Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-9: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
m Bot: errori di battitura |
||
Riga 30:
[[File:Pr.12411M2.jpg|380px|right|]]
In seguito l'evoluzione vide nella sala macchine prodiera due motori diesel M-510 da 5.000 cv a 2.000 giri/min (sono motori da ben 56 cilindri, radiali: un qualcosa di ben diverso rispetto ai tipi occidentali che al massimo arrivano a 20), quelli usati per le 'Osa'; il motore CODAG consente così una velocità inferiore, 41 nodi, ma l'autonomia aumentava del 50%, a 2.400 miglia. Era vantaggioso, sopratutto alle andature di crociera, inadatte per la resa termodinamica delle turbine. Questa era la 'Tarantul II', mentre la 'Tarantul III' ebbe i missili antinave di nuova generazione. Costruita a Leningrado dal 1981, sostituiva i missili Styx con i nuovi e formidabili ZM-80, ergo gli SS-N 22 in una versione specifica per risultare compatibile con le piccole navi d'attacco. Progettato dal Raduga OKB (capo progettista I. S: Seleznev), è un'arma da 3,950 t con testata bellica di 300 kg e gittata di 120 km, ma sopratutto, grazie al motore a statoreattore, permette di attaccare a velocità di circa mach 2, attaccando a velocità anche maggiori. Vola ad appena 20 m di quota, ma nella fase finale d'attacco arriva ad appena 7, inoltre può anche manovrare ad S per evitare di essere inquadrato troppo facilmente. La sua velocità è tale da renderlo quasi inintercettabile persino da sistemi difensivi come l'AEGIS e può spezzare in due una nave colpita grazie ad un'energia cinetica circa 20 volte maggiore rispetto a quella di un Exocet (2 volte la velocità e 6 la massa, pari a qualcosa come 845 MJ, circa 2 carichi di proiettili di un M1 Abrams). Le dimensioni sono abbondanti, 9,385 m di lunghezza e 1,35 di diametro, per cui non è certo un missile di ridotta 'evidenza' radar e IR, ma essendo dotato di motore a statoreattore (progettato dall'OKB-670 di MM.Bondariuk e poi rifinito dall'Ufficio Soyuz di Turayevo) emette meno calore dei tipi a razzo e non ha tracce di fumo apprezzabili, un grosso vantaggio tattico. Il radar attivo-passivo permette attacchi anche in condizioni difficili e si stima una percentuale di successo che arriva fino al 99%, un po' meno contro convogli e mezzi anfibi (forse per la vicinanza della costa). I missili sono capaci di distruggere un caccia con 1,2 testate oppure una nave da carico da 20.000 t con 1,5 testate, ma questi, al solito, sono numeri buoni per le stime: del resto, bastò un Exocet per distruggere lo Sheffield e con il Moskit non c'
Più recentemente le navi russe erano state sviluppate in varie versioni evolute: i progetti 12417, 12418 12421. Questi erano meglio armati e capaci rispetto ai tipi della Guerra fredda: la prima aveva il sistema Kasthan CIWS, per portate fino a 8 km; la seconda ha i missili Uran, la terza è la versione export della Tarantul III. La più interessante si è rivelata la 1418. Essa ha un sistema missilistico del tutto diverso, il primo antinave simile a quelli occidentali. È il prodotto dello Zvezda DB ed è noto come Kh-35 Uran, ma sopratutto come 'Harponsky'. Simile all'arma americana a cui si sarebbe ispirato (pare che certe tecnologie sono state rese reperibili dopo la caduta dello Sha di Persia, ma è tutto da dimostrare in concreto), è un missile di piccole dimensioni, dalle capacità e dall'aspetto non particolarmente impressionanti. Ma è un missile 'onesto', pesante poco oltre 600 kg e capace di volare a velocità di 240 m.sec, in attacco fino a 300; la portata così è di circa 130 kg, e siccome la velocità è subsonica, il motore è un efficiente turbogetto e la testata è pesante appena 145 kg, è possibile contenerne le dimensioni in 4,4 m di lunghezza. Sopratutto è possibile costruire questi missili a costi ridotti e alla metà degli anni '90 erano in vendita a prezzi pari a circa un terzo di quello degli Harpoon. Magari meno avanzati di questi ultimi, con una testata meno potente (ma ancora sufficiente) e una gittata leggermente maggiore di quella dei primi BGM-84, sono missili poco ingombranti. Possono essere così ospitati in 4 fasci di 4 