Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Iran-2: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: accenti
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: accenti e modifiche minori
Riga 6:
 
[[File:Military expenditures-Iran.png|450px|right|]]
Un risultato di tutto rispetto visto che fino all'era Pahlavi la Persia quasi non aveva u nesercito, formato poi rapidamente con l'aiuto occidentale. Furono poi britannici e sovietici ad invadere, senza quasi sforzo, la nazione nel '41, per i timori che potesse dare appoggio alle mire dell'Asse (dopo la rivolta irakena, la cosa era tutt'altro che improbabile, e i bersagli sarebbero stati i campi di petrolio del Caucaso). Nel dopoguerra, circa 1.500 iraniani supportarono l'Oman contro la ribellione del Dhofar (anni '60-70), vi furono missioni come quelle ONU in Congo e Golan, e poi il confronto sempre più aspro con l'Irak, culminato poi nella Prima guerra del Golfo. Attualmente l'Iran cerca di mantenersi con armi sia proprie che di fornitura orientale, per esempio 29 sistemi Tor-M1 (SA-15) recentemente comprati. Nel mentre, restano in alto mare altre importanti commesse, come gli S-300 (SA-10) che potrebbero difendere le installazioni strategiche (nucleari in particolare) dell'Iran, e per i quali ancora oggi (2010 nda) non c'éè stata autorizzazione, date le fortissime pressioni americane e israeliane, il che fa presagire il concreto rischio di un'incursione aerea e missilistica contro l'Iran, oramai paventata da anni a questa parte.
 
Il budget non è così elevato, tanto che si parla di circa 91 dollari per abitante dedicati ogni anno alla Difesa, meno di qualunque altra nazione del Golfo, ma alta in termini assoluti data la popolazione complessiva. Il PIL è sacrificato in maniera marginale, tanto da essere tale valore (2,5%) superiore solo a quello dedicato dagli EAU alla Difesa, tra tutti gli Stati della regione. L'industria della Difesa contribuisce a far fruttare questi soldi spesi (quest'anno pare che l'Irak spenderà più denari dell'Iran per il settore militare, per esempio), anche nel settore tecnologico e commerciale. Già nel '73 nacque la IEI, Iran Electronics Industries, e ben presto vennero fuori altri importanti realtà per supportare l'ammontare di armi disponibili e produrne delle altre. Tra le iniziative della prima fase, la copiatura di BM-21, SA-7 ed RPG-7, tutte armi orientali ma diffuse ed apprezzate anche nell'occidentalizzato Iran. Prima, negli anni '70, gli affari iraniani erano stati sopratutto con l'Occidente, tanto che i soli acquisti negli USA arrivarono a 8 mld e molto di più era previsto in futuro, tanto da allarmare il Congresso americano che rinforzò una legge sull'export del '68 ridenominandola Arms Export COntrol Act, ma non fermò totalmente la marea di armi americane che le industrie erano ben felici di riuscire a piazzare, per non dire di quelle europee. Per esempio la Grumman era riuscita nell'impresa di piazzare il proprio F-14, aereo costosissimo per l'epoca, battendo la MDD con l'F-15 e conquistando un po' di ossigeno, a maggior ragione necessario dopo la frenata delle spese militari post-Vietnam. Negli anni della guerra, supportato solo da pochi (Cina, Libia, Corea del Nord), l'Iran si è degradato notevolmente quanto a capacità, ma ha fatto di necessità virtù e dagli anni '90 ha cominciato a fabbricare anche armi e sistemi importanti, come radar e carri armati. Per non parlare dei missili, una proliferazione impressionante di tipi, dai razzi d'artiglieria e controcarri a quelli balistici a medio raggio. Ora vi sono anche gli UAV, uno dei quali usato (venne abbattuto) anche su Israele, e un altro, nel 2006, spiò senza essere avvistato la potente portaerei USS R.Reagan per 25 minuti, prima di ritornare alla base. I programmi missilistici iraniani sono un continuo allarme per l'Occidente, sopratutto quando nel novembre 2006, durante le esercitazioni di quell'anno, vennero tirati tra l'altro missili Shahab-2 e 3, e sebbene queste armi non superino i 1.400 km di portata, e non abbiano testate più pericole di quelle a submunizioni, pare che vi siano programmi per lanciare anche missili intercontinentali, come il progetto Ghadr-110 da circa 3.000 km. Del resto, avendo l'Iran la capacità di lanciare satelliti (progetto IRIS) la possibilità di un 'doppio uso' dei vettori è praticamente implicita.
Riga 953:
L'impianto nucleare di Bushehr è parte dell'Organizzazione dell'energia atomica iraniana. Dotato di un reattore tipo VVER-1000/446 da 1000 MW, il centro venne costruito già dal 1 maggio 1975, ma tale processo non è ancora terminato e si pensa che le operazioni commerciali cominceranno solo nell'agosto del 2009. Si prevedono altri due reattori. La costruzione era stata fatto con l'aiuto della tedesca KWU, che iniziò a costruire due reattori da 1300 MW ad acqua pressurizzata, come quelli del centro nucleare di Biblis, in Germania. Si pensava di iniziare le operazioni nel 1982, ma in mezzo ci fu la Rivoluzione e la costruzione venne sospesa. Fu poi la russa Atomstroiexport che ha preso in tempi recenti in mano la situazione con il tipo di reattore di cui sopra, in base ad un contratto firmato nella capitale iraniana nel 1995. Altri due reattori sono pianificati, mentre un quarto, inizialmente previsto, è stato cancellato. Dal dicembre 2007 la Russia ha anche iniziato a fornire combustibile nucleare per questo reattore, la cui costruzione è stata terminata nel marzo 2009. Dal prossimo 22 agosto (2009) l'impianto dovrebbe iniziare a funzionare a metà potenza, per arrivare al massimo livello nel marzo del 2010. Gli altri due saranno presumibilmente installati e resi operativi all'inizio del 2011 e del 2012.
 
== Note ==
<references/>