Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/USA-77: differenze tra le versioni

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===Il VMFA(AW)-533<ref>Jolly, Randy: I Falchi del VMFA-533, Aerei luglio 1996 p.6-13</ref>===
Nato come reparto da caccia nel '43 a Cherry Point, specializzato nella caccia notturna, il VMF(N)-533 ebbe inizalmente gli F-6F-3N Hellcat. Poi venne imbarcato nel '44 sulla USS Long Beach e nel '45 sbarcò a Yotono Field, Okinawa. Abbatté più aerei nelle missioni d'intercettazioni notturne (all'epoca era una rivoluzione resa possibile da un apposito pod sotto un'ala), con tanto di asso, il Capt. Baird. Nell'ottobre '45 venne mandato a Peiping, in Cina, ed ebbe finalmente dei velivoli più validi per il suo delicato compito, gli F7F-3N bimotori. In breve tempo gli americani dovettero togliere il disturbo dalla Cina e questo squadrone si posizionò nelle Hawaii, per poi arrivare nel gennaio 1947 a Cherry Point. Lì vennero addestrati gli equipaggi da caccia notturna per la Guerra di Corea e nel maggio del '53 arrivarono i primi caccia a reazione, gli F2H-2 Banshee, tanto che il reparto cambiò nome in Fighter Squadron 533. Volò a bordo di varie navi come la 'Bennington', 'F.D. Roosvelt' e 'Saratoga'. Nel '57 arrivarono gli F9F-9 Cougar, che avevano l'ala a freccia ma non gli servì a molto se nel '59 cedettero il passo niente di meno che agli A4D Skyhawk. A quel punto con i nuovi aerei divenne presto il Marine Attack Squadron 533. Nel '65 arrivarono addirittura gli A-6A Intruder, i primi interdittori ognitempo americani, e infatti divenne il Marine All-Weather Attack Squadron 533. Addestratisi ai nuovi sofisticati apparecchi, venne schierato nel '67 in Vietnam a Chu Lai, e lì rimase fino al '69 per poi tornare sulla MCAS Iwakuni, Giappone. Il ciclo vietnamita venne costellato di circa 10.000 sortite e questo valse alcuni premi per l'efficienza dimostrata come l'Aviation Efficiency Trophy. Non è chiaro se questo comprende anche le azioni che fecero dopo il ritorno in zona, nel '69, ma a Nam Phong, Thailandia, sulla base 'Rose Garden'. Colpirono da lì il Vietnam e il Laos e poi dal '73 la Cambogia tra il maggio e l'agosto di quell'anno. Tornò ad Iwakuni fino al novembre '75 e a quel punto l'epopea dei Marines nel S.E. asiatico era proprio conclusa. Il reparto ritornò in N.Carolina e nel '76 ricevette i primi A-6E dall'avionica ampiamente rinnovata, per diventare nel 1980 un Maritime All-Weather Attack Squadron e ritornò ancora a Iwakuni con 10 A-6E/TRAM (che avevano la torretta per il FLIR-designatore laser). Ricevette l'Aviation Safety Award e altre onorificenze, come la nomina a reparto dell'anno sia nel 1980 che nel 1981. Nel 1981-82 altro tour a Iwakuni e poi ritorno, entro l'aprile 1982 a Cherry Point. Agosto 1983, imbarco sulla USS Saratoga e poi nell'aprile 1984 crociera nel Mediterraneo, con assegnazione nel 1986 alla USS Kennedy e il suo CVW-3. Altra crociera nel 1988-gennaio 1989 con la stessa nave e poi ritorno ad Iwakuni nell'aprile 1990, per l'ennesima volta. Ma nel dicembre venne trasferito sulla Sheikh Isa Air Base, in Barhein: Desert Storm stava cominciando, anche se ancora si chiamava 'Desert Shield'. Iniziò le ostilità tra i primi, attaccando un centro per la manutenzione missili ed entro il 27 gennaio aveva fatto 407 missioni belliche. Poi in Marzo tornò in N.Carolina, da dove mancava da quasi un anno. Ma altri cambiamenti incombevano: il 1 settembre 1992 divenne la prima unità del 2s Marine Aircraft Wing a passare sui nuovi e agili F-18 Hornet lasciando i vecchi e gloriosi Intruder. I nuovi F-18 D Night Strike erano più scarsi come autonomia, ma non fecero rimpiangere i vecchi A-6. La versione biposto dell'Hornet si è presto manifestata come capace di attacchi di interdizione ognitempo, lasciando sempre di più la vecchia concezione dell'addestratore: in