Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/USA-77: differenze tra le versioni

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I razzi da 127 mm sono risultati molto apprezzati per la precisione e potenza contro tutti i tipi di bersagli; ma a parte questi ordigni oramai obsoleti, vi era la possibilità di usare anche altri carichi come i missili AGM-84A, bombe GBU-10/B a guida laser da 931 kg e gli immancabili missili AGM-65 Maverick, qui nella versione a guida infrarossa. La panoplia di armi trasportabili dagli F-18 è sempre stata particolarmente completa e notevole. Alle armi aria-superficie era possibile aggiungere i missili AIM-9 e AIM-7F e M. La versione D(N) è stata dichiarata combat-ready proprio alla fine del 1990, in tempo per la guerra del Golfo, ma ha volato con il VMFA(AW)-121, fungendo da aereo d'attacco notturno con i sistemi FLIR, come anche di fast-FAC per il controllo aereo avanzato, al posto dei soliti e più vulnerabili OV-1 Bronco o dei vecchi TA-4 Skywhawk biposto, a lungo usati come aerei da controllo aereo ad alte prestazioni.
 
===Il nido dei Calabroni, ovvero il VMAFT-101<ref>Cupido e Milner, ''VMAFT-101 Sharpshooters'', Aerei luglio 1994 p.6-11</ref> ===
Con oltre 1.400 aerei ordinati l'F-18 Hornet si è dimostrato, pur con una fisionomia piuttosto anonima, un velivolo di notevole successo commerciale ed operativo. I Marines sono stati esclusi dall'acquisizione dell'ultimo e sofisticato caccia della Grumman, l'F-14, e non vollero l'A-7, ma in compenso sono stati i primi a ricevere l'Hornet. Il VMFAT-101 'Sharpshooters' era lo squadrone di El Toro incaricato del passaggio macchina sugli F-18. I piloti navali erano tenuti ad una ferma minima di 6 anni dopo la licenza di pilotaggio: corso di 20 settimane su T-34C, poi T-2 o i nuovi T-45, e abilitazione al pilotaggio di aerei militari, poi qualifica per l'aereo definitivo di durata fino a un anno come massimo, e nove mesi come minimo. Per l'F-18 c'era il simulatore con cui si provavano in particolare decolli ed atterraggi e le emergenze, ma anche le altre operazioni di volo e combattimento: il simulatore costava meno ed era ovviamente sicurissimo rispetto ai classici biposto, e poi questi ultimi erano oramai utilizzati come FAC o interdittori, o anche entrambe le cose. Solo dopo questo primo passaggio veniva fatto ricorso all'F-18B, con un veloce passaggio operativo data l'esperienza con il simulatore e la facilità di pilotaggio dell'F-18. Poi, dopo l'ABC del volo e del combattimento, arrivava la fase avanzata includendo gli appontaggi, 40 diurni e 20 notturni in 3 diversi periodi. La Combat Readiness piena non è ancora raggiunta: al solito sarebbe servito il servizio con un reparto operativo per un certo tempo. Il reparto, responsabile anche della riqualificazione dei piloti e navigatori, aveva ricevuto da poco anche gli F-18C e D e alcuni T-34C da usarsi per corsi d'allenamento per gli stessi istruttori e per lo 'sgombero poligoni' tanto per assicurarsi che non ci siano persone attorno alle zone da bombardare nelle missioni d'addestramento.
