I promessi sposi/Analisi dell'introduzione: differenze tra le versioni

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[[Categoria:I promessi sposi|Introduzione]]
{{Avanzamento|100%|17 ottobre 2008}}
{{Avanzamento|100%|17 ottobre 2008}}Ad una lettura non esclusivamente attenta alla critica letteraria, appare altresì immediatamente evidente che l' introduzione già contiene uno dei temi generali che attraverseranno tutto il romanzo. Si tratta della critica, garbata ed ironica ma sempre presente, che l' autore - attraverso l' artificio del "salto nel tempo" - rivolge dal passato ai tempi moderni, mostrando come sotto mutate forme e condizioni si riproducano continuamente alcuni vizi storici del popolo italiano. A quattrocento anni di distanza è ad esempio evidente come ancora oggi colpisca nel segno la freccia lanciata dal Manzoni nella frase seguente:
''E veramente, considerando che questi nostri climi sijno sotto l'amparo del Re Cattolico nostro Signore, che è quel Sole che mai tramonta, e che sopra di essi, con riflesso Lume, qual Luna giamai calante, risplenda l'Heroe di nobil Prosapia che pro tempore ne tiene le sue parti, e gl'Amplissimi Senatori quali Stelle fisse, e gl'altri Spettabili Magistrati qual'erranti Pianeti spandino la luce per ogni doue, venendo così a formare un nobilissimo Cielo, altra causale trouar non si può del vederlo tramutato in inferno d'atti tenebrosi, malvaggità e sevitie che dagl'huomini temerarij si vanno moltiplicando, se non se arte e fattura diabolica, attesoché l'humana malitia per sé sola bastar non dourebbe a resistere a tanti Heroi, che con occhij d'Argo e braccj di Briareo, si vanno trafficando per li pubblici emolumenti".
è del tutto evidente che la trsformazione del "nobilissimo cielo" in "...inferno di atti tenebrosi, malvaggità e sevizie.... - la quale - ..non può che essere attribuità all' intervento diabolico... - ... attesoché l'humana malitia per sé sola bastar non dourebbe a resistere a tanti Heroi ", appare nel contesto della frase attribuita precisamentre ai detti eroi che "che con occhij d'Argo e braccj di Briareo, si vanno trafficando per li pubblici emolumenti" e che sono indicati all' inizio della frase. Il Manzoni introduce il dubbio che, se lo sforzo per il pubblico interesse fosse effettivamente così inteso e pervasivo come i suoi sedicenti protagonisti vogliono farci intendere, tutte le dette miserie non esisterebbero nemmeno. In poche parole che la attenta coltivazione degli interessi propri è assai maggiore che non l' effettiva dedizione al bene comune. Un' osservazione che molti italiani possono ancor oggi formulare nei confronti del nostro attuale sistema politico ed amministrativo.