Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Armi: differenze tra le versioni

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L'Aspide viene spesso considerato una sorta di copia 'su licenza' dello Sparrow, ma questo non è vero, dato che in realtà tutto il suo progetto di dettaglio è notevolmente diverso. Lo Sparrow III (AIM-7E) era pur sempre di tecnologia degli anni '50-'60, con elettronica a valvole di scarsa affidabilità e capacità. Nei tardi anni '60, i suoi limiti erano evidenti e così la Gran Bretagna iniziò (nel 1969) a progettare un sistema di guida migliorato. Verso la fine degli anni '70 diventò operativo lo Sky Flash, che era sostanzialmente un AIM-7B migliorato con un sistema di guida 'monopulse' anziché a scansione conica. Un sistema molto più moderno e difficile da contrastare per le ECM, e molto più difficile da scoprire dai sistemi di allarme per le caratteristiche del segnale usato (mono-impulso piuttosto che 'semi-attivo' ad onda continua). Questo lasciava anche lo spazio per altri componenti interni, ma i Britannici non gli diedero sul momento particolare importanza, forse per ragioni di bilancio, visto che gli Americani stavano costruendo l'AIM-7F, missile migliorato sopratutto nel sistema motore (da mach 3 a mach 4, gittata 40 km piuttosto che 30, testata da 39 kg anziché 29) ma ancora con il sistema a scansione.
 
Subito dopo fu la volta dell'Italia, quando l'AMI chiese un nuovo tipo di missile alla Selenia, che venne anche finanziata con un contributo del Ministero della Difesa. Questa ditta divenne responsabile praticamente di tutto il sistema d'arma, radar inclusi, e non soltanto il missile di per sé. Alla Selenia pensarono da subito a migliorare il progetto in tutti i componenti, dato che la tecnologia degli anni '70 poteva fare ovviamente molto meglio di quella di 20 anni prima, specialmente per un missile relativamente piccolo e compatto. Così l'Aspide ha avuto un sistema di guida monopulse in banda I, un motore a razzo potenziato, una testata a frammentazione da 33 kg e un sistema di comandi di volo con 4 alette totalmente indipendenti anziché collegate due a due, diventando certo un serpente molto velenoso per i suoi obiettivi.
 
====La tecnica====
La sua progettazione non interessava soltanto il missile di per sé: sulla base dei lanciatori ottupli NATO Sea Sparrow, negli anni successivi venne approntato il sistema navale ALBATROSS, con radar di tiro dedicati (RTN-30X) e un lanciatore ottuplo compatibile anche con il Sea Sparrow, come del resto il lanciatore Sea Sparrow era compatibile con l'Aspide. La principale modifica dell'Aspide SAM, data la difficoltà di tipo ripiegabile affidabili (specie in ambiente salmastro-marino), fu quella di introdurre alette tronche non ripiegabili, ma dalla ridotta apertura per essere impiegabile con i lanciamissili terrestri. Alla fine l'unico tipo di Aspide dotato delle caratteristiche ali trapezioidali è stato quello aria-aria, usato però soltanto con gli F-104ASA-2 dai primi anni '90 (due piloni BL-104 sotto le ali).
All'epoca la tecnologia elettronica e di difesa italiana era diventata tra le più avanzate a livello mondiale, e la Selenia costituiva uno degli elementi di spicco. Così, oltre al missile (aiutata da fornitori come la BPD) era stata anche l'autrice dei radar e dei computer di tiro e controllo, diventando così un 'fornitore unico' che certo giovava a coordinare meglio lo sviluppo e i rapporti con i clienti.
 