 
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Da lì, 3 giorni dopo sarebbe partito per un volo notturno sull'Atlantico. Destinazione Rota, Spagna. Riforniti in volo dai formidabili KC-10, i 20 caccia riuscirono a percorrere tutta la distanza in 8 ore. Poi, dopo appena 15 ore di riposo decollarono per un altro 'balzo' di 8 ore fino in Barhaim, con la completa dotazione per autodifesa: missili AIM-9 e 300 colpi di cannone per gli aerei, la Beretta 92 per i piloti. Il moltiplicatore di forze costituito dalle aerocisterne, anzi dai KC-10 Extender anche qui dimostrò tutto il suo valore, come la preparazione dei piloti per missioni globali che già allora era in loro possesso, in un'epoca in cui attraversare l'Atlantico di corsa significava andare a fronteggiare il Patto di Varsavia: capacità che sarebbe tornata buona per altri incarichi. A questa prima dimostrazione della determinazione americana ne sarebbero seguite altre: da Cherry Point, dove erano basati ma inizialmente non mobilitati, giunsero così il VMA-542 'Tigers' e il VMA-331 'Bumblebees', il primo dei due partito con la stessa rotta e la stessa meta del 311, il 19 agosto. L'altro era invece imbarcato direttamente sulla USS Nassau della classe 'Tarawa', le gigantesche portaelicotteri d'assalto anfibio capaci di operare anche con aerei VSTOL. Nel frattempo il VMA-311 venne trasferito sulla King Abdul Aziz AB, 170 km appena dal confine, con il Kuwait. Successe il 20 agosto, per ottenere un tempo d'intervento estremamente ridotto contro eventuali avanzate irakene: circa 15 minuti se non meno. Certo che questo era vero anche dal punto di vista opposto: l'aviazione irakena avrebbe potuto colpire questa base senza trovare molti ostacoli, anche perché si trattava di una semplice striscia d'asfalto di dubbia qualità da 2.100 m, collegata ad un campo di calcio con un parcheggio. Questo era tutto quello che c'era alla King Abdul Aziz, solo una struttura civile riattata per ospitare gli Harrier. Di sistemi difensivi o di hangar non c'era traccia, mentre il sole e la sabbia dominavano il paesaggio e mettevano a dura prova uomini e macchine. I Genieri dei Marines sistemarono la zona a mò di base aerea e con il passare del tempo, mentre la guerra non era ancora scoppiata, aumentarono gli ospiti e gli apprestamenti. Arrivò in particolare il VMA-542 a novembre, il VMA-231 a fine dicembre, che seguì la rotta pacifica facendo scalo in Giappone dopo essere decollato da Cherry Point; il detachement B del VMA-513 di Yuma, con sei apparecchi arrivati con la USS Tarawa, ma sbarcati a gennaio per servire a terra. A quel punto nella sola base avanzata per Harrier c'erano qualcosa come 66 AV-8B e 20 OV-10 dei VMO-1 e -2, più elicotteri e qualche volta KC-130 o C-130 Medevac. Nel contempo questo campo avanzato ha visto aumentare il personale da 400 a 3.500 militari. Molto potere e poco spazio facevano di questo aeroporto un nemico temibile e al tempo stesso un bersaglio invitante, nonché una struttura palesemente affaticata. Vale la pena ricordare che l'Iran, a suo tempo, era stato dotato di super-basi aeree dimensionate per ospitare tutti gli apparecchi mobilitati per Desert Storm, chiaramente in funzione anti-sovietica. Ma l'Arabia Saudita, nonostante le ingenti somme di denaro e l'alleanza con gli USA non ha mai fatto altrettanto e la carenza di basi aeree è stato un problema grave per tutta la durata della crisi. Gli Harrier decollavano utilizzando circa 600 metri di pista e atterrando verticalmente: era possibile fare atterrare qualcosa come 24 aerei in 2 minuti e mezzo, ma poi i rifugi a terra erano solo dei piazzali lungo la pista. Il FOD era un vero problema per gli Harrier e non da meno il logorio inevitabile dell'asfalto, specie con gli atterraggi verticali. I motori sostituiti per gli 'oggetti estranei' ingurgitati sono stati piuttosto pochi ma solo con molte precauzioni per limitare il problema. Per decongestionare la base principale e per avvicinarsi al fronte è stata costruita dai genieri dell'USMC anche la base di Tanajib, ad appena 60 km dal confine, capace di far operare fino a 10 Harrier. Con la stagione 'fredda' le cose sono migliorate e l'addestramento ha visto operazioni simulate con F-18 e Prowler EA-6B in attacchi coordinati. Oramai si faceva sul serio, e gli equipaggi si sono abituati alla mancanza di punti di riferimento utilizzando l'INS e prendendo confidenza con i loro settori d'operazioni, cosa che ha permesso di acquisire la capacità di scoprire dall'ampio tettuccio del caccia obiettivi piccoli anche a media quota, ma la vera soluzione è stato mandare in azione gli Harrier assistiti dagli F-18D come FAC.
