Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Israele-2: differenze tra le versioni

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I Merkava ebbero successo in Libano, ma la messa a punto della meccanica non era del tutto accettabile e il sistema di controllo del tiro computerizzato presentava dei problemi. Le due brigate ebbero tutto sommato un risultato minore delle aspettative, il che diede delle polemiche. La 7a avanzò sul confine Siria-Libano, per occupare l'autostrada Beirut-Damasco, ma subì un'impasse quando un carro venne centrato tra la torretta e lo scafo da un HOT tirato da un Gazelle (con due morti); la 211a Brigata ebbe un altro tipo di perdita: il COl. Eli Geva che ne era il comandante si dimise perché non riteneva legittima la scelta del Governo Israeliano di iniziare l'invasione. All'epoca le cose erano molto diverse e i pacifisti israeliani non erano la risicata minoranza di oggi, ma un movimento forte e coeso. Proprio allora, in cui la guerra era ancora una realtà concreta, almeno sul fronte libanese e siriano. Ma le previsteguerre corazzate su larga scala con l'impiego anche di 20.000 mezzi non si sarebbero più verificate. Il sistema di puntamento computerizzato era di tipo digitale, largamente superiore rispetto ai tipi elettro-meccanici degli altri mezzi (solo dagli anni '80 gli M60 Magach -'Carro di combattimento degli eroi'- ebbero sistemi digitali), ma il salto in avanti presentava dei problemi e la precisione risultò molto meno brillante di quanto era stato preventivato, e largamente inferiore rispetto a mezzi come gli M1 Abrams e Leopard 2 coevi. La mobilità era sfavorevolmente afflitta da un rapporto potenza-peso ridotto, anche se cambio e sospensioni erano così avanzati che il mezzo era più mobile degli altri, più leggeri carri israeliani dell'epoca. La protezione era convenzionale, anche se molto spessa; dopo il 1982 apparvero delle catene sotto la controcarena della torre per migliorarla nella 'nuca'.
 
Così dal 1983 i nuovi mezzi vennero leggermente migliorati con l'Mk 2 (praticamente un kit di sopravvivenza fu l'unica cosa che cambiò dall'Mk 1), che avrebbe avuto l'AVDS-1790-6A, il mortaio spostato all'interno della torretta e una 12,7 mm aggiuntiva (anche i Centurion hanno avuto fino a 3 mitragliatrici tra pesanti e leggere in torretta, del resto, durante la guerra dell'82); il modello Mk.2A è stato poi seguito dall'Mk2B con il costoso periscopio ad immagine termica (prima c'era solo un apparato IL), l'Mk.2C con protezione rinforzata in torretta, l'Mk.2D con nuova corazza sia sullo scafo che in torretta per un totale di 300-600 Mk.2 nel periodo tra il 1983 e il 1989. Detto tutto questo, le prospettive del carro armato israeliano erano sì buone, ma non ancora del tutto soddisfacenti. Il mezzo, grazie a delle sospensioni simili a quelle del Centurion e alla trasmissione automatica americana sfrutta bene la potenza disponibile, ma rispetto ai vicini M1 egiziani non si può certo dire che sia un 'fulmine di guerra', anche nelle capacità di sparare in movimento, dove l'Abrams, dalla marcia più morbida, è considerato assai superiore. Sopratutto, il cannone da 105 non era del tutto all'altezza di affrontare altri carri moderni, per esempio gli ultimi T-72, anche se questi ultimi non sono mai stati affrrontati da questo carro nell'82. In ogni caso, nel 1990 fu la volta dell'uscita del possente Mervaka Mk 3, che introdusse molti miglioramenti: finalmente il cannone da 120 mm, FCS migliorato con sistemi meteo e laser all'ND-Yag. Il motore, almeno dopo i primi esemplari, arrivò ai 1.200 hp del Teledyne V-12 (altre fonti danno il Continental AVDS-1790-9AR), con un MTBO aumentato di oltre il 100% rispetto alle 400 ore originarie di quello del modello Mk 1, e la trasmissione israeliana Ashot Ashkelon. Totalmente riprogettato, il nuovo Merkava aveva il cannone IMI da 120 mm provvisto di un grosso manicotto termico. L'Mk 3 è un grosso mostro corazzato, con protezione di tipo modulare, che costituisce l'altra innovazione (con piastre asportabili dallo chassis per riparazioni e ammodernamenti rapidi) similmente al Leclerc, vernice con capacità assorbenti nel settore IR, sistema optronico di tiro ElOp Knight Mk.3 per attaccare bersagli anche sparando in movimento. una 'treccina' di catene a protezione della parte posteriore della torretta, con una funzione di far esplodere anticipatamente le cariche cave in arrivo. In tutto, poi, vi sono state almeno 26 modifiche principali, solo considerando gli esemplari di produzione più recente rispetto a quelli Mk 3 iniziali, passate attravarso l'Mk.2B con protezione aggiuntiva in torretta e l'Mk.3D con protezione ulteriormente migliorata. Una di queste ulteriori fasi di crescita è l'aggiunta di un sistema di tracking automatico per il sistema di mira ad immagine termica, che permette di mantenere sotto tiro il bersaglio da parte del sistema FCS stesso, una volta che esso sia stato designato. Il canale d'osservazione del cannoniere ha un 5x per l'immagine termica e 12x per quella diurna, più telemetro laser. Tuttavia non pare che vi sia alcun visore panoramico per il capocarro, probabilmente perché giudicato troppo grande, costoso e vulnerabile per le esigenze manifestate. Una rudimentale 'intelligenza artificiale', insomma. Infine c'éè un sistema di alimentazione automatico con un piccolo caricatore meccanico, però dato lo spazio interno (dentro il grosso scafo) e le necessità di manutenzione ed efficienza, il quarto uomo non è stato sostituito, ma semplicemente aiutato da questo dispositivo a movimentare i proiettili lunghi oltre un metro del nuovo cannone. in tutto sono stati prodotti circa 200 Mk.3 entro il 2 febbraio 2003. Dal 24 giugno dello stesso anno è arrivato l'Mk.4, in servizio poi dal marzo del 2003, in produzione al ritmo di una cinquantina l'anno, circa 1 alla settimana. Del resto già nel 1992 i Merkava e gli M60 aggiornati avevano quasi fatto sparire tutti gli altri carri israeliani, Centurion inclusi.
 
