Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Pakistan: differenze tra le versioni
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Come spesso accade, la guerra indo-pakistana del '65 era stata preceduta da segnali premonitori, ovvero gli scontri del marzo-aprile 1965 nella palude di Rann di Kutch. Questo era stato il maggiore dei presagi sullo scontro inesorabile tra i due stati nati il 14 agosto 1947 sulle rovine dell'Impero britannico. Pakistan e India presero presto vie diverse. Il Pakistan divenne alleato degli USA, e si premurò di curare al meglio la preparazione delle sue Forze armate che, durante la precedente guerra del '47-49 contro l'India non avevano avuto molta fortuna, e che dovevano confrontarsi con un nemico 4 volte più numeroso. La PAF, comandata dal Maresciallo dell'Aria Muhammed Asghar Khan (che a 36 anni, nel '57, era già capo della PAF) ebbe un cambiamento radicale di fornitori, e sebbene dal '51 fosse utente di 36 Supermarine Attacker FB.2, dopo l'accordo con gli USA, dal '56, essi vennero rimpiazzati da circa 120 F-86F, ancora tra i migliori aerei da combattimento del mondo e necessari per affrontare le torme di Ouragan e Vampire indiani. Come è stato riportato in altre parti dell'opera, almeno 22 vennero già allo scoppio della guerra, modificati con i missili AIM-9B, mentre nel periodo 1955-62 giunsero 37 B-57 Camberra, aerei ancora più pericolosi date le loro prestazioni in quota e in autonomia. Nel '65 c'erano persino gli F-104A Starfighter, pochi ma solo perché gli USA ne avevano davvero una quantità esigua e non si era ritenuto necessario appoggiarsi alla produzione europea. Nondimeno, si stima che ne fossero presenti ben 25 esemplari di cui 5 biposto (ma queste cifre di Da Fré cozzano con le quantità usualmente riportate dalle altre fonti). I 16 C-130 Hercules erano un'altra presenza prematura per la zona. All'epoca mancavano ancora parecchi anni prima che, per esempio, questi possenti cargo giungessero in Italia o anche in Gran Bretagna. Le basi aeree vennero inevitabilmente potenziate a loro volta per operare con tali prestanti apparecchi di nuova generazione. Questo nucleo numericamente piccolo di aerei da combattimento era insomma, quanto di meglio gli americani potessero offrire agli alleati pakistani, anche se per qualche ragione non comparvero mai gli F-5 Freedom Fighter che erano forse la migliore soluzione per tali utenti del Terzo mondo, essendo più rapidi dei vecchi F-86 e meno sofisticati degli F-104 o addirittura, degli F-4. Sarà proprio così che poi i Pakistani si mobiliteranno, comprando aerei analoghi, semplici e da mach 1,4, quali erano gli F-6. Ma questo accadde dopo la guerra e quindi qui non ci interessa.
Aggiornati gli aerei, gli
Non era molto, mentre l'India, dal canto suo, aveva un ricco arsenale francese, sovietico e britannico. Nondimeno, l'avvicinamento a Mosca e l'attacco a Goa e Dieu, le ultime colonie portoghesi, avvenuto nel dicembre 1961. Tutto questo non aveva certo fatto una buona impressione dell'India a livello internazionale, mentre la Cina la batté in una guerra dell'ottobre del '62 che causò gravi perdite e 22.526 km2 di territorio perso nella zona dell'Himalaya, sebbene, per ragioni essenzialmente politiche, il potere aereo non venne usato se non per ragioni logistiche. Questo causò polemiche sull'efficienza della IAF o Bharatya Vayu Sena, pure ben comportatasi con 6 Camberra nella missione ONU del Congo, tanto che il 6 dicembre 1961 distrussero la forza aerea dei secessionisti del Katanga nel raid volato su Kolwzi. La BVS era nata già nel '32, con i primi 5 piloti di cui uno, Mukherje, divenne poi Capo della successiva aviazione nazionale per diversi anni (morì nel 1960).
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Quanto alle azioni di combattimento, spesso controverse, gli F-16 hanno in ogni caso dato un importante contributo alla difesa degli spazi aerei territoriali. Specialmente quando operavano da Peshawar, a circa 5 minuti di volo dal confine. Gli F-86, costretti a seguire gli eventi con decolli su allarme frequenti ma infruttuosi, e anche i più veloci F-6 sono stati sostituiti con gli F-16, mentre i radar della catena d'avvistamento (piuttosto sviluppata, dopotutto il Pakistan faceva parte del CENTO, l'equivalente asiatico della NATO) su radar tedeschi Siemens vennero rimpiazzati dai potenti 3D TPS-43 della Sperry.
