Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Regno Unito-Armi aeroportate: differenze tra le versioni

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Secondo una statistica sull'efficacia delle bombe convenzionali, per eliminare una squadra di fanteria dispersa sul terreno, erano mediamente necessaria 3 bombe da 454 kg, un carico non indifferente per un risultato di ridotta efficacia, cinicamente parlando, bellica: quello di eliminare un'unità elementare di fanteria. Un differente approccio, già apparso durante se non prima dell'ultima guerra mondiale, era quello delle '''bombe a grappolo''' (CBU) ,che in sostanza sono un'evoluzione delle spezzoniere. La differenza è che le granate non sono sparse a 'scia' dall'aereo, ma sono eiettate da un singolo contenitore, che è sganciato dall'aereo. Tra i vantaggi vi è quello di non avere predisposizioni particolari per il loro uso, il lancio di precisione d'alta quota, aprendosi eventualmente con un'azione ritardata. Come nel caso delle bombe HE, nel ramo [[w:CBU|CBU]] gli inglesi non sono stati pari alla produzione degli aerei. La loro arma standard, apparsa nei primi anni '70, è la Hunting '''BL-755'''<ref>'BL-755', A&D Maggio 1987 p.22-25</ref>. Si tratta di un grosso contenitore con una particolare spoletta anteriore ad elica, che si arma e si aziona dopo un certo tempo dal lancio, usualmente a bassa quota. È fatto da 7 sezioni con 21 bombette l'una, e ciascuna di queste ha una massa di 1.02 kg. Essendo piuttosto grandi, hanno una efficace capacità duale di frammentazione e di perforazione controcarri (HEAT) di circa 270 mm di acciaio. Sono armi sopratutto per compiti controcarro, da 272 kg (600 libbre) tutto compreso. L'arma '''Mk 20''' Rockeye americana è molto simile (e spesso usata assieme all'arma inglese, per esempio nell'AM da alcuni anni, prima aveva solo la BL-755), ma pesa solo 227 kg (500 libbre) con ben 247 granate, molto più leggere ma con sufficienti capacità distruttive (perforazione di circa 200 mm d'acciaio). La BL755 quindi è più pesante e ha esattamente 100 granate in meno, il che farebbe pensare ad una minore efficienza, cosa certamente vera per il compito controcarri. In ogni caso le bombe a grappolo sono l'equivalente di un fucile a pallettoni: sono tutto fuorché 'armi intelligenti', ma di bombardamento a 'tappeto'. Inoltre esiste il rischio di ordigni inesplosi, specie perché i primi tipi di CBU hanno solo una spoletta a impatto, che lascia non meno del 5% del totale inesploso a terra, ma ancora pericoloso. Era tutto sommato un effetto voluto, vista la minaccia 'percepita' delle orde di carri del Patto di Varsavia, che avrebbero trovato dei campi minati improvvisati nella loro avanzata grazie a questi ordigni difettosi. I tipi più recenti sono più sofisticati e hanno spolette a tempo, che riducono drasticamente (ma non annullano) i 'duds' in caso di mancanza di funzionamento di quella a scoppio.
 
Le BL-755 venne usata alle Falklands sopratutto contro gli aeroporti, visto che non v'erano quasi mezzi corazzati. Gli effetti vennero giudicati 'buoni' ma si sarebbe desiderato una maggiore varietà di submunizioni. La BL-755 Mk 2 era già in fase di sviluppo, con prestazioni migliorate sopratutto sulla perforazione delle corazze. Con un lunghezza di 305 mm, calibro di 66 mm, peso di 1.02 kg delle munizioni originarie (circa il doppio di una Rockeye) vi era il potenziale per migliorarne le prestazioni. In ogni caso, migliaia di queste tozze bombe sono state utilizzate in guerre almeno dal 1980 (anche l'Iran ne aveva un certo numero).L'ingombro è equivalente a quello di una bomba da 454 kg. L'effetto HEAT è probabilmente utile anche contro gli aeroporti per ragioni similari a quelle del compito controcarri: le singole submunizioni possono perforare i tetti degli hangar, anche corazzati, danneggiando quello che c'éè all'interno sia pure senza un effetto particolarmente distruttivo (senza che sia mai stata pubblicizzata l'efficacia delle CBU con testate HEAT contro i ricoveri corazzati).
 
