Sistema delle acque bolognesi/Fiume Reno: differenze tra le versioni
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Il
Nasce in Toscana in territorio della Provincia di Pistoia, e se considerato per l'intera lunghezza è di gran lunga il più importante corso d'acqua dell'Emilia-Romagna, nonché l'unico rilevante della regione che non sia un affluente del Po.
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È il maggiore per lunghezza, superficie di bacino e portata d'acqua media alla foce fra quelli che sboccano in Adriatico a sud del Po.
Il toponimo
Il suo bacino idrografico, che si sviluppa nelle province di Pistoia, Prato, Firenze, Bologna (quasi l'intera Provincia vi rientra, salvo piccole porzioni montane, collinari e, soprattutto, parte del Persicetano e del Crevalcorese che tributano al Panaro e, quindi, al Po), Modena, Ferrara, Ravenna, è abitato da quasi 2 milioni di persone e comprende anche zone ad elevatissima concentrazione industriale (ad esempio l'area metropolitana bolognese) e assai sviluppate ed evolute dal punto di vista agricolo (ad esempio il comprensorio di Lugo-Massa Lombarda per la produzione di frutta e confetture); storicamente ha sempre costituito un'insostituibile cerniera fra Nord e Sud dell'Italia e, specialmente la sua valle, eccettuato il tratto iniziale più alpestre (sostanzialmente inaccessibile fino alla metà del secolo XIX), è sempre stato un comodo passaggio fra la Pianura Padana e il bacino dell'Arno.
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== Il corso e gli affluenti ==
[[Immagine:Fiume-Reno-BO.jpg|thumb|300px|left|Fiume Reno nei pressi di Sasso Marconi, al suo sbocco in pianura]]
Prende il nome di
Dal punto di vista geomorfologico rileva osservare che il primo tratto di circa 10 km, dalle sorgenti fino a Pracchia, si differenzia nettamente dal secondo tratto intermontano di circa 15 km, da Pracchia a Ponte della Venturina; non tanto per la pendenza dell'alveo, che, dalla confluenza dei rami di Campolungo e Prunetta, fino a Pracchia, è di circa il 3,7%, mentre nel tratto a valle di Pracchia scende alla metà, quanto per l'aspetto completamente diverso che presenta il bacino: con gibbosità abbastanza dolci e geologicamente abbastanza stabile il primo tratto; aspro, selvaggio, scosceso, tendenzialmente franoso, anche se sempre boscosissimo (la Valle del Reno è in assoluto quella coperta dalla maggiore aliquota di boschi in tutto l'Appennino Settentrionale) il secondo. La ragione di ciò, pare sia da ricondurre ad un fenomeno di cattura (erosione regressiva dei versanti) avvenuto in epoche geologiche remote secondo il quale il
[[Immagine:Reno a Casalecchio di Reno (BO).jpg|thumb|right|300px|Fiume Reno a Casalecchio di Reno]]
Inizialmente a regime torrentizio, il
Lungo il suo percorso riceve numerosi affluenti, tutti a regime torrentizio, alcuni a carattere temporaneo, altri a carattere perenne.
Dopo un primo tratto di circa 10 km, con deflussi relativamente modesti (molte delle sorgenti, un tempo copiose, sono state captate a scopo potabile per i numerosi insediamenti della zona, compresa la polla principale che costituisce la sorgente del '''Reno di Prunetta'''), nel successivo tratto montano, a partire da Pontepetri, riceve alcuni torrenti (nell'ordine, tutti da sinistra Maresca, a Pontepetri, Orsigna, subito dopo Pracchia, Randaragna, fra Biagioni e Molino del Pallone), i quali, ancorché brevissimi, gli recano, unitamente a molti canaloni che scendono precipiti dalle montagne che, fra Pracchia e Ponte della Venturina, racchiudono la gola, un considerevole tributo d'acque, drenando la parte più elevata dell'Appennino Bolognese. Fra di essi, il principale, ad acque perenni, è il Rio di Boverchia che, nato dal Monte di Granaglione, bagna questa località e forma numerose cascate prima di gettarsi, in sinistra idraulica, nel
Il
A Vergato, da sinistra, riceve ancora il più modesto torrente Vergatello col suo affluente Àneva. Poi, ancora da sinistra, il torrente Venola e, subito prima della Rupe di Sasso Marconi, il torrente Croaro (o Croara). A Sasso Marconi, da destra, riceve, in un ampio ghiaieto (quasi 1 km di larghezza), il maggiore tributario in assoluto del tratto montano: il Setta coi suoi affluenti Gambellato, Brasimone e Sambro.
Il tratto montano termina convenzionalmente alla Chiusa di Casalecchio di Reno, a circa 60 m/s.l.m. A valle di questo punto, peraltro, il
[[Immagine:Reno_a_Molinella.JPG|thumb|right|250px|Il Reno nell bassa pianura presso Molinella]]
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== Lo sfruttamento idroelettrico ==
L'alto bacino è interessato da diversi indigamenti a scopo idroelettrico: Bacino di Molino del Pallone sul
== Il regime idraulico ==
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{{quote|E non pur io qui piango bolognese<br/>anzi n'è questo luogo tanto pieno,<br/>che tante lingue non son ora apprese<br/>a dicer 'sipa' tra Sàvena e Reno;<br/>e se di ciò vuoi fede o testimonio,<br/>rècati a mente il nostro avaro seno.|Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, Canto XVIII}}
Con uno sviluppo di 124 km di arginature (fra le più imponenti ed alte della Pianura Padana, visibili da chilometri di distanza), il sistema idraulico del
A conferma di quanto appena asserito, basti osservare che a circa 8 km dalla foce, in località Volta Scirocco (nelle immediate vicinanze della cascina Guiccioli, in località Le Mandriole, ove, il 4 agosto 1849, morì Anita Garibaldi, spossata dal caldo e dalla lunga fuga) il
Fra gli affluenti del
Durante il papato di Benedetto XIV (il bolognese Cardinale Prospero Lambertini), il fiume
Nel 43 a.C., su un'isoletta del
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