Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Panavia Tornado: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Bot: accenti |
m Bot: accenti e modifiche minori |
||
Riga 17:
Dal punto di vista tecnico, il Panavia PA-200 (la versione IDS), classificato 'caccia-bombardiere ognitempo', è in realtà un bombardiere transonico/supersonico per penetrazioni a bassa quota (IDS=interdiction and strike), biposto in tandem, caratterizzato da geometria alare variabile, impennaggio verticale a deriva singola e impianto propulsivo suddiviso in due unità. La struttura è totalmente metallica in lega leggera e titanio, non essendo all'epoca (almeno per l'industria europea) ancora disponibili i materiali compositi come la fibra di carbonio. L'aereo è estremamente compatto se si considerano le prestazioni di cui è capace, ed è il più piccolo tra gli interdittori supersonici specializzati. Questo era fondamentale per ridurre i costi complessivi, ed è stato possibile grazie alla miniaturizzazione di elettronica e dei motori, ma non senza controindicazioni, come si vedrà poi.
L'aspetto fondamentale del Tornado è l'ala a freccia variabile, soluzione molto in auge all'epoca, complessa e pesante, ma che permette di ottimizzarsi per le diverse condizioni di volo, con freccia da 25° (fino a 0,73 mach) fino a 67° (oltre mach 0,9), e due posizioni intermedie (45° fino a 0,88 e 58° fino a 0,9 mach). Da notare che se l'ala somiglia a quella di altri progetti come l'F-14, la necessità di avere molta stabilità nel volo veloce a bassa quota ha imposto una superficie estremamente ridotta, forse persino troppo, specialmente quando è necessario volare in quota; il carico alare raggiunge il valore di circa 1.000 kg per metro quadrato, superando quello di qualsiasi altro cacciabombardiere. Senz'altro i risultati nel volo a bassa quota (ampiamente pubblicizzati dal consorzio) sono eccezionali, con un comportamento alla raffica stimato all'epoca come 10 volte migliore di quello dell'F-18, con un'accelerazione verticale di 0,5 g ogni circa 7-8 secondi, dovuta agli 'scossoni' delle turbolenze. Si pensi che gli altri caccia moderni oscillano tra 20 (F-14) e 30 (come i Phantom e gli F-15), ma i vecchi Mirage III arrivavano anche a 70, un vero luna-park! Così facendo si è stimato di poter far resistere l'equipaggio di un Tornado per circa 140 minuti a 0,9 mach e a pochi metri di quota (in genere 60). Si pensi che per il Phantom è valutata una permanenza di 60 minuti, di 90 per un Buccaneer, 140 per il Su-24 (non è noto quanto per l'F-111), ma solo 40 per un F-15E e 30 per un Mirage 2000N<ref>Spick e Gunston, Aerei da combattimento moderni, 1981</ref>
Storicamente, peraltro, va anche ricordato che altre macchine si sono dimostrate più che capaci di volare missioni lo-lo-lo, magari in condizioni meteo e di velocità non così esasperate, ma più che sufficienti per gli scopi, si pensi agli F-16 che attaccarono Osirak (1981) volando circa 2.000 km quasi tutti a bassa quota; oppure ai Lancaster che attaccarono le dighe della Ruhr, filando di notte a 15-30 metri di quota, anche se ovviamente a velocità inferiori. Un equipaggio ben addestrato può evidentemente resistere alle 'sollecitazioni del volo a bassa quota' anche per periodi molto lunghi senza l'esasperazione tecnica del Tornado, si pensi solo alle difficoltà di progettare ali a geometria variabile così robuste, piccole, compatte, resistenti alla torsione e alla fatica più di qualunque altra ala. Si pensi che hanno serbatoi integrali tra i due longheroni, serbatoi che arrivano fin quasi alle estremità delle stesse; che la 'fame' di spazio è talmente grande, che persino nelle scatole di rotazione delle ali vi è un serbatoio integrale per sfruttare tutto il volume interno; e che, ultimo ma non per merito, queste ali hanno ciascuna due piloni subalari, che necessitano di un sistema di rotazione per essere sempre orientate in avanti, a prescindere dalla freccia alare mantenuta. Nemmeno questa è una cosa scontata: i MiG-23 e gli F-14 non ce l'hanno, limitandosi solo ai piloni sotto la parte interna dell'ala, che è fissa ma offre poco spazio (i MiG hanno esteso il concetto con l'uso di serbatoi sotto le ali, ma con piloni fissi: questo significa che sono utilizzabili solo per missioni di trasferimento e tenendo un angolo fisso, il che significa o volare con un'ala eccessivamente 'diritta', oppure decollare a pieno carico con un'ala con troppo angolo; i Su-22 hanno invece solo la semiala esterna mobile). In tutto, si è trattato di un lavoro davvero difficile, anche senza considerate la necessità di 'istruire' oppurtamente i sistemi di volo per le variazioni di baricentro.