Uno sviluppo estremo, che torna al concetto di spezzoniera è la '''JP233''', sempre della Hunting. Si tratta di un sistema simile all''''MW-1''' tedesco, e come questo utilizzato solo dal Tornado IDS. Il motivo è la sua massa, di oltre 2100 kg. Mentre l'MW-1 è un blocco unico, che lancia con 112 tubi una combinazione micidiale di submunizioni antipista o anticarro (tra le 224 e le 4704), con un ingombro aerodinamico formidabile (i Tornado italiani non lo hanno mai usato in guerra), il JP-223 ha una forma più snella e (solo) in teoria, essendocene due per aereo, può essere suddiviso sotto le ali degli aerei tipo l'F-16 o F-15 (e proprio per questo è stato pensato come arma 'doppia' anziché 'unitaria'). In pratica l'uso di questo armamentario ha innescato numerose polemiche per la vulnerabilità dimostrata dagli aerei durante le azioni di bombardamento, anche se non è affatto chiaro se questo abbia fondamento nella realtà: nelle azioni di questo tipo, con 'strisciate' oblique sui campi di volo nemici, nel 1991 solo un Tornado venne perso. Ma si tratta di azioni pericolose, volare sulle canne dei cannoni antiaerei richiede parecchio sangue freddo. Così la spezzoniera si evolvette già negli anni '80 con dei sistemi plananti guidati sia come 'modifica' di grandi CBU con kit 'Paveway', sia come sistemi nuovi, plananti senza motore, poi con un motore a razzo, poi con turbogetto, più costoso ma con maggiore gittata. Alla fine queste armi sono diventate dei veri e propri missili stand-off, come lo '''Storm Shadow''' (comprato in 200 esemplari anche dall'AM). Le spezzoniere JP223 servivano per portare ciascuna in un'unica azione 30 bombe antipista SG357 e 215 mine d'interdizione HB876, dopo erano automaticamente sganciate (come del resto gli MW-1) per cui in effetti erano armi 'a perdere' come le bombe, ma più complesse e costose.
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*peso 147 kg, testata 30 kg di cui 9 di HE
 
In un certo senso somigliano ad uno Sparrow, o al Sea Killer italiano. Ma si possono comparare sopratutto con l'[[w:AS-15TT|AS-15TT]] (entrambi successori dei diffusissimi AS-12) che è più leggero e con guida radio, ma nonostante sia meno costoso, è legato al solo sistema radar sistema AGRION 15, il che ne ha limitato il successo commerciale. Entrambe hanno una versione superficie-superficie, ma solo il Sea Skua ha avuto successo limitato, certamente minore di quello del vecchio SS-12. A parte questo, il Sea Skua è in competizione con armi come il Marte italiano. Questo ha il vantaggio di essere un missile con autoguida radar finale, dello stesso tipo di quello dell'OTOMAT. Ma il successo non è stato scontato: in positivo c'éè la testata di 70 anziché 30 kg, la gittata di circa 30 km contro 20. L'arma britannica però ha altri vantaggi: costa meno, ha un sistema di guida più semplice per il suo ruolo (il Marte, avendo un sistema di guida analogo all'OTOMAT, che però ha 3 volte la testata e 6 la gittata); la velocità del Marte è minore di quella del Sea Skua (900 kmh contro 1000); e se questo non è un'arma 'lancia e dimentica', è anche vero che i suoi missili, singolarmente sono praticamente irrilevabili non emettendo emissioni radar, sono molto piccoli e meno penalizzanti dei 270 kg del Marte (che di fatto lo limita agli elicotteri medio-grandi, in genere utenti di ordigni ancora più grossi come gli Exocet), più veloci, e trasportabili nel doppio di esemplari, quindi con una concreta possibilità che almeno uno su due possa superare le difese e colpire la nave. La gittata è ridotta ma sufficiente per ottenere lanci da fuori delle armi a corta gittata delle navi.
 