tubi di lancio l'uno, per un totale di ben 16 armi, ciascuna capace di distruggere una nave di medie dimensioni. Così è molto più economico l'uso di queste armi, che sono più leggere dei Moskit e adatte per la maggior parte delle evenienze, nonché meno costose, presumibilmente, anche in un rapporto di superiorità numerica di 4:1. Essendo così numerose, è possibile lanciarne 4 al posto di ciascun Moskit e sebbene più facili da abbattere, sono abbastanza numerose da avere comunque ottime possibilità di colpire, anche perché nella fase di crociera volano basse e in attacco scendono fino a circa 3 metri di quota, mentre la traccia, sia IR che radar, è grandemente inferiore rispetto a quella dei super-missili della famiglia Moskit/Sunburn, per cui sono sì più lenti, ma ben più difficili da localizzare. I CIWS, poi, sono sì capaci di colpire uno- due missili (talvolta anche supersonici), ma non c'
Riga 145:
[[File:Armament_of_a_Udaloy_class_destroyer.JPEG|350px|left|thumb|I 2 pezzi AK-100, i lanciamissili 'Sylex' e le rampe di lancio SA-N 9 (Kortik), a prua dei cannoni]]
L'armamento principale era costituito dagli '''SS-N-14''' 'Sylex', che in realtà erano chiamati 85-RU del Raduga OKB. Esso è stato visto per la prima volta nel 1970 sulle navi 'Krivak' e poi sui 'Kresta II' e 'Kara', in questi ultimi due casi con lanciatori quadrinati a blocchi sovrapposti anziché lineari come le 'Krivak'. Essi vennero poi usati dai 'Kirov' e per l'appunto, dagli Udaloy (i Kirov con una rampa di lancio apposita, ricaricabile). Questi missili inizialmente erano stati scambiati per armi antinave, e chiamati dalla NATO SS-N-10, anche perché i Sovietici fecero andare per mare le navi per anni senza queste armi a bordo. Così si pensava che le 'Krivak' e le altre navi fossero unità antinave, un po' come i 'Kresta I' e i 'Kynda'. In seguito si pensò che fosse un missile puramente ASW, ma ben presto si cominciò ad ipotizzare l'uso duale, anche come arma antinave. Alla fine esso è stato svelato che si trattava di sicuro di un'arma efficace e perfettamente duale. Essa è armata con un siluro E53, autoguidato attivo-passivo, portata 25 km, testata da 150 kg. Peccato che non sia anche utilizzabile direttamente come arma antinave. L'arma era assieme ad una testata da ben 350 kg, con sensore IR per la guida sul bersaglio. Il missile è la fusoliera, con la testa di guida, dietro il motore a razzo e poi i sistemi di guida; sotto c'
Le dimensioni sono di 7,2 x0,574 (fusoliera) m, portata 55 km, velocità mach 0,95, quota di crociera 400 m. Vi è il razzo interno e due booster esterni. È come se si fosse usato il missile SS-N-2 per agganciargli sotto un siluro, insomma. Esso è pesante 4.000 kg e molto ingombrante. La sua velocità di crociera non è altissima, mentre la quota non è davvero radente, perché deve ricevere i dati dal radiocomando-radar della nave. L'arma è quindi vulnerabile ai sistemi CIWS e anche alle ECM. Tuttavia ha dimostrato una notevole efficienza in termini di ingaggio. La potenza è anche maggiore di quanto necessario: per esempio, non sarebbe affatto necessaria anche la testata, pesante da sola quasi il 10% del totale, per danneggiare gravemente qualunque nave. Sarebbe stato certo meglio usare un missile più compatto, magari in versioni sia ASW che antinave, tipo insomma l'OTOMAT e il MILAS; sull'Udaloy II sono infatti usati i missili SS-N-15, quindi hanno tubi di lancio che funzionano in realtà come missili ASW. In ogni caso i siluri da 533 sono armi ASW, non antinave, anche se non sono di tipo, in genere, filoguidato. Essi sono senz'altro utilizzabili anche per azioni antinave,modificando i sistemi di guida (non è possibile invece il contrario, usare siluri antinave per compiti ASW), anche se non propriamente doppio ruolo. I siluri sovietici sono di parecchi tipi e in genere di prestazioni elevate, anche se così non è per la quota massima operativa e per l'elettronica di bordo. Alcuni sono anche armabili con testate nucleari da 5 kT. Per il resto vi è una coppia di moderni cannoni AK-100 da 60-80 c.min, utili anche per il tiro antimissile, 4 CIWS, e un largo hangar per gli elicotteri.
