Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Armi: differenze tra le versioni
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{{Forze armate mondiali}}
===Artiglierie navali OTO-Breda===
Non c'
Ma UK, Germania, Francia, USA, si sono largamente disinteressate a continuare tale tradizione nel dopoguerra, a parte sopratutto la seconda di queste, autrice di una fortunata famiglia di cannoni automatici da 100 mm che, nonostante non fosse un calibro 'anglosassone', ha avuto parecchio successo, sempre in navi che inizialmente non avevano SAM o quantomeno, non a corto raggio.
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Quanto alle munizioni e ai sistemi di controllo del tiro, anche questi hanno fatto molti progressi.I tipi degli anni '90 erano queste: la munizione MOM (antimissili) con peso di 6,35 kg, palline di tungsteno e 745 gr di HE, nonché una sofisticata spoletta di prossimità e impatto; la SAPOM con 455 gr di HE e 6,5 kg di peso semiperforante di tipo APC, e la SAPOM-ER con 480 gr di HE e gittata aumentata a 20 km. In sviluppo già negli anni '90 c'erano i proiettili AMATORF che è na munizione alleggerita ma con velocità aumentata da 910 a 1.150 m.sec, per ridurre il tempo di volo sul bersaglio; e il proiettile a correzione di traiettoria CCS, radioguidato con le apposite alette di controllo, con traiettoria deviabile fino a 400 m, uno sviluppo che all'epoca tentavano gli americani con un cannone calibro 60 mm per rimpiazzare il Phalanx.
[[File:Durand_de_la_Penne_D560.jpg|330px|right|thumb|Il De la Penne offre un campionario completo di armi di produzione OTO]]
Le spolette sono sistemi decisamente critici, specie se c'
In seguito arrivarono altri proiettili, come il CORRETTO, poi DAVIDE, e il DART. Il CCS o Corretto cominciò già nel 1985 con un programma della BAe e della OTO, ma era un sistema con la disponibilità di un solo comando che azionava dei piccoli motori a razzo, un po' come con i missili Dragon americani controcarri. Il DAVIDE (o DART, o Strales), arriva a 1.200 m.sec, è decalibrato, arriva a 5 km in 5 secondi, e a 4-5 km riesce a manovrare fino a 25 g, con un proiettile posteriore da 2,5 kg che ha un raggio utile di 10 m, una guida con radar che controlla sia il bersaglio che i proiettili in volo, e che vengono radiocomandati sul bersaglio azionando le alette canard anteriori al proiettile vero e proprio, un po' come nelle Paveway. Così si suppone che i colpi per ingaggio si ridurrebbero da 10-12 a 3-4 per ingaggio tipico.
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Le caratteristiche dell'arma sono: peso 4 kg, peso del proiettile in volo (quindi senza sabot) 3,4 kg, lunghezza 670 mm, v.iniziale 1.200 m-sec, manovrabilità oltre 40 g, gittata 8 km e passa, calibro del proiettile decalibrato 42 mm.
I primi tiri sono avvenuti nel 2003 e si supponeva di finire il programma entro il 2007. Questo proiettile iperveloce è un gioello della tecnologia (e anche molto costoso, chiaramente, visto che è praticamente un missile guidato), ma non è un'eccezione. Il primo ordigno di questo tipo potrebbe essere considerato lo Stastreak britannico, il missile portatile che ha tre 'freccette' sottocalibrate, guidate dal fascio laser (quindi non c'
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Tra i missili antinave, quello di gran lunga più importante è l''''OTOMAT''', costruito in circa 900 esemplari dai primi anni '70, in servizio attorno al '76-77 e quindi, arma di prima generazione, grossomodo come l'Exocet, il Kormoran e l'Harpoon.
