Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Gran Bretagna: differenze tra le versioni

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*'''Prestazioni''': v.max 6-19 kmh, autonomia 40-72 km, trincea 2,44 m, gradino 0,91 m
*'''Corazzatura''': 279 mm frontale, 152 laterali, 25 fondo
*'''Armamento''': 1x94(60)+3x7,92 <ref>Sgarlato N: ''A-39 Tortoise'' Eserciti nella Storia Nov dic 05</ref>
 
Con l'aumento delle esigenze si era voluto dare una protezione tale da rendere il mezzo praticamente imperforabile frontalmente, e ben poco anche sui fianchi; il brandeggio era di 40°, alzo di 10; vi erano 2 serventi (uno per le cariche e l'altro per i proiettili), comandante, cannoniere, 2 piloti-mitraglieri, che disponevano di cambio con 6 marce avanti e altrettante indietro, sospensioni con 4 gruppi di due coppie di ruote per parte (il che dava oltre 200 punti d'ingrassaggio). Il Tortoise era un mezzo molto discutibile, per il costo, il peso e per la lentezza, che fuori strada era paragonabile ad un fante appiedato. La produzione ebbe luogo in piccole proporzioni, di sei mezzi complessivi. Oramai la guerra era finita. Eppure questo veicolo, molto difficile da muovere su lunghe distanze, era di tutto rispetto come mezzo da combattimento. Anche se restava relativamente vulnerabile alle mine, la sua corazza lo rendeva praticamente invulnerabile, e il cannone era molto potente e preciso, grazie alla stabilità di tiro dello scafo. Il mezzo inviato in Germania si dimostrò stabile, affidabile e con una marcia abbastanza comoda. Il cannone tirava senza problemi colpi sufficienti per perforare gli scafi dei Panther usati come bersagli, alle volte colpendo più volte lo stesso punto (e lo stesso foro). Si dimostrò superiore anche ai primi Centurion con il 17 Pdr, come del resto era nelle intenzioni. Non era quindi la potenza di fuoco il limite del Tortoise. Al dunque, si sarebbe dimostrato un mezzo molto efficace contro un nemico statico, purché si fosse fatta attenzione a bonificare il territorio delle mine.
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Le artiglierie controcarri erano decisamente 'calde' in termini di prestazioni. Il 'due libbre' Vickers aveva un proiettile da circa 1 kg sparato a 792 m.sec, perforando circa 53 mm d'acciaio a 455 m e con 30° di impatto. Ma era un'arma, per quanto interessante, piuttosto complicata e poco mobile. Il suo peso di 831,6 kg era molto più alto di quello dei cannoni dell'epoca e della stessa categoria. La ragione era che esso non era pensato tanto come arma offensiva, per accompagnare i fianchi dei reparti corazzati, ma piuttosto da posizioni difensive, e la sua alta sagoma lo rendeva molto evidente, anche per l'alto scudo squadrato. Interessante era peraltro l'affusto con brandeggio a 360 gradi: aveva una coda che si apriva in tre parti e le ruote si sollevavano da terra. Ma se questo era molto valido per le artiglieria più grosse, era uno spreco per il 40 mm, che di fatto non soddisfece mai del tutto, a parte che contro gli Italiani nel '40-41. Vennero provate tutte le soluzioni pratiche per trasformarlo in un'arma valida, sufficiente contro le corazze dei carri nemici, per esempio sparando colpi decalibrati con l'adattatore apposito, o mettendo il cannone su appositi autocarri (portees), molto usati in N.Africa. Ma al dunque, dovette essere abbandonato progressivamente dal '42, prima con il '25 libbre' e poi sopratutto con il sei libbre.
 