 
Quando è scoppiata la guerra gli AV-8 hanno cominciato la loro attività sopratutto in funzione 'anti-artiglieria' nel Kuwait, poi, dopo questo primo periodo in cui hanno sopratutto svolto il servizio d'allarme 'a chiamata' con decollo dalle basi, hanno cominciato a volare le missioni CAS, ma in ogni caso il Kuwait meridionale è stato il loro campo di battaglia per quasi tutta la guerra. Solo negli ultimi 10 giorni hanno attaccato obiettivi a Nord di Kuwait City. Le missioni sono state volate di giorno per la maggior parte; ma anche la notte c'éè stata attività, restando in allerta per eventuali necessità d'appoggio e partecipando con gli OV-10 come 'laseratori' ad attacchi di precisione. Gli OV-10 avevano il sistema laser ANGLICO su di una speciale torretta inferiore e gli Harrier usavano i missili Maverick a guida laser semiattiva, ovvero i C, che erano stati voluti sopratutto dall'USMC per compiti d'appoggio ravvicinato.
 
Alla fine dei 42 giorni di guerra gli Harrier hanno sganciato 2.700 delle 90.000 t di armi bruciate dall'aviazione Alleata volando per 4.112 ore in 3.383 sortite. Nonostante tale attività possa sembrare logorante, le ultime giornate di azione hanno volato anche 50-60 sortite per squadrone. l'ARBS (Angle Rate Bombing System) ovvero il sistema elettro-ottico per bombardamenti di precisione, si è dimostrato pari alle aspettative e ha garantito una micidiale precisione contro i malcapitati bersagli a terra. Le armi usate sono state, oltre al cannone da 25 mm e ai Sidewinder L e M(mai lanciati): lanciarazzi Zuni da 127 mm, 4 bombe Mk.83, o sei Mk.82, Mk.77 (napalm) da 236 kg (per incendiare le trincee riempite dagli irakeni con il petrolio, almeno così è la spiegazione ufficiale del loro uso), FAE CBU-55, utilizzate essenzialmente per distruggere i campi minati con la loro sovrapressione. Le bombe Mk.20 Rockeye sono state le più usate, mentre per le condizioni di visibilità, specie a causa del fumo dei pozzi in fiamme (la guerra del '91 fu una vera catastrofe ecologica, anche se pochi si preoccuparono al di fuori del petrolio andato in fumo) fu difficile usare gli AGM-65E Laser Maverick. Si dice che sia stato possibile usare anche tre AGM-88 HARM, ma di questo non c'é conferma in nessuna altra fonte.
