Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Francia-7: differenze tra le versioni

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E così è arrivato il MILAN ADT, per fare da ponte ai futuri MRCM (Multi Role Combat Missile), come programma di studio, e gli EMM (European Modular Munition) tra i 6 e i 50 km in fase di sviluppo. L'ADT è stato basato sull'analisi fatta sui 28 maggiori eventi bellici tra il 1976 e il 2003, e in 21 casi l'arma è stata usata come sistema di supporto fanteria, per giunta quasi sempre in azioni offensive, incluse sei delle sette occasioni in cui venne usato come arma c.c. L'esempio delle Falklands è solo uno di come l'arma venne impiegata per compiti diversi da quelli progettuali. E del resto, con il TOW che resterà in servizio con le F.A. americane almeno fino al 2025, nonostante i tanti e mirabolanti sistemi c.c. pensati nel contempo (come il LOSAT), dà il via al concetto di missile 'polivalente', come già è accaduto con i razzi per la fanteria (si pensi all'RPG-7). Nel 2003 si è così deciso di andare avanti con il MILAN ADT; l'ottobre di quell'anno vi fu un accordo tra MBDA e la tedesca LFK.
 
L'ADT (ADvanced Tecnology) è un sistema digitalizzato, addirittura 'networkcentrico'; ha una camera termica totalmente integrata a doppio campo visivo, ottica diurna 7x, ma anche un canale IN/OUT per un cavo video, e infine un telemetro laser e un GPS; nonché l'ennesimo miglioramento del sistema d'inseguimento missile, stavolta il CMOS, assieme ad un proiettore multispettrale per l'allineamento dell'asse di puntamento computer-missile. Il fatto che il sistema di lancio è collegabile ad una consolle con un display video per il controllo remoto, mette fine -in maniera molto costosa- al problema dei missili moderni: quello che il lanciatore, il missile e l'operatore sono tutti insieme: se un carro vede un missile partire, spara in quella direzione e quasi di sicuro colpirà l'operatore. I primi missili avevano invece scatole di controllo, con rampe di lancio campali per un missile l'una: l'operatore (anche quando si trattava di veicoli) povera stare decine di metri distante dal missile, come anche il suo sistema di guida, e poteva lanciare missili in sequenza (il Mamba tedesco aveva anche 12 ordigni collegati, ma il normale era di 4-8). Il MILAN, dopotutto, non spara più di 2 colpi al minuto (in realtà lo stesso valeva per i missili meno recenti per via della minore velocità: il Sagger arrivava a 3 km in 27 secondi). Con questa specie di 'playstation' è possibile vedere e puntare l'arma, stando totalmente al sicuro. Ma è anche vero che c'éè un solo missile pronto al lancio e che il sistema di guida è pur sempre solidale con la rampa di lancio (così se viene localizzata, viene distrutta e in ogni caso qualcuno deve pur ricaricarla). Inoltre il missile è utilizzabile anche ad alta quota (evidentemente grazie all'Afghanistan), cosa che le prime armi, per problemi di controllabilità, non consentono appieno. La portata è poi aumentata. Il sistema di lancio è pesante ben 21 kg, e come si è detto, è digitalizzata e permette tante cose, tra cui la visione notturna (la camera è compatibile con la precedente MILIS TI), è della AIM tedesca, con tecnologie derivate da quelle del 'soldato del futuro' tedesco. Essa è raffreddata, matrice MCT (tellururo di cadmio e mercurio), funziona nel 'medio infrarosso' (3-5 micron), matrice 384x288 pixel, campo visivo stretto (NFOV) 1,8x2,4°, 'largo' 5,4x 7,2°, onde usarlo anche come mezzo d'osservazione e non solo come sistema di osservazione. Poi, come detto, c'è anche il canale diurno. Il sistema di guida è del tipo multispettrale 'cross air'. Le prove sono state omologate dalla DGA francese con delle prove fino a marzo del 2007; l'arma pesa adesso 7,5 kg; la gittata aumenta a 3.000 m, il motore è senza fumo, la testata pesa 3,4 kg con doppia testata in tandem (l'anteriore con il liner in rame, quella posteriore in molibdeno forgiato, per avere la massima efficacia dato il peso del metallo), pur con un diametro uguale a quello del MILAN 3, da 117 mm. E l'efficacia complessiva è tale da pareggiare quella del TRIGAT-MP, ovvero circa 1.000 mm di acciaio e con protezione ERA di terza generazione sopra, quest'ultima perforata dalla carichetta anteriore. La capacità di perforazione contro i bunker è tale, che anche dopo 2,5 metri vi è ancora una capacità esplosiva aggiuntiva, grazie alle 'bolle' di molibdeno, che 'scoppia' per ossidoriduzione. Il motore a razzo è della Roxel, di dimensioni aumentate, sperimentato alla Roxel UK; il deflettore del getto è della Roxel France, la testata della RUAG svizzera, la MBDA tedesca ha costruito il prototipo.
 