Tecnicamente, per quello che riguarda l'Aspide vero e proprio, si tratta di un'arma di 3,7 metri di lunghezza, 203 mm di diametro e 1,02 metri circa di apertura alare. Il motore è della BPD-Difesa Spazio, così come la testata da 33 kg a frammentazione. Il missile ha una struttura in alluminio, eccetto che l'ogiva, in ceramica per resistere meglio al calore dell'attrito, nonché per permettere alla testata di ricerca di funzionare, essendo la ceramica dielettrica e quindi, trasparente al radar (una soluzione simile è stata fatta anche per il Super R.530). Il sistema di guida, realizzato dalla Selenia, opera in banda I (8-10 GHz), ed è seguito con un ricevitore monopulse in banda stretta con antenna Cassegrain da 14,5 cm di diametro. La guida ha anche un autopilota e un accelerometro. Interessante notare che all'interno del missile vi è una fonte di energia sotto forma di un generatore a gas, anche questo (come il motore) a propellente solido e capace di azionare un alternatore da 5 kW tramite una turbina a gas coassiale (attivata dai gas di combustione del generatore); vi è anche un raddrizzatore. La pressione idraulica deriva dalla stessa turbina, che muove un'apposita pompa e che serve per attivare l'antenna mobile del missile e i servocomandi delle alette<ref>Nativi, Andrea, articolo sul missile Spada RiD 10/83 p.32</ref>. La spoletta è stata concepita per funzionare anche a quote molto basse e in presenza di ECM; del resto, questo è lo stesso fatto con i missili Sparrow, che nel tipo Sea Sparrow RIM-7E avevano una tangenza minima di 30 metri, nell'F calata a meno di 15 e nell'M a circa 8 metri, proprio per via di una spoletta più adatta a colpire a bassa quota (armi da guerra riferisce che la quota minima nominale per l'Aspide fosse di 15 metri, quindi al pari del RIM-7F)<ref>Armi da guerra, p.642</ref>.
Se non è corretto che il missile Aspide sia ridotto ad arma americana costruita su licenza, appare comunque improprio e molto riduttivo anche definirlo come un ordigno simile allo Sparrow soltanto perché debba essere 'compatibile' con i pre-esistenti lanciatori. I due missili, quello americano e italiano sono talmente simili da rendere difficile l'identificazione precisa, una somiglianza decisamente molto al di là della semplice 'compatibilità'.
 
Quanto ai radar, il PLUTO (sempre della Selenia) era un tipo moderno in banda S(basato su sistemi navali analoghi, tipo SPS-702), capace di vedere bersagli in volo fino a mach 3, con localizzazione di aerei di piccole dimensioni a circa 100 km. La sua produzione era partita già nel 1980 per un cliente non noto, mentre il tipo adottato dallo Spada per l'AMI, era stato ridotto a 50-60 km di portata, per poter essere meglio ottimizzato alla ricerca di bersagli a bassissime quote, e resistere meglio alle ECM. Ovviamente era un sistema moderno, con tecnologie allo stato solido e migliore definizione in presenza di clutter del terreno. La potenza di picco era di 135 kW. Che si tratti di un sistema prettamente a bassa quota è chiaro dall'angolo di rotazione verticale: solo da -2 a +5 gradi, mentre la rotazione orizzontale era possibile al ritmo massimo di 15 giri/minuto<ref>Nativi, Andrea, articolo sul missile Spada RiD 10/83 p.32</ref>. Nel caso del PLUTO adattato allo SPADA, invece, il sistema è stato portato a 30 giri/min, oltre a 'stringere' il fascio per dargli maggior risoluzione, minori lobi laterali e maggiore capacità di vedere attraverso i disturbi elettronici e il clutter.
 
Infine, i radar di inseguimento (che non pare abbiano nomi particolari) avevano circa 30 km di portata, erano anch'essi della Selenia e su richiesta potevano avere una telecamera diurna di inseguimento, ma almeno all'inizio l'AM non l'aveva richiesta (a differenza dello Skyguard dell'E.I.). Questi sistemi operavano in banda G/H durante l'inseguimento (con un modulo TWT uguale a quello del PLUTO), e in banda I per l'illuminazione del bersaglio (con un sistema Klynstron). Lo shelter di controllo dello SPADA (uno per ciascuna sezione, a parte quello centrale) aveva un calcolatore di tiro NDC-160 e una consolle di controllo del tiro. Il PLUTO, invece, aveva due shelter dei quali uno era l'OCCC (Operation Control Center) con 3 operatori. Anche questo aveva calcolatori NDC-160 della Selenia, con memoria di 32K a 18 bit<ref>Nativi, Andrea, articolo sul missile Spada RiD 10/83 p.32</ref>. Movimentare tutta una batteria richiedeva 14 autocarri Fiat 260 6x4PM-35, includendo anche 48 missili di ricarica (più altrettanti pronti al tiro su 8 lanciamissili a rimorchio).
 