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Dopo la guerra del '91 l'USAF ha deciso, in base all'esperienza acquisita, di costituire stormi e gruppi compositi. In questo ha seguito quanto i Marines hanno già fatto, con l'uso sia di squadroni con aerei di tipo differente sia l'uso di reparti della Reserve nella forza di questi gruppi. Il MAG-41 è un esempio, appartenente alla Marine Corps Reserve della NAS Dallas. Aveva, nel '91, 4 gruppi: VMFA-112, Det. B dell'HM-772, Marine Aviation Logistics Squadron 41 (MALS-41), e il MWSS-471 ovvero il Wing Support Squadron. In effetti, tutte le unità della base erano sotto il comando del MAG-41. Il -112 aveva ancora gli F-4S con compiti di difesa aerea mentre usualmente l'attacco al suolo era un compito secondario, anche se nominalmente importantissimo per questo squadrone. I CH-53A dell'HMH-772 erano in attesa della sostituzione con la potenziata versione E, in ogni caso con il compito di rifornimento di materiali pesanti e secondariamente, di trasporto truppe. Il MWSS-471 aveva la funzione della sicurezza sulle operazioni di volo, anche il servizio antincendio e le previsioni meteo. In tutto, pur se con apparecchi obsoleti, il MAG-41 era quella che oramai si chiamava 'total Force', rischierabile ovunque. Ma il personale attendeva, specie per ragioni di manutenzione, di macchine più moderne. Il MAG-41 nasce nella II GM e combatte anche a Iwo Jima, basato poi nel dopoguerra a Dallas, dal 1946. Ora che era ancora basata su macchine degli anni '60 (il CH-53A volarono nel 1964 per la prima volta) la sua validità dipendeva dall'aggiornamento con i nuovi apparecchi, come l'F-18. Il Sea Stallion era soggetto ad abbruttimenti per le trafilature d'olio dai serbatoi, ma aera ancora valido. Specialmente considerando che questi apparecchi avevano operato fin dal Vietnam, tanto che c'erano persino le riparazioni dei buchi di pallottola del Vietnam. I Phantom erano pure dei veterani del S.E. asiatico. Una esercitazione tipica vedeva all'epoca missioni di bombardamento con gli aerei chiamati in codice Cowboy 1-4, ciascuno con un nome proprio. Tipica era l'azione di attacco da 3050 m, picchiata di 30 gradi e sgancio a 1.370 m sul terreno. Altre missioni, sempre volate con il carburante JP-5, erano quelle del tipo aria-aria con il 2V1 con 2 caccia F-4 contro un singolo A-4 Skyhawk
 
===La MAGTF<ref>Cupido, Joe, ''Special Marine Air Ground Task Force'', Aerei set 1993, p. 18-20</ref> ===
C'è stato un periodo in cui i Marine sono stati mandati a bordo delle portaerei americane, come esperimento, sostanzialmente fallito, di integrarli con le portaerei piuttosto che con le portaelicotteri d'assalto anfibio. ''Bigger is better'' avranno pensato, e la USS THEODORE ROOSVELT, da quasi 100.000 t era più grande anche delle Wasp. La Marine Air/Ground Task Force era quindi integrata con le forze del CVG americano come una 'total force' capace anche di assalti anfibi. Se questa portaerei era assegnata all'Atlantico, la USS ABRAHAM LINCOLN era assegnata, con un analogo reparto di Marine, nel Pacifico. Il Detachment dei Marines ha comportato la sostituzione di due dei 6 SH-60F di bordo, gli 'Ocean Hawk' che hanno sostituito i Sea King; inoltre anche 6 S-3B e uno degli squadroni con 10 F-14 sono stati omessi, il che fa capire qualcosa sugli inconvenienti di questa soluzione. In ogni caso dal 1992 l'integrazione degli aerei dei Marines a bordo aveva subito un'accelerazione data la carenza numerica di A-6 e l'integrazione con i reparti dell'USMC. Così la 'Roosvelt' aveva 10 F-18 assieme a due analoghi squadroni della Marina, uno di F-14A (il VF-84 'Jolly Rogers') e uno squadrone di A-6. Il tutto costituiva il CAW-8, assieme agli E-2C del VAW-124 'Bear Aces', ma senza gli S-3B del VS-24 perché l'ASW è stato demandato ai P-3C basati a terra. Sulla 'Roosvelt' erano presenti ben 600 soldati dei Marines, la MAGFT appunto, che erano raggruppati in una compagnia rinforzata, un gruppo SEAL, 6 CH-53D dell'HMH-362 'Ugly Angels' e 4 UH.1N dell'anonimo HMLA-167. Compiti variamente assegnati come l'evacuazione di civili, interventi umanitari e azioni speciali. A queste forze si aggiungono, come si è detto, anche gli F-18 dello squadrone USMC. Al dunque la cosa 'si può fare' se necessario, ma normalmente, con tutte le portaelicotteri disponibili (tante quante le portaerei) le azioni in funzione anfibia delle superportaerei americane, magari a meno di 40 km dalla costa, non sono state considerate realmente utili. Alla fine solo alcuni marine, sopratutto SEALS sono rimasti a bordo delle portaerei, specie per azioni di difesa ravvicinata da attacchi di incursori tipo 'pasdaran' o come si dice adesso, kamikaze.