Riga 195:
Queste grandi navi sono unità specializzate nella lotta antinave, con buone capacità di difesa (più che altro auto-protezione) antiaerea, e molto marginali qualità ASW; in tutto hanno 25 ufficiali e 271 sottufficiali e comuni, nemmeno molti per una nave di 7.940 t, 8.480 a pieno carico, lunga 156,37 m e larga 17,19.
La prua ha linee molto affilate e aggressive, una prua molto inclinata e marina, pensata per le acque dei mari del Nord, spesso scosse da violente tempeste. Le sovrastrutture sono basse e nondimeno complesse, irte di antenne, con due alberi di cui uno dietro la plancia ospita il radar principale, e l'altro è a traliccio vero la parte posteriore. L'hangar per l'elicottero ha un ponte piuttosto piccolo, ed è in una zona quasi centrale, davanti al lanciamissili SAM poppiero e alla torretta da 130 mm n.2; torri e SAM sono pressoché speculari nei ponti di prua e di poppa. Il fumaiolo è basso e largo, davanti all'albero a traliccio che non sostiene alcun radar di bordo. La plancia è sistemata sopra la tuga prodiera, con i lati inclinati verso il basso; sopra c'
A parte il sistema d'arma che hanno, l'altra significativa differenza con gli 'Udaloy', di qualche anno più recenti, è il sistema propulsivo. Infatti, malgrado gli stessi 'Kashin' avessero motori a turbina, i 'Sovremenny' tornavano al vapore, con due turboriduttori TV-12 per complessivi 100.000 hp (altre fonti parlano di 110.000), come sui caccia 'Burke' di alcuni anni successivi (e 20.000 hp più degli 'Spruance'/'Kidd') grazie all'energia raccolta da quattro caldaie ad alta pressione; il tutto era usato per muovere due eliche a passo fisso e 4 caldaie turbopressurizzate KVN-98/64 da 640 kg/cm2 e 500°. La velocità massima era di ben 33,4 nodi e 32,7 continui, autonomia a 32,7 nodi di 1.345 miglia nautiche e a 18 nodi di 3.920. Il carburante era di 1.740 t, forse come valore standard; se si carica un quantitativo di carburante extra, si possono raggiungere le 4.500 nm, sempre a 18 nodi. Però, chiaramente, in caso di guerra i caccia missilistici di questo tipo avrebbero dovuto 'colpire e scappare', a grande velocità: non sembra, ma le navi moderne non hanno poi tutto questo 'fiato', e nell'arco di un paio di giorni di azione potrebbero trovarsi in grave difficoltà, specie in un teatro di guerra ad alta intensità, se non vengono rifornite in mare o ritornano alla base. Per fare un esempio, le 1.300 miglia percorribili alla massima velocità sono circa 40 ore di moto; a 18 nodi, con il massimo di carburante, l'autonomia è di circa 10 giorni. In pratica, poi, c'
Inoltre c'eraro due turbogeneratori da 1,25 MW l'uno attivati da 4 diesel da 600 kw, in maniera da attivare i complessi sistemi elettronici ed elettrici di bordo anche senza motori in moto; anzi, fatto davvero notevole, se necessario era anche possibile usare i motori per fornire propulsione ausiliaria, magari per piccoli spostamenti e-o per non fare troppo rumore.
