connessi con quell'incidente. Questo rese possibile un ordine per 25 Valiant B. Mk.1 o B.1 (Bomber Mark 1) sempre in quell'aprile, quando era nel pieno svolgimento la Guerra di Corea. Ma il primo aereo di produzione volò solo nel dicembre 1953, quando quella guerra era finita. Tuttavia, l'URSS restava, anche con Stalin morto, una minaccia gravissima dal punto di vista occidentale. Oramai i Sovietici avevano sviluppato non solo le loro prime armi nucleari, ma persino quelle H, molto più potenti.
 
La V-Bomber force doveva così fronteggiare una minaccia molto grave, a maggior ragione se si considera che essa nacque come tale molto prima (ottobre 1952) di quando ebbe i suoi aerei: il primo Valiant venne consegnato solo nel gennaio 1955.
 
La fusoliera era costruita attorno ad una struttura longitudinale molto robusta, la cui 'spina dorsale' sosteneva sia l'ala che il carico di bombe. Quanto all'equipaggio, questo era sistemato soltanto a prua, in un compartimento pressurizzato ('egg') con pilota, copilota, due navigatori e un operatore dell'elettronica. Tuttavia, come gli altri V-Bombers, soltanto i due piloti avevano sedili eiettabili e gli altri dovevano eventualmente scappare dalle porte sui fianchi della grossa fusoliera.
Quanto alla costruzione, l'aereo era in lega leggera zinco-magnesio-rame-alluminio (DTD683), il che, abbinato al criterio 'safe-life' usato per la manutenzione, venne ampiamente criticato già nel '56, dato che quella lega leggera era vista come instabile e che il criterio safe-life poco garantiva se c'era un cedimento strutturale catastrofico.
 
I primissimi Valiant (o forse solo i prototipi) ebbero i motori Avon RA.3 da 6.500 lb/s (circa 2.900 kg/s) annegati nella radice delle ali, similmente ai Comet e agli altri V-Bombers. Questa era forse l'unica cosa insolita dell'aereo, che lo stesso capo-progettista definiva 'unfunny', dato che era -per quanto possibile- molto semplice nella sua concezione. L'ala era in posizione alta, con una freccia limitata e nondimeno, di tipo 'composito' secondo un brevetto della stessa Vickers: nella parte interna arrivava a 37° di angolo, ma alle estremità arrivava a soli 21, dando quasi l'impressione che fosse un'ala diritta. Questo differenziale (esattamente all'opposto della soluzione che venne poi attribuita al Victor) consentiva di compensare la riduzione dello spessore relativo vicino alle estremità alari e quindi l'aumento della resistenza dell'ala. La velocità massima era nondimeno limitata a circa mach 0,84, ma poteva essere mantenuta una di 0,75 persino a 16.600 m (55.000 ft), ovviamente a pesi leggeri. Anche la coda era a freccia, con gli equilibratori piuttosto in alto, sul timone verticale, ma senza arrivare alla soluzione a T del Victor, aereo con cui aveva maggiore somiglianza rispetto al delta puro del Vulcan. Il Valiant poteva così giovarsi di comandi che stavano al di fuori del getto di scarico dei motori, che restavano piuttosto più bassi. L'ala di per sé aveva anche i flap per il decollo (a 20°) e atterraggio (40 o 60°), carrello triciclo anteriore con due ruote. L'azionamento di molti dei sistemi era elettrico (112V o, per i sistemi più piccoli, 28DC, con batterie a 24 e 96V), incluso il carrello e i flap, una differenza considerevole rispetto agli aerei della vecchia generazione, in genere dotati di sistemi idraulici. La radio e il radar erano alimentati invece con correnti alternate a 115V. Soltanto i freni e lo sterzo erano idraulici, ma pur sempre con pompe ad azionamento elettrico. I comandi erano duplicati, ma c'era anche il sistema totalmente manuale per le emergenze. In un certo senso, il Valiant era un pò 'il bombardiere elettrico' dell'epoca, come venne poi battezzato molti anni dopo l'F-16 ('electric jet', per via dei comandi FBW). Il sensore principale era il radar, un'evoluzione dell'H2S del tempo di guerra, con lunghezza d'onda centimetrica, ma almeno all'inizio non pare vi fossero ECM, così come non c'era alcun armamento difensivo: la quota e la velocità erano la principale arma difensiva del Valiant.
 
Il carico alare era necessariamente ridotto, per le prestazioni in quota viste con favore all'epoca.
Lo spessore era (al centro) il 12% della corda e sufficiente (alla radice) per contenere i motori, migliorando l'aerodinamica ma non la manutenzione e anche il rischio di gravi conseguenze in caso di incidenti (esplosione della turbina, cosa tutt'altro che infrequente all'epoca). Internamente, poi, i longheroni dovevano essere oppurtunamente 'piegati' per passare attorno ai motori. Questi ultimi all'inizio della produzione erano gli Mk.201 (designazione successiva rispetto alla serie RA) da circa 4.200 kg/s; si sperimentarono anche due motori a razzo DH Sprite, ma i problemi di sicurezza e il potenziamento dei motori a reazione fece abbandonare l'idea. Piuttosto, alcuni Valiant ebbero motori con iniezione d'acqua per aumentare la potenza al decollo di circa 450 kg/s (1.000 lb).
 
Quanto alla capacità bellica, i Valiant potevano portare una bomba da 10.000 lb (4.500 kg) nucleare, oppure fino a 21 da 450 kg; erano anche disponibili dei grandi serbatoi esterni sotto le ali, allo scopo di dissetare opportunamente i turbogetti di prima generazione. Ciascuno di essi aveva ben 1.650 imp gal (7.500 litri) di carburante.
 
 
'''Valiant B.Mk 1''':
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*Entrata in servizio: 1955
*Costruttore: Vickers
*Esemplari costruiti: 107108
*Dimensioni: lunghezza 32,99 m, apertura alare 34,85 m, altezza 9,80 m, superficie alare 219,43 m²
*Peso: 34.418-63.500 kg
*Motore: 4 turbogetti Rolls-Royce RA.28 Avon Mk.204/205, 45604.560 kg/s
*Prestazioni: velocità massima 910 km/h, tangenza 16.450m, autonomia max 7.200 km
*Armamento: fino a 95259.525 kg di bombe convenzionali o nucleari
 
===Vulcan<ref>prevalentemente: Sgarlato, N, Aerei Nov 1996 </ref><ref>D'Amadio, Aerei Giu 1993 p.54-57</ref>===