Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: esercito 7: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: errori di battitura e modifiche minori
Riga 50:
Le specifiche sono state improntate a quelle dell'US Army per i suoi elicotteri moderni, ma rilassate per ottenere minori prestazioni, ma ottimizzate per non arrivare a pesi e costi eccessivi: per esempio angolo di movimento di 12 gradi sul terreno anziché 15, sopravvivenza equipaggio con certi 'crash' rilassata dal 95% all'85% (ovvero anziché 19 casi su 20, 5 su 6, tipo una 'roulette russa' in termini di probabilità).
 
L'avionica non è da meno della cellula, anzi è stata pensata per rendere il mezzo ognitempo e oltretutto, altamente integrato nelle sue componenti. In sostanza, nascendo con anni di ritardo rispetto agli altri elicotteri della categoria (Cobra, Apache, Mi-24) questo apparecchio ha introdotto concetti come la coordinazione dei sistemi paragonabile a quella della generazione dell'F-16 (mentre l'AH-64 è della generazione dell'F-15, in un certo qual modo). Tutti i sistemi sono controllati da un IMS, Integrated Multiplex System, realizzato in cooperazione tra l'Agusta e la Harris. Questo ha un data-bus 1553B, ovvero quello standard americano dei sistemi di comunicazione tra gli apparati avionici. Ha due computer separati, per assicurare la ridondanza, due tastiere e due display multifunzione. Così è possibile controllare comandi di volo, navigazione, motori, sistema idraulico e d'arma, e l'IMS è utilizzabile da entrambi i membri d'equipaggio. Poi vi è l'AFCS, ovvero un sistema di comandi di volo automatici per facilitare la condotta della macchina, assieme ad un sistema SCAS per la stabilizzazione e aumento risposta dei comandi di volo. Il tutto permette di seguire un piano di volo programmato tramite un piano di volo programmabile con la tastiera o con un'unità di trasferimento dati memorizzati. Questa programmazione della traiettoria è come quella degli aerei da combattimento moderni. L'IMS gestisce anche gli allarmi e malfunzionamenti, nonché le prestazioni di volo prevedibili. Per supportare il tutto c'éè un complesso di navigazione costituito da due piattaforme inerziali, un radar doppler Marconi ANV-351, altimetro Aeritalia 10 EF-1001-1, ADF Marconi ARG-80, computer dati aria GEC IS-03-004, altri sensori minori ma pur sempre importanti, e in prospettiva (dalla seconda serie) la moderna piattaforma inerziale di tipo 'strapdown' Litton AHRS LISA 4000, in sostituzione di una delle due piattaforme (l'altra è di back-up) e della girobussola. Per le comunicazioni vi sono un interfono AG10, due radio SRT-651/A, radio HF/SSB SRT-170/EB4, IFF Italtel SIT 421T, sistemi di comunicazione crittografata KY 58 e KY 75, predisposizione per un MLS.
 
Poi c'éè il sistema di combattimento, sia offensivo che difensivo, che sono il vero cuore del mezzo. Il resto, quello che è stato riportato qui, è solo il 'supporto'.
 