La sua progettazione non interessava soltanto il missile di per sé: sulla base dei lanciatori ottupli NATO Sea Sparrow, negli anni successivi venne approntato il sistema navale ALBATROSS, con radar di tiro dedicati (RTN-30X) e un lanciatore ottuplo compatibile anche con il Sea Sparrow, come del resto il lanciatore Sea Sparrow era compatibile con l'Aspide. La principale modifica dell'Aspide SAM, data la difficoltà di tipo ripiegabile affidabili (specie in ambiente salmastro-marino), fu quella di introdurre alette tronche non ripiegabili, ma dalla ridotta apertura per essere impiegabile con i lanciamissili terrestri. Alla fine l'unico tipo di Aspide dotato delle caratteristiche ali trapezioidali è stato quello aria-aria, usato però soltanto con gli F-104ASA-2 dai primi anni '90 (due piloni BL-104 sotto le ali).
 
Quanto ai lanciatori, inizialmente si erano pensati a 4 celle, ma poi essendo il sistema statico, si ottimizzò la soluzione a 6. E' caso mai piuttosto strano che anche l'E.I. nonostante la massa considerevole di una simile installazione, ha poi adottato un sistema pure a 6 celle di lancio. A differenza dei lanciatori standard navali (a 8 celle) e a similitudine di quelli leggeri nonché di quelli dello Skyguard, tutte le celle sono rapidamente staccabili e movimentabili con una gru, sia con il missile che senza di esso. La Selenia aveva anche offerto un tipo di SPADA semovente all'E.I., ma questo non l'accettò, andando piuttosto verso la versione 'italianizzata' dello Skyguard (sia pure, come si è detto, con lanciatori sestupli anziché quadrupli e senza integrazione cannone-missili). La produzione, verso la fine del 1983, procedeva a 20-25 missili al mese, su di una richiesta complessiva che all'epoca aveva già ottenuto oltre 1.200 ordini. Del resto l'arma era entrata in servizio già da oltre 6 anni e c'erano molti clienti esteri interessati, sopratutto per le navi esportate dall'Italia o comunque equipaggiate con questi missili.
 
Se non è corretto che il missile Aspide sia ridotto ad arma americana costruita su licenza, appare comunque improprio e molto riduttivo anche definirlo come un ordigno simile allo Sparrow soltanto perché debba essere 'compatibile' con i pre-esistenti lanciatori. I due missili, quello americano e italiano sono talmente simili da rendere difficile l'identificazione precisa, una somiglianza decisamente molto al di là della semplice 'compatibilità', incluso il diametro, esattamente di otto pollici (203 mm).
In realtà vi erano molte soluzioni diverse a questo problema, come l'equivalente francese Super R.530 dimostra, inoltre sia l'installazione su aerei che quella di superficie non costituiscono un limite apprezzabile, dato che la prima ha solo un pilone, la seconda ha box larghi oltre un metro.
====Gli sviluppi e gli utenti====
Il missile italiano è stato anche adattato all'impiego da sistemi terrestri. L'Aeronautica ha comprato inizialmente non meno di 3 batterieo del4 tipobatterie Spada, ovvero per la difesa di obiettivi statici. In genere, sono costituite da: un radar PLUTO (50-60 km di portata, basato su sistemi navali analoghi, tipo SPS-702), sezioni (2-4) con un radar di illuminazione e due lanciamissili sestupli, più autocarri per la mobilitazione e con la possibilità di ricaricare altrettanti missili. I lanciatori sono angolati a 30° verso l'alto quando sono in posizione di tiro, per il resto sono orientabili<ref>Nativi, Andrea: 'il missile SPADA', RiD Novembreott 1983</ref>. Altri tipi di lanciamissili sono quelli a quattro celle 'leggeri' per corvette e fregate sopra le 500 tonnellate di dislocamento, e quelli 'ridotti' a tre o 4 celle per impiego terrestre. Un altro sistema, entrato in servizio in Italia nel 1994 con l'Esercito, è lo Skyguard-Aspide, una specie di variazione del tipo svizzero, che veniva usato con lo Sparrow (in lanciatori quadrinati) e cannoni da 35 mm binati. Per esempio, l'esercito spagnolo comprò 13 lanciatori quadrupli di questo tipo e 200 Aspide negli anni '80 (assieme ad una ventina di lanciatori Roland su scafo AMX-30, con circa 400 missili)<ref>'L'esercito spagnolo oggi', RiD 7/91</ref>. Lo Skyguard è dotato di maggiore mobilità rispetto allo Spada, essendo un sistema 'campale', nondimeno ha ancora i lanciamissili di tipo sestuplo, per giunta dotati ciascuno di un radar di tiro proprio. Ogni sezione di fuoco (in genere 4 per batteria) ha un modulo trainabile per il comando, con radar di scoperta e uno di tiro (che a quanto pare, si sovrappone all'impiego dei lanciamissili veri e propri). L'E.I. ha comprato in tutto 4 batterie di questo tipo, in servizio in un unico reggimento.
 