Ora, prima di parlare di quest'arma, indubbiamente interessante, c'
Il Marte era un missile da circa 3,926 m di lunghezza, 98 cm di apertura alare, 261 kg di peso, con portata di 30 km e velocità di crociera di 900 kmh, portata minima di 5 km. La sua testa di ricerca era capace di localizzare entro un cono di 60° una fregata ad oltre 10 km e una motovedetta missilistica a 8, mentre l'attacco era fatto a volo radente a 3-5 m. Abbinato al radar di ricerca SMA-75, capace di vedere una nave di 100 m2 di RCS a 45 km e una di 5.000 a 140 km, pesante 75 kg, in banda X (come anche il sensore del missile), era possibile eseguire attacchi piuttosto insidiosi. L'idea di adattare al piccolo corpo di un missile un sistema di guida di ordigni ben più prestanti è rimasta con un modesto successo: il Marte pesa oltre il doppio del Sea Skua, ma non è più distruttivo e la sua gittata utile è maggiore, così come la distruttività, ma due più piccoli missili inglesi sarebbero stati bersagli più difficili del singolo, piuttosto grosso e lento ordigno della Oto-Melara, che oltretutto ebbe dei problemi di messa a punto non lusinghieri (come anche i suoi predecessori; all'epoca dei fatti girava anche una rima baciata: 'Marte il missile che non parte' per indicare le difficoltà di messa a punto del sistema) prima di divenire operativo appieno, con i SH-3 Sea King. Venne anche esportato in qualche nazione cliente dei prodotti italiani, per esempio degli elicotteri Agust-Bell AB212 e Agosta- Sea King. I primi sono nominalmente compatibili con tale arma, ma di fatto quelli della MMI non la usano per il suo peso eccessivo, preferendo i Sea King con lo stesso armamento (due missili), quantomeno quei Sea King che hanno ricevuto le modifiche apposite per il loro uso. Sfumata invece l'ottimizzazione con l'MB.339C, che del resto avrebbe avuto prestazioni piuttosto modeste (una tipica missione avrebbe avuto, anche con serbatoi ausiliari, solo 500 km con missione Hi-lo-Hi, da confrontarsi con gli 800 del Super Etendard con un missile Exocet (dal peso e raggio doppi), oltretutto ben più veloce sia in crociera che in attacco e disimpegno. Così la combinazione non ha avuto successo. La Marina ha comprato una quarantina di missili e altri, come si è detto, sono andati ad ulteriori clienti, sia pure sacrificando notevolmente le prestazioni degli AB-212 (Turchia e Perù sono stati forse gli unici clienti esteri). La sofisticata elettronica del Marte, pur se tecnicamente interessante, era certo un po' 'sprecata' se si considera che l'OTOMAT, pesante quasi 800 kg, aveva quasi lo stesso sistema di guida, ma una gittata 6 volte maggiore, una testata 3 volte più pesante, e una maggiore velocità.
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===SL/ALQ-234<ref> F.J. A&D, Feb '89 p.28-29</ref>===
Il Selenia AL/ALQ-234 è un apparato con struttura caratteristica, con un'antenna anteriore d'emissione triangolare, dietro la quale vi è una turbinetta d'azionamento eolico (con un generatore elettrico collegato, un po' come nell'EA-6B). Esso è stato pensato sopratutto per coprire l'aereo dalle difese antiaeree, e senza particolari esigenze d'interfaccia, essendo un apparato essenzialmente autonomo, ed efficace sia con i sistemi ad onda continua che con quelli più insidiosi, ad impulsi. Un contenitore cilindrico lungo 3,285 metri e pesante 270 kg, con agganci standard a normali piloni e una suddivisione interna in circa 5 compartimenti elettronici; ha due gruppi di antenne, sia anteriore che posteriore per la copertura dei rispettivi settori. Il sistema ha un'antenna RWR per riconoscere la fonte d'illuminazione e un microprocessore che valuta come disturbare più efficacemente la fonte elettromagnetica; il campo d'azione è sulle onde centimetriche in banda I e J, con emissioni di rumore e inganno, e variazione della potenza. La difesa contro radar ad onda continua è possibile sul settore frontale con bande H e J. Il software ha la capacità di elaborare dati e analisi su più minacce contemporanee, e la turbinetta ausiliaria, che permette un'alimentazione autonoma, ha un generatore a turbina da 7,5 kVA, mentre il raffreddamento è a doppio circuito a scambiatori termici, uno è quello primario, a liquido, per le piastre dei componenti elettronici, e un altro, ad aria, a ciclo aperto. A bordo dell'aereo è richiesto un piccolo pannello di controllo nell'abitacolo, per informare il pilota della minaccia e delle contromisure scelte. La velocità massima del sistema è stata pensata per compiti supersonici: sebbene provato anche da macchine come gli Alpha Jet, è un tipo trasportabile da 1,1 mach slm a 1,5 mach a 10.000 m, anche se la limitazione è in temperatura, con ISA +15°, ovvero 40°. Per il resto c'
===Bibliografia===
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