Il sistema di puntamento e controllo del tiro è basato su ben 2 FLIR. Quello di sorveglianza e sopratutto di tiro è il Saab-Emerson-Pilkinton HELITOW che come dice il nome è un apparato per lanciare al meglio i missili TOW da parte degli elicotteri. Ha 5 diverse configurazioni, e nemmeno a dirlo l'E.I. ha scelto una delle più sofisticate. Ha un telemetro laser, sensore ottico diurno e un FLIR Kollmorgen, il tutto su piattaforma stabilizzata, anche se non ha un sistema laser per l'illuminazione per i missili Hellfire. Il sistema è un grosso cilindro rotante, con le ottiche normalmente rivolte verso l'abitacolo, e ha un aspetto inconfondibile e ingombrante a mò di 'panettone', molto stonato (anche per il colore, differente e più scuro, rispetto al resto dell'elicottero). Il musetto minuscolo e aggraziato ha subito una trasformazione e la perdita di 4-5 nodi di velocità massima è stata la conseguenza della maggiore resistenza. Esiste anche un secondo FLIR, quello per la navigazione, in questo caso un sistema americano, l'Honeywell con piattaforma stabilizzata Ferranti HIN 62. Questo serve per ottenere un'ampia visuale di notte. Entrambi sono sistemati nel muso (quello per la navigazione è proprio nel muso, tra le due piccole antenne RWR) e il FLIR di navigazione è l'HIRNS, ovvero Helicopter InfraRed Navigation System, la cui immagine è ricevibile nel monocolo sistemato nel casco, che è lo IHADSS, sempre della Honeywell.
Riga 60:
L'armamento è costituito da lanciatori di missili TOW, con 2 lanciatori quadrupli da 110 kg e portano missili per altri 200 kg circa. Poi vi sono due razziere da 7,12 o 19 lanciatori per razzi normali da 70 mm, oppure per i nuovi Medusa, della SNIA-BPD. Questi fanno parte della linea di razzi che sono stati sviluppati, fino ai vettori spaziali. La ditta di cui sopra ha prodotto razzi da 51 mm, 80 mm, 122 mm (anche per impiego aereo, ma sopratutto per i FIROS). Il 'Medusa' è nato dall'esperienza con la fabbricazione dei razzi Oerlikon SURA svizzeri, seguiti da un progetto congiunto chiamato SORA, entrambi da 80 mm, e infine questo razzo da 81 mm di tipo nazionale. Si tratta di un'arma concepita per essere assai più efficace delle armi normali da 70 mm. Il peso è di 16 kg, la lunghezza di 1.57 m, la testata è HE, HEAT, o PFF. Hanno anche testate cluster con 11 submunizioni controcarri/contropersonale. Per questo impiego è necessaria una precisa telemetria laser del bersaglio, in modo da sparare e far detonare al di sopra di esso le testate, per far cadere le submunizioni sopra questo. Anche i razzi da 70 mm dei tipi più recenti hanno anche testate a submunizioni, ma il 'Medusa' non pesa 7-10 kg, ma 16 pur essendo appena più lungo (per via della maggiore larghezza). È possibile lanciare tra 0 e 40 nodi di velocità con questo criterio. Naturalmente i razzi sono meno numerosi date le dimensioni: lanciatori da 7 o 12 colpi. Manca qualcosa? La torretta. Eppure il Mangusta ne ha avuto la previsione, sotto il muso. Per esempio, armi a 2 o 3 canne rotanti da 20 mm (la prima è destinata al programma RAH-66 'Comanche'), armi erano pure presenti con il calibro 12,7 mm (mentre il 30 mm non è stato mai preso in considerazione), sia singole che tricanna. Una soluzione è costituita da una torretta Lucas da 12,7 mm a canna singola, ma questa versione della M2 Browning ha una cadenza di tiro aumentata a non meno di 1.500 colpi al minuto, dunque una potenza di fuoco davvero notevole per il suo peso ridotto.
 