Questo era un cannone ad alte prestazioni, ma stavolta anche di calibro rilevante. Solo alla fine del '41 si trovò il modo di liberare le linee di produzione dal 2 libbre e rendere possibile l'assegnazione ai reparti dell'Ordnance, Q.F., 6 pdr. Presto si trovò anche il modo di adattarlo ai carri armati, rimpiazzando il predecessore anche lì. Avendo la capacità di perforare circa 70 mm a 1 km di distanza, era superiore al precedente cannone e almeno pari al similare 50 mm tedesco; ma nondimeno, con il suo affusto più semplice, pesava poco più del 2 libbre, circa 1.112 kg. La ragione era che si affidava, piuttosto che alla grossa piastra di rotazione (simile all'affusto del 25 libbre in versione ridotta) ad un tradizione tipo a doppia coda con ampio settore di tiro. Solo il carro Tiger fece sì che i colpi potenti e precisi (900 m.sec per proiettili da 2,85 kg)del '6 libbre' non fossero più sufficienti a surclassare le protezioni nemiche, almeno quelle frontali. I carri con il 57 mm, il Valentine e il Crusader III sopratutto, erano buoni mezzi ma non pari ai pochi Panzer IV con cannone lungo da 75/43 o 75/48 mm. Gli Americani usarono ampiamente il 57 mm; dopo avere avuto come arma standard il 37 mm ottenuto dal pezzo tedesco Pak 36, passarono così al modello britannico con un'arma accorciata da 50 a 43 calibri e chiamata M1. Il 6 libbre inglese, previsto come sostituto del 2 libbre fin dal 1938, venne usato dagli americani dopo il 1943, apparentemente prima erano sopratutto armati col '37 mm, usato ai tempi di Torch. Il sistema di brandeggio era a spalla, ma gli americani vollero introdurre i meno faticosi volantini, per poi tornare sui loro passi e ripassare all'affusto a spalla. I carri britannici di ultima generazione col '57 mm ebbero anche gli APDS (forse adottati anche dai reparti controcarri), capaci di velocità di circa 1.100 m.sec e prestazioni formidabili quanto a penetrazione di corazze, anche se solo dal 1944, e non c'éè da stupirsi se spesso erano considerati superiori ai 75 mm statunitensi, dopotutto lunghi solo 37 calibri. Dal 57 mm si ricavò anche un 75 mm per alcuni tipi di carri, come i Cromwell, rialesando la b.d.f., e un tipo di cannone per paracadutisti ad affusto ridotto. I semoventi con il 57 mm avrebbero potuto, in teoria, essere migliori di quelli con il 40 mm (e con il 37 mm Bofors, cannoni ordinati alla Svezia e largamente usati in Africa del Nord; furono 11 di questi a fermare gli ultimi 30 carri M italiani: l'ultimo cannone rimasto efficiente, durante l'assalto dei carristi contro le linee britanniche che li chiudevano in trappola, distrusse gli ultimi 5 'M' con tiri a bruciapelo). Ma questi cannoni, basati su autocarri Bedford o Chevrolet con 96 proiettili l'uno, e una generosa protezione per l'arma e i serventi, pesavano parecchio e nell'insieme non diedero i risultati sperati. Un'eccezione fu il possente semovente ruotato Deacon, basato sul grosso trattore d'artiglieria AEC Matador (quello base anche per le autoblindo pesanti), che portava un telaio corazzato con piastre da 10 mm; ne vennero prodotti 175 nel 1942-43 e una batteria di 12 mezzi era usata assieme ad altre 3 con i 'portées' normali, sempre di dodici pezzi. I cannoni potevano anche essere usati sbarcati dai camion, almeno nei primi portee, ma la rapidità d'azione rendeva tale ipotesi meno interessante, anche se l'impiego dal veicolo li rendeva un facile bersaglio sulle piatte distese africane. I Deacon erano molto efficienti e differentemente dagli altri tipi non erano facili da mettere fuori uso. Ma pesavano parecchio e non avevano spazio che per 24 proiettili, così dopo le battaglie in Tunisia non continuarono a lungo a prestare servizio nel British Army.
 
Sorte diversa per i pezzi americani da 57 mm usati dai Sovietici a bordo di numerosi semicingolati, pure americani; già gli americani provarono tali mezzi con piastre d'acciaio spesse 20 mm e cannone da 75 mm campale, per poi convincersi che il più potente M 10 era certamente un mezzo controcarri superiore in ogni ambito (costo a parte). I Sovietici pensavano giustamente che anche un mezzo non del tutto soddisfacente (quanto a protezione) fosse comunque molto meglio di un cannone trainato, e così usarono largamente i 57 mm americani su tali installazioni. Curiosamente, i Sovietici avevano anche sviluppato i loro 57 mm, ottime armi con elevata capacità di perforazione, non inferiori ai tipi britannici con i quali si troveranno a convivere per molti anni.
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Pur con la sua potenza balistica, il 17 pdr non era peraltro perfetto. Era capace di perforare circa 130 mm a 900 m e con questo anche la corazza dei Tiger I, ma non era facile da muovere: per una leggera superiorità sul Pak 40 tedesco, pagava lo scotto di un peso di ben 2.923 kg, circa il doppio e sopratutto, troppo pesante per le azioni tipiche dell'artiglieria controcarri (sebbene la sua gittata lo rendesse capace di sparare molto più lontano dei cannoni precedenti). La lunghezza della b.d.f. era di 4,4425 m di cui 3,562 rigati, contro 2,0815/1,6723 del due libbre. Era grosso e pesante, per questo la soluzione del cannone trainato non convinse ancora a lungo. Ma fu utile per i carri armati e i corazzati in generale; l'Archer su scafo Valentine era munito di un cannone nell'unico modo che aveva di sistemarlo, rivolto all'indietro, con la canna sopra il motore e la culatta che rinculava a pochi centimetri dalla nuca del guidatore. Eppure, per quanto lento, l'Archer era efficace in quanto basso di sagoma, e capace di scappare subito dato che aveva il cannone rivolto all'indietro. L'M10 in versione Achilles era un altro utente di tale artiglieria, certamente superiore nell'insieme anche se più alto e vulnerabile; va anche ricordato il potente carro Challenger, costruito in 200 esemplari per ottenere, per la prima volta, un corazzato con tale cannone e nessun compromesso, anche se poi si dimostrò troppo lento e di sagoma piuttosto alta. Il 17 pdr è rimasto a lungo in servizio anche nel dopoguerra, e non solo nel British Army. Anch'esso ebbe, ma dopo il 40 e il 57 mm, colpi decalibrati, che portavano a circa 180-200 mm la corazza perforabile a un km. Sebbene contro corazze inclinate la superiorità si annullava quasi totalmente, era pur sempre un passo avanti sui colpi 'normali'. Infine, come arma per carri armati fu di vita piuttosto breve perché soppiantato da un progetto diverso, l'83 mm, basato sul pezzo da 88/71 mm tedesco e che offriva una granata HE più efficace oltre che prestazioni ancora maggiori come capacità perforanti<ref>Armi da guerra 46</ref>.
 
