Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Italia 4: differenze tra le versioni

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Ma il vero problema era sopratutto che le turbine a vapore erano quelle previste per la nave corazzata CRISTOFORO COLOMBO, approntate nel 1916 e oramai sfiatate: la ROMA poteva viaggiare a non più di 20 nodi.
 
Era necessario rimpiazzarle, ma ci si orientò sui diesel. Ma la divisione Grandi Motori della Fiat fallì a costruire affidabili diesel nel 1937, 38, 39. Infatti la Regia Marina, a parte i dinieghi di Mussolini, aveva pensato al ROMA e all'AUGUSTUS come portaerei fin dal 1935. Ma i motori cominciarono ad essere approntati e provati, e solo al banco, soltanto nella primavera del '43. Questo problema dei sistemi di propulsione era tale da eliminare la credibilità dell'ACQUILAAQUILA: senza ancora aerei (e comunque i G.50 e Re.2001 nel '43 sarebbero stati superati), corazzature e anche i motori previsti, che avrebbero dovuto garantire 26 nodi.
 
Anche i cannoni da 65 mm antiaerei non divennero disponibili in tempo e vennero usati solo per impieghi a terra. Il progetto dei 65/64 mm, armi ad alta velocità iniziale (850 ms) era dell'Ansaldo e venne presentato nel 1939, vincendo contro armi ancora più esasperate presentate dalla Breda e OTO, entrambi da 65/68 mm. Dopo una messa a punto laboriosissima che escluse poi il caricatore automatico, i primi 60 vennero consegnati entro il marzo del 1943. Nel 1944 altri 55 vennero costruiti per i Tedeschi. Arma simile, concettualmente, ai cannoni da 55 mm tedeschi ma più potente dato il calibro maggiore (rimasto tipico solo delle armi italiane), era un tentativo di superare le prestazioni delle armi da 37 mm. Aveva gittata contraerea di 6,5 km e cadenza di tiro fino a 30 c.min per proiettili da 4,5 kg. Destinata all' AQUILA e ai CAPITANI ROMANI (Regolo) non ebbe mai impiego se non, limitatamente, a terra da posizioni contraeree. Un cannone è conservato al museo di la Spezia <ref>Cappellano, Filippo: ''Le artiglierie del museo di La Spezia'', Storia Militare luglio 2007</ref>.
 
Tra le tante curiosità della travagliata esperienza con le navi portaerei 'mancate' va ricordato che i due grandi transatlantici REX e CONTE DI SAVOIA vennero pure considerati come 'portaerei d'emergenza' da approntare ottimisticamente entro un anno. Ma il Ministro delle Comunicazioni e le lobbies del trasporto marittimo si opposero a questa trasformazione, considerando il 'valore residuo delle navi'. Con 50.000 t, 260 m di lunghezza, 30 di larghezza, avrebbero potuto operare con dozzine di aerei, essendo addirittura più grandi di una portaerei ESSEX americana. Ma è anche vero che si trattava di navi estremamente vulnerabili, specie ad attacchi subacquei. Una portaeri non si improvvisa senza pagare un prezzo elevato, ma in ogni caso, si trattò di un'altra occasione persa per la Marina, che forse in tal modo già nel 1942 avrebbe potuto mettere in servizio due portaerei di grandi dimensioni, anche se d'efficienza tutta da dimostrare<ref>Bagnasco, Cernuschi, ''La portaerei Impero?'' Storia Militare Maggio 2006, p.50-55</ref>.
 
 
===Sottomarini===