effetti l'F-18D non aveva più i comandi nel secondo abitacolo per la condotta dell'aereo. Nel periodo 7 ottobre-7 dicembre ebbe tutti i suoi aerei e poi si trasferì sulla MCAS di Beaufort, S.Carolina. Per poco, ovviamente: luglio 1993, trasferimento ad Aviano per l'operazione 'Deny Flight' e 'Provide Promise'. Ritorno negli USA e nel luglio 1994 premio Attack Squadron of the Year. Marzo 1995, ritorno ad Aviano e attacchi contro i Serbi il 24 e 25 di maggio contro dei depositi di munizioni a Pale, dopo che il 23 erano state colpite le difese aeree dei Serbi. Le missioni avevano una durata di 2,5 ore quando andava bene, 6 ore nel peggiore dei casi e comunque serviva il rifornimento in volo. Anche dopo la fine di Deliberate Force, la presenza di questo reparto d'eccellenza dei Marines è rimasta incentrata ad Aviano. Il tipico carico utile era quello di un lanciarazzi da 70 mm, un Maverick,2 AIM-9. 2-3 LGB da 450 kg o uguali tipi a caduta libera. Possono usare missili HARM ma oltre che colpire le antenne radar nemiche, nella stessa missione hanno anche la capacità di attaccare altri bersagli aerei o di terra. Hanno subito talvolta lanci di SAM, ma senza esito; hanno localizzato l'8 giugno il cp. O'Grady diventato famoso per essere stato abbattuto col suo F-16 sulla Bosnia. A luglio vi sono state missioni SEAD e addestramenti DACT con F-14. F-15E, F-16 e Mirage 2000C, e persino, a Laage, contro i MiG-29 tedeschi. Peccato che non siano disponibili dettagli dei risultati. In tutto alla fine di luglio erano state volate 98 missioni 'Deny Flight' e 61 di addestramento, mentre nuove ECM sono state montate sugli aerei impiegati sopra l'ex-Yugoslavia. Ad Agosto altra intensificazione dell'attività antiradar, FAC, appoggio tattico. Voli notturni d'addestramento alle azioni d'attacco e interdizione, DACT. Infine, altre esercitazioni con un decollo su allarme dietro l'altro. Dopo altre catastrofi vissute a Sarajevo (una strage al mercato, probabilmente), il 30 agosto 8 aerei del -533 hanno attaccato un deposito a Pale con le LGB, poi missioni d'attacco simili il 31 e infine una infruttuosa missione di CSAR a beneficio dell'equipaggio di un Mirage 2000 abbattuto, ma con i due piloti fatti prigionieri non c'è stato un esito positivo delle ricerche. In tutto, durante questa serie di azioni vennero lanciate 10 GBU-16 e altrettante Mk 83, mentre nel mese di agosto erano state volate 117 missioni addestrative, 100 Deny Flight di cui 18 d'attacco e altre 6 di attacco o di supporto al CSAR: totale 500 ore di volo. Anche in settembre, nonostante le condimeteo non più valide vi sono stati dei bombardamenti e azioni SEAD contro gli SA-2 e 6 di Baja Luka. E così in 3 settimane a settembre sono state volate altre 180 missioni addestrative e 140 operative, anche se il totale delle armi effettivamente usate era di 4 HARM, una singola GBU-10, 26 GBU-12, 10 GBU-12, 2 Mk 82 e lanciarazzi da 70 mm. Totale ore di volo: 500 circa. Finalmente, il 18 settembre è stato considerato chiuso anche questo ciclo d'operazioni e lo squadrone è tornato a Beaufort per riposarsi. Almeno per il momento. Da rimarcare le caratteristiche della guerra aerea nell'ex-Yugoslavia: differentemente dall'Irak, dove le munizioni guidate sono state meno del 10% del totale, qui sono arrivate a livelli davvero impressionanti: sganciare 2 singole bombe e qualche salva di razzi verso 37 LGB era un segno dei tempi e della guerra 'senza effetti collaterali'. Precisione che, dopo questo picco del 1995, non sarebbe più stata mantenuta: lanciare 2 bombe guidate ogni bomba 'stupida' evidentemente non era sostenibile in guerre più ampie delle rappresaglie NATO in Bosnia, ma oltre che per ragioni economiche non c'éè dubbio che questo si sia verificato anche per quelle politiche. Anche qui l'era di Clinton e quelle di Bush avrebbero mostrato vistose differenze, a dire il minimo.
