Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Armi: differenze tra le versioni
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Quanto alle munizioni e ai sistemi di controllo del tiro, anche questi hanno fatto molti progressi.I tipi degli anni '90 erano queste: la munizione MOM (antimissili) con peso di 6,35 kg, palline di tungsteno e 745 gr di HE, nonché una sofisticata spoletta di prossimità e impatto; la SAPOM con 455 gr di HE e 6,5 kg di peso semiperforante di tipo APC, e la SAPOM-ER con 480 gr di HE e gittata aumentata a 20 km. In sviluppo già negli anni '90 c'erano i proiettili AMATORF che è na munizione alleggerita ma con velocità aumentata da 910 a 1.150 m.sec, per ridurre il tempo di volo sul bersaglio; e il proiettile a correzione di traiettoria CCS, radioguidato con le apposite alette di controllo, con traiettoria deviabile fino a 400 m, uno sviluppo che all'epoca tentavano gli americani con un cannone calibro 60 mm per rimpiazzare il Phalanx.
[[File:Durand_de_la_Penne_D560.jpg|
Le spolette sono sistemi decisamente critici, specie se c'è da ingaggiare bersagli supersonici, che persino il Super Rapido può ingaggiare con appena una decina di colpi. Ora era successo anche in tal senso un decadimento dell'affidabilità dei colpi impressionante. Agli inizi degli anni '90 vennero condotte delle verifiche sulle spolette da 40 mm dei colpi dei Dardo. Queste spolette erano valutate con un'affidabilità del 90%, ma dopo 5 anni dalla loro fabbricazione erano crollate al 25%: come dire che il cannone era ridotto, eccetto per impatti diretti, da 300 a 75 c.minuto! Così negli anni '90 si rilavorarono le spolette, a parte le spolette originali Bofors (le altre erano della Borletti) che non erano state afflitte da tale scadimento, e che vennero passate agli incrociatori Veneto e Garibaldi, i bersagli di maggiore interesse. Questo significa che le fregate, fino alla rilavorazione delle spolette, erano dotate di armi antimissile praticamente inefficienti; la spoletta mono-banda Mk 404 della Kodak e usata dall'US Navy venne valutata, ma non adottata dato che a bassa quota non discriminava bene il calore del bersaglio dal riflesso del sole sull'acqua. La spoletta delle munizioni è stata lungamente dibattuta, ma alla fine si è arrivati ad un tipo sufficientemente intelligente da essere usata per assicurare una detonazione efficace contro bersagli alle più varie velocità e anche a bassa quota. Ci sono voluti non meno di 15 anni e vari tentativi dalla metà degli anni '80.
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[[File:ARV_Mariscal_Sucre_(F-21)_-_1987-09864.jpg|300px|right|thumb|Una concentrazione di fuoco notevole, sempre a bordo di una 'Lupo': lanciamissili SAM, missili OTOMAT, hangar telescopico,
Il DARDO, con la sua caratteristica torretta rotondeggiante, è stato anche esportato, anche se spesso
I problemi dei vari sistemi non sono di poco conto. Le munizioni da 40 mm PFF costavano qualcosa come, attualizzando, 1.000 euro l'una
Il Dardo ha dato origine anche a varie altre evoluzioni, come il complesso singolo o binato Breda da 30 mm con cannoni Mauser, e il Fast Forty di cui si è
I dati:
*Peso: circa 7,3 t carico (con 736 colpi dell'
*Cadenza: 600 c.min
*GIttata: fino a 4 km
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Ora, prima di parlare di quest'arma, indubbiamente interessante, c'è da segnalare anche la famiglia dei missili leggeri antinave del tipo Sea Killer-MARTE. La prima generazione era a guida semiattiva, una specie di Sea Skua insomma, ma descritto fisicamente come uno Shrike. Alcuni di essi vennero venduti all'Iran come armi superficie-superficie. Ben presto la MMI volle dei missili antinave tirabili da fuori tiro nemico, perché i vecchi AS-12, a guida ottica (quindi solo in buone condizioni di visibilità) e con gittata di 8 km, non erano stati a lungo armi soddisfacenti per le sue esigenze (così come per la Francia, che ebbe l'AS-15 e la Gran Bretagna, con il Sea Skua). La risposta fu una profonda rielaborazione dell'arma base, con l'aggiunta di una grossa e sproporzionata testa di guida del tipo SM-1, simile all'ST-2 dell'OTOMAT. Infatti il Marte era diventato il più piccolo missile antinave a guida radar attiva e tale è rimasto, visto che altri ordigni, come il Penguin, di poco più grande, sono ricorsi piuttosto alla più discreta e meno costosa guida con sensore IR avanzato.
