Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Germania-6: differenze tra le versioni

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I supercarri tedeschi hanno una storia che comincia essenzialmente con una specifica del novembre 1941 per un supercarro da 90 t e 140 mm di corazza, che poi diverrà il Krupp Tiger Maus, mentre la Porsche ebbe modo di portare avanti un progetto concorrente. La cosa sarebbe sfociata alfine nel Maus. Ma prima, il 5 o il 6 marzo 1942 venne dato ordine di procedere con il Krupp VK 7201 Lowe, e il 21 la Porsche ebbe ordine di procedere con il VK 10001 Mammut da almeno 100 t. A seguito di altri colloqui tra Porsche e Speer, si decise che il progetto Krupp andava sospeso e si procedette con il Porsche, che si evolse, tanto che ad un certo punto ebbe il cannone da 128 mm, scelto tra varie possibilità e in seguito un cannone da 150 mm KwK 44 L/38 e addirittura un KwK 44 da 170 mm. Nell'aprile del '43 l'ufficio armamenti dell'esercito propose invece l'Adler E-100 da 'sole' 138 t, tentando di far retrocedere dalla volontà di proseguire con un mezzo tanto grosso e pesante. Ma Hitler ordinò 150 Maus che però sarebbero stati costruiti dalla Krupp al ritmo, si sperava, di 5 al mese. Il 1 agosto venne iniziato il montaggio del primo carro, ma in ottobre, saggiamente, l'ordine venne sospeso. La cosa continuò a manifestarsi, nondimeno, al punto che nel luglio di quell'anno c'erano i due prototipi approntati, il primo con motore diesel di circa 600 hp, il secondo con quello da U-Boot da 1.200 hp, in ogni caso abbinati ad un alternatore e a due motori elettrici che azionavano i cingoli, larghi 1,1 m l'uno. In tutto il mezzo era lungo 10 m, 12,65 con il cannone all'indietro, in quanto la sua torretta era piuttosto spostata verso la parte posteriore. L'altezza era di 3,63 m, il peso di 188 t, la velocità del primo prototipo di 13 kmh e del secondo di 18 (il secondo era chiamato Maus II); l'autonomia era di 300 km su strada per quest'ultimo, 135 fuori. Era capace di attraversare fiumi profondi anche 8 m, e trincee larghe 3 m.
 
I Maus vennero catturati, incluso il Maus II che venne auto-distrutto dagli equipaggi (con lo scoppio delle almeno 38 granate interne da 128 mm), e montando sul primo scafo la torre (sia pur danneggiata) del secondo. È attualmente al museo di Kubinka. L'elwnco dei suoi predecessori comprende, per riassumere: il VK 7001 Tiger-Maus da 90 t, poi Loewe nel '42, con cannone da 150 o con un L70 da 105 mm, disponibile poi in versione leggera da 76 t e pesante da 90, velocità di 27 e 23 kmh, armamento che poi venne unificato nel pezzo da 105 mm per entrambi i tipi. In seguito vi furono altre modifiche al progetto che ritornò al cannone da 150 e con un motore da 800 hp, a 35 kmh. L'E-100 era invece un'alternativa da 'sole' 100 t al Maus, che doveva sviluppare la Adler; gli E50 ed E75 avrebbero sostituito gli altri carri pesanti tedeschi. Ancora nel maggio 1945 lo scafo dell'E-100 era incompleto, come lo trovarono gli Alleati. Se fosse stato prodotto in serie dovuto avere alfine il cannone da 170 mm. I carri Maus e Lowe ebbero le designazioni Panzer VIII e VII. Esistono anche menzioni di carri IX e X con ulteriori miglioramenti, ma non se ne conosce alcuna realizzazione, nemmeno a livello di prototipo. <ref>Sgarlato N Eserciti nella Storia gen-feb 2003</ref>
 