Nel frattempo in Afghanistan i ribelli stavano rendendo difficile la vita ai Sovietici e ai governativi, i quali persero 3 MiG-21 durante un solo giorno di combattimenti, il 4 giugno 1979 (quindi prima dell'intervento sovietico). Spesso i MiG-17 afghani non erano guidati da piloti molto motivati e vi furono diversi casi di diserzione, come quello fatto da un MiG-17 schiantatosi in territorio pakistano il 18 ottobre 1982. Nel frattempo, un SA-7 riusciva ad abbattere spesso gli elicotteri e gli aerei a cui era lanciato, e uno addirittura provocò un massacro il 28 ottobre 1984 con l'abbattimento vicino a Kabul di un An-22 con 240 persone a bordo. Nel 1986, dopo che i Sovietici avevano perso tra l'altro non meno di 37 elicotteri in azione, fecero la comparsa i missili Stinger. L'era degli SA-7 e persino dei fucili per la caccia agli elefanti era in parte eclissata da queste nuove e micidiali armi. Ma in territorio pakistano continuavano le incursioni sui campi profughi e d'addestramento. Dal 1986 entrarono in azione gli F-16 e finalmente si poteva attaccare con sufficiente iniziativa, e non stando ad aspettare quello che eventualmente i radar di terra vedevano. Il 17 maggio 1986 il pilota Qadri, 9° Sqn, colpì due Su-22 e uno di questi venne abbattuto. Non si sa molto di questo episodio. Nel 1986-87 almeno altri 10 elicotteri e 4 trasporti vennero abbattuti dai guerriglieri, mentre un An-26 disertore venne preso in carico, ma con attività di volo ridotta data la mancanza di parti di ricambio, dalla PAF. Il 16 aprile 1987 avvenne il secondo successo, quando tale Badar, in volo a 3.300 m di quota, localizzò i bersagli che gli erano stati indicati dal GCI di terra. Aumentata la velocità da 820 a 1.020 kmh, ne vide 4 distanti 35 km. Uno di essi era visibile in quota, ma gli altri tre stavano a quote più basse, una trappola per un caccia che fosse stato privo di radar moderno multifuzione, ma l'F-16 riuscì a vedere anche loro. Si trattava di Su-22, usati per via della loro potenza, spesso anche come caccia intercettori. Ma evitando la trappola dei suoi collegui, Badar agganciò l'aereo in volo ad alta quota. Il missile, particolare importante, lo aveva 'sentito' con il sensore termico da 9 km, ma la DLZ (Dynamic Launch Zone) si era attivata solo a 6, da quel momento era possibile tirare il missile e farlo giungere al bersaglio. Il tiro avvenne a 5,6 km e fece centro con
Gli F-16 erano aerei agili e con valida autonomia. Ma sopratutto, il loro radar consentiva cacce indipendenti che non erano possibili per velivoli di diverso tipo, che sarebbero caduti più facilmente nelle trappole aeree, privi di un radar multimodo come l'APG-66 (il più piccolo tipo all'epoca raffreddato ad aria) che si è dimostrato in grado di vedere bersagli multipli e anche a diverse quote. Un altro aspetto sono le piccole dimensioni dell'F-16 che gli hanno di contro consentito di volare quasi in maniera 'invisibile'. Inoltre i missili, controllati dal computer di bordo per stabilire la distanza di lancio, si sono dimostrati capaci di affidabilità, prestazioni, gittata molto elevate e ben superiori rispetto ai primi tipi di ordigni a guida IR. Il campo e angolo di tiro per esempio; ma anche la capacità del sensore (specie contro aerei 'calorosi' come quelli russi supersonici), che spesso ha agganciato il bersaglio a distanze tali che esso non poteva ancora essere raggiunto dal missile stesso, malgrado il motore potenziato rispetto a versioni quali l'AIM-9B. Questo gli ha dato, al momento dei lanci effettivi, una capacità di localizzazione più che sufficiente per mantenere il contatto del bersaglio. Quindi, persino il più piccolo dei 'teen fighters' si è dimostrato utilissimo e valido come apparecchio da combattimento contro una minaccia non eccezionale, ma tutt'altro che disprezzabile.
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