Il Marte era un missile
In ogni caso, negli anni '80 il Marte venne sviluppato in vari altri sottotipi con il Marte Mk.2/A da aerei (quello di cui sopra), l'Mk.2/S da elicottero (accorciato, ma ancora con i booster) e l'Mk2/N per le navi. Alla fine è venuto fuori l'Mk.2/S con varie migliorie, tra cui l'accorciamento grazie ai booster laterali anziché posteriori. La MM di questo missile, compatibile con l'NH-90 e l'EH-101, ha ordinato 8 sistemi di lancio per gli EH-101, 6 missili di preserie e 33 di serie, così da sostituire i pochi Marte ancora in circolazione, dopo i lanci di addestramento e il logorio del tempo (a tal proposito, oltre a generali migliorie di affidabilità, il nuovo Marte è assicurato per 15 anni di funzionamento).
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L'OTOMAT non è stato usato mai in combattimenti reali ma è stato esportato in diverse nazioni, anche a rischio come la Libia e l'Iraq.
Il 31 ottobre 2006 è riuscito un test di lancio del nuovo ''Teseo Mk2/A'' ('''OTOMAT Mk2 Block IV'''), ultima evoluzione del programma, avvenuto presso il Poligono Sperimentale e di Addestramento Interforze di Quirra, con un volo di 300 secondi per una distanza di circa 80 km. Il loro impiego è previsto nelle nuove fregate italiane Classe FREMM ed è stato ordinato in 38 esemplari dalla Marina Militare per il 2008.
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Infine, i radar di inseguimento (che non pare abbiano nomi particolari) avevano circa 30 km di portata, erano anch'essi della Selenia e su richiesta potevano avere una telecamera diurna di inseguimento (della FIAR), ma almeno all'inizio l'AM non l'aveva richiesta (a differenza dello Skyguard dell'E.I.). Questi sistemi operano in banda G/H durante l'inseguimento (con un modulo TWT uguale a quello del PLUTO), e in banda I per l'illuminazione del bersaglio (con un sistema Klynstron). Lo shelter di controllo dello SPADA (uno per ciascuna sezione, a parte quello centrale) aveva un calcolatore di tiro NDC-160 e una consolle di controllo del tiro. Il PLUTO, invece, aveva due shelter dei quali uno era l'OCCC (Operation Control Center) con 3 operatori. Anche questo aveva calcolatori NDC-160 della Selenia, con memoria di 32K a 18 bit<ref>Nativi, Andrea, articolo sul missile Spada RiD 10/83 p.32</ref>. Movimentare tutta una batteria richiedeva 14 autocarri Fiat 260 6x4PM-35, includendo anche 48 missili di ricarica (più altrettanti pronti al tiro su 8 lanciamissili a rimorchio).