====In missione<ref>Nativi, Andrea: ''A.129 Mangusta: il punto'', RID Marzo 1991 pagg. 28-40</ref> <ref>Niccoli, Riccardo: ''Mangusta per l'Esercito'', JP-4 maggio 1991 pagg.28-35, </ref>====
Non particolarmente veloce, abbastanza ben protetto, con un'autonomia di tutto rispetto in termini pratici (superano le 2 ore di volo, non poche per un elicottero leggero), l'A.129 dimostra come possa essere complicato costruire un elicottero militare moderno, anche se è leggero. Ovvero, nel muso, basti vedere come l'elicottero sia munito di: FLIR di navigazione HIRNS, di osservazione e attacco HELITOW, due sensori RWR ai lati, un'antenna ECM appena sotto. Il cannoniere ha il posto anteriore, piuttosto impedito alla visuale per via dell'HELITOW, ma al tempo stesso con una valida visibilità laterale. In caso di necessità può volare il Mangusta fino alla base. Il pilota è sopra e dietro con un abitacolo del tutto separato. Non ha più gli specchietti retrovisori dei prototipi, il che non aiuta a dire il vero se c'éè da controllare a 'ore 6'. Ma oltretutto i motori sono montati in alto, e con le prese d'aria ostruiscono la visuale posteriore, il che lascia necessario virare un po' per controllare la coda. I motori sono ampiamente spaziati per evitare che un colpo singolo distrugga entrambi, gli scarichi mescolano l'aria calda e quella fredda (passata tra il motore e la parete interna della gondola) e riducono la traccia IR, tanto che normalmente non sono montati nemmeno filtri anti-IR, più che altro perché tendono a diminuire la potenza disponibile. I motori, in alto sulla fusoliera, sono anche protetti al meglio nei confronti del FOD. Il pilota però, se ha un campo visivo di 56 gradi verso l'alto e 34 verso il basso, ha un limite di 260 a giro d'orizzonte, il che lascia un settore cieco di 100 gradi. D'altro canto non è possibile, in un elicottero, ottenere un campo visivo come nel caso dell'F-16. In ogni caso il Cobra, e anche il Super Cobra, hanno qui un vantaggio innegabile. La visibilità anteriore, se non altro, è maggiore data la netta scanalatura degli abitacoli. I trasparenti sono piatti, quindi con capacità antiriflesso (rispetto ai tettucci curvi, che spesso causano fastidiose riflessioni: però se da un lato i Cobra più recenti hanno adottato anche loro questi tettucci squadrati, i Super Cobra sono rimasti a quelli classici: forse per via dei materiali migliorati?), ma non è chiaro se questi pannelli hanno una qualche resistenza balistica. Quelli dell'Apache, per esempio, non pare siano (da quello che si è visto su mezzi danneggiati) altro che spessi qualche centimetro. La protezione è dovuta alle zone vitali corazzate (sedili, serbatoi autostagnanti, trasmissione) ma un elemento importante è la stealthness. Essendo poco rumoroso, con ridotta emissione IR, il Mangusta passa abbastanza inosservato. Le dimensioni sono modeste, mezzo metro più basso e 3 m più corto dell'Apache e con un aspetto piuttosto 'minimale' specie se visto frontalmente. L'evidenza visiva è importante per un elicottero: come il Tornado verso l'F-111, o l'F-16 verso l'F-15: la contraerea tattica spesso è a puntamento meramente ottico. La traccia radar è ridotta, e questo, assieme alle ECM passive e attive, aiuta a ridurre le possibilità di essere localizzati, assieme alle tattiche d'impiego tipo 'colpisci e scappa', con rapide salite, mira e lancio armi. Però la mancanza di un sensore sopra l'albero rende necessario esporsi appieno in caso di attacco, e i 20 secondi necessari per guidare i TOW (alla massima distanza) possono non finire mai. Lanciarli tutti alla massima distanza richiede 160 secondi, non pochi. Il lancio dei razzi con il computer è efficace con una forte distruttività. L'abitacolo sia del pilota che del secondo pilota hanno un display multifunzione a fosfori verdi a sinistra, per il resto vi sono sopratutto strumenti analogici. Il periscopio del cannoniere binoculare dell'HELITOW domina su tutto, mentre il pilota ha un display da 3 pollici (7,6 cm) per le indicazioni sulla guerra elettronica. La cloche è a destra sull'abitacolo del cannoniere, a sinistra su quello del pilota.
 
Nonostante certi limiti di potenza (salita e velocità massima tra le più basse della categoria), la mancanza del cannone di bordo (particolarmente grave per un elicottero cannoniera) il Mangusta, che pure non ha avuto il sistema missilistico dedicato (magari il MAF, sviluppato all'epoca ma rimasto senza seguito) per mancanza di fondi, ma ripiegando sul TOW (già disponibile e forse il migliore sul mercato degli ATGW) per il resto i fondi disponibili hanno creato un elicottero di notevole modernità. Ergo, la cellula e i rotori sono molto moderni e funzionali, l'avionica è stata sviluppata senza risparmio con componenti ampiamente prese dai fornitori internazionali come Emerson, Marconi, Saab, Honeywell, il tutto integrato in una cellula essenziale, con un sistema Multiplex della Harris
 