IEssendo in produzione pressoché da oltre 30 anni, i missili Aspide sono stati prodotti in quantità considerevoli. Attualmente siamo arrivati ad oltre 5.000 unità, la maggior parte dei quali (attorno a 4.000) prodotti entro metà anni '90. L'Aspide è stato venduto largamente, approfittando della sua compatibilità con lo Sparrow (come del resto, il Magic francese, grazie alla sua compatibilità con il Sidewinder). In particolare, l'arma è stata prodotta per le Marine che, per una ragione o l'altra, non hanno avuto accesso -o non hanno scelto di farlo- ai missili Sea Sparrow americani di ultima generazione, oppure hanno avuto navi italiane o ammodernate dagli italiani. Nel secondo caso vi sono nazioni come Venezuela, Ecuador, Perù; nel secondo, tra gli altri, c'é la Libia. Inoltre, l'Aspide è stato adottato largamente dalle F.A. spagnole, che hanno comprato sia i missili per l'Esercito, che quelli per la Marina (specie per le corvette classe 'Descubierta', poi vendute anche all'Egitto). Una tipica installazione navale è costituita da un lanciamissili ottuplo, un radar di tiro, un deposito di 16 missili (non è chiaro se in aggiunta agli 8 eventualmente già presenti dentro il lanciamissili). Il tipo 'Albatross' ha un sistema altamente automatizzato con un apparato Riva-Calzoni di ricarica<ref>'I caccia durand e la Penne', RiD 6-93</ref>, che può portare fino a 4 missili in simultanea dentro il lanciatore, dopo averli prelevati e fatti sfilare tramite rotaie dal deposito sottostante. I tipi leggeri, pesanti probabilmente attorno alle 3 tonnellate (più o meno come un impianto binato da 30 mm) in genere hanno 8 armi di ricarica nei depositi, ma sono movimentate manualmente, cosa non facile per armi lunghe quasi 4 metri e pesanti oltre 200 kg.
 
[[File:F_niteroi_3.jpg‎|350px|right|thumb|Il lanciamissili Aspide ottuplo delle Niteroi ammodernate]] L'Aspide ha conosciuto una lenta evoluzione, che ha comportato diversi gradini. Uno di questi è stato l'Idra, un derivato dell'Aspide molto evoluto, dotato di radar di auto-ricerca attivo. Questo programma finì negli anni '80 dato il costo che comportava. Anche l'Aspide Mk.2 aveva guida attiva ma esso non venne mai completato, dato che l'Italia è alfine confluita nel missile Meteor. Da notare come, per evoluzione parallela, anche la BAe aveva all'epoca il missile Active Sky Flash, sempre con radar proprio nel muso, ma che non ebbe modo di passare alla produzione di serie per la stessa ragione (in seguito si è evoluto nell'S-225X e poi è stato abbandonato anche questo ordigno, caratterizzato dalle alette di piccole dimensioni).
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L'Aspide è un missile altamente efficace e in circa 600 lanci addestrativi, ha superato il 95% di successi. E' valido anche contro bersagli ad alta manovrabilità, dato che può supportare fino a ben 35 G di manovra. Opera bene anche contro bersagli a basse quote (circa 15 metri come minimo), in ambienti disturbati (ECM) ed è molto preciso.
 
