Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Francia-5: differenze tra le versioni
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Quanto al motore, esso è stato un'altra grana da risolvere, dato che gli italiani volevano un sistema a turbine a gas più diesel, e i francesi per ragioni di economia un sistema tutto-diesel, un po' nella loro tradizione. I Francesi volevano sei motori diesel di cui 2 da 8 MW collegati agli assi e 4 ai generatori, inclusi quelli che servivano due motori elettrici da 2,1 MW; gli italiani volevano invece una turbina a gas al posto dei due motori principali da 24 MW complessivi. Alla fine si pensò ad una turbina, motori diesel generatori ed elettrici in configurazione CODLOG per la MN e CODLAG per la MM, il che significa poter usare sia la turbina che i motori insieme. Per la turbina, essendocene una sola, era necessario scegliere tra i motori britannici RR MT-30 e gli americani (co-prodotti con la Fiat Avio) LM-2500, qui nella 4a generazione con maggiore potenza. Non sorprendentemente la soluzione n.2 ebbe la meglio dato l'interesse della Fiat Avio. La turbina da 32 MW e i 4 diesel MTU tedeschi 16V 4000 da 2,2 MW l'uno hanno così costituito il motore e la generazione di potenza per la nave, assieme ai due motori elettrici Jermont da 2,1 MW. Le navi francesi sono state tuttavia limitate dai motori di un tipo inferiore rispetto alle esigenze della MM e sopratutto da eliche a passo fisso. I motori, insonorizzati in appositi comparti, sono due nel comparto di prua e due, più la turbina, in quello di poppa, nettamente separato. I generatori forniscono potenziale di 6,6 MV e 6 Hz. Infine sempre a poppa vi è un motore retrattile per le manovre di precisione, da 880 kW e capace di spingere la nave a 6-7 nodi in emergenza. In pratica, quindi le 'Aquitaine' sono navi elettriche, con motori elettrici che azionano tutta la loro capacità motrice ed energetica. Il carburante è per lo più a mezzanave, in mezzo ai due comparti motori massicciamente separati.
Quanto ai sistemi, per gestire la piattaforma c'
Per il combattimento c'
Quanto riguarda i sensori e le armi, è ovviamente il top dell'evoluzione delle tecnologie europee. Il Thales HERAKLES è il principale sistema della nave, un sensore radar phased array passivo sviluppato come private venture ma presto impostosi per le sue capacità. Opera in banda S, ha un sistema IFF, portata 250 km contro aerei e 80 km contro bersagli di superficie. È l'evoluzione del tipo ARABEL e gestisce fino a 500 tracce di cui 200 di superficie e 300 aeree. Usa dei sistemi modernissimi, con sfasatori che funzionano con il principio delle 'lenti a microonde'. Ci sono 1.761 sfasatori capaci di elevare il fascio elettronico fino a 70°ç e distribuiti su di una struttura troncoconica, formata da 40 moduli da 16 kg l'uno, raffreddati a liquido e con potenze di picco di 50 kW. La parte posteriore è la 'retina' del sensore, che spara questi impulsi verso la parte frontale del sistema per poi farli ritornare indietro e processarli con 200 microchip. Il radome ruota a 60 giri al minuto e ha peso di 3 t, con tempi di inseguimento del bersaglio dalla scoperta di 1-2 secondi e forme d'onda dedicate a ciascun bersaglio. È usato anche per la guida dei missili ASTER e nel settembre del 2004 è stato ordinato in sei esemplari per le 'Formidable' di Singapore. Il secondo sistema radar è lo SCANTER 2001 danese in banda X per navigazione e ricerca in superficie. Esso è capace di funzionare anche in cattive condizioni del mare e forti ECM. Ce ne sono due, di cui quello di poppa è usato anche per guidare l'appontaggio dell'elicottero. I radar sono solo questi, ma poi vi sono sensori ottici avanzati. L'IRST Thales ARTEMIS è un sistema di 3 sensori IR sull'albero della nave, ciascuno con un campo visivo di 120 gradi con altezza di 25, e serve per la scoperta continuativa sui 360°. Differentemente dal precedente Vampyr, esso è quindi un sistema fisso con tre occhi che rilevano continuativamente tutto l'orizzonte attorno alla nave. Può seguire e classificare 200 bersagli ed è stabilizzato sui movimenti della nave. Il NAJIR è della Sagem, e serve per controllare il tiro del cannone; pesa circa 90 kg de è una specie di cilindro dentro cui sono presenti una camera TV CCD, sensore IR operante (come l'Artemis) nella gamma di circa 3-4 nanometri, e un laser da 1,5 nanometri del tipo eye-safe. Ha settore di puntamento verticale di -30 e +80° e precisione di 1 milliradiante. Serve per il controllo del tiro del cannone. Quanto ai sonar, il Thales Underwater Systems /TUS 4110CL è a prua, con trasduttore prodotto dalla WASS di Napoli con peso di 9 t e 480 elementi ceramici, a media frequenza e modalità di funzionamento attiva e passiva anche in funzione antisiluro e antimina. Il sistema rimorchiato TUS 4229 è lo sviluppo del Type 2087 delle Type 23 inglesi con modalità di funzionamento attiva fino a 2,1 kHz e passiva per allarme antisiluro, 0,1-2 kHz, con un sensore lungo 2,2 m e pesante 1.250 kg, 4 trasduttori e 3 file di idrofoni, con cavo lungo 900 m e filabilità completa entro 20 minuti.
