Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Marina 5: differenze tra le versioni

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*Nucleo Organizzazione Spiaggia
 
Di questi reggimenti, il S.Marco è quello da combattimento, il Carlotto da supporto logistico. Il Comando è a Brindisi dell'intera forza da sbarco, nel comprensorio della Marina Militare attorno al castello Svevo, tanto che i mezzi da sbarco e le 3 LPD sono ormeggiate nella darsena appena sottostante. Per la Fanteria invece c'éè la Caserma Carlotto a Brancanesi, 5 km nell'entroterra da Brindisi. Ma questa caserma, costruita negli anni '80, non era più sufficiente per ospitare una forza assai cresciuta numericamente (negli anni '80 il S.Marco comprendeva nel suo insieme 600-750 persone), per questo ci si attendevano ingrandimenti e ampliamenti verso un'area vicina alla sede, anche per ottenere un poligono per tiri reali e rimesse coperte per i numerosi veicoli del parco mezzi. Ma i tre lotti con cui erano da costruire tali infrastrutture nuove non sarebbero stati di rapida realizzazione: ciascuno avrebbe avuto lavori della durata di 5 anni, ovvero il completamento di questi sarebbe stato possibile non prima del 2020, certo non una buonissima notizia, specie se si considera come edifici di grosse dimensioni civili vengano tirati sù, anche senza ricorrere all'abusivismo, nell'arco di mesi.
 
Ora torniamo al S.Marco, il fulcro della Forza da Sbarco. Questo reggimento aveva il reparto comando, battaglione assalto Grado, battaglione Golametto, Compagnia Operazioni speciali e Compagnia Operazioni navali.
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*comando, due plotoni specialistici, una compagnia armi e tre compagnie d'assalto.
 
Delle unità minori c'éè da ricordare il plotone comunicazioni, con tutte le risorse quindi raggruppate invece che disperse nelle compagnie e plotoni. In questo modo è possibile rendere più facile l'addestramento; quando si tratta di usare unità sul territorio il plotone si dispone con piccole unità di comunicazione assieme a compagnie e plotoni. Il plotone pionieri è un'altra unità fondamentale perché è incaricato di bonificare i campi minati, ma anche, nelle missioni di peacekeeping, quelle in cui in pratica si ritrovano ad operare, di bonifica di mine e ordigni inesplosi.
 
