Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: esercito 2: differenze tra le versioni

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Allora, mentre si attendeva che un giorno sarebbero stati comprati gli OTOMATIC si pensò di ricorrere ad una 'soluzione economica' con una versione che si potrebbe considerare una reinterpretazione del vecchio M163 Vulcan. Solo che stavolta, anziché un cannone da 20 mm a 6 canne rotanti, v'era un gruppo di 4 KBA da 25 mm con 2.400 colpi al minuto di capacità di fuoco, in un affusto quadrinato, assistiti da un caricatore centrale da 640 colpi, calcolatore di tiro e sistema IL e laser per la misurazione della distanza. In teoria piuttosto efficace contro attacchi aerei a breve distanza, a bassa quota, in buone condizioni di tempo. In pratica un sistema obsoleto proprio per questi limiti d'impiego. Eppure ne vennero ordinati ben 350, una quantità inverosimile pari ad oltre uno per plotone di 4 carri armati. Fortunatamente ne venne poi ridotta la quantità ma non di moltissimo, ovvero scendendo a circa 275-280 mezzi. Eppure, questi veicoli hanno ricevuto un finanziamento di ben 800 miliardi. Sarebbero stati più che sufficienti per ordinare dozzine di OTOMATIC e la ragione per cui poi questi non siano stati ordinati per ragioni economiche, conseguentemente, non regge a meno che il costo dei semoventi da 76 mm non fosse molto sottovalutato.
 
Un altro acquisto partito verso la fine degli anni '80 (ma in questo caso il programma non iniziò nel 1987 ma nel 1990, per cui al 1992 ancora dovevano iniziare gli acquisti) era il sistema Skyguard-Aspide, da comprarsi in ben 23 sezioni di tiro ad un costo di 963 miliardi di lire, iniziando dal 1993. Anche questo era un acquisto che sfidava la logica. Esistevano già ben 22 batterie dei temibili I-HAWK, missili di raggio d'azione pressoché doppio ed efficaci anche a quote piuttosto alte, e ciascuna di queste verteva su 2 sezioni con 3 lanciamissili tripli. Totale: 132 lanciatori con 396 missili pronti al fuoco. Spendere 1000 miliardi per gli Aspide, con un raggio d'azione e una mobilità inferiori agli I-HAWK era davvero difficile da capire: del resto non è un caso se il missile classe Sparrow e Aspide non è stato particolarmente fortunato nel campo dei sistemi di difesa antiaerei terrestri. Ovvero, finché si tratta esclusivamente di difesa di grandi obiettivi fissi, un programma come quello dei sistemi SPADA (per la difesa degli aereoportiaeroporti dell'AM, sempre con lanciatori sestupli per Aspide) aveva un senso. Molto più difficile capire la ratio del programma Skyguard, da completare (finanziariamente) nel 1996. Skyguard e SIDAM portavano una spesa per sistemi antiaerei tattici a quasi 2000 miliardi, e al tempo stesso l'unico sistema di cui veramente l'E.I. avrebbe avuto necessità (come del resto dichiarava) era l'OTOMATIC, fermo per mancanza di finanziamenti sufficienti. Eppure la difesa contraerea di obiettivi dietro le prime linee non era certo un problema grave per l'Esercito: molto di più la difesa delle colonne mobili, proprio quello che lo Skyguard non poteva assicurare, che il SIDAM era poco capace di affrontare e che l'OTOMATIC era concepito per garantire anche contro aerei con armi dotate di una discreta gittata stand-off.
 
L'artiglieria non aveva proprio una gestione diretta dei missili Stinger, ma questi erano di fatto la nuova arma contraerea, e forse l'unica realmente mobile per la difesa delle colonne mobili, ed efficace al tempo stesso. Con una gittata di 5-6 km poteva mettere in pericolo quei mezzi aerei (come elicotteri controcarri) che ben difficilmente si sarebbero esposti entro i 2- 2,5 km dei SIDAM.
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Per il resto da sottolineare come l'artiglieria si desse delle 'missioni' specifiche con 3 obiettivi: distruzione di centri operativi nell'entroterra nemico, colpi contro le prime linee, e conflitti a bassa intensità con azioni in aree dove operavano i 'peacekeepers' ovvero gli eserciti che dagli anni '90 hanno trovato la loro 'ragione d'essere' del dopo Guerra fredda: le missioni fuori area, spesso con intenzioni 'umanitarie', ma che sono purtroppo finite per sfociare, anno dopo anno, in vere e proprie guerre a bassa intensità laddove la politica ha abdicato all'uso della forza rispetto a quello della diplomazia (in altri termini, missioni che variano da un effettivo 'peace keeping', sia pure dai risultati oltremodo incerti in prospettiva, come in Kosovo e in Libano, a missioni in cui la guerra è mantenuta appena sotto un dito di cenere, come in Afghanistan o in Somalia). Per operare con scioltezza in caso di necessità, specie in termini di mobilità (anche se di fatto le missioni oltremare hanno tutt'altro che carattere di 'intervento rapido') vi sono state modifiche importanti alla struttura e filosofia dell'artiglieria: forze di proiezione, per reagire rapidamente ad eventuali crisi e missioni di 'peace keeping', forze di reazione, per la guerra convenzionale in ambito NATO, anche fuori area (il cosidetto 'peace enforcing', con buona pace dell'art.11), forze di presenza e sorveglianza, per la difesa del territorio nazionale. I cosidetti 'pacchetti di capacità' servono a definire proprio queste missioni con l'invio di unità piccole, ma complete e complesse. La 'Folgore' e la 'Friuli' (diventata brigata aeromobile, pur nascendo come divisione corazzata) fanno parte della prima categoria.
 
== Note ==
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