Questo gioiello della tecnicologia militare può sparare tutte le versioni del MILAN, con un peso relativamente 'contenuto' (pur sempre di 45 kg se si includono due missili). Il primo tiro con questo sistema è stato fatto il 18 maggio 2006. A proposito del missile, oltre alla testata più potente vi è anche un nuovo motore della Roxel, a combustione prolungata, che accresce la gittata a 3 km, cosa sperimentata sopratutto in una serie di tiri di prova nel febbraio 2007. Enrico Po parla di un primo lancio alla massima distanza da 3.000 m il 17 ottobre 2006. Nel 1-16 febbraio 2007 a Bourges, dove c'erano stati anche i tiri precedenti, venne sperimenato l'uso del missile contro bersagli tra 2 e 3 km, in condizioni 'networkcentriche', poi sono state fatte le sperimentazioni nell'esercitazione 'Phoeinx' in ambiente NEB (Network Enabled Battlefield) tra il 13 e 19 ottobre 2007, fatta dall'esercito francese nei poligoni di Mourmelon; essa faceva parte del programma SCORPION, che serve per la digitalizzazione per l'esercito francese e del concetto BOA (Bulle Opérationelle Aéroterrestre), con le informazioni passate 'in rete' ai soldati tiratori (una cosa impensabile anni fa, ma oramai siamo nell'era di 'Google Heart'). Si sono fatti anche tiri a breve raggio: uno di 40 metri, con impatto senza esplosione (per ragioni di sicurezza del tiratore) e uno da 150 metri che ha dimostrato invece la funzionalità dell'arma (evidentemente i tiri da '25 metri' sono immaginari).
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Sebbene oramai i missili 'fire and forget' sono quelli che vanno per la maggiore, il MILAN ha dalla sua un costo ridotto e la capacità di ingaggiare anche bersagli 'freddi', difficili da vedere all'infrarosso, nonché la guida per tutto il percorso con un operatore umano. Il Sudafrica si è fatto convincere e allora ha ordinato il sistema ADT e il MILAN 3. Ma sopratutto era in ballo il programma per l'Esercito francese, con oltre 3.000 nuovi missili e 500 lanciatori, da consegnare nel 2010-12. I concorrenti sono il Javelin e lo Spike. Gli Israeliani oramai stanno invadendo l'Europa, mentre gli Americani hanno pur sempre i canali FMS molto favorevoli. Ma il MILAN ADT-ER costa solo il 40% di Javelin e SPIKE, sopratutto per via del costoso sistema di ricerca IR di questi ultimi; inoltre non necessita di manutenzione. E così già nel 2005 la Bharat indiana firmava per il MILAN ADT-ER, mentre il Sudafrica lo ha comprato con un contratto del 20 dicembre 2006 da 18 mln di euro per un numero non noto di postazioni di lancio e missili MILAN 3; notare che qui le postazioni di tiro sono ADT, mentre i missili no, ma non importa, perché il sistema di lancio è capace di far funzionare tutti i tipi più vecchi. La Libia avrebbe, pare, firmato per un contratto attorno al 2008, proprio la nazione sconfitta nel 1986 dai MILAN chadiani. L'Esercito tedesco nel frattempo sperimenta gli SPIKE e MILAN-ER dai mezzi PUMA, mentre i francesi hanno emesso un requisito per oltre 3.000 missili e 500 postazioni di lancio tra il 2010 e il 2012.
 
Ma c'éè un problema maggiore: quello che i missili MILAN, come anche gli HOT, sono sì avanzati, ma non dovevano essere quelli definitivi della produzione europea.
 
====Il fu TRIGAT-MR====
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====L'Italia e il MILAN====
Per quello che riguarda l'Italia, l'Esercito ne voleva ordinare ben 1.000 lanciatori e forse 30.000 ordigni, ma poi (al 1990) il programma è stato decurtato a 'solo' 714 lanciatori con 17.163 missili. Il suo compito è stato quello di sostituire i cannoni SR da 106 mm nei plotoni controcarri dei battaglioni di fanteria. Il costo non è stato di poco conto: ben 648 miliardi, di cui 119 iscritti al bilancio del 1990. Magari, con i costi attuali dei sistemi d'arma, questo valore può sembrare non molto elevato, ma non è così. In sostanza, pur essendo cost-effective (il 70-80% di probabilità di colpire il bersaglio, e con molta facilità distruggerlo anche se si tratta di un carro armato ben protetto), questo programma éè costato l'equivalente di tutti i carri armati Leopard 1 dell'Esercito, che pure ne ha avuto la seconda flotta mondiale dopo quella tedesca, facendone l'ossatura delle truppe corazzate. All'epoca sia i carri che i missili controcarri costavano circa un decimo dei sistemi moderni. Anzi, i missili hanno subito un incremento anche maggiore rispetto ai carri armati (il Javelin è arrivato a 70.000 dollari contro i 4 milioni del MILAN). Da notare che il missile aveva, secondo i tabelloni dell'E.I., un valore di probabilità di colpire basso entro gli 800 metri, e alto solo al di sopra di tale valore, al contrario di quello che accade con armi non guidate (cannoni e razzi).
 