Riga 209:
L' SS-N-22 è presente in due lanciatori quadrupli KT-190, inclinati verso l'alto di 15 gradi e davanti alla plancia. I missili 3M80 (o 3K80) . Il tutto è collegato con il sistema a 1-4 GHz 'Mineral E' (Band Stand) in cupola, per la designazione dei bersagli ai missili antinave anche oltre-orizzonte. Potrebbe sembrare poco per navi tanto grandi, ma del resto i missili pesano oltre 4 t l'uno. Azionati da potenti booster a propellente solido, poi da uno statoreattore, essi sono velocissimi e concepiti per volare nel minor tempo possibile verso il bersaglio, superandone 'di forza' le difese. La velocità max è di circa mach 2,6, ma pare che vari in funzione della quota e che a pelo d'acqua scenda a 1,5 mach: sempre molto, ma non è quello che si sente usualmente dire di queste armi, che dovrebbero essere capaci di volare a 2,5 mach a bassa quota. Non è chiaro se si tratta di un errore o di precedenti 'sopravvalutazioni', ma stando alle stesse dichiarazioni dei progettisti, la velocità del missile doveva essere enorme visto che si voleva colpire anche le navi AEGIS prima che avessero il tempo di aprire il fuoco. Il che, però, difficilmente si sarebbe potuto fare se il missile volava a mach 2,5 ma solo ad alta quota, dove era più facile da localizzare. Arrivato vicino al bersaglio sotto il controllo dell'INS, il missile attiva poi un sofisticato sistema di ricerca radar sia attivo che passivo (HOJ, capacità anche di autoguidarsi sui disturbi); la velocità è talmente elevata, che in poco più di due minuti il missile è in zona, quindi nemmeno servirebbero delle correzioni di media corsa, del resto l'arma è dotata di una gittata non particolarmente elevata, variamente indicata in 90-120 km, poi incrementati recentemente a 220 grazie ad un quantitativo di carburante pressoché doppio; forse è stato sviluppato con una commissione passata dai Cinesi, le cui pur numerose e interessanti armi antinave, anche supersoniche, a quanto pare non reggevano il confronto con quelle russe (sebbene esse fossero vecchie di 20 anni), tant'
La versione 2M82 ha una portata aumentata a circa 160 (o addirittura 220, secondo i dati più recenti) km e miglioramenti generali, ed è più lunga per ospitare più carburante. Essa è esportata come 3M80E ed imbarcata sui Project 956A e l'unico 473, l'Admiral Chabaneko, un 'Udaloy' che sacrifica i missili SS-N-14 sostituendoli con gli SSN-22, come anche i due pezzi da 100 mm rimpiazzati dalla torre da 130 mm. Il missile Moskit ha, tra le altre limitazioni, una gittata minima di ben 10 km. D'altro canto, almeno i tipi più recenti pare che possano seguire profili di volo diversi: dopo il lancio (non vi sono booster esterni) l'arma potrebbe arrivare a circa mach 3 e a 200 km seguendo profilo d'alta quota.
Riga 216:
Oltre ai due lanciatori quadrupli, i caccia 'Sovremennyy' hanno anche altre armi importanti. I due AK-130, impianti binati da 130 mm, sono armi raffreddate ad acqua e con una dotazione di ben 180 colpi pronti all'impiego e 2.000 nei depositi. Questi sono stati pensati non solo per il tiro antinave, antiaereo e controcosta, ma anche antimissile (sono le armi di maggior calibro con tale capacità). Questi 4 cannoni sono un complesso unico per un caccia moderno, e sarebbero una valida dotazione teorica per un caccia della II GM.