Tuttavia, nemmeno l'Aspide è un'arma pienamente rispondente alle necessità. In campo aeronautico è rimasto limitato all'F-104 di ultimissima generazione, e la sua implementazione con i vecchi Starfighter ha richiesto molti anni di prova, dato che i primi F-104ASA (caratterizzati proprio da quest'aggiornamento missilistico e da un radar 'rinfrescato' con elettronica moderna) entrarono in servizio attorno al 1986, ma che l'arma non lo era ancora nel 1990-91 (si dovette aspettare il sottotipo ASA-2). Il radar Setter dell'F-104 era comunque troppo modesto per ottenere qualche successo significativo (portata pratica dell'ordine dei 15-30 km al massimo) e di fatto, limitava la portata pratica dell'Aspide, oltre che avere forti difficoltà con le ECM e altri disturbi più o meno intenzionali. In pratica, l'integrazione con l'Aspide è stata lentissima, se si considera che esistevano fotografie di F-104S di prova armati con l'Aspide già ai primi anni '80, ovvero circa 10 anni prima dell'entrata effettiva in servizio con gli Starfighter.

Infine, il numero di armi trasportabili era soltanto di due, e spesso su allarme i caccia erano dotati solo di un Aspide e di un AIM-9. Trasportare queste grosse armi sotto le piccole ali dell'F-104 deve avere dato dei problemi aerodinamici non indifferenti e limitato le prestazioni in maniera sostanziale, riducendo la velocità massima a forse mach 1,5-1,8 (senza serbatoi esterni) e la manovrabilità del velivolo. Il paradosso era che l'F-104ASA, pur con un missile dal maggior raggio d'azione, era facilmente 'abbattibile' dai Tornado ADV, che con i primi tipi di Sky Flash, erano teoricamente inferiori, ma dotati di un radar ben più potente e di un operatore dedicato.
 
Avrebbero fatto miglior figura con i Saab Viggen, ma questi potenti intercettori svedesi ebbero invece lo Sky Flash britannico (uno dei pochissimi successi d'export anche di quest'arma, rimasta relegata al solo compito aria-aria).
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Come arma da difesa terrestre, l'Aspide è stato invece poco considerato, così come lo Sparrow. La sua maggiore problematica è che da un lato si tratta di un'arma poco mobile e costosa, essendo pesante e sofisticata; dall'altro ha una portata troppo ridotta, così come un'altitudine operativa limitata, per poter difendere obiettivi strategici. In altre parole, è stata 'schiacciata' da missili più grossi come HAWK e Patriot, e dall'altro caso, da armi ben più mobili e semplici come il Roland e il Rapier. La sua gittata di 15-18 km (in origine e per almeno gli anni '80-inizi anni '90) non era che marginalmente superiore a quella di missili più piccoli, e sopratutto non bastava per sparare ad aerei che fossero armati con ordigni come gli antiradar HARM, o che attaccassero da alta quota, avendo l'Aspide una tangenza indicata di 6.000 metri (altre fonti parlano di appena 3.500, forse più per i sistemi di guida che l'arma di per sé). Né ne è mai stata realizzata una qualche versione semovente: al massimo, con l'Aspide era possibile difendere una retrovia e i sistemi, essendo rigorosamente trasportati su rimorchi, necessitano di parecchio tempo per essere messi in opera. Quindi si verificava un doppio problema: mentre l'HAWK doveva operare dalle retrovie, ma con la sua portata di 40-50 km poteva anche permetterselo (anche in quota, arrivando a 18.000 metri), armi come il Roland potevano operare prontamente sulla linea del fronte, essendo semoventi e spesso anche corazzate. L'Aspide non era di nessuna delle due categorie, e dal punto di vista degli utilizzatori terrestri risultava in un certo senso 'né carne né pesce'. Così ha avuto molto meno successo che nel caso dei tipi navali, adottati da molti clienti (Italia, Spagna, Brasile, Argentina, Perù, Venezuela, Ecuador, Libia, Egitto ecc). Di recente, tuttavia, ha ottenuto un certo revival con il sistema Spada 2000, che è pur sempre meno costoso di una batteria di Patriot o Aster. In tutto, sono almeno 17 gli utenti dell'Aspide, forse non considerando i tipi di ultima generazione.
 