 
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La sigla sembra piuttosto ostica: vuol dire: Marine Air Tactics Squadron One. La sua esistenza iniziò poco dopo la fine della Seconda guerra mondiale, quando i piloti dell'USMC vennero inseriti nei 'Composite Squadrons ovvero i VC dell'USN. La loro missione, 'speciale' era quella di sganciare armi nucleari. Dal 1952 i nuovi aerei disponibili hanno permesso la formazione dei Marine Special Weapons Delivery Unit o SWDU, nuovamente parte a pieno titolo dell'aviazione dei 'colli di cuoio'. Ma già dal 1953 la missione dell'attacco nucleare venne assegnata ai normali Attack Squadrons. Negli anni '60 queste unità erano rimaste essenzialmente dedicate all'addestramento e all’attacco nucleare si è aggiunto quello convenzionale, anche se l'uso delle bombe H tattiche rimase il profilo d'attacco più importante. Con impegni convenzionali e nucleari le SWDU divennero MAWTU -Marine Air Weapons Training Units, delle quali una, la MAWTULant era a Cherry Point e l'altra, la MAWTUpac era ad El Toro, per la flotta del Pacifico. Dopo che vi furono ampliamenti sugli aerei usati per le attività, nel '75 venne iniziato il lavoro, portato avanti da un gruppo di studio, su come riorganizzare l'attività e il risultato fu, nel 1976, una serie di raccomandazioni che culminarono nella costituzione di un Weapons and Tactics Training Program. Questo aveva bisogno di essere sostanziato con appositi corsi e così vennero organizzati in entrambe le basi operative di cui sopra. Dopo che a Yuma vennero tenuti corsi unici, nel 1977-78 ci si avvide che l'idea poteva essere efficiente se si concentravano tutte le attività in un unico reparto, e proprio lì venne creato il MAWTS-1, nel giugno 1978. Qui nel '96 c'era il WTI Course per ufficiali piloti esperti di ogni reparto dei Marines, ma anche di forze 'terrestri' che così possono coordinarsi meglio con i loro compari aviatori. Finito il corso vi è una grande esercitazione valutativa, che consiste nel dare supporto alla MAGTF -Marine Ground Task Force- da parte dell'USMC Aviation. Ogni anno, dal 1978 in poi, venivano tenuti due corsi WTI che hanno creato 300 istruttori entro i successivi 18 anni. Nel 1983 è stata poi realizzata un'opera di potenziamento con la creazione di un Aviation Development Tactics and Evaluation Department, più brevemente AST&E, con lo scopo di coordinare l'attività del MAWTS-1. 5 anni dopo è stata la volta di un analogo Ground Combat Departement per le forze di terra. Non mancano poi corsi per specialisti come quelli dell'aviorifornimento o dell'intelligence. I contatti sono frequenti con simili istituzioni delle altre F.A. americane. Gli istruttori sono tra i migliori ufficiali e spesso sono dislocati (nel '96 3 mesi l'anno) resso reparti operativi in zone lontane del mondo con compiti di verifica dell'addestramento dei loro uomini. Nell'insieme lo sforzo per formare dei soldati di prim'ordine è formidabile e i Marines si considerano la forza meglio addestrata del mondo. Altre truppe 'straniere' seguono i loro corsi; per esempio, il battaglione S.Marco quello per gli ufficiali.
 
== Note ==
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