La cp armi ha una vasta pletora di armi: plotone su mortai da 120 mm a canna liscia, di recente acquisizione (in corso d'acquisto quelli a canna rigata), e 3 ulteriori invece hanno quelli da 81 mm. Questi mortai, utilizzati da molti anni, per il S.Marco sono fondamentali essendo né troppo grossi né troppo leggeri per appoggiare le missioni di sbarco. Vi è anche un plotone con i missili Stinger con 3 sistemi portatili, e un plotone di missili controcarri TOW 2, utilizzabili da lanciatori a trippiede da terra: sono dell'ultima versione, che l'Esercito Italiano non ha comprato in quanto maggiormente interessati allo Spike: così l'addestramento è stato portato avanti in Spagna, dove esiste questo sistema d'arma. Questi sei sistemi sono da utilizzarsi a terra per mancanza di veicoli di lancio idonei (cosa molto strana, visto che sono disponibili lanciamissili persino per le Jeep), almeno fino a che non arriveranno i VTLM Lince con apposita predisposizione. Insomma, una compagnia armi d'appoggio con ben 6 plotoni con 4 tipi di armi diverse.
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Come equipaggiamenti vale la pena di ricordare i designatori laser GLDII della Litton, con tanto di GPS per rilevare la posizione dell'operatore, camera termica, computer Viking 2000. Il tutto è stato considerato necessario perché, come insegnato dall'esperienza in Kosovo, il rischio di danni collaterali è alto in situazioni belliche reali, per cui si rischia di colpire veicoli civili e poi non rendersi conto dei danni inflitti, magari ad un ponte strategico, perché i crateri sono stati occultati con lamiere verniciate. L'importanza degli 'osservatori avanzati', insomma, è fondamentale rispetto alla mera osservazione aerea, anche ad alta tecnologia. Visto che il GLD ha un computer, la telemetria del bersaglio più la posizione dell'operatore danno l'esatta posizione del bersaglio, comunicabile anche al sistema C2PC del comando o ad un aereo come l'AV-8B Plus, tramite il TLDHS, Target Location Designation and Hand Off System che informa il computer di missione dei dati e magari ricevendo anche le immagini e i filmati ripresi dal pod in dotazione all'aereo, il Litening II. Inoltre è possibile trasmettere le immagini della camera termica anche ad altri operatori. Insomma, si tratta di un sistema che garantisce una interoperabilità inimmaginabile quando le prime bombe laser cominciarono a cadere in Vietnam, già allora suscitando vivo clamore. I sistemi di comunicazione sono pure in carico al Carlotto, con apparati che non di rado hanno problemi di compatibilità tra nazione e nazione. Il S.Marco ha apparati radio americani costruiti su licenza e quindi non ha problemi di interoperabilità con i Marines americani, un bel vantaggio operativo perché nelle missioni anfibie le comunicazioni precise e tempestive sarebbero fondamentali. Tra il materiale in dotazione: radio digitali VHF-UHF Harris RF-5800H-MP Falcon II multibanda, che sono materiali comprati di recente e come tali, molto avanzati (si sà, l'elettronica fa passi da gigante..), tanto che sono possibili comunicazioni in fonia, data-link, GPS integrato, sistemi ECCM di protezione comunicazioni, indicazione automatica della posizione operatore tramite il GPS inviata al comando; poi è arrivato anche il minuscolo MBITR AN/PRC-148(V)(C), che è un aggeggio pesante 700 gr, dimensioni appena 3x6x21 cm, capace di comunicare sia con voce che con dati e sia VHF che UHF satellitare. I sistemi più tradizionali sono della SELEX: gli SRT 178 e i più potenti 478 in banda HF, il Tardidan PRC 660 in UHF, il VHF Selex SRT 633 e 634 da circa 4-16 km di portata, o i VHF AND Taridan PRC 624 di portata minore per le pattuglie; per le operazioni da sbarco ci sono anche i sistemi shelterizzati da 1 kW Selex SRT 1075 e 1080, poi gli SHF satellitari in banda X che gestiscono fino a 2 MB/sec; ce ne sono 2 bibanda e 1 tribanda (al 2005) in banda X e C o Ku; con la prima lunghezza d'onda è possibile comunicare con i satelliti come il SICRAL e con le altre due la copertura è oramai pressoché mondiale (specie con la banda C), utilizzabile anche con connessioni a banda larga commerciali; infine vi sono un sistema mini-SHF di minori capacità e quelli portatili come il Manpack SHF in banda X da 32 kB sec, per fonia o scambio dati.
 