I carri tedeschi postbellici saranno invece molto più tendenti, ammettendo l'impossibilità della protezione totale, alla mobilità: i carri Leopard, che in un certo qual modo discendono concettualmente dal ben più ragionevole Panther. Mentre infine i Leopard 2 torneranno a curare maggiormente la protezione e nonostante la tecnologia bellica abbia costruito armi perforanti formidabili, riusciranno in questo compito, compattando delle capacità belliche inimmaginabili nel 1945 in uno scafo da 56 t, ampiamente mobile grazie al motore da 1.500 hp. Ora la protezione è di tipo composito-stratificato, il che ha permesso di uscire dall'impasse in cui il solo acciaio non poteva più bastare a garantire la resistenza alle armi nemiche.
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I '''SdKfz 302 'Goliath'''' (nome proprio chiaramente ironico) erano del tutto diversi. Forse ispirati da un prototipo che venne trovato in Francia,costruito dalla Kegresse, per la guida si affidavano ad un meno disturbabile ma anche più fisicamente vulnerabile filo di guida, e la produzione partì dall'aprile 1942 fino al gennaio 1944 con un totale di2.650 mezzi. Ma era uno sforzo molto minore rispetto al precedente, perché si trattava di un mezzo di appena 370 kg, con motore elettrico (che lo rendeva certo più silenzioso), alto appena 60 cm e con ciò difficilissimo da scoprire con un po' d'erba in giro; però anziché 38 kmh, ne faceva solo 10 ed era fatto di acciaio dolce da 5 mm. Caratterizzato da cingoli avvolgenti con 4 ruote per lato, era molto mobile ma costava ben 3.000 marchi per portare, se non veniva sparato prima o il cavo non veniva tagliato, solo 60 kg di esplosivo. Inoltre era a 'perdere' in quanto la carica era dentro il mezzo, al suo centro. Il Goliath era nondimeno alto ben 59 cm in meno del Borgwald e questo l'aiutava ad essere molto insidioso. Il Goliath II era meno costoso, con più autonomia dei 1.500 m su strada del suo predecessore, e con una carica di scoppio maggiore. E così il nuovo SdKfz 303 Ausf A aveva motore da 12,5 hp per 10 kmh e 12 km su strada, con carica aumentata a 75 kg. Tra il 1943 e il settembre 1944 ne vennero prodotti 4604 dalla Zundapp e Zachert. La versione Ausf B aveva 100 kg, peso di 480 kg e maggiori dimensioni,e il cavo di 650 m anziché 600, come sempre tripolare (due cavi per la guida e uno per attivare l'esplosione). Nonostante le prestazioni, costava solo 1.000 marchi a pezzo e ne vennero prodotti 325. Ma in tutto, nonostante alcuni successi, vennero usati entro il 1944 solo 807 Goliath II. Spesso questi mezzi da demolizione vennero usati contro i Polacchi nella grande insurrezione di Varsavia.
 
Infine lo '''SdKfz 304 Springer''' era il semicingolato Kettenkrad. Guidabile (come il Borgwald) fino vicino l'obiettivo, veniva poi radiocomandanto con un sistema Blaupunkt per farne detonare la carica da 300 kg, ma solo 50 vennero costruiti e ancor meno usati. La sua ultima incaranazione, di questo sistema, fu un tipo controcarri con un pezzo SR da 105 mm. <ref>Sgarlato N : '' Goliath e gli altri carri radiocomandati'' Eserciti nella Storia nov dic 2006</ref>
 
Poi c'era anche il prototipo del carro sminatore Alkett (ce n'era anche un altro, il Raumer-S), unico prototipo pronto nei primi mesi del 1942. Era una specie di affusto d'artiglieria motorizzato e corazzato, con una ruota direzionale anteriore, e due motrici posteriori. Era blindato con piastre da 20-40 mm, e ben 80 mm di acciaio sotto lo scafo per la protezione dalle mine. c'era anche un'arma MG 34 sopra la camera di combattimento, mentre i tasselli dei cingoli erano spessi 75 mm. Come molti altri mezzi antimina, esso era alto e quindi vulnerabile al tiro dei cannoni controcarri. Non ebbe quindi seguito dopo essere stato provato nel '42. Venne trovato a Dresda dai Sovietici e attualmente, dopo che ebbe altri esperimenti, venne lasciato dai Sovietici a Kubinka, al museo dei corazzati dove è attualmente<ref>Eserciti nella Storia gen-feb 2004</ref>
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===Artiglierie===
Una di queste era la semovente '''Karl''', un cannone su affusto cingolato che non era in grado di muoversi per lunghi tratti con i suoi mezzi, e che doveva essere trasportato smontato su carri ferroviari. La ragione c'era: era il semovente d'artiglieria più pesante mai entrato in servizio, a parte certi tipi di cannoni ferroriari. La sua nascita si può far risalire al 1934 o forse al 1935; lo scopo era di superare la 'Linea Maginot' francesecon un enorme obice da 600 mm. Ma può anche essere che si pensasse ad obiettivi in URSS, dove la ferrovia ha scartamento inferiore rispetto a quella tedesca, il che comportava difficoltà conseguenti in caso di cattura delle ferrovie nemiche, anche se erano intatte. Nel 1940 venne presentato il prototipo della Rheinmetall-Borsig. 6 i veicoli di questo tipo ordinati, tutti con nomi 'mitologici', Adam, Eva entro l'inizio del 1941, poi Odin, Thor, Loki, Ziu. nomi propri, come se fossero 'navi di terra'. Lo stesso prototipo venne chiamato Fehir. Il nome Karl era forse dovuto al nome del generale Karl Becker, che era all'epoca responsabile dello sviluppo delle nuove artiglierie. Questo immenso veicolo pesava 125 t e il suo motore Mercedes MB 503 diesel ne era il motore (secondo una delle fonti, ma non c'éè univocità). Il semovente aveva un obice da 8,45 calibri di lunghezza, con alzo da 0 a 70 gradi, brandeggio 4 gradi per parte. Le sue munizioni erano la Betongrandate 040 da 2.170 kg pesante, e quella leggera da 1.700 kg. La gittata non era entusiasmante, di circa 2.840 m con il proiettile più pesante e la carica minore, di 6.640 m con la carica massima e proiettile leggero. Esisteva anche un proiettile leggero da 1.250 kg con gittata massima di circa 6.500 m. Questi numeri erano in effetti modesti, alla portata del tiro di controbatteria nemico, persino dei mortai pesanti. La struttura del Karl non era protetta, con spessori di acciaio dolce di non oltre 12 mm. La cadenza di tiro era di circa 1 colpo all'ora, mentre la velocità massima, per quanto nominalmente di 10 kmh, in pratica era meno della metà. Senza una condizione di assoluta superiorità aerea e terrestre non c'era modo di usarlo, e almeno come misura parziale venne modificato con un obice da 540 mm, da 13 calibri, capace di una gittata massima di 12.500 m. Solo in condizioni particolari era possibile sfruttare il costosissimo Karl, e queste si verificarono solo in un caso, quando si trattò di assediare Sebastopoli. Se inizialmente (giugno 1941) non c'era nemmeno una sufficiente affidabilità in azione, in quest'occasione i Karl spararono 197 colpi da 600 mm (erano il Thor e l'Odin), con effetti micidiali anche contro le più robuste fortificazioni. In seguito, nel '43, vennero riarmati col 540 mm. In seguito venne usato contro Varsavia e si provò anche contro il ponte di Remagen nel marzo 1945. Uno dei semoventi è sopravvissuto fino ai giorni nostri, passando dallo Schwere Artillerie Batterie 428 al museo di Kubinka. Un sistema specializzato, tuttavia non certo adatto alla guerra moderna di mobilità e velocità. Nondimeno per la loro potenza e caratteristiche vale la pena di ricordarlo in questa disamina.
 