L'A.129 è rapido nelle manovre. Vengono riportati valori di rollio sull'asse dell'ordine dei 4 secondi, mentre la virata è, virando a sinistra (dove c'éè più inerzia dato il verso di rotazione dell'elica) di 22,5 gradi al secondo partendo da 148 kmh con carichi di oltre 2 g, con la macchina con i lanciamissili TOW a bordo (peso al decollo di circa 3.700 kg, si tratta del P.3, il terzo prototipo). La salita era di 21 secondi fino a 106 m, il volo laterale di circa 40 nodi a sinistra e 45 a destra, accelerazioni da 0 a 70 nodi (sui 130 kmh) e arresto in 200 metri, oppure fino a 80 nodi in 15 secondi e poi arresto a zero nodi in 350 metri, e così via. Come velocità massima non c'era molto da fare, visto che si arrivava al limite di 130 nodi (circa 240 kmh) con i lanciatori TOW, ma senza missili a bordo, e senza i lanciarazzi. Il consumo di bordo, dopo un volo tattico, era di meno di 250 kg per ora di volo. La manovrabilità era aiutata anche dall'autopilota, che manteneva stabile l'assetto dell'elicottero durante il volo in hovering fino a 762 m sul livello del terreno (che è il limite del radar altimetro), cosa molto utile per le missioni a bassa quota. La macchina è stabile e vola decisa tra gli alberi, specie nel campo di velocità tra 0 e 200 kmh. La manutenzione sul campo è stata pensata per essere facilitata anche nello smontaggio di parti di rispetto come i motori. Si tratta di una cosa molto importante per le missioni campali (o oltremare, iniziando dalla Somalia).
 
Ma nonostante tutto questo, l'A.129 non ha avuto molto successo. Forse la mancanza del cannone, forse i motori di tipo inglese, sta di fatto che l'A.129 non è stato gradito all'export, almeno nella sua versione base, ma nemmeno nelle versioni avanzate è andata molto meglio. Il programma internazionale, a livello europeo, per un elicottero da combattimento controcarro venne basato sull'A.129, ed era chiamato Tonal. C'era chi si accontentava di un Mangusta leggermente perfezionato, chi voleva una macchina cresciuta come l'Apache. Verso la fine degli anni '80 il programma è stato cancellato per i disaccordi tra i patner coinvolti della piccola e litigiosa Europa. Una versione da trasporto tattico era la LBH, da 8-10 posti e 4,5 t di peso, con la stessa meccanica per standardizzare la linea dell'ALE su di un progetto base, con intuibili vantaggi logistici. Si parlava anche di uno sviluppo per una macchina da trasporto, da svolgere addirittura con la FMA argentina, e che avrebbe dovuto trasportare 12-13 persone con una meccanica simile.
Riga 145:
Per il futuro la linea di volo sarà costituita da 4 macchine: CH-47C (da sostituire con i nuovi F), gli A.129CBT (ovvero i 'Mangusta' aggiornati con cannone, avionica nuova etc.), gli NH-90, e un elicottero medio multiruolo che potrebbe essere l'AW-149 da 7 t( inutile sperare che il mercato domestico, nonostante le condanne europee, sia mai realmente apribile a fornitori esteri), lanciato ufficialmente nel 2006 e da vedersi nel 2007, poi però rimandato come presentazione a quest'anno. Questo tra l'altro significa la fine degli A.109, per qualche motivo non particolarmente amati dall'Esercito e comprati in pochi esemplari, dall'uso piuttosto incerto.
 
