Storia di Roma/Da Pompeo a Cesare: differenze tra le versioni
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Rientrato in Gallia nel 55 a.C. Cesare passò il Reno per tenere sotto controllo le tribù germaniche, con due spedizioni raggiunge il Tamigi; dopo aver represso una rivolta nella Gallia settentrionale, con una reazione durissima da parte di Cesare, le tribù germaniche guidate da [[w:Vercingetorige|Vercingetorige]] attaccarono le legioni romane, ma grazie alla superiorità militare dei romani riuscirono a rinchiudere i rivoltosi ad Alesia e riuscirono a resistere fino all'arrivo dei rinforzi. Cesare riunita la Gallia nel 51 a.C. celebrò un grande trionfo a Roma.Come da accordo Crasso ricevette le terre della Siria; anche lui, come Cesare, voleva la gloria militare, così nel 54 a.C. organizzò una spedizione con eccessiva fretta, con lo scopo di conquistare il regno dei Parti, ma sottovalutò la potenza militare del nemico e l'esercito romano perse duramente la battaglia di Carre nel 53 a.C. dove Crasso morì.
== Pompeo ==
[[Immagine:Pompei Magnus Antiquarium.jpg|thumb|Busto di Pompeo]]
Dopo la morte di Silla nel 78 a.C. i conflitti tra le varie classi romane continuavano, infatti la dittatura sillana non era riuscita a trovare rimedio alla grave crisi; e inoltre Silla aveva preteso di rinforzare il senato sottoponendo Roma al governo personale di un individuo che era riuscito a conquistarlo con le armi. Negli anni successivi alla morte di Silla, gli ultimi seguaci di Mario, si erano rifugiati nella Spagna organizzando un governo indipendente, guidati da [[w:Quinto Sertorio|Quinto Sertorio]]; a sconfiggerlo ci pensò [[w:Gneo Pompeo Magno|'''Gneo Pompeo''']] nel 72 a.C. e sedò anche la rivolta di [[w:Spartaco|Spartaco]] nel 71 a.C.
Nel frattempo a Roma i silliani si erano avvicinati alle classi dei cavalieri e popolari, permettendo così il consolato a Pompeo e [[w:Marco Licinio Crasso (console 70 a.C.)|'''Licinio Crasso''']], il più importante dei rappresentanti dei cavalieri. Al termine del consolato, nel 67 a.C. Pompeo ottenne un '''imperium extraordinarium''' (comando straordinario) della durata di tre anni, esteso a tutto il Mediterraneo per combattere i pirati, che con l'appoggio di Mitridate minacciavano i trasporti marittimi e i rifornimenti di viveri a Roma; in tre mesi Pompeo riuscì a liberare la minaccia dei pirati. Con il consenso popolare ottenne nel 66 a.C. un altro comando senza limite di tempo, contro il volere del senato, per sconfiggere definitivamente Mitridate; dopo due anni di guerre Mitridate fu sconfitto e costretto a rifugiarsi in Armenia e in seguito in Crimea dove si tolse la vita nel 63 a.C. lasciando il regno del Bosforo al figlio [[w:Farnace II del Ponto|Farnace]]. Dopo la vittoria, nel corso del 64 a.C. mise ordine in Oriente, riducendo a provincia: il Ponto, la Cilicia e la Siria; e affidando a sovrani di sua fiducia:la Cappadocia, la Galazia e la Giudea come stati soggetti a tributo. Inoltre molte comunità instaurarono con Pompeo dei rapporti di legami e di clientela, invece che con il senato, che ne facevano ''l'uomo più potente di Roma''. Durante il ritorno di Pompeo a Roma, scoppiò una grave crisi politica per mano di [[w:Lucio Sergio Catilina|Lucio Sergio Catilina]] che aveva cercato più volte di diventare console con l'appoggio dei popolari, ma trovava l'opposizione del senato. Nel 64 a.C. fallito l'ennesimo tentativo, con un programma che prevedeva una riforma agraria e la cancellazione dei debiti, Catilina progettò una cospirazione, che prevedeva un'insurrezione armata contro il governo.
Il console [[w:Marco Tullio Cicerone|Marco Tullio Cicerone]] scoprì la congiura nell'ottobre del 63 a.C. e attaccò Catilina al senato, con le famose ''Catilinarie'', costringendolo a fuggire in Etruria. Cicerone, intanto, aveva fatto condannare a morte '''senza processo''' cinque congiurati, violando la legge che consentiva ai cittadini romani di ricorrere al giudizio del popolo. Nel 62 a.C. Catilina e i suoi seguaci morivano contro l'esercito romano a Pistoia.
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