Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Marina 3: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: errori di battitura
Riga 815:
Gli 'Osprey' sono stati costruiti dopo gli 'Avenger', cacciamine di progettazione americana che costituiscono i più grandi realizzati (parzialmente) in GRP (1.312 t di stazza). Se i 'Gaeta' sono risultati un discreto passo in avanti come dimensioni e capacità complessive, gli 'Osprey' hanno aumentato le dimensioni e la stazza anche rispetto a questi, e in maniera notevole. La carriera dei cacciamine europei è stata messa a frutto nel Golfo, nel 1991. Allora gli Alleati anti-Irak si diedero da fare con una imponente spedizione che coinvolse ben 34 cacciamine tedeschi, inglesi, francesi, belgi, olandesi (questi ultimi tre Paesi portarono i 'Tripartite'),americani e anche italiani. Il comando di MARICODRAG, il comando cacciamine di sede a la Spezia, inviò la 54ima squadriglia cacciamine, con i nuovi e moderni 'Lerici': SAPRI, MILAZZO e VIESTE, operando nel 20imo Gruppo Navale italiano, dal 26 aprile 1991 distrussero 79 mine, con il record per il 'Milazzo' di 26 ordigni (come può essere ? se le navi erano 3 e le mine 79, allora la media è già di oltre 26 per ciascuna nave). In ogni caso, su 1.200/1.300 mine poste dagli irakeni a difesa delle loro acque territoriali ne vennero eliminate 1.130, con un massimo di 22 cacciamine operanti contemporaneamente a maggio, ma con una missione che è arrivata fino a giugno almeno. In ogni caso, le mine incontrate erano per lo più LUGM 145 (ovvero 'mina' in arabo, 145 kg di esplosivo), che sono il clone irakeno delle M1908/39 sovietiche, provviste invece di una carica da 115 kg. In entrambi i casi si tratta di una mina ormeggiata primitiva, ma pericolosa: i suoi aculei hanno dentro una fiala di acido e se vengono rotti, questa fa contatto tra una batteria e la spoletta, facendo esplodere la mina. In genere vengono controminate con un panetto di esplosivo di 7 kg sotto la mina stessa, esplosione provocata a sua volta da una carichetta da 100 gr a tempo. Queste cariche sono sistemate sia dal sistema Pluto (modificato nel Golfo per migliorare la sicurezza della carica di controminamento) o da sommozzatori del nucleo imbarcato. Ma c'erano anche delle piccole mine MYAM da 20 kg di esplosivo, frammiste alle LUGM e alle M1908 (di gran lunga le più numerose). Ma nondimeno, non è che i 3 cacciamine italiani abbiano fatto brillare più mine della media che anzi è arrivata a oltre 30 per ciascuna nave. In effetti, questa media è stata opportunamente rialzata dall'attività di uno dei 'Tripartite' (progetto tra l'altro direttamente in competizone con i 'Lerici'), il 'Sagittaire' francese, che ne ha distrutte da solo 145 in 20 giorni, quasi il doppio di tutta la squadriglia italiana messa insieme (chapeau), e ottenendo di gran lunga la migliore prestazione complessiva dei cacciamine impiegati in zona.
 
Quanto agli 'Osprey', queste 12 navi hanno seguito i 14 'Avenger' e le prime 4 sono state costruite in America dai cantieri Intermarine di Savannah, poi le altre dai cantieri Avondale. Il primo, il BLACK HAWK venne varato tuttavia solo il 27 agosto 1994, dopo circa 2 anni dall'impostazione (a quanto pare, con un tempo di realizzazione media di 4-5 anni, la costruzione di un cacciamine in GRP non è affatto facile e semplice). Nell'esercitazione PALMARIA '97 si sono ritrovati insieme sia i cacciamine italiani che quegli USA (Avenger e Black Hawk), quasi una riunione in famiglia per la maggior parte delle navi. La struttura dei 'Lerici' è caratterizzata da uno scafo a gittata ad un unico pezzo in GRP, centinaia di tonnellate di vetroresina (materiale non propriamente ecologico) che devono essere usate con attenzione, ma una volta formate danno vita ad uno scafo che è robusto come quello in acciaio e amagnetico come quello in legno. Ma certo, non è facile come sembra, e in particolare il costo, l'inquinamento ambientale e potenzialmente la vulnerabilità agli incendi non sono cose trascurabili. Inoltre i cacciamine in GRP hanno strutture largamente trasparenti alle onde elettromagnetice: questo aiuta a ridurre l'eco radar, ma il sistema di navigazione manifesta sorprendenti problemi (almeno prima del GPS) quando il Sole è in tempesta: infatti non c'éè metallo che schermi i sistemi di navigazione e questo non è un bene. Per il resto, anche se la struttura è diventata molto più complessa, gli 'Osprey' hanno sempre il caratteristico scafo tozzo, ad alto bordo libero (un ponte in più per circa l'80% della lunghezza), con una sovrastruttura unica dotata di un'alta plancia e dietro, di un piccolo albero sottile e di un tozzo e squadrato fumaiolo. Da notare che l'aumento della massa non ha giovato alla velocità, scesa rispetto ai 'Lerici' originali sia coi 'Gaeta' che con gli 'Osprey'. Questi hanno anche un'autonomia molto minore rispetto agli altri tipi, anzi già i 'Gaeta' sono inferiori. Forse questo è dovuto alla maggiore potenza richiesta ai motori, che però pur aumentandola non riescono a compensare l'aumento della resistenza e non hanno abbastanza carburante per conservare l'autonomia originale, come se i serbatoi di carburante non fossero stati significativamente ingranditi.
 
