Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Polonia-2: differenze tra le versioni

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Per proteggere il carro venne approntata una caratteristica 'pelle' di corazze ERA, che somiglia alle antiche armature a scaglie. Differentemente dalle grosse ERA israeliane tipo Blazer, o da quelle sovietiche K-1 o 5, di media grandezza, qui vi sono le corazze ERAWA, che coprono con una fitta diffusione di ben 394 mattonelle, la corazza anteriore e laterale del mezzo. Sebbene le piastre ERA più piccole sono presumibilmente meno efficaci, il vantaggio è che anche con colpi ripetuti il carro è ancora protetto, quando poche grandi piastre, una volta colpite, lo lasciano 'scoperto' in interi settori, anche senza considerare il rischio di esplosione a catena. In tutto vi sono 9 m2 di superficie protetta, 108 piastrelle sono nella sola torretta, 118 sullo scafo e 84 su ciascun fianco, specie sugli skirts, che non sono di gomma, ma di un tipo diverso, descritto come 'anti-cumulativo', e fatti in acciaio. Uno dei vantaggi di queste piccole piastrelle, a parte il maggior numero di colpi sopportabili, è che lasciano pochissimo spazio tra una e l'altra (anziché 10-15 cm), riducendo la possibilità che colpi arrivino tra le continuità e distruggano il carro.
 
Il tipo migliorato è l'ERAWA-2, che ha più esplosivo. Gli effetti sono stati calibrati, similmente alle K-5 e a differenza delle K-1, per ottenere una protezione apprezzabile anche dai colpi AP, ridotti in efficacia del 30-40%, mentre le HEAT sarebbero 'tagliate' al 50-70%. Anche così non c'éè sufficiente protezione dai colpi perforanti più potenti da 120 mm, che oramai arrivano anche a 700 mm di acciaio perforato a 2 km, ma almeno negli anni '90, munizioni come le M829 (circa 550 mm a 2 km) erano così ridotte in efficacia al punto che, grazie sopratutto all'azione di 'ghigliottinamento' che tende a spezzarne il dardo, esse non sarebbero riuscite a perforare la protezione frontale del carro (che è l'equivalente di circa 400-450 mm in acciaio); i proiettili HEAT sono anch'essi messi fuori gioco, in questo caso servirebbero infatti almeno delle testate in tandem; anche molti tipi di razzi e missili c.c. sono neutralizzati e la fitta pannellatura di ERA copre bene, con le sue piccole piastre, anche il tetto della torretta, migliorando così la resistenza alle munizioni con attacco dall'alto. Una delle maggiori sfide per i progettisti delle ERA è che esse devono reagire prontamente in caso di penetrazione, esplodendo e contrastando l'arma c.c., ma al tempo stesso l'esplosivo dev'essere insensibile alle penetrazioni di piccoli calibri e al fuoco di armi come il napalm. Pare che l'effetto sia stato assicurato, e così proiettili fino al 30 mm non causano l'esplosione delle ERA, così come i frammenti di granata. Peraltro va detto che i colpi da 30 mm (APDS) sono una minaccia concreta per i fianchi del mezzo, così che questo potrebbe essere controproducente in tal senso. Il cannone è il 2A46 del T-72, con sistema di carica abbastanza rapido per 8-10 colpi al minuto, 1x7,62 e 1x12,7 mm, un generatore di fumo con gasolio iniettato nello scappamento, e 24 lanciagranate utili sia per cariche fumogene che antipersonale, per la difesa ravvicinata.
Il sistema di controllo del tiro è adesso basato su di uno stabilizzatore a due assi slovacco che rimpiazza il precedente 2Je28M, sistema elettronico che tra l'altro aiuta il comandante a sapere se vi sono le condizioni per un tiro efficace in movimento, e il sistema DRAWA di controllo del tiro, con sistemi di mira PCD, camera termica TES (della israeliana EL OP), sistema diurno-notturno POD-72, computer balistico, telemetro laser ecc. Il motore è un S-12U potenziato da 780 a 850 hp, peraltro appena sufficiente per compensare l'aumento di peso, con un moderno sistema di iniezione, mentre l'S-1000 del successivo PT-91A ha un turbocompressore migliorato.
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Il MID Bizon-S è un mezzo pionieri consegnato in 11 esemplari in due versioni, il PMC è invece un gettaponte di cui vi sono varie versioni, tra cui 5 con il sistema francese Leguan per la Malaysia e il nuovo MG-20 Daglezja.
 