Per quello che riguarda il battaglione CAORLE, sempre del reggimento Carlotto, la sua missione è anche formativa, addestrando i VFB fino al 2006, poi i VFP4 (ferma di 4 anni) che sono selezionati nella scuola Sottufficiali della MM e ricevno la qualifica FcM che ovviamente significa Fuciliere di Marina, dopo un corso apposito. Nella Forza da Sbarco viene poi fatto un corso di 20 settimane: 8 iniziali di addestramento basico e fisico, 12 specialistiche per diventare mortaista, missilista, assaltatore o pioniere. Dopo essere presi in carico al S.Marco e fatte due esercitazioni nazionali, arriva la 'Combat Readiness' e il soldato è bell'e fatto e arruolato. Al termine dei 4 anni eventualmente il nostro Marò chiede di passare in SPE e fa un altro corso di 12 settimane al CAORLE, più 4 settimane in un reparto operativo. Può diventare abilitato a ruoli come 'Recon', armi di supporto', logistica', pioniere', SDO' osservatore etc. Esiste anche il Corso di Abilitazione Anfibia frequentato da sottufficiali e ufficiali dietro apposita domanda: uno di staff-logistica da 3 mesi + apprendistato al reparto, e quello operativo di 6 mesi per diventare comandanti di plotone. Davvero la qualità in una piccola realtà come il S.Marco è ben curata. Viene in entrambi i casi acquisito il brevetto anfibio. C'é poi il corso di 'Specializzazione Anfibia' da frequentare a Quantico, negli USA dai 'cugini' Marines, con corsi di Expedionary Warfare o di Communication Information System. Dal 2006 pare che i corsi siano stati 'accorciati' come trasferta, in quanto la formazione era da tenere in Spagna. Sempre nei propri ambiti il CAORLE cura anche i nocchieri dei mezzi da sbarco e cura anche altri corsi d'addestramento per altri reparti della MM. Tra i tanti compiti, quello della formazione degli SDI (Servizio Difesa Installazioni) per il personale VFP1. Ogni anno vengono anche tenuti campi scuola nell'area di Massafra per l'Accademia navale (allievi di prima e seconda classe del Ruolo Normale), che durano una settimana e fanno parte del Corso 'Arte del Comando' , e dal 2005 anche il Collegio Navale Morosini manda allievi per frequentare un simile corso. Poi c'éè il Corso 'Combat Medicine' per personale medico e paramedico da mandare all'Estero. Vi sono anche altri corsi, ma questi sono almeno un buon esempio di quello che si fa. L'area addestrativa è costituita da due zone a circa 15 km da Taranto, l'isolotto di Pedagne e il poligono di Torre Cavallo. Ovviamente l'addestramento in mare è fondamentale per fare dei validi soldati di Marina.
 
Dentro la caserma c'éè invece un'aula Magna, il poligono FATS e varie aule. Il poligono viene usato per l'addestramento con i fucili SC-70/90, i mitra MP-5A e il Panzerfaust 3. Si tratta semplicemente di uno schermo in cui viene proiettata una serie di scenari con figure statiche o in movimento, elicotteri da abbattere, carri da distruggere etc. etc., con un massimo di 5 'giocatori' con le armi, poi c'éè il debriefing con l'analisi dell'azione e gli eventuali errori commessi. Nella caserma si imparano anche i segreti del sistema C2PC che come si è visto, è diventato davvero molto importante per le operazioni anfibie moderne.
 
Passando al Gruppo Mezzi da Sbarco possiamo vedere che tipo di mezzi abbia a disposizione: i 'chiattoni' sono 9 MEN (Mezzi da sbarco) o meglio erano tali nel 2005 con il programma di comprarne altri 5. Essi erano ad elica, ma questo tipo di propulsione pare sia stata gradita per quanto apparentemente obsoleta per via della rapidità del disimpegno possibile dopo lo sbarco; però vi sono anche 12 MDN a idrogetto, per il trasporto personale (i MEN possono sbarcare anche i VCC), alcuni barchini d'assalto in vetroresina, pochi gommoni a chiglia rigida, specialmente usati per compiti RECON e anche dagli SDO.
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Parlando della pianificazione degli sbarchi anfibi, secondo la recente dottrina NATO ATP8, servono due tipi di comandi: il CATF (Commander Amphibious Task Force), e il CLF (Commander Landing Force). Questi due comandi hanno compiti diversi. Il primo è ospitato sulla nave ammiraglia per dirigere la parte aeronavale degli sbarchi (imbarco, navigazione etc.), e nella versione italiana è il COMGRUPNAVIT (Comandante Gruppo Navale Italiano), mentre il secondo si occupa della fase degli sbarchi. Notare bene che in tutto si tratta di un massimo di 150-160 persone e l'unica nave, fino all'arrivo della CAVOUR capace di ospitarlo era la GARIBALDI, sia per gli spazi che per i sistemi di comunicazione. Questo complesso sistema è utilizzato per sbarchi a livello di brigata, che erano possibili con la SIAF italo-Spagnola (un rgt italiano e uno spagnolo), ma se si tratta di sbarchi 'nazionali'(=un solo rgt) allora è possibile usare anche le navi logistiche italiane più recenti, ovvero la S.GIUSTO e sorprendentemente, l'ETNA da rifornimento, che però ha anche molti sistemi di comunicazione eccetto i VHF terrestri. In ogni caso entrambe le navi hanno limiti: la S.GIUSTO perderebbe notevolmente come capacità di carico visto che ha una forza di bordo di 320 soldati; inoltre non hanno un vero radar di scoperta aerea e sistemi di gestione del controllo aerotattico. Insomma, la GARIBALDI è rimasta di fatto la nave migliore per avere tutte le capacità richieste. Il comando del CLF è al massimo livello coperto da un Contrammiraglio.
 