*'''Dimensioni''': lunghezza 11,15 m, larghezza max 3,16 m, altezza 4,78 m
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Tra i vari semoventi c'éè senz'altro anche da menzionare quelli contraerei. Erano di diversi tipi, ma per quello che ci riguarda, ovvero i sistemi 'avanzati', si possono saltare descrizioni dettagliate dei tipi precedenti: ma in generale, a parte l'elevata mobilità e il numero di armi disponibili, la Wermarcht non aveva sistemi contraerei veramente moderni, ma si limitava piuttosto ad un impiego sagace e altamente mobile di quello che c'era disponibile. Inizialmente i Tedeschi avevano mitragliatrici leggere binate, cannoni da 20, 37 e 88 mm trainati oppure anche montati su semicingolati, per poi ripiegare sui sistemi semoventi su scafo totalmente cingolato, come per esempio il sistema quadrinato da 20 e quello singolo da 37 mm su scafo di carro Panzer IV, o anche il semovente da 20 mm a canna singola su scafo LT-38, che permetteva ai serventi di restare relativamente al sicuro nella loro postazione protetta. Ma non era ancora sufficiente e così verso la fine della guerra apparve il '''Kubelblitz''', richiesto nell'aprile 1944 per la difesa a bassa quota, sfruttando una torretta molto moderna che c'era già: quella MK 303 che la Rheinmetall aveva prodotto per i Type XXI, i nuovi sommergibili. La torretta era su scafo Panzer IV H, e la versione terrestre venne assegnata alla DB, per lo sviluppo. Il prototipo di questo mezzo, con questa moderna torretta, non si comportò sufficientemente bene; del resto la torretta era destinata esclusivamente alla Kriegsmarine, per le modeste quantità che si riusciva a produrne (2 per unità), e allora si ricorse ad un nuovo tipo con i potenti cannoni dell'Aeronatica del tipo MK 103, con cui si realizzò un prototipo nel novembre 1944. Si pensarono proprio tutte per permettere l'avvio della prevista, per quanto insufficiente, produzione di 30 unità al mese, anche a ridurre il calibro dei cannoni a 20 mm, nonché a mettere accanto alla torre un sensore IR o un radar e a installare tale sistema su scafo di carri leggeri LT-38 o pesanti Panther: ma nulla si mosse e i mezzi disponibili alla fine della guerra erano 5 veicoli di preserie, che non pare siano stati usati in combattimento. La torretta pesava 3,5 t, aveva cannoni da 400 c.min, disponibilità di 1.200 colpi di elevata potenza esplosiva, anello di rotolamento di ben 1,9 m di diametro, come la torre del Tiger, ed era totalmente coperta. Il carro Panzer IV con tale arma avrebbe pesato 25 t, con velocità di 38 kmh e MG 34 con 600 colpi per la difesa ravvicinata. Mentre lo scafo aveva protezione fino a 80 mm, però, la torretta aveva uno spessore solo di 20-30 mm, il che la rendeva più vulnerabile. Del resto non era azionata se non manualmente, ad un rateo massimo di 14 gradi al secondo da parte dei due uomini al suo interno, in movimento di brandeggio. Una di queste torrette è ancora conservata a Bovigton, esempio per i molti successivi tipi di torrette automatiche realizzate per la difesa a bassa quota nel dopoguerra, fino ad arrivare ai Flakpanzer Gepard e agli AMX-13VDA che sono forse i sistemi che gli somigliano di più, fatto conto dei progressi tecnici intervenuti nei sistemi di brandeggio e di controllo del tiro.<ref>Sgarlato Nico: Kugelblitz, Eserciti nella Storia mag giu 2007</ref>
 
==Note==