Un'altra cosa che non è facile trovare ricordata dalle fonti è che la capo-commessa era la Selenia (come del resto con lo Sparrow) che pare, avrebbe prodotto su licenza il 90% delle armi e molti sistemi di lancio.
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Entrò in servizio nel '79 e presto oltre 1.000 vennero venduti per aerei ed elicotteri di 11 nazioni e di una dozzina di tipi diversi. A bordo i velivoli hanno un set di adattamento pesante 40 kg circa, con consolle di selezione e controllo dati. Il pilone di lancio è di 75 kg e i dati sono trasmessi dal radar al missile in maniera automatica durante la fase di pre-riscaldamento, a cui segue il lancio su quote che scendono a circa 10 m.
 
Nel '78 il programma AM 39 portò, dato il rapido e positivo esito, ad una nuova arma, l''''SM 39'''. Questo era un missile che integrava i siluri per dare ai sottomarini un'arma di portata e velocità superiore, dall'uso sì discutibile (essendo molto dibattuto se il sottomarino debba 'esporsi' con il lancio di un'arma che può essere abbattuta o deviata, e che è meno letale di un siluro normale). Ha lo stesso motore dell'AM 39 ma booster potenziato, e naturalmente una capsula di protezione chiamata VSM da 1.345 kg totali e 5,8 m, da espellersi assieme al missile dopo il lancio. La capsula, vista esternamente, sembra a tutti gli effetti un siluro a razzo, incluso il colore scuro (al contrario del missile), ma in realtà serve per proteggere il missile dalla pressione e ha una serie di otto pinne stabilizzatrici, mentre la rotta viene stabilita dalle deviazioni del getto del suo motore. Non è noto da che profondità sia possibile lanciarlo. Esce dall'acqua a 45° e a 20 m.sec, poi si apre l'ogiva, si livella ad appena 12° di angolo di salita, poi un generatore di gas espelle il missile, si aziona il booster e l'Exocet si porta poi a volo radente. Il VSM è davvero una capsula molto utile, perché tra le sue caratteristiche vi è anche quella della deviazione sott'acqua, fino a 90°, il che consente al missile di ingaggiare obiettivi fino a 180° dalla prua del battello, ovvero non c'éè bisogno di muoversi per ingaggiare ogni bersaglio localizzato a giro d'orizzonte. La sua velocità d'attacco finale è circa 300 m.sec., può volare a 2-3 m di quota con mare calmo ed esplodere a circa 1 m sul galleggiamento, eseguire manovre verticali ed orizzontali per confondere i CIWS, ed esplodere anche con una picchiata sull'obiettivo anziché l'attacco radente tipico. Differentemente dall'Harpoon del tipo sub-lanciato, grazie al livellamento pre-lancio l'arma sale di appena 30-50 m, anziché 500-600, il che la rende molto più difficile da localizzare. L'Harpoon, d'altro canto, ha maggiore gittata e in teoria questo aiuta a non vederlo durante il lancio. Ma siccome il sottomarino deve localizzare con i suoi mezzi il bersaglio, la gittata non è sfruttabile appieno, a meno di non usare una fonte d'informazione esterna, che però comportaun traffico di dati esterni potenzialmente rilevabile. Quindi di fatto l'SM 39 è avvantaggiato rispetto al sub-Harpoon in numerosi settori, anche perché la capsula di quest'ultimo è a galleggiabilità positiva e non affonda dopo il lancio, rivelando potenzialmente da dove ha tirato il sottomarino (peraltro è una caratteristica utile in esercitazioni del tempo di pace, specie se la capsula fosse riutilizzabile)<ref>Stanglini, Ruggero: ''SM 39: l'Exocet che sale dal fondo'', PD feb 1992</ref>.
 