La dotazione di sistemi informatici è sopratutto, per la forza da sbarco, data dal sistema Northrop C2PC, Command and Control Personal Computer) con il software adottato dai Marines e ambiente operativo Windows con processori Pentium Intel 'ruggedized' ovvero irrobustiti per l'impiego campale. IL tutto rende possibile creare una mappatura della situazione tattica, ed è interfacciabile con il MCCIS, che è il C4I della Marina Militare (così le F.A. italiane hanno praticamente 4 diversi sistemi C4I..) di cui è 'client'; vi sono state prove di compatibilità anche con il SIACCON dell'E.I. L'origine del C2PC è il GIS, ovvero un sistema di cartografia digitalizzata agli standard della NGA americana (Nationa Geointellgence Agency). Questo almeno ricopre alcune aree terrestri, mentre altre sono da scannerizzare (o almeno lo erano nel 2005) per immetterle nel sistema di mappatura digitale, spesso con immagini satellitari per avere sufficienti dettagli. Il sistema aveva il supporto della Forza da Sbarco nel produrre dati utili per le mappe, per avere in sostanza autonomia di operazioni senza aiuti esterni. Molto importante è la capacità tramite il parametro Z di valutare la quota con i relativi coni d'ombra delle comunicazioni radio e segnali radar calcolabili dal sistema stesso. Il sistema rileva, come si è detto, anche la posizione delle forze 'amiche' con segnalazioni opportune tramite sistemi GPS. Insomma, tutta la pianificazione e i movimenti del S.Marco con questi supporti hanno fatto un passo da gigante, segno dell'informatica che avanza. Esistono posti di comando sui mezzi AAV-7, sulle navi, ma anche su schemi campali come il MCPS modulare, su tende, trasportato da un VM-90. Sono tende modulari con intercapedine per l'isolamento termico e la protezione NBC (altra notevole differenza rispetto alla vecchia generazione) e pure schermate come emissioni IR. Dentro c'éè una tensostruttura in 'titanite', strutture di alluminio da allestire senza alcun attrezzo, luci antiurto, tavoli metallici cablati e ripiegabili con alimentazione elettrica e LAN, vengono usati dei computer commerciali 'militarizzati' e schermi piatti, collegati tra di loro, proiettori ad alta definizione. Al massimo è possibile ospitare 70 persone con 44 postazioni. Moduli shelterizzati assicurano corrente, illuminazione, comunicazioni paragonabili ad un caccia De la Penne con sistemi VHF-UHF-HF da 1 KW e terminali SICRAL fino a 2 MBs. Nella versione più leggera ci sono sistemi come radio satellitari selex TST 111 (512 kbs) w e varie radio fino a 20 W. Questa versione è collegata direttamente ad un VM-90 o ad un AAV-7. Quest'ultimo, in versione comando ha una serie di 4 postazioni C2PC. A livello di compagnia, la configurazione minima è una tenda con 4 postazioni, radio portatile e sistemi di comunicazioni vari, trasportabili da un VM-90. Il sistema è stato sperimentato sul campo a Capo Teulada, in occasione di una forza da sbarco a livello di brigata, e sia pure in configurazione leggera ha fornito risultati più che positivi. Del resto non è difficile crederlo data la potenza che i moderni sistemi informatici hanno assunto, già nei tipi 'civili' di vari anni fa.
 
In virtù della molteplicità di competenze raccolte nel reggimento, è in grado di operare con autonomia in combattimento, sia in missioni di combattimento che nelle moderne missioni di peacekeeping.