Nondimeno, le unità americane si facevano 'notare' perché al posto dell'unica elica poppiera e delle 3 in caccia di piccole dimensioni, hanno 2 propulsori epicicloidali Voight-Schneider, ciascuno con una specie di 'ruota' orizzontale con varie pale sotto lo scafo, e azionato da un diesel da 1.400 hp. Questo dà una maneggevolezza e una precisione in manovra eccellenti rispetto a qualunque nave 'normale', anche se non consente grandi velocità di punta.
Riga 821:
Quanto alle navi italiane, il loro sistema di distruzione mine era il ROV Gaymarine MIN (la cui versione più piccola, il PLUTO, è stata adottata dai cacciamine nigeriani), più grosso dei PAP-104 francese ma trasportabile in un unico esemplare, con intuibili problemi di disponibilità. Il PAP-104 francese pesa 700 kg, è lungo 2,7 m, largo 1,1, velocità 6 nodi, filoguidato co un cavo lungo 500 m. E' provvisto di una telecamera per consentire l'identificazione della mina, ed è armato di una carica da 100 kg (o minori) di cui i 'Tripartite' (navi in GRP con scafo formato da 180 t di questo materiale, anche qui in uno scafo in un sol pezzo) portano 27 pezzi a bordo (con una dotazione di esplosivo invero sorprendente di ben 2,7 t, grossa percentuale per una nave di meno di 550 t). Rilascia la carica vicino alla mina e poi se ne va al sicuro. Naturalmente gli italiani non avrebbero tollerato l'adozione di un sistema straniero senza proporre qualcosa di autarchico, e così hanno adottato il MIN, precisamente il MIN-79 (almeno per le unità italiane) che offre caratteristiche superiori, ma a prezzo di un peso di 1.300 kg, velocità 5 nodi, ha un sonar proprio (forse non così sui PAP), una telecmaera subacquea, una carica da 85 kg di esplosivo, e (altra cosa che sicuramente non esiste sui PAP) una cesoia esplosiva per recidere la catena d'ormeggio delle mine, che poi però devono essere distrutte dal fuoco della mitragliera di bordo quando galleggiano. Il MIN può operare da distanze fino a 250 m dal cacciamine e fino a 150 m di profondità. Gli 'Osprey' hanno invece un sistema MNS della Honeywell con capacità di raggiungere i 183 m di profondità.
 
In generale le soluzioni non son univoche nella lotta alle mine: per esempio, laddove disponibile è meglio usare l'acciaio amagnetico, più facile da realizzare e più semplice del GRP, anche se più soggetto alla corrosione. L'alluminio è pure ideale, ma troppo soggetto alla corrosione. Nel caso di navi come gli 'Avenger' americani la loro massa, distribuita in 68 m di lunghezza è sopratutto in robusto legno di quercia, abete e cedro, con un rivestimento di GRP per prevenire la corrosione e migliorare la resistenza senza esagerare con le difficoltà di costruzione. Come sistemi di neutralizzazione mine pure non c'éè molto accordo, per esempio i 4 'Lerici' malaysiani hanno adottato anziché il MIN, i PAP-104. Poi non c'éè unanimità nemmeno sui mezzi di dragaggio mine in termini di filosofia d'impiego: se entrare in un campo minato è comunque un rischio, perché non entrarci per niente? I tedeschi usano cacciamine convertiti in mezzi di teleguida per drones, e questi non sono dei piccoli sottomarini filoguidati, ma battelli da circa 20 metri equipaggiati di numerosi sistemi magnetici, acustici e meccanici di dragaggio. Fino a 3 di questi possono essere teleguidati da una singola nave con il sistema noto come 'Troika'. Gli americani e i giapponesi invece ci 'volano sopra' con slitte trainate dagli elicotteri pesanti, tipo gli MH-53.
 
Per quello che riguarda le forze MCM della Marina c'éè da notare che questa ha subito un'involuzione numerica al pari però di un miglioramento qualitativo.
 
Ecco i dati, invero impressionanti: nel 1955 vi erano ben 69 navi per il dragaggio mine (all'epoca non c'erano i 'cacciamine', ci si doveva accontentare di gettare cavi speciali e afferrare le mine, specie quelle ormeggiate.