L'NH-90TTH è una macchina notevole, che potrebbe essere considerata più simile al Super Puma in una configurazione 'avanzata' che all'AB.412. Ha una fusoliera molto allungata con una trave di coda corta e robusta, giusto come la macchina francese, con una svasatura nella fusoliera che rende evidente lo studio di tecniche di riduzione della traccia radar, mentre per il resto ha sistemi ECM ed avionici moderni, FLIR, allarme radar e laser etc. Pesa al massimo 10.600 kg, equipaggiato con turbine CT7-8 nella versione T6E1 da 2.500shp, praticamente la versione depotenziata delle turbine che saranno montate sul VH-71 'Kestrel', l'elicottero presidenziale USA. Solo che questo avrà 9.300 shp complessivi, mentre l'NH-90TTH ne avrà 5.000. Il motore è stato ordinato in 232 unità, costruito dalla Fiat Avio, mentre la progettazione è principalmente americana, a cui la Fiat Avio ha contribuito con uno sviluppo in comune. L'equipaggio è di due persone, autonomia di 4 ore 35 min o 800 km, velocità max di ben 315 kmh e di crociera di 260, 14 militari trasportabili, max 20 persone (nessuno stupore, il Puma arriva a 16-25, a seconda delle versioni), carico di 3 t al gancio baricentrico (anche qui non c'éè grande differenza, dato che il valore oscilla tra 2,5 e 4,5 t). La cabina interna ha altezza di 1,58 m, più che sufficienti per stare seduti, non per stare in piedi e allora la Svezia, che è uno dei clienti di questo elicottero multinazionale, ha chiesto una versione rialzata a 1,82 m. I portelloni laterali sono ampi e sopratutto consentono l'imbarco rapido anche se ci sono le minigun laterali montate.Naturalmente le diavolerie elettroniche per le operazioni anche in condizioni meteo proibitive non si contano: radar meteorologico, sistema antighiaccio per le pale, INS, GPS, mappe sintetiche, comandi di volo interamente FBW, sistema di rilevamento ostacoli LOAM, casco con visore incorporato, sistemi di difesa ECM, il tutto integrato da un sistema MIL-ST1553. POi vi sono minigun M134D costruite su licenza dalla OTO Melara con calibro 7,62 mm e 6.500 c,min, oppure due mitragliatrici da 12,7 a canna singola. I primi due reparti tra cui il 'Cigno e il REOS saranno operativi per la fine del 2009. L'elicottero ha anche un supporto logistico dedicato, con il 2° Reggimento di Sostegno 'Orione' di Bologna preposto alla sua gestione, dopo che i primi 2 anni saranno gestiti da Viterbo.
 
Il programma NH-90 non riguarda l'AM ma comprende la Marina, che avrà la versione navale. È strano come di questa ne siano previsti (salvo tagli, ventilati anche per una decina di macchine dell'Esercito) ben 56 esemplari. Eppure, con 2-4 cacciatorpediniere e una decina di fregate, il totale imbarcabile su tutte le navi è di circa 20 macchine. Considerando il costo di queste sofisticate macchine navali, forse non stupisce che anche Marine come quella olandese o tedesca abbiano avuto meno elicotteri per le proprie navi di quelli imbarcabili. La MM invece ha invece ricevuto grosse quantità di elicotteri, con oltre 60 esemplari consegnati degli AB.212, eppure questi sono circa il doppio di quelli imbarcabili sulle unità navali. È una cosa decisamente 'strana' (come del resto il fatto che i Tornado italiani sono stati circa il doppio di quelli assegnati ai reparti di prima linea) specie per un Paese cronicamente a corto di risorse finanziarie anche per comprare quantità minime di sistemi di grande importanza (per esempio gli AWACS, i Patriot, carri armati moderni o rimodernati etc.). Nel caso del programma NH-90, nonostante la riduzione del programma (da 210 a 116 pezzi), è ben vero che si tratta di una macchina di primissimo livello, ma al solito, la ricerca del 'meglio' comporta costi enormi e ritardi di pari livello. Il programma NH-90 è costato fin'ora ben oltre 3.000 mld di lire (non attualizzati, ma riportati dai vari bilanci della difesa) e i pagamenti continueranno ancora per anni, fino a raggiungere probabilmente l'equivalente di circa 5.000 mld. Del resto, con i 60 Mangusta che hanno raggiunto circa 2000 mld e gli EH101 che hanno passato (con appena 16-24 macchine) i 2300 la cosa non è fuori dalla ragione relativizzandola al totale ordinato, ma pur sempre generatrice di una cifra complessiva enorme, senza precedenti in Italia per un elicottero.
 
== Note ==
<references/>