Quanto ai problemi tattici, uno di questi è la copertura del sistema d'arma, condizionata da quella del radar di scoperta e da quello del radar di tiro. Il problema è che, ovviamente, in ambito terrestre non c'é una 'Terra piatta' come nel caso dell'orizzonte navale, e quindi anche un radar eccellente e un missile temibile devono essere messi nelle condizioni di 'vedere' bene dalle loro posizioni. Ma il radar di scoperta dell'Aspide è alto circa 5 metri, i radar di tiro 4 e le rampe anche di meno. In altri termini, il loro campo visivo è analogo a quello di una terrazza sul secondo piano di un edificio; quindi è praticamente impossibile avere un campo visivo adeguato per cogliere bersagli in volo a bassissima quota, perché anche un ostacolo modesto di 15 metri, a 2 km (che è già molto per i tipici paesaggi italiani), renderà pressoché invisibile un aereo volante a 30 metri anche a 6 km, e uno a 60 metri a circa 12 km.

Il sistema Skyguard è se non altro mobile e può scegliersi le posizioni in cui 'vedere' il panorama; ma lo Spada è invece legato agli aeroporti, che sono ovviamente sistemati in territorio pianeggiante e quindi, in posizione 'dominata' da alture e quant'altro. In campagna vi sono colline e boschi, in città gli edifici, in ogni caso la copertura è limitata alle basse quote e non c'é modo di ovviarvi con i sistemi originali. Lo Spada 2000 ha invece introdotto un radar più piccolo e su di un 'mast' elevabile di 13 metri, giusto come nel caso del diffuso radar svedese Giraffe, ovviando finalmente al principale problema dello Spada<ref>[http://www.army-technology.com/projects/spada pagina di Armytechnology.com]</ref>. In realtà si sarebbe potuto fare già così se si fosse eventualmente accettato un radar meno potente ma più leggero, oppure se tatticamente si fosse adottato un qualche tipo di struttura a traliccio (alta almeno 20-30 metri e disponibile anche per i radar di tiro), o il tetto di un edificio o qualche sorta di collina artificiale o naturale, ma questo non è stato fatto e così anche un sistema d'arma potente è rimasto pericolosamente vulnerabile. Considerando che l'Aspide ha una portata minima di circa 1,5 km (teoricamente 750 metri, ma questo vale per l'attivazione dell'arma di per sé, e non per la capacità di manovrare e colpire anche obiettivi a bassa quota), che il tempo di reazione è definito come 'meno di 15 secondi' <ref> vedi Igino Poggi, l'Aeronautica Militare, Edizioni monografie, 1983</ref>e che i lanciamissili saranno ad una certa distanza dal radar principale, in pratica un aereo a 900 km/h abbisogna d'esser scoperto ad almeno 5-6 km per dare all'arma una possibilità di intercettazione (una seconda la si ha con il secondo missile, lanciabile non prima di 2-3 secondi). I missili Aspide hanno il vantaggio d'avere una guida semi-attiva, il che significa che non devono essere guidati sul bersaglio, ognuno può trovarlo da solo e quindi si possono lanciarne parecchi e in rapida sequenza. Ma, come i Sudafricani dimostrarono in Angola (e i Britannici/Argentini alle Falklands), il volo a bassissima quota riduce quasi a zero la distanza pratica entro cui avvistare un bersaglio, anche con le migliori tecnologie <ref>a suo tempo, divennero celebri le schermaglie tra i costruttori di missili francesi e quelli britannici, vedi Armi da guerra, fascicolo 24 'gli aerei imbarcati moderni'</ref>. Affidarsi ad un sistema potente, ma che prevede un unico radar (soggetto a limitazioni nel campo visivo, per esempio dagli hangar dello stesso aeroporto), disturbabile o distruggibile tramite un missile ARM, è quindi per molti versi inefficiente rispetto ad un numero maggiore di sistemi a corto raggio, ma a pronta reazione e comprabili in numero tale da coprire ogni angolo morto del settore difensivo (ogni lanciamissili Roland o Rapier ha il suo proprio sistema di ricerca e controllo del fuoco, per esempio). Di buono c'é che gli Aspide sono armi ogni-tempo, ma questo non impedisce i limiti delle stesse in caso di azioni diurne, quando gli aerei possono volare in maniera del tutto libera, scendendo a quote più basse di qualunque sistema di navigazione automatico (tipicamente limitato a non meno di 60 metri, vedi Tornado e F-111), tanto che per i Sudafricani era standard scendere a circa 15 metri di quota, passando praticamente sotto ogni cortina d'avvistamento radar terrestre<ref>'Impala sul bush', JP-4 gen. 1990, tra gli altri</ref>. Infine, la potente testata ha una spoletta di prossimità a lungo raggio, che può esplodere facilmente in anticipo se vola troppo vicino ad ostacoli di terra (questa è una delle ragioni per la quale molte armi a corto raggio come Rapier e Stinger non hanno alcuna spoletta di prossimità, ma solo ad impatto).
 