Meno note sono senz'altro le armi contraerei britanniche. Nondimeno, a parte i Bofors e gli Oerlikon, nonché altri tipi utilizzati in maniera piuttosto artigianale o limitata, c'éè da segnalare i cannoni Polsten, basati su di un tipo progettato in Polonia per semplificare l'Oerlikon, di cui aveva meno parti ma offriva le stesse prestazioni. Il 94 mm era il successore del vecchio 76 mm, e pur non avendo prestazioni eccezionali (pare che la velocità alla bocca e la gittata fossero sacrificate ad un proiettile di peso piuttosto congruo) era pur sempre un'arma moderna, anche se priva della mobilità tattica degli '88' tedeschi (e in parte, dei 90 mm italiani). Ma non era l'unico tipo, c'erano anche il 114 e il 133 mm, armi potenti ma oppresse dal loro stesso peso, non tanto del cannone ma del proiettile (che dopotutto è la vera arma), troppo pesante per il tiro rapido da parte dei serventi. In ogni caso fecero la loro parte per difendere lo spazio aereo britannico. A livello tattico parecchi furono i carri contraerei pensati, anche piuttosto elaborati, come i Crusader con due cannoni in torretta da 20 mm o uno solo, con torre aperta, da 40 mm Bofors.
 
===Controcarri===
Il sistema PIAT era una curiosa arma controcarri che si poteva sia definire un lanciabombe che un lanciarazzi; era stata concepita già attorno al 1930, il che non è comune se si pensa che all'epoca i carri erano una presenza molto rara sul campo di battaglia; l'autore era tale Col.Blacker. Nel '37 venne seguita dall'Arbest, nel maggio del '39 venne però respinta a favore del mortaio da 51 mm ML 2; nel '40 ci si rese conto che il fucile Boys era troppo grosso e poco efficace, nonostante ce ne fosse uno per plotone. Allora venne riprogettato l'Arbest ma ulteriormente respinto nel '41, e ancora si misero in azione i tecnici per una testata più potente. Alla fine, nell'agosto del '42 l'arma venne autorizzata come PIAT, proiettore anticarro della fanteria (questo è quello che la sigla significa). Aveva un lanciatore caratterizzato da una enorme molla elicoidale che scattando tramite il grilletto azionava la carica del codolo del proiettile che rimandava indietro la molla riarmandola. Questo sistema incredibilmente complicato per lanciare un semplice razzo spesso falliva il colpo e il razzo non partiva. Nonostante la capacità di perforare 100 mm d'acciaio non si trattava di un'arma priva di difetti: sebbene il suo azionamento fosse assai silenzioso, e sollevasse poco fumo e terriccio, e fosse precisa al punto da dimostrarsi superiore al mortaio da 51 mm, era imprecisa oltre i 75 mm, aveva lunghi tempi per la ricarica che era molto pericolosa (rimandare indietro il mollone), e per giunta la spoletta era inaffidabile se stoccata a lungo. Insomma, si trattò di un sistema con pregi e difetti, ma che in verità non ebbe il successo dei sistemi tedeschi e americani analoghi: dopo la guerra si verificarono gravi incidenti durante l'addestramento (perché nel frattempo la spoletta aveva fatto tempo a degradarsi) e il PIAT venne rottamato.
 
Peso: 14,5 kg, lunghezza 991 mm, razzo da 1,12 kg di cui 304 gm di HE Nobel 808; v.iniziale 106,4 ms, massima gittata c.c. 100 m, penetrazione 100 m a breve distanza, 75 mm a 75 m (perché il proiettile aveva la tendenza a destabilizzarsi), massima gittata come arma di supporto: 685 m, precisione a 285 m: 9 m. Erano previsti proprio per questa ragione proiettili HE, ma non vennero realizzati. La Gran Bretagna tornerà nel settore armi c.c. di tipo nazionale solo con il LAW-80 decenni dopo. <ref>Ludi, G.: PIAT Eserciti nella Storia lu-ago 2005</ref>