Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Pakistan-2: differenze tra le versioni

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I Marines vennero instituiti per ragioni difensive, con un primo battaglione dell'ottobre del '71, con 400 marines guidati da appena 10 ufficiali, basandola a Chittanong, ma venne sciolto dopo la fine della guerra e la caduta della guarnigione del Bengala. Ritornò ad esistere nel 1990, sempre temendo che gli Indiani sbarcassero sulle coste pakistane, con compiti come quelli della difesa dei porti e pattugliamento costiero.
 
La difesa costiera è invece dovuta ai 240.000 km<sup>2</sup> assegnati nel 1982 dall'ONU con la Convenzione Marittima, con un Servizio per la Sicurezza Marittima. Il servizio vero e proprio nacque nel 1987 con un caccia Gearing FRAM ex- Marina, ceduto nel 1993, 4 pattugliatori 'Barkat' del 1990, 2 cannoniere 'Shangai II', e 1.200 persone in tutto; poi c'éè un servizio dogane che fa parte della Guardia costiera la quale però non fa parte del Ministero della Difesa. Essa venne creata nel 1985 con personale proveniente dall'Esercito, poi messa sotto il controllo del Ministero degli interni, con 20 battelli da 16,5 m e uno da 20.
 
Le prospettive per l'immediato non erano poi tranquillizzanti, visto che se da un lato gli americani avevano appena posto fine all'embargo al Pakistan (per poi riprenderlo di lì a breve) dall'altro l'India era preoccupata proprio per questo, e tra le due nazioni c'erano accuse di supportare i movimenti fondamentalisti e terroristi. Di lì a poco sarebbe stato il tempo delle 'atomiche' e rimesso in discussione l'intero equilibrio della regione.
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==Forze nucleari, 2008 <ref>Maazari, S.M. ''La dottrina nucleare del Pakistan'', RID feb 2008</ref>==
La dottrina nucleare del Pakistan è nota dopo la sua entrata ufficiale nel club nucleare, nel '98. Differentemente dall'India, che ha affermato, in una bozza dell'agosto 1999, di volere assumere il ruolo di grande potenza, con un Comando Nazionale costituito del Comando Esecutivo e quello Politico. Quest'ultimo è retto dal Primo ministro, e autorizza (esso e solo esso) l'uso delle armi nucleari, costituite da aerei e missili, sia usabili per l'attacco primario che per rappresaglia, e l'assunzione di non attaccare per primi (NFU). Ma in caso di minaccia di altre nazioni nucleari, o l'uso di agenti NBC, questo divieto (No First Use) potrebbe decadere. Il Pakistan, retto solo dal principio della difesa del Paese, è stato tuttavia meno chiaro al modo sul modo in cui intenderebbe difendersi in caso di guerra con l'India, anche se essa fosse solo convenzionale. In ogni caso, i test del '98, fatti in risposta a quelli indiani, indicano la volontà di non far decadere il livello di confronto tra le due nazioni, dimostrando che nel settore nucleare il Pakistan è pronto ad assumere un ruolo di protagonista e di capacità credibili. In sostanza, si era previsto i test indiani e li si è voluti compensare: l'India, già superiore in termini convenzionali, non avrebbe dovuto ritrovarsi ad avere l'unico arsenale nucleare della regione, da aumentare in caso anche quello indiano aumenti.
 
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Quanto ai trattati internazionali, il Pakistan è strettamente coinvolto nel confronto con l'India, ma certamente, si tratta di una situazione che verte più sulle decisioni politiche che sugli sviluppi tecnologici, onde evitare una corsa agli armamenti costosa e dal dubbio valore di deterrenza (non esiste un modo sicuro per 'neutralizzare' una nazione nucleare che opera proprio al confine); il Trattato di non Proliferazione venne visto dai Pakistani come occasione per ratificare, assieme agli Indiani, l'eliminazione delle armi nucleari, poi però vi sono stati dei problemi: entrambe le nazioni hanno pensato che non aveva senso ratificare un trattato come questo senza essere prima considerate potenze nucleari; quello per la messa al bando dei materiali fissili venne considerato inizialmente come fattibile, avviando dei colloqui fin dal '98; quello per la messa al bando dei test nucleari lo vedrebbe favorevole, ma solo se l'India facesse altrettanto.
 
Il Pakistan vede con diffidenza il rafforzamento militare indiano, e l'idea delle 'guerre limitate' che finirebbero per avvantaggiare Nuova Delhi, grazie ai numerosi Su-30 e agli AWACS Phalcon, il che potrebbe spingere a salire 'di gradino' al livello nucleare se le cose prendessero una piega chiaramente sbilanciata a suo favore. Una situazione quindi di non-equilibrio potrebbe portare a conseguenze gravissime. Inoltre, c'éè il problema della difesa antimissilistica: l'India voleva il sistema ATBM Arrow 2, e ha in trattativa armi classe SA-10 o Patriot. Questo potrebbe portare a vanificare anche la minaccia dei missili Pakistani, o almeno a far 'percepire' l'invulnerabilità dell'India alle poche armi pakistane. I Gruppi di impiego rapido indiani potrebbero poi spostare, con la loro concentrazione di potenza di fuoco, rapidamente la bilancia sul campo di battaglia, rischiando a quel punto un innalzamento da parte di Islamabad, al livello nucleare, se non vi fosse la volontà di accettare una sconfitta. È evidente quindi, che la deterrenza nucleare pone dei problemi qualora una delle due potenze sia convenzionalmente superiore all'altra e non vi sia la volontà politica di evitare conflitti. Un trattato di riduzione delle forze convenzionali modello Europa, come quello tra i blocchi contrapposti fino al '90, sarebbe parimenti un qualcosa di auspicabile per disinnescare un pericolo continuo e temibile di aumentare la pressione alle frontiere.
 
Detto della necessaria volontà politica per non avvitarsi in una spirale di riarmo potenzialmente incontrollabile, ecco le armi sviluppate dal Pakistan, a parte le bombe a caduta libera, sicuramente portate dai caccia tattici più avanzati, come gli F-16.