Sarebbe certo interessante conoscere il costo effettivo di questi missili (Marte, Sea Skua, AS-15TT), ma non vi sono dubbi sul fatto che il Sea Skua abbia predominato il mercato dei missili antinave leggeri aviolanciati. Una cosa che si potrebbe obiettare sulla configurazione sarebbe semmai il fatto che non sia stato adottato un missile supersonico, esempio un AIM-7 Sparrow opportunamente adattato: con appena 40-50 kg di peso in più e testata da 30-40 kg, gittata di 15-20 km almeno e velocità di mach 2, sarebbe un'arma sempre a guida semiattiva ma molto più prestante: ma tutti i piani per usare gli Sparrow in questo modo (per esempio, da parte degli elicotteri Sea King americani) non hanno avuto esito.
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Il piccolo ALARM (4,3 m di lunghezza, non propriamente pochi, ma con un corpo molto sottile di 224 mm ed apertura alare di 72 cm), è un'arma piuttosto graziosa, con la testa arrotondata, in tutto pesa 265 kg (originariamente si dava per circa 175 kg, ma era una stima troppo ottimistica, vedi Armi da guerra 74); la struttura è convenzionale, quattro alette di stabilizzazione nella parte posteriore, e quattro alette di controllo caudale; ma vi sono anche quattro minuscole alette vicino alla prua, che non esistevano nei prototipi e da distanza, sono talmente piccole che quasi non si notano; le prestazioni sono stabilite in circa mach ,32 e raggio di oltre 50 km, o addirittura, in condizioni molto favorevoli, 105 km.
 
La RAF ne ha comprati inizialmente 750 esemplari, altri sono andati alla RSAF, ma il loro numero non è noto. Tra le capacità che colpiscono dell'ALARM, c'éè il numero trasportabile: ogni Tornado ne può portare tre sotto la fusoliera, e altrettanti sotto ciascuna ala. Si sono visti Tornado con un massimo di sette missili, ma di fatto il numero portato è solo di due o tre sotto la fusoliera. IL concetto originario era di fornire anche a bombardieri o aerei leggeri delle armi di difesa durante le loro missioni, per cui un'arma compatta era necessaria. Di fatto, però, queste missioni sono riservate ad equipaggi addestrati specificatamente, e il numero non è tanto diverso da quello degli HARM, che un Tornado può portare in un massimo di quattro esemplari, ma che in genere vengono limitati a due sotto la fusoliera, dato anche l'apertura alare di 101,6 cm.
 
Se l'HARM è un'arma flessibile, il piccolo ALARM, dal caratteristico colore giallo (più di recente cambiato per un blu-chiaro), e dall'aspetto piuttosto aggraziato, senza angoli vivi particolari (a differenza dell'HARM e delle sue alette), è un tipo anche più duttile. Ha ben cinque 'modes', sia dirette che indirette: il primo caso lo vede lanciato contro bersagli preselezionati, o su aree dove si sa che vi potrebbero essere pericoli, con volo orizzontale a bassa quota; nel secondo caso, il missile è programmato per la ricerca in quota e su un certo intervallo di frequenze, e se non ne trova, sale fino a 12.000 m circa. Da lì, estrae un paracadute dalla coda, e scende dolcemente, sempre con il sensore ancora acceso per trovare le minacce. Una volta che lo trova, molla il paracadute e riaccende il motore; oppure, ad una certa quota, si autodistrugge. Quindi deve avere un processore molto efficiente, sistemi come l'altimetro, timer, calcolatore di bordo per l'autopilota, ecc. Tutto in una cellula piccola e leggera. Quando attacca un bersaglio, una spoletta Thorm-EMI, di tipo molto 'sofisticato', controlla la quota, e fa scoppiare il missile all'altezza giusta per infliggere il massimo danno. Infine è possibile la programmazione a terra, con un'unità programmabile (PUGS), per dire all'arma che cosa si desidera colpire.