Un'altra questione è l'eventuale capacità anti-missile. Non è chiaro quanto l'Aspide sia efficace in questo ruolo. Benché il tipo ALBATROSS sia senz'altro un'arma evoluta ed efficace, largamente automatizzata nella funzione di tracciamento-scoperta, è un fatto che nella MM non lo si consideri del tutto soddisfacente come arma anti-missile, dato che le unità sono in genere anche dotate di 2-4 sistemi Dardo o Super Rapido da 40 o 76,2 mm, specifici per la difesa anti-missile. Un argomento più complesso della semplice azione contro i missili antinave subsonici è la difesa contro armi iperveloci, come i missili HARM oppure ordigni d'attacco (anche nucleare) come il vecchio Blue Steel britannico o gli AS-4 o 6 sovietici/russi. Non è chiaro quali capacità abbia l'Aspide contro bersagli supersonici, sia in volo grossomodo orizzontale che in picchiata. Dovrebbe essere almeno capace di sparare una salva, ma tutto dipende dalla portata verticale del radar. Abbiamo visto come il PLUTO abbia un'alzo dell'antenna molto ridotto e non è chiaro di quanto possa 'vettorare' il fascio verso l'alto, essendo questo un quesito di poca importanza per un sistema specifico per le basse quote (specie nel tipo modificato per lo SPADA), per cui la possibilità di colpire bersagli arrivanti ad alto angolo resta piuttosto aleatoria, visto che non era nei requisiti originali. In questo senso, per aiutare a capire la questione giova ricordare che anche il radar francese ARABEL (associato ai missili ASTER-15) ha una portata in elevazione non superiore a 70°, pur guidando missili ben più prestanti (l'EMPAR italo-britannico è invece capace di elevazioni maggiori, ma è molto più grosso e pesante). Quindi l'Aspide superficie-aria, almeno nei tipi terrestri, dovrebbe essere essenzialmente capace di intervenire solo contro bersagli in volo grossomodo orizzontale o comunque a basse quote di volo. Non sono noti esempi di test condotti contro bersagli di tipo diverso da questo classico tipo di ingaggio. Ad ogni modo, nessuno ha mai pubblicizzato l'Aspide superficie-aria come avente capacità anti-missile, il che non significa che non ne abbia, ma che semplicemente non è un sistema particolarmente efficace in questo senso. La cosa è indirettamente confermata anche dalla richiesta fatta dall'AM (nei primi anni '90) per un sistema d'artiglieria contraera ravvicinata, destinato ad integrare i missili nella difesa degli aeroporti, requisito che a quanto pare è stato poi lasciato cadere per carenza di fondi e scarso interesse nel dopo-Guerra fredda.
 
