Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Etiopia: differenze tra le versioni

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Gli Etiopi subirono una controffensiva eritrea per riprendere Zalambessa, mentre il 3 giugno iniziarono -nonostante le loro intenzioni di ritirarsi dai territori catturati- un'altra azione d'attacco contro Assab, alla fine però, dopo altre battaglie e controffensive, i mediatori internazionali -tra cui la Libia e l'EU- trovarono il modo di far cessare la guerra il 18 giugno. Anche se la tensione resta altissima, con l'intervento dell'ONU con i suoi peacekeepers. Le ostilità si sono spente al prezzo di 100.000 morti (considerando i soli militari, sennò si potrebbe arrivare anche a 150.000) e rendendo profughi circa un terzo degli eritrei. Nell'insieme una vittoria etiope, ma a che prezzo. La definizione dei confini, tra l'altro, vide tra le forze ONU l'uso dei P.166DL dell'AM per il servizio di aerofotogrammetria, in una delle pochissime missioni all'estero di questo tipo.
 
Tra le tante cose che in termini militari sono accadute in questo dimenticato angolo d'Africa (come del resto tanti altri, dall'Angola al Congo, al Sahara occidentale), c'éè la dimostrazione di come nazioni poverissime possano mettere in atto guerre con materiali sofisticati e usare addirittura su entrambi i fronti caccia di ultima generazione. Una cosa che è stata sostanzialmente ignorata dagli occidentali, invece interessati a ingigantire la minaccia posta dallo strumento militare serbo, irakeno e coreano nello stesso tempo. Tant'é che anche la Rai diede notizia della guerra in atto ('con l'uso di armi ad alta tecnologia') solo con un piccolo servizio in un TG nazionale, al momento delle battaglie finali del 2000.
 
La guerra aerea è più facile da analizzare rispetto a quella terrestre, se non altro perché sono più facili da seguire i singoli atti tattici dei pochi reparti aerei, di una parte e dell'altra. I Su-27 si sono dimostrati superiori rispetto ai MiG-29 eritrei, e non hanno solo fatto pattuglie aeree, ma anche attacchi al suolo con razzi e bombe, e missioni di scorta ai MiG-23. Le vittorie aeree sono state ottenute per lo più in duelli manovrati con gli R-73, mentre i circa 24 R-27 tirati hanno ottenuto, pare, solo il danneggiamento di un MiG, poi fracassatosi in atterraggio. Probabilmente la spiegazione è che entrambe le parti conoscevano le possibilità delle armi nemiche e sono state ben attente ad evitarle, magari manovrando ed uscendo dal loro raggio utile; anche le difficoltà di mantenere efficienti i missili più sofisticati nei primitivi aeroporti disponibili deve avere giocato la sua parte.