Il cannone AK-130 ha un minore potenziale distruttivo antinave rispetto ai missili, ma non è da meno quanto a complessità, potenza e 'impatto' sulla nave che lo ospita. In origine si voleva un impianto singolo per ovvie ragioni, ma, come nel Compatto OTO da 127 mm, si voleva anche una capacità di tiro efficace nel ruolo contraerei e persino antimissile. Visto che la cadenza di almeno 60 colpi non era praticamente raggiungibile, si è proseguito nei 'desiderata' al punto da accettare, piuttosto che una capacità di difesa inferiore, una torretta binata ben più pesante e costosa. E anche più lenta nel brandeggio, che resta comunque rispettabile, di 25 gradi al secondo in alzo e rotazione; l'alzo è di -12/+83°, il che dà l'idea (specie se si compara con l'Mk-45 americano e l'Mk-8 inglese) di come questa torre, dall'aspetto caratteristico 'quasi emiferico' e molto aggressivo (anche per la presenza di un sistema di tiro optronico locale) sia stata pensata per la lotta antiaerea, persino contro armi (Harpoon?) che attaccano in assetto pressoché verticale. Il peso è di ben 98 t; si confronti con le 34 del Compatto (singolo) e la ventina dell'Mk-45 e Mk-8. A pieno carico, la torre pesa 108 t, il che dà l'idea del perché la velocità a cui si muove non possa essere tanto elevata come si sarebbe voluto (con la torre singola). A bordo vi sono un gran numero di proiettili: ben 180 sono conservati nella giostrina di caricamento rapido (si pensi che il Compatto ne ha 66 e già era ben sopra la media della categoria; anche dividendo per due canne, sono pur sempre 90 proiettili per cannone) e 2.000 nei depositi (per ciascuna torretta?); le munizioni sono sparate a 850 m.sec, fino ad oltre 24 km; interessanti i tipi impiegati: per il tiro controcosta l'A-3-UZS-44 da 52,8 kg completo, 3,56 di esplosivo, e lunghezza di 1,369 metri. I proiettili A-3-UF-44 hanno funzione antinave e come tali sono SAP; anche se non ce ne sarebbe bisogno contro le navi moderne, più che vulnerabili a proiettili di quasi 35 kg, esse possono perforare fino a 80 mm a 45° di impatto (non è chiaro però a quale distanza). La maggior parte delle navi non ha che uno scafo da un paio di cm di spessore, per cui non c'
L'arma è controllata dall'MR-184M LEV, codice NATO 'Kite Screech', banda I/K, frequenza 10-40 GHz e portata massima di 75 km. Si tratta dunque di un radar con una portata ben superiore a quella che necessiterebbe un'artiglieria di questo tipo; la precisione di tiro è considerata tale da consentire un errore di appena 5 metri e, in direzione 0,5 millirad. Un rad è pari a circa 57 gradi, ovvero 360 diviso 2 x pigreco. Quindi, se si punta ad un obiettivo lontano 10 km, allora si dovrà considerare che esso sia colpibile con una precisione (almeno da parte del radar, poi è il proiettile che deve arrivarci, per esempio superando venti laterali di velocità apprezzabile; se non altro si tratta di una munizione pesante e veloce, quindi poco influenzabile dalle perturbazioni atmosferiche) elevatissima, pari a 5 metri: a tale distanza, in pratica, il radar darebbe lo stesso margine d'errore sia in distanza che in direzione. Per colpire una nave in superficie è molto più che sufficiente; per abbattere un aereo anche, perché i proiettili usati per il tiro a.a. hanno spoletta di prossimità con un raggio utile di parecchi metri. A distanza ravvicinata, anche il tiro antimissile è perfettamente possibile, del resto è per questo che il cannone, sebbene la cadenza di tiro sia di 40-45 c.min (molto inferiore rispetto ai desiderata sovietici e anche alle stime occidentali, che negli anni '80 parlavano di circa 130 c.min per tutti e due i cannoni di ciascuna torre), è stato concepito, tra le altre esigenze. Altrimenti sarebbe stato un valido armamento anche il vecchio pezzo da 130 mm a canna più lunga (20 c.min), con portata di circa 27 km, e che è ben noto, più ancora per l'uso con i cacciatorpediniere russi, per l'impiego a terra come M-46, un formidabile pezzo d'artiglieria a lungo raggio rimasto 'al top' delle prestazioni per decenni.
Riga 226:
Infine vi è l'armamento SAM. L'SA-N-7, ovvero il sistema Uragan o Sthil, è l'equivalente dell'SA-11 terrestre; esso è collegato con un radar di scoperta 3D 'Top Steer', banda D/E e con 300 km di portata massima. Il suo successore MR-760 'Top Plate' lavorante in banda E (2-3 GHz), presente sulle ultime navi della serie e i tipi prodotti per la Cina, ha una portata di 50 km contro i missili antinave e 230 km contro aerei di grosse dimensioni. Non vi è invece un radar bidimensionale a lungo raggio, come accade normalmente per i caccia AAW occidentali.