Nell'insieme l'Aspide è un sistema costoso, nella versione terrestre circa 50 mld per batteria all'inizio degli anni '80. L'onere, stimato al 1992, era di 963 mld per 23 sezioni di fuoco (non batterie, quindi, ma coppie di lanciatori e un radar), mentre per l'Aeronautica erano stati previsti addirittura un totale di 20 batterie in tre lotti, ma poi sono state ridotte a 12, seppur con un costo di 2.048 mld<ref>Po, Enrico, op.cit, 1992</ref>. Per le navi c'é convenienza perché non c'é null'altro di disponibile nella categoria, ed esse sono un bersaglio molto pagante e molto costoso (centinaia di mld l'una), ma nei sistemi terrestri non c'é alcuna univocità nella concezione della difesa aerea, e ci sono molte possibili vie per attuarla. Quella maggiormente percorsa è quella di sistemi piccoli, economici e mobili, accoppiati a sistemi ben più grandi e pesanti per la difesa strategica, come la triade olandese Stinger/Bofors/Patriot.
Quanto alle prestazioni, il missile Aspide è noto per la potenza del suo motore ma nondimeno, le prestazioni dichiarate erano assai superiori a quelle effettive. Con riferimento al tipo originale, il motore è uno SNIA-BPD con 57 kg di propellente. Si dice che esso sia in grado di accelerare l'arma fino a mach 4,4 oppure, lanciata da terra, fino a 2,5 (o 2.850 km/h). Questi erano i dati riportati acriticamente dalla stampa negli anni '80. In realtà le cose stavano diversamente: la velocità 'aria-aria' è data dalla sommatoria tra la velocità dell'aereo lanciatore (teoricamente fino a mach 2, ma in pratica sensibilmente meno) e quella del missile, ovviamente con un lancio ad alta quota. Il motore era dichiarato come avente un impulso totale di 120.000 N, corrispondenti a 3.500 kg/s per 3,5 secondi. Questo valore è però sufficiente ad accelerare il missile a 'soli' 630 m/sec, posto un peso medio di 190 kg (accelerazione=forza:massa), e in effetti, Wikipedia attualmente parla di 650 m/sec. La differenza non è accademica: si parla di mach 1,86, molto di meno di mach 2,5 quindi. Per arrivare a questa velocità a bassa quota, l'Aspide avrebbe bisogno di oltre 150.000N, ignorando la resistenza aerodinamica dell'arma che ne richiede molti altri, anche perché il disegno dell'Aspide è ottimale per l'agilità, ma non per l'efficienza nel conservare energia durante il volo (il che richiede ali di piccola apertura e grande allungamento, come nel S.R.530, Phoenix e Standard). Presumibilmente l'attuale Aspide 2000 è capace di questo livello di prestazioni, ma all'epoca non era così e si 'glissava' sul fatto che la velocità a bassa quota del suono, era di circa 320-340 m/sec, quindi era matematicamente impossibile arrivare a mach 2,5. Quest'argomento sulla 'velocità' non era estraneo al fatto che il concorrente Sparrow era accreditato di circa mach 2, quindi l'Aspide veniva definito come 'il più veloce'<ref>Nativi, Andrea, articolo sul missile Spada RiD 1110/83 p.32</ref>. Purtroppo non sono disponibili dati sulla spinta del motore dello Sparrow per eseguire comparazioni, ma l'Aspide era pressoché identico dimensionalmente e con spinta presumibilmente pari (ma non superiore) allo Sparrow F o M, i tipi potenziati apparsi grossomodo contemporaneamente (con l'F dotato ancora della scansione conica, l'M provvisto invece, finalmente, della 'mono-pulse', ma entrato in produzione attorno al 1982)<ref>vedi Armi da guerra, p.642</ref>.
 
Ad ogni modo, l'Aspide divenne particolarmente notevole perché riuscì ad entrare in servizio in tutte le armi italiane, con sistemi di contorno diversi, ma con armi pressoché identiche, realizzando una molto apprezzabile unificazione logistica. Questo risultato, che comportò presumibilmente ordini per qualche migliaio di missili complessivamente, è stato raggiunto tuttavia con un certo ritardo. L'Aspide entrò in servizio con le 'Lupo' attorno al 1977, l'Albatros vero e proprio arrivò nel 1982 con le 'Lupo' e i caccia MEKO 360. Lo Spada entrò in servizio con le prime 3 batterie all'incirca contemporaneamente, ma l'acquisizione ha preso poi parecchio tempo ed è stata decurata apprezzabilmente dopo la fine della Guerra fredda. Ancora nel 1991, il totale era inferiore a 12 batterie, su 20 previste in origine. Infine lo Skyguard Aspide, più pesante e complesso del tipo svizzero 'originale', è stato sviluppato durante gli anni '80, ma l'E.I. lo ha immesso in servizio solo dal 1994 circa.