Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Armi: differenze tra le versioni

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Come arma da difesa terrestre, l'Aspide è stato invece poco considerato, così come lo Sparrow. La sua maggiore problematica è che da un lato si tratta di un'arma poco mobile e costosa, essendo pesante e sofisticata; dall'altro ha una portata troppo ridotta, così come un'altitudine operativa limitata, per poter difendere obiettivi strategici. In altre parole, è stata 'schiacciata' da missili più grossi come HAWK e Patriot, e dall'altro caso, da armi ben più mobili e semplici come il Roland e il Rapier. La sua gittata di 15-18 km (in origine e per almeno gli anni '80-inizi anni '90) non era che marginalmente superiore a quella di missili più piccoli, e sopratutto non bastava per sparare ad aerei che fossero armati con ordigni come gli antiradar HARM, o che attaccassero da alta quota, avendo l'Aspide una tangenza indicata di 6.000 metri (e altre fonti parlano di appena 3.500, forse relative più ai sistemi di guida che all'arma di per sé). Né ne è mai stata realizzata una qualche versione semovente: al massimo, con l'Aspide era possibile difendere una retrovia, non avendo alcun mezzo cingolato o corazzato di suo, e i sistemi essendo rigorosamente trasportati su carrelli e rimorchi, che necessitano di parecchio tempo per essere messi in opera. Quindi si verificava un doppio problema: mentre l'HAWK doveva operare dalle retrovie, ma con la sua portata di 40-50 km poteva anche permetterselo (anche in quota, dove arrivava a 18.000 metri), armi come il Roland potevano operare prontamente sulla linea del fronte, essendo semoventi e spesso anche corazzate. L'Aspide non era nessuna delle due cose e dal punto di vista degli utilizzatori terrestri risultava in un certo senso 'né carne né pesce'. Così ha avuto molto meno successo che nel caso dei tipi navali, dove è stato adottato da almeno 17 nazioni (Italia, Spagna, Brasile, Argentina, Perù, Venezuela, Ecuador, Libia, Egitto ecc). Di recente, tuttavia, ha ottenuto un certo revival con il sistema Spada 2000, che è pur sempre meno costoso di una batteria di Patriot o Aster.
 