poi vi è il missile 9M38 o 9M38M1e il sistema di controllo del tiro MR-90 'Front Dome' con antenna OP-3; I lanciamissili Altair 2R90 Uragan o Sthil hanno un deposito rotante verticale per 24 armi, e la rampa singola, simile a quella dell'Mk-13 ma più massiccia (con delle ringhiere per l'ispezione per ciascun braccio della rampa), con la rotaia di lancio sistemata sotto il braccio mobile, viene ricaricata ogni 10-12 secondi. Si tratta di armi moderne, che potrebbero essere definite una sorta di 'copia' del Tartar-Standard SM-1. Tuttavia la loro portata non è molto alta, forse per problemi con la FCS piuttosto che con missili decisamente prestanti. Infatti la velocità degli ordigni è di almeno mach 3, ben maggiore del mach 1,8 del Tartar e 2,5 dell'SM-1MR; la portata è di 32 km se il bersaglio vola sopra i 1.000 m; sotto ha una gittata di 18 km, e contro missili antinave ha una portata di 12 km. Evidentemente la portata dipende dal 'mode' di funzionamento e la gittata contro missili antinave è dipendente forse dalla RCS di questi. La guida ha un sistema semiattivo radar; sebbene la portata sia limitata, essenzialmente è un apparato nato come arma difensiva della nave e con una portata solo di poco maggiore di quella di un 'Goa' (SA-N-1), il sistema può gestire fino a 75 bersagli di cui 15 in maniera prioritaria. Ma anche più importante, su ciascun lato della nave sono presenti ben tre radar di controllo del tiro 'Front Dome' in banda H/I e con portata di 30 km (tipica? sarebbe questa dunque la vera limitazione della portata dei missili); questo consente di ingaggiare bersagli multipli entro un arco di 360 gradi, e di resistere ad attacchi anti-saturazione. È un'arma a corto raggio, ma efficace per la difesa. I suoi missili, dal caratteristico colore verde con muso bianco, hanno una forma pressoché identica a quella degli Standard, ma con la fusoliera ingrossata leggermente davanti alle 4 alette di stabilizzazione. Le loro capacità di ingaggio non sono solo multiple, ma consentono l'attacco di missili fino a 700 m.sec di velocità massima, praticamente uguale alla loro, quindi in teoria sarebbero efficaci anche contro obiettivi quali gli stessi SS-N-22. La quota massima è tra 10 e 14.000 metri. I sistemi SAM delle navi occidentali hanno in genere solo due, talvolta uno, eccezionalmente quattro radar di illuminazione, e tranne che in qualche classe di incrociatori americani (specie i 'Ticonderoga') non c'
Infine il 'Sovremenny' può difendersi con i soliti quattro AK-630M a mezza nave, minuscole torrette (decisamente 'miniaturizzate' anche rispetto ai tipi occidentali) da 5 t (con le munizioni) con potenti cannoni da 30 mm a sei canne rotanti, capaci di 5.000 c.min e raggio pratico di 1-3 km antiaerei e antimissili, e fino a 5 k m contro obiettivi di superficie. Gli AK-630M vennero introdotti nel '79, dopo circa 3 anni di servizio e vari inconvenienti dimostrati dal modello base, ciascuna con una torre AO-18 a 6 canne da 30 e 2.000 colpi (1.918 kg).
Riga 312:
In seguito arrivarono molti altri tipi di mezzi e i più grandi erano i 'Gus' da 330 t, ma non per molto. I più grossi di tutti erano i Projetc 1232.2 o classe Zubr, o, per la NATO, 'Pomornik'. Il 24 gennaio 2000 la Marina greca firmò con i russi per quattro unità di questo tipo, e la cosa fece impressione e interesse tra gli addetti ai lavori, che conoscevano questi hovercraft, ma no pensavano che sarebbero diventati parte della NATO. IL costo non era alto: appena 101 mln di dollari per due navi russe e 97 per due ucraine, dato che erano navi ex-sovietiche rimesse a nuovo e non unità di nuova costruzione. Ucraina e Russia ebbero la responsabilità di rimetterle in sesto; e in effetti la Marina Greca si accordò con entrambe le marine slave e le loro aziende di stato per il commercio di armi. I 4 mezzi erano gli MDK (ovvero gli hovercraft nella definizione russa) 104 del '92, l'MDK 107 (mai completato), il primo dei quali, dopo i lavori a S. Pietroburgo entrò in servizio con i greci già i l22 gennaio 2001 come KEFALINIA (L180); consegnato con una solenne cerimonia a Salamina. La ZAKINTHOS era prevista invece per l'agosto 2004; le due navi ucraine sono l'Ivan Bhoun (U 421, anch'essa mai completata), e l'Horlikiwa (U 423) che era la ex sovietica MDK 123. Entrarono in servizio come ITAHKI (L 181) il 7 febbraio 2001 e Kekrira (L 182) nel marzo del 2004. Queste navi vennero progettate a suo tempo dall'OKBB CMKB Almaz, con il capo-progettista Ju.M.Mochow, come sostitute della 1231.1 da 353 t. Ma il prototipo venne completato solo nel 1988 (era il MDK 95), malgrado la progettazione iniziasse nel 1970. Prodotti dai cantieri PO Almaz di S. Pietroburgo e da uno in Crimea, a Feodosia, si volevano 20 navi di cui metà per il Baltico e metà per il Mar Nero, ma solo 11 (6 e 5) erano state completate al 1991, quando l'URSS si dissolse e non ne sono state costruite altre in seguito.