Gli Exocet hanno avuto esperienze di combattimento dal 1982, e il loro successo n.1 fu il 4 maggio contro il caccia HMS Sheffield, letteralmente bruciato da un'arma che lo raggiunse di sorpresa, mentre esso aveva le ESM disattivate perché interferivano con le comunicazioni satellitari. Così solo 6 secondi prima dell'impatto venne otticamente avvistato, quando oramai non c'era più tempo di fare nulla. L'arma si infilò nel fianco del caccia, alla quota di appena 2,4 m, aprendo una falla di 3 x 1,2 m. Non si è mai capito se la testata esplose o no, per quanto la cosa possa suonare bizzarra. Ma il carburante residuo, dopo un tiro da circa 45 km, era ancora sufficiente per incendiare la nave e renderla presto un relitto. La falla non fu subito importante, ma lo divenne poi, dato che da lì entrò l'acqua che 5 giorni dopo affondò la nave, a causa del mare grosso. Questo fu il primo successo dell'Exocet, anche se un secondo missile mancò l'obiettivo, una fregata britannica, la HMS Yarmouth, forse percheperché lo deviò con le ECM , infilandosi in mare a 300 m di distanza. Ovviamente la Gran Bretagna sapeva come funzionavano gli Exocet, ma le sue navi vennero sorprese da un attacco a bassa quota dei caccia argentini Super Etendard, che optarono così anziché con una traiettoria ad alta quota per sfruttare appieno la gittata di 70 km (60 a bassa quota o con lancio da aerei lenti). Seguiranno due colpi a segno sulla portacontainer Atlantic Conveyor il 25 maggio (nello stesso infausto giorno, festa nazionale argentina e quindi particolarmente temuto dai britannici, venne affondato il caccia HMS Coventry dalle bombe di alcuni A-4), poi un bersaglio mancato il 30 maggio, quando l'unico Exocet fu, a quanto pare, abbattuto dal cannone da 114 dell'Avenger (che rivendicò anche uno dei due A-4 distrutti ufficialmente dai soli Sea Dart dell'Exeter). Finiti i 5 missili aria-superficie, entrarono però in azione dei lanciamissili basati a terra, vicino a P.Stanley. Essi erano quelli della corvetta ''Guerrero'', danneggiata da fuoco di terra durante l'invasione nel marzo precedente. I lanciatori vennero trasportati da un C-130 e usati verso la fine della guerra. Fu il 12 maggio, a 2 giorni dalla resa, che il grosso caccia (spesso considerato un incrociatore) HMS Glamorgan stava eseguendo un'azione di fuoco di sostegno all'inguaiato 45° Commando, navigando sotto costa per sparare con i 114 mm di bordo. Mentre si ritirava dall'azione, a 16 miglia nautiche da P.Stanley un Exocet si avvicinò a pelo d'acqua. Stavolta non c'era stata la sorpresa totale, ma il missile Seacat e i chaff non bastarono a difendere la grossa nave inglese: ancora pochi secondi, e venne colpita nell'hangar. Il missile non esplose, anche se causò danni notevolissimi data la poca distanza percorsa (molto carburantea bordo) distruggendo anche l'elicottero Wessex. Questo fu l'ultimo dei sei missili, e l'unico caso in cui l'arma non attaccò di sorpresa e non venne deviata dalle ECM (anche se, colpendo l'Atlantic Conveyor, che era priva di difese, fecero danni enormi tra cui la perdita di 10 elicotteri).
 
Ci si può solo meravigliare dell'esito della guerra qualora gli Argentini avessero pazientato ancora pochi mesi per avere una maggiore fornitura di missili e anche di Super Etendard: i Francesi si limitarono ai primi 5 dei 14 aerei, e sopratutto ai primi 5 missili, prima di interrompere le forniture. Poi queste ripresero ed entro la fine del 1983 vennero completate. Se gli Argentini fossero riusciti a modificare più lanciamissili Exocet per i tiri costieri, e se sopratutto fossero riusciti a modificare degli MM 38 per i lanci da aereo (come fu fatto con l'AM 38), avrebbero potuto causare danni disastrosi ai britannici. I soli 5 AM 39 causarono l'affondamento di 2 navi. Si consideri che i 5 Super Etendard prestati agli Irakeni ebbero uno stock di 20 missili. Forse, con 6-7 navi colpite, gli Inglesi avrebbero dovuto addirittura ritirare la flotta, che era sprovvista di sistemi CIWS (eccetto tre fregate con i Sea Wolf) e alquanto obsoleta. Per neutralizzare gli Exocet gli Inglesi ricorsero a disturbatori appositamente installati sugli elicotteri Lynx (il 'corno' sul loro musetto), mentre alcuni Sea King dovevano volare a bassa quota e lanciare chaff, per 'sembrare' delle navi bersaglio, con l'ovvio rischio per tali grossi elicotteri d'essere abbattuti dall'Exocet se non si fossero tolti rapidamente dalla sua rotta (anche per via della possibilità di esplodere senza impatto diretto). Alla fine, gli Argentini, che dopo Francia, GB e Germania erano i principali utenti dei missili, non poterono usare altro che queste poche armi.