[[File:US Navy 090714-N-2844S-001 A RIM-7P NATO Sea Sparrow missile is launched from the aircraft carrier USS Harry S. Truman (CVN 75).jpg|350px|left|thumb|Il 'fratello' americano Sea Sparrow; notare le alette ripiegabili non ancora distese, mentre l'Aspide SAM ha ali più lunghe e fisse]] La progettazione non interessava soltanto il missile di per sé: sulla base dei lanciatori ottupli NATO Sea Sparrow, negli anni successivi venne approntato il sistema navale ALBATROSS, con radar di tiro dedicati (RTN-30X) e un lanciatore ottuplo compatibile anche con il Sea Sparrow, come del resto il lanciatore Sea Sparrow era compatibile con l'Aspide. La principale modifica dell'Aspide SAM, data la difficoltà di tipo ripiegabile affidabili (specie in ambiente salmastro-marino), fu quella di introdurre alette tronche non ripiegabili, ma dalla ridotta apertura per essere impiegabile con i lanciamissili terrestri. Alla fine l'unico tipo di Aspide dotato delle caratteristiche ali triangolari è stato quello aria-aria, usato però soltanto con gli F-104ASA-2 dai primi anni '90 (due piloni BL-104 sotto le ali). ▼
▲La progettazione non interessava soltanto il missile di per sé: sulla base dei lanciatori ottupli NATO Sea Sparrow, negli anni successivi venne approntato il sistema navale ALBATROSS, con radar di tiro dedicati (RTN-30X) e un lanciatore ottuplo compatibile anche con il Sea Sparrow, come del resto il lanciatore Sea Sparrow era compatibile con l'Aspide. La principale modifica dell'Aspide SAM, data la difficoltà di tipo ripiegabile affidabili (specie in ambiente salmastro-marino), fu quella di introdurre alette tronche non ripiegabili, ma dalla ridotta apertura per essere impiegabile con i lanciamissili terrestri. Alla fine l'unico tipo di Aspide dotato delle caratteristiche ali triangolari è stato quello aria-aria, usato però soltanto con gli F-104ASA-2 dai primi anni '90 (due piloni BL-104 sotto le ali).
Quanto ai lanciatori, inizialmente si erano pensati a 4 celle, ma poi essendo il sistema statico, si volle la soluzione a 6. E' caso mai piuttosto strano che anche l'E.I., nonostante la massa considerevole di una simile installazione, ha poi adottato un sistema pure a 6 celle. A differenza dei lanciatori standard navali (ottupli, con due gruppi da 4 celle l'uno) e a similitudine di quelli leggeri nonché di quelli dello Skyguard, tutte le celle sono rapidamente staccabili e movimentabili con una gru, sia con il missile che senza; l'arma è normalmente conservata sempre dentro la sua cella, probabilmente sigillata, con un'apertura frontale a frattura (4 'triangoli' che si rompono all'uscita del missile). La Selenia aveva anche offerto un tipo di SPADA semovente all'E.I., ma questo non l'accettò, andando piuttosto verso la versione 'italianizzata' dello Skyguard (sia pure, come si è detto, con lanciatori sestupli anziché quadrupli e senza integrazione cannone-missili). La produzione, verso la fine del 1983, procedeva a 20-25 missili al mese, su di una richiesta complessiva che all'epoca aveva già ottenuto oltre 1.200 ordini. Del resto l'arma era entrata in servizio già da oltre 6 anni e c'erano molti clienti esteri interessati, sopratutto per le navi esportate dall'Italia o comunque equipaggiate con questi missili.
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Nell'insieme l'Aspide è un sistema costoso, nella versione terrestre circa 50 mld per batteria all'inizio degli anni '80. L'onere, stimato al 1992, era di 963 mld per 23 sezioni di fuoco (non batterie, quindi, ma coppie di lanciatori e un radar), mentre per l'Aeronautica erano stati previsti addirittura un totale di 20 batterie in tre lotti, ma poi sono state ridotte a 12, seppur con un costo di 2.048 mld<ref>Po, Enrico, op.cit, 1992</ref>. Per le navi c'é convenienza perché non c'é null'altro di disponibile nella categoria, ed esse sono un bersaglio molto pagante e molto costoso (centinaia di mld l'una), ma nei sistemi terrestri non c'é alcuna univocità nella concezione della difesa aerea, e ci sono molte possibili vie per attuarla. Quella maggiormente percorsa è quella di sistemi piccoli, economici e mobili, accoppiati a sistemi ben più grandi e pesanti per la difesa strategica, come la triade olandese Stinger/Bofors/Patriot.
Quanto alle prestazioni,
Ad ogni modo, l'Aspide divenne particolarmente notevole perché riuscì ad entrare in servizio in tutte le armi italiane, sia pure con sistemi di contorno diversi
Per quanto riguarda l'export, da segnalare che il Kuwait, in una delle tante vendite 'grigie' (non dichiarate) ricevette nei tardi anni '80 'alcune batterie' di Aspide (non è chiaro con che tipo di sistema, forse lo Spada), ma la cosa è diventata nota solo dopo la Guerra del Golfo, quando dovette ordinare gli Spada di nuova generazione allo scopo di sostituire le armi perdute a suo tempo.
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