Questi grandi hovercraft militari sono navi (o velivoli?) da 550 t a pieno carico. Vi è una struttura portante con compartimento di carico vuoto al centro, i serbatoi di carburante per 57 t, quelli dell'olio, acqua potabile, due gallerie per gli alberi motori delle ventole di sostentamento. I due scafi paralleli della struttura trasversale laterali, hanno gli spazi operativi: da prua a poppa vi sono quelli di ormeggio e ancoraggio, compartimenti per i lanciarazzi e relativi ordigni in deposito, 4 locali per 27 marinai, depositi da 30 mm sotto le torri difensive, locali per i fanti di marina, i pozzi delle ventole di prua per il sostentamento dell'unità, i locali centrali per i fanti di marina, poi i pozzi delle ventole posteriori, i comparti delle TAG e la sala di controllo dei motori. In mezzo a questi due ponti laterali ce n'é uno rinforzato per carri e mezzi vari, con configurazione Ro-Ro. Sopra il tutto v'
Ma è il sistema di propulsione che è impressionate, e non potrebbe essere altrimenti dato che per un ACV è fondamentale disporre di molta potenza. VI sono ben cinque turbine a gas M7' da 12.000 hp l'una, con tre di queste a poppa, su supporti indipendenti e collegate a tre grandi ventole intubate a quattro pale; vi è un sistema di propulsione M 35-1 controllato dalla sale macchine poppiere; ovviamente le altre due M70 sono usate per gonfiare il cuscino d'aria sottostante al mezzo, con altre quattro ventole NO 10 sotto gli scafi laterali. Può essere che due delle navi greche, quelle ex-ucraine, abbiano tuttavia le GT 6002 di nuova concezione, dal minore consumo di carburante anche se da soli 9.100 hp. Inoltre vi è il sistema di generazione d'energia elettrica con quattro GTG 40 da 40 kW l'uno; la velocità massima è di 63 nodi o 117 kmh a vuoto, 55 nodi a pieno carico, ovvero circa 100 kmh; l'autonomia è di 550 km p.c e 1.850 a vuoto, o di 5 giorni consecutivi; possono entrare nella costa e superare ostacoli alti fino a 2 metri e muoversi ovunque vi sia una superficie così libera. Il ponte Ro-Ro per i mezzi è largo 6,9 m e alto 2,6, può ospitare file di due veicoli l'una ed è a tenuta stagna per le sue portiere anteriore e posteriore; la capacità è di 2-3 carri medi o 8-10 mezzi leggeri o altro ancora; per esempio 3 Leopard 1 GR e 80 soldati; o 8 AIFV Leonidas 1 oBMP 1 e 80-90 uomini, o 360 soldati in tutto e 25 t di equipaggiamenti, ma per non più di un giorno di navigazione; è possibile anche usare da 10 a 80 mine al posto dei mezzi, con apposite rotaie di trasporto e scarico. L'armamento è impressionante per un hovercraft: due lanciarazzi MS 227 da 140 mm a 22 canne l'uno (razzi M 14-OF con portata di 300-9.810 m e stabilizzazione ad alette), con 132 razzi HE-FRAG da 39,7 kg l'uno, telecomandati a distanza con un sensore optronico DWU 3 e telemetro laser; il lancio è possibile in appena 4,4 secondi, In tutto il sistema è noto come A 22 OGON (fuoco); non è tuttavia utilizzabile sopra i 30 nodi e il 4o grado della scala Beaufort.
|