Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Olanda-2: differenze tra le versioni

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Nel caso dell'AIFV, si è voluto semplicemente dare un successore potenziato ma ancora a portata di tasche degli acquirenti probabili, dell'M113, economico ma troppo limitato. IL parente povero è andato all'E.I (per esempio con solo una mitragliatrice scudata da 12.7 mm), quello 'ricco' agli olandesi e pochi altri. Per quanto meno mobile dei Leopard 2 (e forse anche dei Leopard 1) era pur sempre un compromesso notevole: e anche se era privo di missili TOW (riservati ad una versione specifica, come nel caso dell'M113 TUA), era capace di cooperare con i carri, distruggendo blindati nemici su distanze di 2 km col tiro rapido della sua arma, e capace al tempo stesso di ingaggiare elicotteri. Anche i carri nemici potevano essere messi in pericolo (anche se gli olandesi non hanno munizioni DU, di circa il 10% più perforanti di quelle al tungsteno, e con un micidiale effetto piroforico) se l'ingaggio era sui loro fianchi o retro, o qualche altro punto debole. Solo la scarsa ergonomia (peraltro aiutata da validi sistemi di visione, almeno entro i limiti del caso) di una torretta monoposto in cui v'é sia da cercare che da sparare limitano un po' questa capacità, ma il 25 mm è, sul campo di battaglia, un'arma definitivamente notevole, più pericolosa di quelle da 12,7 mm e 20 mm (quest'ultimo calibro non è mai riuscito, per ragioni di rapporto prezzo-efficacia, a rimpiazzare l'altro sui mezzi corazzati). Il BMP-1 aveva invece un set di armi del tutto diverso, mitragliatrice coassiale a parte, avendo un cannone a bassa pressione e un lanciamissili controcarri: armi meno precise e con tempi di reazione minori, come anche la cadenza di tiro, ma capaci di distruggere un carro armato senza troppi complimenti entro i 3 km di distanza (almeno teoricamente).
 
Detto questo, ci si potrebbe chiedere il rapporto di efficacia nella modernizzazione con riduzione quantitativa dei mezzi schierati. Nel caso dell'Aeronautica, non c'éè di che temere, perché gli F-16 sono stati ridotti sensibilmente, ma con un programma d'aggiornamento che ha permesso capacità molto superiori. Basti pensare ai missili AMRAAM, che assieme ad altri sistemi meno appariscenti ma altrettanto fondamentali per sfruttarlo in maniera valida, ovvero il radar aggiornato APG-66(V)2, il datalink per passare le informazioni, l'IFF e HUD grandangolare, danno delle capacità nemmeno ipotizzabili con la dotazione originale, buona solo per intercettazioni diurne a breve raggio, molto limitatamente ognitempo (missili AIM-9 e radar APG-66). Anche le capacità ognitempo sono molto superiori nell'attacco e navigazione, con un sistema che combina mappe elettroniche, GPS, INS avanzati e sistemi d'atterraggio MMW.
 
Non c'erano molti dubbi nemmeno per la Marina: l'introduzione della classe 'M' al posto delle 'Van Speik' era certamente un grosso progresso, anche se poi la riduzione delle 'Kortenaer' era un problema imprevisto, per poi aggravarsi con la loro completa radiazione. Il sospetto è diventato certezza quando, all'alba del XXI secolo, è stata decisa addirittura la radiazione di 6 delle 8 'M', quindi sono rimaste solo 2 fregate ASW e 4 LCF antiaeree, oltre ai sottomarini e alcune altre navi. Solo la nave anfibia era una novità in positivo. Insomma, se l'aviazione è stata potenziata, la Marina è rimasta stabile secondo la pianificazione originaria del 1991, in flessione con le decisioni del '92 e '93, ma negli ultimi anni è caduta in 'disgrazia' passando da 22 fregate ad appena 6 (dieci in meno rispetto a pochi anni prima).
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Il 306° era ovviamente il più interessante: era un reparto piuttosto raro nel campo degli F-16, con compiti sia di ricognizione che di difesa aerea. Gli RF-16A usati erano semplicemente F-16 con un pod Orpheus da ricognizione, sotto il pilone centrale. C'erano 20 aerei in carico del reparto, e non operavano dagli shelters come gli altri due squadroni, ma dalle piazzole visto che non c'erano abbastanza shelter per tutti. Strano a dirsi, in fondo i ricognitori erano quelli meno 'tirati' dalle missioni multiple come quelle richieste ai caccia e bombardieri. La missione di ricognizione era svolta unicamente da questo reparto per tutte le F.A. nazionali. Del resto in occasione di guerra reale i reparti di caccia tattici erano difficilmente operanti dagli shelter per motivi di rapidità di riarmo (in pratica si preferisce tenerli più spesso in azione che dentro gli shelter, una protezione diversa ma più efficace solo in teoria). Inoltre gli RF-16 erano così usati in maniera estremamente rapida e con la capacità di essere dispersi in tante piccole basi in caso di guerra. Erano anche previste delle vere autocolonne con tutto quello che serviva, anche le camere oscure in containers, che si potevano far partire in pochissimo tempo. Quanto al pod 'Orpheus', realizzato dagli olandesi e usato tra l'altro anche dall'AMI, avevano 2 fotocamere da 70 mm di focale per riprese orizzontali, una con obiettivo da 100 mm, un sensore IR capace di scandire 500 linee per secondo. La camera anteriore, leggermente inclinata verso il basso, era raramente usata: lo smog sporcava rapidamente la finestra anteriore. Le pellicole erano le Agfa 100 ASA, 6x6. La missione iniziava solo dopo 90 minuti di pianificazione, e comprendeva sempre 3 bersagli principali, ma anche bersagli d'opportunità (per esempio, carri armati Leopard), in volo a 900 kmh a 450-500 m, con una durata di circa 90 minuti. Ogni settimana c'erano gare con bersagli segreti ai piloti, per valutare la loro abilità e i loro limiti. .
 
== Note ==
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