Quanto ai problemi tattici, uno di questi è la copertura del sistema d'arma, condizionata da quella del radar di scoperta e da quello del radar di tiro. Il problema è che, ovviamente, in ambito terrestre non c'é una 'Terra piatta' come nel caso dell'orizzonte navale, e quindi anche un radar eccellente e un missile temibile devono essere messi nelle condizioni di 'vedere' bene dalle loro posizioni. Ma il radar di scoperta dell'Aspide è alto circa 5 metri, i radar di tiro 4 e le rampe anche di meno. In altri termini, è praticamente impossibile, con altezze così ridotte, avere un campo visivo adeguato per cogliere i bersagli in volo a bassissima quota, perché anche un ostacolo modesto di 15 metri, a 2 km, renderà pressoché invisibile un aereo volante a 30 metri anche a 6 km, e uno a 60 metri a circa 12 km. Il sistema Skyguard è se non altro mobile con una certa facilità e può scegliersi le posizioni in cui 'vedere' il panorama; lo Spada è invece legato agli aeroporti che sono ovviamente sistemati in territorio pianeggiante e quindi, in posizione 'dominata' da alture e quant'altro. In campagna vi sono colline e boschi, in città gli edifici, in ogni caso la copertura è limitata alle basse quote e non c'é modo di ovviarvi con i sistemi originali. Lo Spada 2000 ha invece introdotto un radar più piccolo e su di un 'mast' elevabile di 13 metri, giusto come nel caso del diffuso radar svedese Giraffe, ovviando finalmente al principale problema dello Spada<ref>Vedi la[http://www.army-technology.com/projects/spada pagina sudi www.armyrecognitionArmytechnology.orgcom]</ref>. In realtà si sarebbe potuto fare già così se si fosse eventualmente accettato un radar meno potente ma più leggero, oppure se tatticamente si fosse adottato un qualche tipo di struttura a traliccio, o il tetto di un edificio o qualche sorta di collina artificiale o naturale, ma questo non è stato fatto e così anche un sistema d'arma potente è rimasto pericolosamente vulnerabile. Considerando che l'Aspide ha una portata minima di circa 1,5 km (teoricamente 750 metri, ma questo vale per l'attivazione dell'arma di per sé, e non per la capacità di manovrare e colpire anche obiettivi a bassa quota), che il tempo di reazione è definito come 'meno di 15 secondi' <ref> vedi Igino Poggi, l'Aeronautica Militare, Edizioni monografie, 1983</ref>e che i lanciamissili saranno ad una certa distanza dal radar principale, in pratica un aereo a 900 km/h abbisogna d'esser scoperto ad almeno 5-6 km per dare all'arma una possibilità di intercettazione (una seconda possibilità si ha con il secondo missile lanciabile, in genere non prima di 2-3 secondi). I missili Aspide hanno il vantaggio di avere una guida semi-attiva, il che significa che non devono essere guidati sul bersaglio, ognuno può trovarlo da soli e quindi si possono lanciare parecchie armi in rapida sequenza. Ma, come i Sudafricani dimostrarono in Angola (e i Britannici/Argentini alle Falklands), il volo a bassissima quota riduce quasi a zero la distanza pratica entro cui avvistare un bersaglio, anche con le migliori tecnologie <ref>a suo tempo, divennero celebri le schermaglie tra i costruttori di missili francesi e quelli britannici, vedi Armi da guerra, fascicolo 24 'gli aerei imbarcati moderni'</ref>. Affidarsi ad un sistema potente, ma che prevede un unico radar (soggetto a limitazioni nel campo visivo, per esempio dagli hangar dello stesso campo d'aviazione), disturbabile o distruggibile tramite un missile ARM, è quindi per molti versi inefficiente rispetto ad un numero maggiore di sistemi a corto raggio, ma a pronta reazione e comprabili in numero tale da coprire ogni angolo morto del settore difensivo (ogni lanciamissili Roland o Rapier ha il suo proprio sistema di ricerca e controllo del fuoco, per esempio). Di buono c'é che gli Aspide sono armi ogni-tempo, ma questo non impedisce i limiti delle stesse in caso di azioni diurne, quando gli aerei possono volare in maniera del tutto libera, scendendo a quote più basse di qualunque sistema di navigazione automatico (tipicamente limitato a non meno di 60 metri, vedi Tornado e F-111), tanto che per i Sudafricani era standard scendere a circa 15 metri di quota, passando praticamente sotto ogni cortina d'avvistamento radar<ref>'Impala sul bush', JP-4 gen. 1990, tra gli altri</ref>. Infine, la potente testata ha una spoletta di prossimità a lungo raggio, che può esplodere facilmente in anticipo se vola troppo vicino ad ostacoli di terra (questa è una delle ragioni per la quale molte armi a corto raggio come Rapier e Stinger non hanno alcuna spoletta di prossimità, ma solo ad impatto).
 
Nell'insieme l'Aspide è un sistema costoso, nella versione terrestre costava circa 50 mld alla batteria all'inizio degli anni '80. L'onere era, stimato al 1992, di 963 mld per 23 sezioni di fuoco (non batterie, quindi, ma coppie di lanciatori e un radar), mentre per l'Aeronautica erano stati previsti addirittura un totale di 20 batterie in tre lotti, ma poi sono state ridotte a 12, seppur con un costo di 2.048 mld<ref>Po, Enrico, op.cit, 1992</ref>. Per le navi c'é convenienza perché non c'é null'altro di disponibile nella categoria, e le navi sono un bersaglio molto pagante e molto costoso (centinaia di mld l'una), ma nei sistemi terrestri non c'é alcuna univocità nella concezione della difesa aerea, e ci sono molte possibili vie per attuarla. Quella maggiormente percorsa è quella di sistemi piccoli, economici e mobili, accoppiati a sistemi ben più grandi e pesanti per la difesa strategica, come la triade olandese Stiger/Bofors/Patriot.