Il Merkava è diventato presto un mezzo standard dell'Esercito israeliano. Con la sua massiccia sagoma e la mole di oltre 60 t non si può certo definire un veicolo inteso per i combattimenti di movimento, ma il suo scopo è sopratutto quello di sopravvivere alle offese nemiche. Certo è che, nonostante tutte le innovazioni, non si trattava di un carro eccezionale al suo esordio. Ancora armato col 105 mm, capace di appena 46 kmh, lento anche se ragionevolmente agile, la sua motorizzazione non aveva nessuno dei sistemi moderni a turbina o turbodiesel della contemporanea generazione dei mezzi presenti a livello internazionale. Inoltre la corazza era spaziata, ma non di tipo composito. Nondimeno dev'essere stata considerata efficace, se non sono mai stati implementati i sistemi ERA, del resto pericolosi se c'éè da cooperare con la fanteria (esposta alla proiezione delle lastre d'acciaio delle mattonelle esplosive). In ogni caso la reale efficacia di questi carri rispetto ai paricategoria è rimasta un'incognita, al di là del fatto oggettivo di una inferiore velocità massima. Del resto i carri israeliani hanno anche una riserva di munizioni superiore, ben 85 colpi da 105 mm oppure 55 da 120 mm (NB le munizioni da 120 sono ben più grosse delle altre, tanto che l'M1 Abrams passò da 55 colpi da 105 a 40 da 120). Anche il confronto ipotizzato con i T-72 siriani non pare sia mai avvenuto: i pochi messi KO sono stati colpiti da altri tipi di carri e sopratutto da missili TOW. I Merkava erano già circa 250 al 1982, quando facevano la loro parte del dispositivo che penetrò in Libano durante l'Operazione Pace per la Galilea, assieme a centinaia di Centurion, M48 e M60 (stime che arrivano ad un totale fino a 1.200 mezzi). Certamente, il Merkava Mk 3 è un mezzo ben diverso dai primi della serie, anche se apparentemente molto simile. Ma date le sue peculiarità e la sua massa, non ha mai avuto successo all'export.
 
L'Mk 4 è apparso dopo alcuni anni, al termine di una produzione che aveva totalizzato un migliaio di mezzi. Oramai, assieme agli M60 ammodernati (con corazze aggiuntive, ed eventualmente anche cannone da 120) rappresenta un veicolo molto evoluto.
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