 
Nel periodo 1995-1996 il VMFA-533 ha ottenuto la qualifica, primo reparto dei Marines su F-18D Night Strike, per operare su portaerei. Entro breve, nel settembre del '96, era atteso nuovamente ad Aviano per ricominciare la sorveglianza della ex-Yugoslavia. Difficile davvero trovare un reparto tanto indaffarato (e premiato) quanto gli 'Hawks'.
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Quando è scoppiata la guerra gli AV-8 hanno cominciato la loro attività sopratutto in funzione 'anti-artiglieria' nel Kuwait, poi, dopo questo primo periodo in cui hanno sopratutto svolto il servizio d'allarme 'a chiamata' con decollo dalle basi, hanno cominciato a volare le missioni CAS, ma in ogni caso il Kuwait meridionale è stato il loro campo di battaglia per quasi tutta la guerra. Solo negli ultimi 10 giorni hanno attaccato obiettivi a Nord di Kuwait City. Le missioni sono state volate di giorno per la maggior parte; ma anche la notte c'è stata attività, restando in allerta per eventuali necessità d'appoggio e partecipando con gli OV-10 come 'laseratori' ad attacchi di precisione. Gli OV-10 avevano il sistema laser ANGLICO su di una speciale torretta inferiore e gli Harrier usavano i missili Maverick a guida laser semiattiva, ovvero i C, che erano stati voluti sopratutto dall'USMC per compiti d'appoggio ravvicinato.
 
Alla fine dei 42 giorni di guerra gli Harrier hanno sganciato 2.700 delle 90.000 t di armi bruciate dall'aviazione Alleata volando per 4.112 ore in 3.383 sortite. Nonostante tale attività possa sembrare logorante, le ultime giornate di azione hanno volato anche 50-60 sortite per squadrone. l'ARBS (Angle Rate Bombing System) ovvero il sistema elettro-ottico per bombardamenti di precisione, si è dimostrato pari alle aspettative e ha garantito una micidiale precisione contro i malcapitati bersagli a terra. Le armi usate sono state, oltre al cannone da 25 mm e ai Sidewinder L e M(mai lanciati): lanciarazzi Zuni da 127 mm, 4 bombe Mk.83, o sei Mk.82, Mk.77 (napalm) da 236 kg (per incendiare le trincee riempite dagli irakeni con il petrolio, almeno così è la spiegazione ufficiale del loro uso), FAE CBU-55, utilizzate essenzialmente per distruggere i campi minati con la loro sovrapressione. Le bombe Mk.20 Rockeye sono state le più usate, mentre per le condizioni di visibilità, specie a causa del fumo dei pozzi in fiamme (la guerra del '91 fu una vera catastrofe ecologica, anche se pochi si preoccuparono al di fuori del petrolio andato in fumo) fu difficile usare gli AGM-65E Laser Maverick. Si dice che sia stato possibile usare anche tre AGM-88 HARM, ma di questo non c'éè conferma in nessuna altra fonte.
 
La copertura data dal maltempo e dai pozzi in fiamme ha reso il terso cielo del deserto un ambiente notevolmente difficile e offerto agli irakeni una protezione molto migliore di quello che potrebbe sembrare a valutare solo la geografia del luogo. Per giunta il GPS non era ancora d'uso comune.