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Come armamento, gli SCORPENE sono ben provvisti, per un totale di 18 armi tra siluri e missili, che nel caso della Marina cilne è costituito da armi Atlas Elektronik SUT266 tedesche, dagli italo-francesi WASS Black Shark, e i missili MBDA Exocet SM-39. Il tutto viene lanciato da semplici tubi lanciasiluri, ma di calibro molto superiore rispetto a quello delle armi di bordo, che sono 'insellate' al loro interno da supporti appositi. È un po' una scoperta del famoso 'uovo di Colombo', semplicemente accendono l'elica ed escono, ma non nel caso dell'Exocet, che viene spinto fuori da un pistone, che però è stato scelto, dalla Marina cilena, solo per due dei lanciasiluri; esso può anche espellere i siluri in avaria, cosa particolarmente desiderata dopo l'incidente del KURSK russo (estate 2000). In tutto vi sono tre ricariche complete, contro le solite due di battelli medio-piccoli come questi, e un sistema di ricarica rapido molto robusto per la loro movimentazione, che è una delle situazioni più difficili da gestire per un sottomarino; ma i tempi dei marinai che ci rimettevano le dita sembrano finiti con gli apparati di movimentazione moderni e due soli addetti possono movimentare gli ordigni. Questi possono essere di tutti i tipi, tra cui modelli francesi, americani e svedesi (e chissà, se necessario anche orientali); così, in tutto gli 'Scorpene' hanno 31 elementi dell'equipaggio, con un'autonomia tipica in missione di 50 giorni consecutivi in mare.
Al 2004 le varianti dello 'Scorpene' erano tre: la Basic, per Cile e Malaysia, il Basic AIP, notevolmente più grande ma con il sistema MESMA; e lo Scorpene Compact, che al contrario è più piccolo. Della prima versione abbiamo già detto, della seconda c'
Questo è il Module d'Energie Sous-Marine Autonome, costruito da un pool di industrie ma sopratutto sviluppato dalla DCN di Nantes. In sostanza, si tratta di un apparato 'denuclearizzato' con una turbina a vapore il quale è generato non dal nocciolo nucleare, ma da un bruciatore di gasolio e ossigeno liquido, con un 'Ciclo Rankine' nel quale 500 litri di acqua si muovono nel circuito, vaporizzandosi e condensandosi ciclicamente. In sostanza, vi sono il bruciatore, condensatore e turbina, mentre vi è anche un alternatore collegato a quest'ultima con un alternatore. Resta il problema dei gas di scarico, che vengono espulsi dal battello; tuttavia, non pare che causino tracce tali da pregiudicare la stealthness dell'unità, con le bolle d'aria che spariscono già a 2 metri di distanza dallo scafo. Il MESMA è un sistema giudicato sicuro (pur con acqua pressurizzata), ma è meno efficiente rispetto al ciclo Stirling e alle pile a celle combustibili, e poi ovviamente c'
Quanto allo stato del programma, va ricordato anche il SUBTICS e la sua genesi, iniziata nel maggio del '95 con la formazione della UDS International, 50% per la DCN International e 50% Thales, che hanno sviluppato il Submarine Tactical Integrated Combat System. Il SUBTICS, per l'appunto, parente stretto del TACTICOS delle navi di superficie. Il lavoro su questo sistema però iniziò anche prima, nel 1986, da parte del centro DCN di Tolone e a Nizza da parte della Thomson CSF, poi Thales, con il miglioramento dei sistemi delle classi 'Inflexible' e 'Amethyste', per non parlare degli SSBN 'Le Triomphant'. Altre esperienze sono state alla base, da parte della DCN, i sistemi di combattimento degli 'Agosta', ma anche gli SSK olandesi e gli 'Hai Lung' taiwanesi (che sono poi i due 'Zwaardis migliorati' costruiti dagli olandesi) e persino i Type 209/1200 della marina greca. I primi con il SUBTICS vero e proprio sono stati gli Agosta 90B o classe 'Khalid', costruiti dal '95. Nel 1999 venne iniziata la progettazione di un SUBTICS di seconda generazione per andare dietro alle nuove tecnologie informatiche. Questo sistema ha integrato completamente il sonar di bordo che è il set della Thales. UDS e DCN hanno costruito il TITLAT, la gestione informatica dei dati, la DCN da sola ha realizzato il sistema di controllo lanciasiluri noto come DOC, e altri sottosistemi. Gli O'Higgins hanno sei consolles multifunzione con un computer commerciale Power PC e due schermi BarcoVIew da 19 pollici. Il passaggio a tecnologie COTS, oramai irrinunciabile vista la lentezza dello sviluppo dei sistemi militari rispetto a quelli civili (dal mercato ben più dinamico), ha permesso notevoli risparmi e miglioramenti (per la cronaca COTS significa Commercial Off-The Shelf), così che si è dimostrato vano lo sviluppo dei calcolatori MUSTANG da parte della TUS, che pure assemblava già componenti commerciali per realizzarli (sono andati agli SSK pakistani). Con due soli armadi è possibile ospitare tutti i computer anziché i tre precedenti e ovviamente, con maggiori prestazioni. E non solo, la rete Ethernet di bordo, già capace di ben 10 MB/sec, è passata a una da 100 MByte/sec, che comunque è stata scelta per gli sviluppi futuri, non perché non fosse sufficiente anche quella originale. Infine il nuovo SUBTICS è in linguaggio C++, oramai soppiantante i vecchi sistemi come l'ADA, e il sistema operativo è l'UNIX, con protocolli TCP e UDP/IP. Nell'insieme questo sistema è in concorrenza con l'ISUS 90 di Atlas Eletronik, che è il riferimento della categoria per i sottomarini convenzionali.
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A questo punto c'
Quanto alle caratteristiche degli O'Higgins:
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