Fisica tecnica/Secondo principio della termodinamica: differenze tra le versioni

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{{Da controllare|correlazioni tra entropia e tempo (trasformazioni reversibili?), l'entropia aumenta sempre nei sistemi ''chiusi'', il testo nel complesso}}
 
INTRODUZIONE Se il Primo Principio è in sostanza la quantificazione teorica dell'impossibilità di produrre energia e quindi lavoro dal nulla nel Secondo Principio si ha l'estensione del concetto alla impossibilità ,inizilamente considerata solo come limite tecnologico e qundi pratico,di trasformare completaqmente il calore in lavoro dove per lavoro si deve intendere un qualcosa di utile ottenibile dal funzionamento di una macchina termica.Difatti il Secondo Principio è figlio degli studi di Sadi Carnot,ingeniere che operava sulle prime macchine per le quali arrivò a formularne il rendimento massimo ottenibile.Come fonte di energia era disponibile allora solo il calore da combustione che veniva passato al fluido motore come ad esempio l'acqua che diventa vapore.Tale rendimento è legato alla temperatura iniziale del fluido,cioè il vapore,con la sua temperatura finale una volta ricondensato in acqua.Siccome l'acqua a 100°C è tornata liquida non sarà più in grado di azionare il meccanismo e pertanto il calore che in essa rimane è a tutti gli effetti perduto.Questo in parole povere era considerato solo un limite della tecnologia allora disponibile ma in realtà è un limite insuperabile e comune a qualunque forma di energia e a qualunque forma di trasformazione della stessa.La prima enunciazione del Secondo Principio infatti era stata la seguente: " non è possibile trasformare integralmente il calore in lavoro" e di conseguenza anche"non è possibile far passare calore da un corpo freddo ad un o più caldo senza spendere lavoro"(enunciati di Kelvin-Clausius).