Divina Commedia/Inferno/Canto III: differenze tra le versioni

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*'''Per me''': attraverso di me. È la porta stessa che parla. L'anafora (il ''per me'' è ripetuto tre volte) sottolinea il senso terribile e inesorabile delle parole.
*'''la città dolente''': la città è detta «dolente», perché nel dolore vivono tutti i suoi abitanti. L'inferno si definisce appunto dal dolore, che è la sua prerogativa eterna. La figura della città nasce dalla biblica città celeste (''Apoc.'' 22, 14) ricordata anche in I 126; la «porta inferi», nota alla fantasia popolare, si trova in ''Matth.'' 7, 13 e 16, 18. Ma la stessa idea della porta d'entrata al mondo dei morti ha il suo grande precedente letterario nel VI dell' ''Eneide'', come tutta la struttura figurativa del canto.
 
 
{{quote|per me si va ne l'etterno dolore,}}
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{{quote|la somma sapïenza e 'l primo amore.}}
*6. Le tre figure della Trinità: la '''divina potestate''' è Dio, la '''somma sapienza''' loè Spiritoil Santofiglio (ossia Gesù Cristo), il '''primo amore''' è Gesùlo CristoSpirito Santo.
 
 
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{{quote|Ed elli a me, come persona accorta:}}
*13.'''accorta''': che subito comprende. Virgilio, come sempre farà in seguito, comprende a fondo lo stato d'animo di Dante attraverso poche parole, e risponde amchean--[[Utente:Mattespagna|Mattespagna]] ([[Discussioni utente:Mattespagna|disc.]]) 20:18, 25 gen 2012 (CET)che a ciò che non è stato detto. La situazione stabilisce fra i due una corrente d'intesa e d'affetto -da maggiore a minore- che è base del loro rapporto.