Riga 93:
È possibile usare gli AGM-88 HARM (in Italia dalla metà degli anni '90, ma la MF ne aveva ordinati 556 già per la fine degli anni '80), i vecchi Shrike, e gli ALARM inglesi (solo RAF e RSAF), minuscoli missili trasportabili in teoria anche in 9 esemplari, capaci persino di cercare l'obiettivo dopo una cabrata e l'estrazione di un paracadute. Le bombe nucleari tattiche WE-177 inglesi o ordigni statunitensi equivalenti, lanciabili anche a bassa quota ed alta velocità, completano la dotazione, mentre mai sono stati utilizzati missili nucleari come l'ASMP francese. L'autodifesa è affidata a due missili AIM-9L Sidewinder posizionati all'interno dei piloni subalari principali, mentre quelli esterni trasportano i sistemi ECM.
Tra gli equipaggiamenti che vale la pena di ricordare del Tornado, va ricordato il TIALD<ref>articolo A&D dic 1988</ref>, che il 27 ottobre 1987 venne annunciato come programma binazionale tra Ferranti e industrie italiane come Galileo e Breda. TIALD significa Thermal Imaging Airborne Laser Designator), in sostanza un apparato con camera termica e designatore laser per impieghi ognitempo. Per realizzare questo apparato era stata annunciata da parte dei direttori generali dell'Aeritalia e della Ferranti una società congiunta, la Elettronica Aerospaziale Europea, probabilmente da allestire in Lazio. Nel frattempo la RAF l'aveva ordinato in 10 esemplari per i Tornado, ed era stato proposto all'AMI per gli AMX, in concorrenza con l'ATLIS francese. In effetti non pare che la cosa andò in porto, sebbene un prototipo dell'aereo italo-brasiliano lo portò sotto la fusoliera per valutazioni. A dire il vero, non pare che la produzione sia stata poi organizzata in maniera binazionale, forse la collaborazione saltò per la concorrenza francese (l'ATLIS venne alfine scelto dall'AM). Il TIALD, che debuttò in maniera limitata nella guerra del '91, è lungo 2,6 m, diametro 305 mm, peso 150 kg, con testa rotante per seguire il movimento dei bersagli con alzo tra +50 e -155 gradi, rotazione longitudinale di 180 gradi per lato, sistema databus 1553B. Ha un FLIR con campo visivo di 3 o 12 gradi, nella stessa testa rotande con il FLIR c'
A questo punto di si può anche chiedere quale sia la capacità complessiva del Tornado, quanto ad armamento trasportabile. Il peso ufficiale è di 8.165 kg, ma questo è un dato eccessivo per certi versi, inferiore per altri. In effetti, i carichi esterni sono teoricamente i seguenti: pilone centrale sotto la fusoliera, 907 kg; gli altri 4, sempre sotto la fusoliera, da 907 kg l'uno; subalari interni da 1.361 kg, subalari esterni da 454 kg, per un totale equivalente a 18 bombe da 454 kg. Tuttavia, il Tornado non va mai in azione con più di otto armi di questo tipo, oppure da 272 o 227 kg. Spesso, anzi, vengono usate 4 bombe da 454 kg oppure, impiegando tutti i piloni subalari, cinque (come le macchine AMI nel Golfo). Le bombe a caduta ritardata pesano circa 500 kg, quelle Paveway 513 kg, ma se ne possono portare solo due o tre. Quando l'aereo vola con missioni di ricognitore, in genere ha solo il pod MBB/Aeritalia (per l'AMI ne sono stati comprati una ventina); per azioni WW sotto la fusoliera sono portati 2 HARM oppure 2 o 3 ALARM. Sotto le ali v'é pressoché sempre la necessità di portare due serbatoi da 1.500 o più litri, nello stesso pilone interno c'
In effetti, per un caccia moderno è normale sollevare un carico equivalente al proprio peso a vuoto, e il Tornado non fa eccezione (ma va detto che i suoi pariclasse in proporzione al peso portano molti meno armamenti), basta 'giocare' con la percentuale di carburante, mentre con carichi simili i piloni non devono essere sforzati se non con minime accelerazioni. Quando si dice che un pilone è capace di 1.000 kg di carico, non vuol dire 'statico', ma con accelerazioni tipiche, diciamo 5 G. Questo significa che quello stesso pilone potrebbe portare 2 t garantendo ancora di resistere, purché ci si limiti a 2,5 G. Del resto, il minuscolo F-16 non porta più di 5,5 t, ma i suoi piloni consentirebbero di arrivare a oltre 9.000 kg teorici (a quel punto riducendo a zero il carburante interno, per cui o l'aereo decolla e scarica subito il carico, oppure si rifornisce in tempi record con un'aerocisterna: una volta in volo il peso massimo al decollo perde d'importanza e può essere superato). Anche più impressionante l'A-7 Corsair II, che pure sembra quasi un giocattolo rispetto al Tornado: sebbene porti abitualmente 6,8 t, è stato possibile per un esemplare arrivare addirittura a oltre 9.000 kg e non è stato raro superare il carico massimo teorico anche di due tonnellate<ref>monografia A&D 1991</ref>. La cosa è anche più straordinaria perché si tratta di un aereo imbarcato con tutti i suoi limiti, e perché i kg di spinta del motore sono così pochi: mentre il Tornado e l'F-16 hanno spinta comparabile o eccedente al sovraccarico sopportabile, e largamente superiore al peso esterno praticamente portabile (per esempio, l'IDS ha una spinta di 14+ t e un carico non superiore a 8, eccezionalmente a 12-13), mentre l'A-7 ha solo 6,8 tonnellate di spinta, valore equivalso dal carico 'normale' e superato largamente quando decolla in sovraccarico.
|