Un tipo forse più appariscente è il '''PZA Loara-A''' è un veicolo da 45 t, dimensioni 6,67 x 3,4 x 2,19 m con tre persone d'equipaggio. Armato con 2 cannoni svizzeri da 35 mm, motorizzato con un S-1000 (1.000 hp), 60 kmh e 650 km di autonomia, esso è un avanzato mezzo antiaereo. PZA (Przeciwlotniczy Zestaw Artyleryjski ) che originariamente venne basato sullo scafo del T-72, ma che poi, nel modello standard è stato basato sul più avanzato PT-91. Doveva essere integrato con il PZA Loara con missili SAM, ma questo progetto è stato cancellato.. Il sistema, simile al Gepard, ha un radar 3D da 26 km ed identifica fino a 64 bersagli in simultanea, oltre ad operare a 60 giri-sec, anche in movimento. Non c'éè un radar di tiro, ma per gli ingaggi ognitempo è stato installato, più economicamente (come nelle opzioni per il mezzo c.a. sudafricano da 35 mm ) un telemetro laser e un FLIR; il tempo di reazione è di 10 secondi. Il raggio di tiro arriva fino a 5 km, contro bersagli che possono essere in volo fino a 500 m.sec, ovvero ogni velocità pratica per le quote medio-basse (circa 1,5 mach a bassa quota). Ovviamente è utilizzabile anche contro bersagli a terra o sulla costa, anche se la torretta assai alta è un po' troppo visibile per un eventuale avversario, cosa del resto impossibile da evitare per un semovente contraereo con cannoni ad alta elevazione e di calibro elevato.
Realizzati 2 esemplari, pare che ne siano stati ordinati 48, e vi sono voci di altri 100 ordinati dall'India.
 
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Un altro mezzo speciale è il '''WZT''', o meglio la sua numerosa famiglia. Significa Wóz Zabezpieczenia Technicznego - armoured recovery vehicle e si tratta dei mezzi post-guerra mondiale per recuperare gli altri carri o mezzi. Ve ne sono 5 versioni, la WZT-1 e 2 su scafo T-55 e T-55A, la -3 su T-72M, la-3M sul PT91 e la -4 su scafo PT-91M per la Malaysia.
 
Il WZT-1 è stato progettato nei tardi anni '60 e prodotto dalla Bumar tra il 1970 e il 1978: dimensioni 7,1 x 3,27 x 2,1 m, equipaggio 3 persone. Il peso è di sole 31,5 t dato che non c'éè la torretta e che per un carro recupero è fondamentale ovviamente avere il miglior rapporto potenza peso possibile, visto che poi deve tirarsi dietro anche i più pesanti carri e blindati vari. L'armamento è ridotto ad un'arma da 12,7 mm DShK con 200 colpi, il motore al solito è il V-55A da 38,88 l e 580 hp; il rapporto potenza peso arriva così a 18,4 hp-t, come grossomodo il ZSU-57-2, ma la velocità non è diversa: 50 kmh su strada, 27 fuoristrada, 15 in traino. L'autonomia operativa è di 470 km esclusi serbatoi ausiliari, in genere non installati. In servizio dal 1970, oramai non è più in linea. L'idea era nata già in URSS nei primi anni '50 anche se il T-54 non era che appena più pesante del T-34; il primo carro ARV era il BTS-1 (=Bronirowannyj Tjagacz Sriednij), dal '55 aggiornato con nuove attrezzature tra cui una piccola gru, e come tale definito BTS-2. Questo venne anche costruito più tardi su scafo T-55; alla fine degli anni 60 soltanto venne esportato in Polonia e Cecoslovacchia e la prima almeno ne ricavò un mezzo migliorato, per l'appunto il WZT-1.
 
Presto comparve il WZT-2, prodotto tra il '73 e il '92, in un totale di ben 600 esemplari. Il Peso aumentava a 34 t, le dimensioni sono simili (3,27 m larghezza, 2,1 altezza), l'equipaggio 4+3 eventuali feriti. Il resto non cambia molto a parte il motore V-55W da 591 hp, che riduce leggermente l'autonomia (465 km) ma almeno aiuta a non far calare troppo il rapporto potenza-peso. Esso è ancora in servizio come mezzo principale, ma più che altro per i BMP e i 2S1 dato che T-72 e Leopard 2 sono un po' troppo pesanti e richiederebbero in caso il traino da parte di due di questi mezzi. Vi sono anche carri di recupero usati per le emergenze ferroviarie. 80 dei 600 mezzi erano ancora in servizio al 2004, ma parecchi mezzi erano anche in uso da privati, ovviamente senza mitragliatrice. L'India ne ha comprati ben 196 e l'Irak e la Yugoslavia alcuni altri.